227. B. Monica 2
Mostra online di Monica B.: "Palermo diritta al cuore".
Da un soggiorno a Palermo nasce la mostra di Monica B., fotografa lombarda. La sua era un'urgenza vissuta nel profondo già da tempo: raccontare il cuore di una città, esprimerne la forma e la sostanza. Da qui la scelta di proporre fotografie in bianco e nero e a colori: una pluralità di voci raccolte, una coralità composita e stratificata.
Con queste sentite, bellissime parole, Monica racconta la sua mostra:
"Ho trascorso 9 giorni in una casa nel cuore popolare di Palermo, all’Albergheria, in passato vicolo delle locande. Avevo uno speciale desiderio, intimo e vitale, che ho realizzato.
Mi sono immersa nella quotidianità dei rioni e dei mercati, Ballarò, Capo, Vucciria. Giorni particolari, in sottofondo la protesta dei lavoratori precari e socialmente utili: blocchi alla viabilità, sciopero della raccolta rifiuti, roghi nei cassonetti.
La mostra, ora, vuole essere un semplice e discreto omaggio ad una città che sa arrivare “dritta al cuore”, con le sue bellezze, i suoi tormenti, i suoi contrasti, le sue contraddizioni. Un piccolo reportage, senza alcuna pretesa giornalistica, antropologica, sociopolitica. Null’altro che le mie percezioni e sensazioni, nel loro costante fluire tra la pienezza di luci odori suoni gusti e la drammaticità di ogni dove. L’alternanza tra colore e bianconero mi è per questo imprescindibile, come atto espressivo.
Ho ascoltato le parole della gente, sulla loro città. Intrise di vergogna mista a orgoglio, di affetto misto a malinconia, di solidarietà mista a rabbia. Sono stata invitata dietro ai banchi dai venditori, per vedere coi miei occhi il loro punto di vista. Scortata da un anziano nei panni di angelo custode, per un tratto che diceva pericoloso. Accompagnata a piccole mete nascoste. Interrogata sui perché dei miei scatti. A volte supplicata di non fotografare i cumuli di rifiuti, altre incoraggiata a farlo. Una sola volta mi è stato intimato di non scattare: territorio off limits. Altre mi è stato fatto spazio tra le mercanzie a terra, per poter fare un click speciale.
Ho vagato sulla scia del mio istinto, ma anche seguendo le tracce di chi era passato già. Di Carlo Pollaci e Umberto Balistreri, nel loro illuminante “I mercati del centro storico di Palermo”. Di Allì Traina, nel suo commovente “Vicoli vicoli, guida intima ai monumenti umani” (“Palermo fa sfoggio con ostentato distacco dei suoi tesori e della sua storia affascinante, ma insieme non si vergogna di esibire le sue piazze sventrate, i suoi palazzi diroccati e abbandonati, la sua munnizza buttata per strada”).
Un grazie affettuoso, qui, proprio a Carlo Pollaci. Piacevole incontro, ricco raccontare, gustoso caffè, seduti ai bordi di un “vicolo vicolo”. Che mi ha fatto il regalo di scrivere le parole che accompagnano questa serie di miei scatti".
(Monica B.)
La mostra di Monica è presentata da uno splendido testo scritto da Carlo Pollaci , fotografo palermitano, colto conoscitore dell'anima della sua città, che leggerete sotto la locandina.
Da un soggiorno a Palermo nasce la mostra di Monica B., fotografa lombarda. La sua era un'urgenza vissuta nel profondo già da tempo: raccontare il cuore di una città, esprimerne la forma e la sostanza. Da qui la scelta di proporre fotografie in bianco e nero e a colori: una pluralità di voci raccolte, una coralità composita e stratificata.
Con queste sentite, bellissime parole, Monica racconta la sua mostra:
"Ho trascorso 9 giorni in una casa nel cuore popolare di Palermo, all’Albergheria, in passato vicolo delle locande. Avevo uno speciale desiderio, intimo e vitale, che ho realizzato.
Mi sono immersa nella quotidianità dei rioni e dei mercati, Ballarò, Capo, Vucciria. Giorni particolari, in sottofondo la protesta dei lavoratori precari e socialmente utili: blocchi alla viabilità, sciopero della raccolta rifiuti, roghi nei cassonetti.
La mostra, ora, vuole essere un semplice e discreto omaggio ad una città che sa arrivare “dritta al cuore”, con le sue bellezze, i suoi tormenti, i suoi contrasti, le sue contraddizioni. Un piccolo reportage, senza alcuna pretesa giornalistica, antropologica, sociopolitica. Null’altro che le mie percezioni e sensazioni, nel loro costante fluire tra la pienezza di luci odori suoni gusti e la drammaticità di ogni dove. L’alternanza tra colore e bianconero mi è per questo imprescindibile, come atto espressivo.
Ho ascoltato le parole della gente, sulla loro città. Intrise di vergogna mista a orgoglio, di affetto misto a malinconia, di solidarietà mista a rabbia. Sono stata invitata dietro ai banchi dai venditori, per vedere coi miei occhi il loro punto di vista. Scortata da un anziano nei panni di angelo custode, per un tratto che diceva pericoloso. Accompagnata a piccole mete nascoste. Interrogata sui perché dei miei scatti. A volte supplicata di non fotografare i cumuli di rifiuti, altre incoraggiata a farlo. Una sola volta mi è stato intimato di non scattare: territorio off limits. Altre mi è stato fatto spazio tra le mercanzie a terra, per poter fare un click speciale.
Ho vagato sulla scia del mio istinto, ma anche seguendo le tracce di chi era passato già. Di Carlo Pollaci e Umberto Balistreri, nel loro illuminante “I mercati del centro storico di Palermo”. Di Allì Traina, nel suo commovente “Vicoli vicoli, guida intima ai monumenti umani” (“Palermo fa sfoggio con ostentato distacco dei suoi tesori e della sua storia affascinante, ma insieme non si vergogna di esibire le sue piazze sventrate, i suoi palazzi diroccati e abbandonati, la sua munnizza buttata per strada”).
Un grazie affettuoso, qui, proprio a Carlo Pollaci. Piacevole incontro, ricco raccontare, gustoso caffè, seduti ai bordi di un “vicolo vicolo”. Che mi ha fatto il regalo di scrivere le parole che accompagnano questa serie di miei scatti".
(Monica B.)
La mostra di Monica è presentata da uno splendido testo scritto da Carlo Pollaci , fotografo palermitano, colto conoscitore dell'anima della sua città, che leggerete sotto la locandina.
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