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  • Giovanna Zorzenon 04/02/2019 22:16

    poni un bella tematica, molto interessante perchè il problema non è solo sulla "differenza", ma si focalizza anche sulla scelta di tale e tale; mi hai fatto ricordare un parallelo in parte calzante : "quando è arte e quando artigianato (e qui s'inserisce pure il design) ?" . Non so se interessa, se posso dilungarmi qui con il discorso, sono appena arrivata, ma mi piacerebbe allargare e approfondire questo discorso che ritengo vivo tantopiù oggi e per la fotografia e ti ringrazio di averlo lanciato.
  • lucy franco 04/02/2019 22:32

    questo è uno spazio dedicato appunto a commenti e argomentazioni. Certo che puoi dilungarti, e scrivere ogni cosa per approfondire :))
  • Giovanna Zorzenon 05/02/2019 9:17

    a, bene..sempre sperando che interessi e magari partecipino altri.
    A prescindere dalla mia formazione, prima delle "comodità" del digitale, la foto era "istantanea" o/e in "posa". Tra le prime, una di quelle che amo di più - e mi prendo la licenza di descrivere quel che è l'essenza e non l'autore straconosciuto - è quella dell'uomo che salta la pozzanghera. Ecco, io resto legata a quel concetto, non di perfezione di resa, ma di sublimazione di un attimo dove tutto si rivela: tensione e situazione, umanità e aridità delle cose, quel presente che è tra passato e futuro...perchè salta, non poteva aspettare ?, ci riuscirà e si metterà a correre ? Lui è quello che sta reagendo così. Ecco. Lui, il soggetto che è rivelato in un attimo. Allora in questa tensione dell'includere lo spazio necessario per acchiappare l'attimo che s'è intuito ci sarà o già compare, ma resta un attimo, si danno delle priorità. Io non riesco a pensare se posso fare in quelle condizioni una buona foto che potrò postare, in quel momento io sento l’emozione, provo quell’emozione e in quella totale immersine identitaria, scatto contando di cogliere con le impostazioni date alla fotocamera (fondamentale l’apertura focale), quello che ho visto. Nella foto del capovaccaio, questo c'era (ricorda che scatto in BN..che mi piacerebbe fartelo vedere per sentire cosa ne pensi, anche perchè ho visto che fai splendidi scatti in BN - e troppo lunga la lista dei complimenti per aggiungerne altri solamente ripetitivi, ma prendi anche questo indiretto mio..)
    Ecco, il rapporto è tra me e la fotografia. Dopodichè, sono in grado di apprezzare tutte le tipologie fotografiche, guardando alla loro essenza, mi possono piacere o meno, ma non le scarto solo perché non hanno seguito il mio concetto, anzi le guardo ben bene.
    Quello che tu dici ti appartiene mi pare di poterlo definire come un’altra cosa che mi piacerebbe leggere visto che fondamentalmente sono molto interessata al fare degli altri: è sempre un P.V. da considerare. Quindi tu riesci a dare una separazione tra foto per te (intendendo comunque buone foto) e foto da postare ? Ti va di allargare il discorso sulle tue scelte ? Grazie, ciao
  • lucy franco 06/02/2019 12:39

    Si, per rispondere alla tua domanda: io dò separazione a foto mie, che io chiamo "da album dei ricordi" ( sia belle che brutte) importanti per me per una motivazione di affetto o di ricordo di una situazione o una persona, che possono essere anche sfocate, o mosse, o non inquadrate perfettamente, ma che hanno un senso che posso, per ovvie ragioni, vedere e apprezzare solo io, e che occhi estranei leggono solo per quello che è racchiuso nella inquadratura. Si dice che una foto è come una barzelletta: se devi spiegarla non è riuscita bene:)
    (altro è una foto fatta apposta in modo "fuori canone" quando si vuole proprio quel risultato per esempio mosso controllato o neri chiusi... ma questo è un altro discorso....rimaniamo sul tema "foto spontanea, del momento, fatta sulla scia di una bella sensazione per me").
    Su un sito di fotografia, se io pubblico una foto chiedo implicitamente che me la si "giudichi" e ciò che è sotto gli occhi, è l'immagine tout - court. L'immagine deve essere "parlante" esaustiva, raccontare già tutto ciò che abbiamo voluto comunicare, e che deve necessariamente essere al suo interno. E ciò significa anche valutare la capacità di riconoscere, da parte dell'autore, gli errori e le imprecisioni, e la capacità conseguente di fare delle scelte sul materiale da rendere pubblico.
    Gli intenti e le motivazioni dell'autore  dello scatto, rimangono fuori dalla considerazione dello scatto, per chi osserva. E' la foto che deve parlare.
    Ulteriore conseguenza di ciò è il percorso personale dell'autore, in questo caso mio: ho belle foto che però considero "banali" e allora non pubblico. E' una scelta mia, sto scrivendo a titolo personale, preferisco pubblicare foto che superino un mio personale standard , che è un insieme di qualità tecnica, concetto e estetica. Ma ciò è frutto di tempo, esperienza, è una scelta che è maturata  nel tempo.
    Dopotutto la foto è quello che noi siamo, e che il tempo e l'esperienza ci hanno insegnato. 
    Poi tutto il resto è perfettamente lecito...non ci sono regole, ho risposto ad una tua domanda senza pretese di dare lezioni :))