Franco...ti sbagli...secondo me....possono sembrare due cose distinte...in effetti non lo sono...praticamente mai...
e nel campo musicale....ancor meno...
:))))
c'è un'intelligenza del fare....che non è frutto della casualità e basta...ma spesso è frutto del nostro sapere inconsapevole e/o più profondo....molto più "vero" e "valido" (a volte) della "semplice" consapevolezza e volontà....
si, ma insisto, l'esecuzione è una cosa, l'ideazione è un'altra.
Nella fotografia c'è solo la prima fase, la seconda no, salvo smentite.
(mannaggia a me, credevo di aver scelto un esempio chiaro...)
:-))
(anche se la concezione espressa nell'ultima parte dell'intervento di Luca...si riferisce ad un tipo di fotografia...diciamo così "purista" che condivido complessivamente anch'io...anche se esclude tutte quelle zone di confine tra fotografia e grafica tra fotografia e oggetto visivo...cui il digitale ha dato molto, forse troppo, incremento...)
laura
Caro Franco,
credo proprio che tu non abbia chiaro il mio discorso...
anche nel linguaggio musicale c'è un aspetto di imponderabilità che fa sì, ad esempio, che uno stesso brano non sia mai riproducibile esattamente allo stesso modo....e non ti parlo solo della musica jazz (ad esempio) dove è ovvio che su standard o basi precostituite si articolino, a seconda dei casi, variazioni o percorsi che trascendono le strutture base per percorrere altre vie più o meno totalmente frutto dell'improvvisazione, ma anche nella musica classica...dove ad esempio....termini come "andatino semplice" o "crescendo con brio" o tanto altro ancora...ci fanno ben capire che lo spartito è solo una "ossatura"...a cui l'interprete dà "vita" e "carne"....
Cara Laura,
il mio discorso sulla musica non l'hai proprio capito, o forse mi sarò spiegato male.
Non parlo dell'esecuzione ma della creazione, del concepimento di un brano,
Il senso sta nel fatto che questi risultati sono frutto della volontà cosciente dell'autore, che il raggiungimento di emozionalità non nasce dal mettere a casaccio delle note in stato di trance ma, al contrario, da un lavoro che richiede conoscenza, tecnica e sicuramente una componente artistica che però riesce ad esternarsi solo attraverso fasi che non si possono saltare.
L'interpretazione è tutta un'altra storia che non c'entra niente con questo discorso.
La tua è una battaglia persa, sarai tu a rassegnarti, caro pasquino.
Io continuerò a confrontarmi con chi ha cose da dire, con chi sa come spiegarle, con chi ha un'opinione, pronto a rimettere in discussione ogni mia posizione.
Ma ci vogliono idee, argomenti, e capacità di comunicare.
Non servono mezze frasi, puntini e richiami della foresta per fare questo, non bastano.
Con chi sa fare solo questo è una battaglia persa, ma solo con quelli.
...caro Franco Farina il tuo discorso sulla musica, scusami, ma non regge affatto...
se fosse vero quello che hai appena scritto....non ci sarebbe alcuna differenza tra l'esecuzione di una sinfonia diretta ed interpretata da una tale orchestra o da un tale ditettore d'orchestra...rispetto all'interpretazione di un'altra/altro...
la musica....come qualunque altro linguaggio artistico...non è qualcosa che si possa ridurre solo al mero aspetto scientifico o tecnico...né tanto meno solo all'aspetto "consapevole" del nostro agire...
se così fosse...non saremmo degli uomini ma solo degli automi....la tecnica in ogni ambito è e deve essere al servizio dell'interpretazione....e quindi dell'espressione di ciò che si è (sensibilità, cultura ecc)...o di ciò che si sta cercando di sperimentare...
....a dire il vero credo che ci sia un bel po' di superficialità e luoghi più o meno comuni all'interno di questa discussione che ha preso il via da queste due ultime foto di Agorà....
sarebbe molto interessante affrontare tale tema in modo più esteso anche al di là dell'analisi di questa/queste foto....perché credo che molti qui su fc....non abbiano proprio idea della pluralità di percorsi che la fotografia, come molte altre arti, ha intrapreso già da molto tempo....percorsi talvolta assolutamente antitetici e non sempre conosciuti (in maniera adeguata) dai più....percorsi talvolta molto simili a quelli già intrapresi dalle altre arti figurative...
caro autore.. è battaglia persa.. dico quella con gli omini ben vestiti in grammatiche figurative estaticamente illustratorie.. e poco più (più spesso poco meno).. là, credo, che la ricerca del 'giusto' ps-cromo-pixel giunge fino a provocare inquietudine.. se non (addirittura) insonnia..
le questioni sono profondamente opposte.. e mai ci potrà essere contatto se non nella sfera di discussioni esterne, riguardanti azioni di artisti di livello o di strada.. è uguale
tant'è autore, bisogna rassegnarsi.. le 'apoteosi cromatiche' non ti appartengono.. fattene (ed io con te) una ragione..
La discussione potrebbe essere interessante, purché si parli la stessa lingua, si cerchi di capire cosa intende dire chi la pensa diversamente e non ci si arrocchi dietro niente altro che la propria onestà intellettuale.
Fatta questa premessa, e visto che VOG si riferisce al mio intervento (appena penalizzato dal consenso di Laura...) entriamo nel concetto.
Di Jodice, con tutto il rispetto, non ne faccio un verbo, è un'opinione, autorevole, ma è la sua, ce ne sono altre diverse e opposte; ma andiamo avanti, cercherò un altro esempio per chiarire meglio cosa intendo dire.
La musica.
Niente è in apparenza più impalpabile eppure niente è così decriptabile e sezionabile.
Quello che potrebbe apparire come un insieme di sfumature melodiche, di suoni celestiali o di ritmiche incalzanti, tutto e dico tutto si può e lo è sempre convertibile in numeri, segni e linee, anche le pause, apparentemente non-musica, ovvero non suono, hanno una precisa collocazione grafica sul pentagramma.
Cosa voglio dire, che anche le più intense composizioni, di quelle che possono farti cambiare umore, toccare sensazioni celestiali, o commuovere fino a farti piangere, sono frutto di metrica, precisione, di perfezione, e dunque di poesia supportata da tecnica sopraffina.
Ma questo vale per tutto ciò che ha a che fare con l'espressione artistica.
Dunque un autore, perché la sua opera sia definita non casuale e frutto del proprio unicum, del proprio ingegno, non si affida al caso e tantomeno ai risultati dovuti all'uso di metodi e mezzi concepiti proprio per dare risultati non controllati e dunque casuali e fortuiti, in questo ci metto le varie holga, polaroid, e roba del genere.
Qui l'autore, generosamente ha voluto riportare il suo lavoro per quello che era, una semplice fotografia, senza troppe pretese se non quella di ricercare una visione originale di uno scenario fin troppo abusato.
Bene, bravo per questo, operazione riuscita.
Ma qui leggo altro, non riporto le frasi per non essere eccessivamente diretto, ma basta andare più su e capirete a cosa mi riferisco.
Allora, in conclusione, ok per la definizione di cui sopra, ma lasciamo stare altre storie sovrastrutturali, proprio sono fuori, luogo.
Carissimo autore,
tra i miei numerosissimi difetti c'è sicuramente la grinta con cui sostengo le mie opinioni.
Ma non c'è assolutamente niente di personale, anzi.
La tua foto in realtà si presta ad aprire un dibattito su un argomento importante e serio, ovvero quale sia il confine tra un lavoro pensato e voluto dall'autore e un prodotto frutto in massima parte del caso e della tecnologia.
Pettazzoni ha centrato con poche parole il senso della questione.
Io sostengo che un buon lavoro debba comprendere la costante presenza volontà di chi lo effettua, lasciando alla casualità un margine minimo e comunque controllato.
Purtroppo sull'altro versante c'è chi ci "marcia", si dice dalle mie parti, ovvero pensano che sia sufficiente lasciar fare alla fotocamera, al computer e al resto il grosso del lavoro per poi ammantare il tutto di pretenziosi significati indecifrabili.
Riconosco che la tua rientra solo in parte in questo, ma è servita per parlarne.
Se tu avessi inserito la foto e fosse stata letta per quello che è e
i commenti si fossero limitati a valutarla come una sperimentazione non avrei speso le mie energie, ma qui sono stati attribuiti significati che non esistono e sono sicuro che sarai d'accordo con me.
Tutto qui
Franco
INTERVENTO DELL'AUTORE:
"... Caro Farina...
Con quale e quanta forza stai dando della ciofeca a queste immagini... paragonarle a quello che ti pare mi sembra un poco "ergersi in cattedra"...
ok...
Io porto la lente baby in tasca, ogni tanto la monto sulla fotocamera, imposto come mi pare e scatto... può non piacerti quello che vedi... ma da questo... a tubi, foto assolutamente sbagliate e quant'altro... mi sembra solo denigrare il "lavoro" di altri...
Di sicuro non avevo postato qualcosa che reputavo "capolavoro"... ma vivaddio... qui si discute di ortodossia della Foto... o di un semplice click?".
V.O.G@
hai fatto un bel discorso.
tuttavia,il giro e' stato abbastanza largo,
QUELLI ERANO DUE IGNORANTI
ma questo l'ho detto io e non tu,
qua' nessuno vuole prendere esempi
da macchiette o storielle,
se incentriamo il discorso su questo
non credo che ne usciremo mai.
Si e' parlato, si e' scritto, di esempi,
e nessuno, credimi, vuole che tu tragga qualcosa
da un esempio.....
le conclusioni lasciano il tempo che trovano,
contano i fatti,
si e' scritto di gusti
e di regole che non sono scritte da nessuna parte,
il punto e' uno solo....
questa foto piace?
bene,
se parliamo di tecnica fotografica , come scrive
il Farina, se la vuoi, se l'hai pensata cosi'.
allora l'esecuzione deve essere voluta e realizzata
in maniera diversa e piu' consona x quello che vuoi ottenere................
se invece lo scatto nasce da una semplice casualita'
e parliamo di mosso d'autore,
devi essere consapevole
che chi oggi sta ad osservare il lavoro
deve necessariamente scrivere che.....
x lui tutto cio'
e' solo un falso d'autore....
certo avrei preferito che fosse l'autore
che ci illuminasse ........
l'intervento precedente
non l'ho capito x niente........
io oggi sto qua' x imparare qualcosa,
sono anche io un'ignorante sul mosso,
pero' se cominciamo a fare giri larghi su cosa si e' scritto, credo che non ne usciremo mai....
o no??????
laura fogazza 04/07/2011 15:31
:))))...bè...io l'ho studiata per circa 7 anni...
(certo avrei preferito studiarla molto di più...su questo non c'è dubbio...)
:)))))
Franco Farina 04/07/2011 15:30
Mi arrendo...non mi succede spesso, ma in questo caso lo faccio volentieri.
,:-))
Ci vorrebbe l'intervento di qualcuno che con la musica ha a che fare.
laura fogazza 04/07/2011 15:27
Franco...ti sbagli...secondo me....possono sembrare due cose distinte...in effetti non lo sono...praticamente mai...e nel campo musicale....ancor meno...
:))))
c'è un'intelligenza del fare....che non è frutto della casualità e basta...ma spesso è frutto del nostro sapere inconsapevole e/o più profondo....molto più "vero" e "valido" (a volte) della "semplice" consapevolezza e volontà....
laura fogazza 04/07/2011 15:22
...assolutamente d'accordissimo con V.O.G......laura :))))
Franco Farina 04/07/2011 15:21
si, ma insisto, l'esecuzione è una cosa, l'ideazione è un'altra.Nella fotografia c'è solo la prima fase, la seconda no, salvo smentite.
(mannaggia a me, credevo di aver scelto un esempio chiaro...)
:-))
laura fogazza 04/07/2011 14:59
...mi trovo nuovamente d'accordo con V.O.G.....(anche se la concezione espressa nell'ultima parte dell'intervento di Luca...si riferisce ad un tipo di fotografia...diciamo così "purista" che condivido complessivamente anch'io...anche se esclude tutte quelle zone di confine tra fotografia e grafica tra fotografia e oggetto visivo...cui il digitale ha dato molto, forse troppo, incremento...)
laura
Caro Franco,
credo proprio che tu non abbia chiaro il mio discorso...
anche nel linguaggio musicale c'è un aspetto di imponderabilità che fa sì, ad esempio, che uno stesso brano non sia mai riproducibile esattamente allo stesso modo....e non ti parlo solo della musica jazz (ad esempio) dove è ovvio che su standard o basi precostituite si articolino, a seconda dei casi, variazioni o percorsi che trascendono le strutture base per percorrere altre vie più o meno totalmente frutto dell'improvvisazione, ma anche nella musica classica...dove ad esempio....termini come "andatino semplice" o "crescendo con brio" o tanto altro ancora...ci fanno ben capire che lo spartito è solo una "ossatura"...a cui l'interprete dà "vita" e "carne"....
...spero di essere stata più chiara...
:)))
Franco Farina 04/07/2011 14:59
Cara Laura,il mio discorso sulla musica non l'hai proprio capito, o forse mi sarò spiegato male.
Non parlo dell'esecuzione ma della creazione, del concepimento di un brano,
Il senso sta nel fatto che questi risultati sono frutto della volontà cosciente dell'autore, che il raggiungimento di emozionalità non nasce dal mettere a casaccio delle note in stato di trance ma, al contrario, da un lavoro che richiede conoscenza, tecnica e sicuramente una componente artistica che però riesce ad esternarsi solo attraverso fasi che non si possono saltare.
L'interpretazione è tutta un'altra storia che non c'entra niente con questo discorso.
Franco Farina 04/07/2011 14:40
La tua è una battaglia persa, sarai tu a rassegnarti, caro pasquino.Io continuerò a confrontarmi con chi ha cose da dire, con chi sa come spiegarle, con chi ha un'opinione, pronto a rimettere in discussione ogni mia posizione.
Ma ci vogliono idee, argomenti, e capacità di comunicare.
Non servono mezze frasi, puntini e richiami della foresta per fare questo, non bastano.
Con chi sa fare solo questo è una battaglia persa, ma solo con quelli.
laura fogazza 04/07/2011 14:39
...caro Franco Farina il tuo discorso sulla musica, scusami, ma non regge affatto...se fosse vero quello che hai appena scritto....non ci sarebbe alcuna differenza tra l'esecuzione di una sinfonia diretta ed interpretata da una tale orchestra o da un tale ditettore d'orchestra...rispetto all'interpretazione di un'altra/altro...
la musica....come qualunque altro linguaggio artistico...non è qualcosa che si possa ridurre solo al mero aspetto scientifico o tecnico...né tanto meno solo all'aspetto "consapevole" del nostro agire...
se così fosse...non saremmo degli uomini ma solo degli automi....la tecnica in ogni ambito è e deve essere al servizio dell'interpretazione....e quindi dell'espressione di ciò che si è (sensibilità, cultura ecc)...o di ciò che si sta cercando di sperimentare...
....a dire il vero credo che ci sia un bel po' di superficialità e luoghi più o meno comuni all'interno di questa discussione che ha preso il via da queste due ultime foto di Agorà....
sarebbe molto interessante affrontare tale tema in modo più esteso anche al di là dell'analisi di questa/queste foto....perché credo che molti qui su fc....non abbiano proprio idea della pluralità di percorsi che la fotografia, come molte altre arti, ha intrapreso già da molto tempo....percorsi talvolta assolutamente antitetici e non sempre conosciuti (in maniera adeguata) dai più....percorsi talvolta molto simili a quelli già intrapresi dalle altre arti figurative...
laura
paolo pasquino 04/07/2011 14:33
caro autore.. è battaglia persa.. dico quella con gli omini ben vestiti in grammatiche figurative estaticamente illustratorie.. e poco più (più spesso poco meno).. là, credo, che la ricerca del 'giusto' ps-cromo-pixel giunge fino a provocare inquietudine.. se non (addirittura) insonnia..le questioni sono profondamente opposte.. e mai ci potrà essere contatto se non nella sfera di discussioni esterne, riguardanti azioni di artisti di livello o di strada.. è uguale
tant'è autore, bisogna rassegnarsi.. le 'apoteosi cromatiche' non ti appartengono.. fattene (ed io con te) una ragione..
Franco Farina 04/07/2011 14:18
La discussione potrebbe essere interessante, purché si parli la stessa lingua, si cerchi di capire cosa intende dire chi la pensa diversamente e non ci si arrocchi dietro niente altro che la propria onestà intellettuale.Fatta questa premessa, e visto che VOG si riferisce al mio intervento (appena penalizzato dal consenso di Laura...) entriamo nel concetto.
Di Jodice, con tutto il rispetto, non ne faccio un verbo, è un'opinione, autorevole, ma è la sua, ce ne sono altre diverse e opposte; ma andiamo avanti, cercherò un altro esempio per chiarire meglio cosa intendo dire.
La musica.
Niente è in apparenza più impalpabile eppure niente è così decriptabile e sezionabile.
Quello che potrebbe apparire come un insieme di sfumature melodiche, di suoni celestiali o di ritmiche incalzanti, tutto e dico tutto si può e lo è sempre convertibile in numeri, segni e linee, anche le pause, apparentemente non-musica, ovvero non suono, hanno una precisa collocazione grafica sul pentagramma.
Cosa voglio dire, che anche le più intense composizioni, di quelle che possono farti cambiare umore, toccare sensazioni celestiali, o commuovere fino a farti piangere, sono frutto di metrica, precisione, di perfezione, e dunque di poesia supportata da tecnica sopraffina.
Ma questo vale per tutto ciò che ha a che fare con l'espressione artistica.
Dunque un autore, perché la sua opera sia definita non casuale e frutto del proprio unicum, del proprio ingegno, non si affida al caso e tantomeno ai risultati dovuti all'uso di metodi e mezzi concepiti proprio per dare risultati non controllati e dunque casuali e fortuiti, in questo ci metto le varie holga, polaroid, e roba del genere.
Qui l'autore, generosamente ha voluto riportare il suo lavoro per quello che era, una semplice fotografia, senza troppe pretese se non quella di ricercare una visione originale di uno scenario fin troppo abusato.
Bene, bravo per questo, operazione riuscita.
Ma qui leggo altro, non riporto le frasi per non essere eccessivamente diretto, ma basta andare più su e capirete a cosa mi riferisco.
Allora, in conclusione, ok per la definizione di cui sopra, ma lasciamo stare altre storie sovrastrutturali, proprio sono fuori, luogo.
laura fogazza 04/07/2011 13:42
....assolutamente d'accordo con l'ultimo intervento di V.O.G....laura
Franco Farina 04/07/2011 10:25
Carissimo autore,tra i miei numerosissimi difetti c'è sicuramente la grinta con cui sostengo le mie opinioni.
Ma non c'è assolutamente niente di personale, anzi.
La tua foto in realtà si presta ad aprire un dibattito su un argomento importante e serio, ovvero quale sia il confine tra un lavoro pensato e voluto dall'autore e un prodotto frutto in massima parte del caso e della tecnologia.
Pettazzoni ha centrato con poche parole il senso della questione.
Io sostengo che un buon lavoro debba comprendere la costante presenza volontà di chi lo effettua, lasciando alla casualità un margine minimo e comunque controllato.
Purtroppo sull'altro versante c'è chi ci "marcia", si dice dalle mie parti, ovvero pensano che sia sufficiente lasciar fare alla fotocamera, al computer e al resto il grosso del lavoro per poi ammantare il tutto di pretenziosi significati indecifrabili.
Riconosco che la tua rientra solo in parte in questo, ma è servita per parlarne.
Se tu avessi inserito la foto e fosse stata letta per quello che è e
i commenti si fossero limitati a valutarla come una sperimentazione non avrei speso le mie energie, ma qui sono stati attribuiti significati che non esistono e sono sicuro che sarai d'accordo con me.
Tutto qui
Franco
Maricla Martiradonna 04/07/2011 9:23
INTERVENTO DELL'AUTORE:"... Caro Farina...
Con quale e quanta forza stai dando della ciofeca a queste immagini... paragonarle a quello che ti pare mi sembra un poco "ergersi in cattedra"...
ok...
Io porto la lente baby in tasca, ogni tanto la monto sulla fotocamera, imposto come mi pare e scatto... può non piacerti quello che vedi... ma da questo... a tubi, foto assolutamente sbagliate e quant'altro... mi sembra solo denigrare il "lavoro" di altri...
Di sicuro non avevo postato qualcosa che reputavo "capolavoro"... ma vivaddio... qui si discute di ortodossia della Foto... o di un semplice click?".
Seby Privitera 04/07/2011 2:16
V.O.G@hai fatto un bel discorso.
tuttavia,il giro e' stato abbastanza largo,
QUELLI ERANO DUE IGNORANTI
ma questo l'ho detto io e non tu,
qua' nessuno vuole prendere esempi
da macchiette o storielle,
se incentriamo il discorso su questo
non credo che ne usciremo mai.
Si e' parlato, si e' scritto, di esempi,
e nessuno, credimi, vuole che tu tragga qualcosa
da un esempio.....
le conclusioni lasciano il tempo che trovano,
contano i fatti,
si e' scritto di gusti
e di regole che non sono scritte da nessuna parte,
il punto e' uno solo....
questa foto piace?
bene,
se parliamo di tecnica fotografica , come scrive
il Farina, se la vuoi, se l'hai pensata cosi'.
allora l'esecuzione deve essere voluta e realizzata
in maniera diversa e piu' consona x quello che vuoi ottenere................
se invece lo scatto nasce da una semplice casualita'
e parliamo di mosso d'autore,
devi essere consapevole
che chi oggi sta ad osservare il lavoro
deve necessariamente scrivere che.....
x lui tutto cio'
e' solo un falso d'autore....
certo avrei preferito che fosse l'autore
che ci illuminasse ........
l'intervento precedente
non l'ho capito x niente........
io oggi sto qua' x imparare qualcosa,
sono anche io un'ignorante sul mosso,
pero' se cominciamo a fare giri larghi su cosa si e' scritto, credo che non ne usciremo mai....
o no??????