non capisco come mi sia potuta passare sotto il naso una simile foto. di certo sarà una di quelle che mi resteranno più imprese nella mente. sei un grande Renzo
Qui c'è solo da imparare... e ammirare!
E' grande la foto, l'attimo immortalato, ed ancora più grande ed interessante la lettura e gli spunti offerti dall'Autore!
Renzo riesce sempre a stupire e ad incantare con i suoi racconti!
Un abbraccio, Franco
Caro Renzo,
Questa mattina ti ho scritto in privato, ti avevo detto che avrei certamente acquistato il libro "Pensare Per immagini, Tra Scienza ed Arte".
Subito dopo ho fatto una ricerca web ed ho letto la seguente recensione di Alberto Martinengo:
"Delle immagini e della loro capacità di plasmare la strutturadell'uomo contemporaneo sembra che si sia già detto tutto. La stessa idea che la nostra sia la "società dell'immagine" ha corso il rischio di banalizzarsi, di diventare un luogo comune al pari dei fenomeni che si proponeva di descrivere. Il libro di Olaf Breidbach e Federico Vercellone condivide, almeno implicitamente, una critica del genere. Ma ne fa il punto di partenza per un percorso molto diverso, che abbandona il livello della diagnosi sociale per attraversare un campo di questioni completamente sconosciute al gergo contemporaneo dell'immagine. Il programma di Breidbach e Vercellone si svolge infatti all'insegna di presupposti del tutto peculiari: quelli tracciati dalla morfologia di Goethe e ripensati nel secondo Novecento da un autore come Francesco Moiso. La forma, come la pensava Goethe, è il dispositivo che traduce il caos originario del mondo (la realtà, prima dell'attività con cui l'uomo la esperisce) in un equilibrio dinamico di forze. L'immagine entra in gioco a questo livello, come struttura attraverso la quale mettiamo in ordine – in forma, appunto – i fenomeni. In questa prospettiva, la questione della forma assume dunque un rilievo fondamentale per descrivere i modi in cui ci orientiamo nella realtà. La portata innovativa del modello morfologico proposto da Breidbach e Vercellone sta proprio qui, nella riscrittura del problema dell'esperienza: una riscrittura nella quale la centralità dei procedimenti concettuali lascia spazio a un lessico diverso, attento ai processi della "messa in immagine". Un'apologia del visuale, contro il primato del concetto, dunque? Sì, ma con un banco di prova fondamentale, che è anche la posta in gioco più importante del volume. L'intuizione goethiana sul ruolo dell'immagine nella nostra capacità di muoverci nel mondo trova infatti, secondo Breidbach e Vercellone, il proprio corrispettivo nel modo in cui si articola la logica della scoperta scientifica: da qui il sottotitolo del libro, che accosta scienza e arte. L'obiettivo è insomma quello di mostrare come la scienza oggi sia molto spesso scienza per immagini. Non però in un senso puramente "illustrativo", come se si ricorresse alle immagini per tradurre ipotesi teoriche altrimenti difficili da divulgare. Bensì nel senso fecondo per il quale nella scoperta scientifica è l'immagine a venire prima della sua concettualizzazione: potremmo dire, della sua traduzione in parole. E questo processo di traduzione rimane sempre in qualche modo accessorio. In tal senso, il modello morfologico si riconnette alla riflessione più generale sulla cosiddetta svolta iconica (Gottfried Boehm): ossia l'idea che i fenomeni culturali che nel corso del Novecento hanno accresciuto la potenza e l'ambiguità delle immagini possano essere spiegati soltanto a partire dal riconoscimento che l'ambito del visuale è dotato di una normatività intrinseca, una vera e propria grammatica autonoma, ben più complessa di quella della parola. Ma dal punto di vista di Breidbach e Vercellone si tratta di un passaggio che si comprende soltanto se si enfatizza la capacità, da parte del visuale, di fornire l'habitat naturale all'esistenza: è attraverso l'immagine che si costituiscono i presupposti condivisi in grado di orientare la "comunità dei co-vedenti".
Io abito a Tolfa, ho preso la macchina e sono andato subito ad ordinare il libro in una libreria di Civitavecchia.
Grazie ancora carissimo Maestro ed Amico!
Non so, forse non ne ho la conoscenza, se questa verità che sottoscrivo valga per tutti i generi di fotografia, ma di certo per la foto di strada sì, lo dico anche io per esperienza pur essendo da non molto dedita a questo tipo di ripresa. Ardita la tua interpretazione sul fatto che siano la forma e gli accadimenti che avvisano di un qualcosa che sta per avvenire e che ha da essere fermato assolutamente, ma che sia frutto dell'intuizione e della sveltezza dell'amatore fotografo questo sì, sicuramente. La grandezza di una foto di strada sta in tutte queste prerogative e chiaramente supportate da una tecnica più o meno perfetta, conseguenza è ciò che racconta, suggerisce e provoca nel fruitore.
Sempre tanto interessante seguirti Renzo...
Valgono, caro Renzo, valgono eccome.
Le scene di strada sono in movimento e quasi sempre soggette ad oscuramento da parte di altri passanti, che l'azione preceda il pensiero è quindi essenziale per ottenere buoni risultati.
L'attimo non ti aspetta, bisogna, con l'intuizione, precederlo.
A questo punto mi viene alla mente la foto con la quale ebbi il piacere di conoscerti e che mi è rimasta indelebile nella memoria "la modella rediviva del Bronzino".
Grande lezione di fotografia Renzo, grazie.
Un abbraccio, Emilio
@ Ivan ...
Molto interessante la tua domanda: In effetti nel mio portfolio ho molti scatti di questo tipo. Ogni volta mi sono meravigliato di averlo catturato quell'attimo. Mi dicevo che "una foto così non la farò più". Invece mi ricapitava e facevo lo stesso discorso. Certo, può capitare l'appostamento che funzioni (come per i pannelli degli uffizi) se hai fortuna e sei lesto. Ma per questo scatto, e quasi sempre, non c'è appostamento, capita e basta!. Stavo passando velocemente per andare ad un appuntamento con altri fotografi. Capita, ma arrivi dopo se aspetti che capiti!
Ed allora ti dico il mio segreto, che però non lo è visto che l'ho scritto nel mio profilo.
E' una frase del pittore Paul Klee, insegnante alla Bauhaus:
Bisogna crederci però, ed invece non ci crede nessuno! Io sì. E' la forma della cosa o accadimento nel suo divenire che ti avvisa, magari inavvertitamente, che sta per "combinarsi" qualcosa e quindi tu sei già pronto a scattare. Può sembrare una boutade lo so. Allora ascolta ...
Sto leggendo un libro che ti consiglio: "Pensare per immagini, Tra Scienza e Arte", di Olaf Breidbach e Federico Vercellone, (saggi) BRuno Mondadori.
A pag. 137 leggo: "Dobbiamo modificare gli automatismi. Dobbiamo intendere che l'azione precede il pensiero e non si realizza semplicemente dopo il pensiero. NON SI CONCEPISCE QUALCOSA PER POI REALIZZARLO, MA SI REALIZZA PER POI CONCEPIRLO".
Quindi il sottoscritto, senza sapere che fosse una cosa "scientifica," ho intuito questo da un paio di decenni e l'ha sempre predicato negli ambienti fotoamatoriali che ha frequentato. Attraverso corsi ed articoli pubblicati su un informatore di fotoclub, che per questo divenne noto e letto in diversi ambienti FIAF. Figurati se è un segreto! Diciamo che grazie a questi divulgatori di neuroscienze e neuroestetica ora ciò è diventato più spiegabile e credibile.
Dimmi tu se queste poche righe non valgano chissà quanti corsi e manuali di Street Photography?
Ciao Ivan e complimenti per i tuoi magnifici, fantastici lavori!
PS - Ovviamente l'intuizione non era tanto di dover' "anticipare" ma di come farlo: PENSARE SOLO ALLA FORMA!
Hai fermato l'attimo fuggente è incredibile, ma quello che mi piacerebbe sapere è come ti sei appostato per fare questo scatto, capisco che è il tuo segreto e probabilmente non lo rivelerai hahaha.
Una immagine corale di grande impatto.
Una scena ripresa per strada, quindi improvvisata, ma che sembra essere stata scenograficamente preparata, con quella scalinata che sembra proiettare le ragazze sulla ribalta.
Mi ricorda alcune scene di West Side Story.
Una foto da apprezzare e invidiare.
Preferita.
Buona settimana, Emilio
Come lei faccia Prof a trovarsi sempre al posto giusto resterà per me un mistero...
Gustosissima la scena, proprio come i panini che stanno masticando questi giovani...non si capisce se mangino di più con gli occhi o con ...le mandibole.
Generosi perché offrono di condividere il pranzo con le sconosciute di passaggio, che s'allontanano però intimidite, mentre invece i piccioni ne approfittano.
Nonostante io intimamente disapprovi l'atteggiamento tipicamente maschilista del Mediterraneo, riconosco in questo scatto una tale energia vitale che la inserisco di dovere tra le mie preferite.
Una Street formidabile Baggiani, dovrebbe precipitarsi qui Scattosingolo a congratularsi con lei per questo lavoro. Si ricorda? Ci aveva fatto litigare e adesso ... non si fa più vedere!
Un caro saluto, amc
Stefano Cavazzini 04/07/2014 20:27
non capisco come mi sia potuta passare sotto il naso una simile foto. di certo sarà una di quelle che mi resteranno più imprese nella mente. sei un grande RenzoFranco Cutroni 04/07/2014 19:11
Qui c'è solo da imparare... e ammirare!E' grande la foto, l'attimo immortalato, ed ancora più grande ed interessante la lettura e gli spunti offerti dall'Autore!
Renzo riesce sempre a stupire e ad incantare con i suoi racconti!
Un abbraccio, Franco
Pietro de angelis 04/07/2014 16:09
Caro Renzo,Questa mattina ti ho scritto in privato, ti avevo detto che avrei certamente acquistato il libro "Pensare Per immagini, Tra Scienza ed Arte".
Subito dopo ho fatto una ricerca web ed ho letto la seguente recensione di Alberto Martinengo:
"Delle immagini e della loro capacità di plasmare la strutturadell'uomo contemporaneo sembra che si sia già detto tutto. La stessa idea che la nostra sia la "società dell'immagine" ha corso il rischio di banalizzarsi, di diventare un luogo comune al pari dei fenomeni che si proponeva di descrivere. Il libro di Olaf Breidbach e Federico Vercellone condivide, almeno implicitamente, una critica del genere. Ma ne fa il punto di partenza per un percorso molto diverso, che abbandona il livello della diagnosi sociale per attraversare un campo di questioni completamente sconosciute al gergo contemporaneo dell'immagine. Il programma di Breidbach e Vercellone si svolge infatti all'insegna di presupposti del tutto peculiari: quelli tracciati dalla morfologia di Goethe e ripensati nel secondo Novecento da un autore come Francesco Moiso. La forma, come la pensava Goethe, è il dispositivo che traduce il caos originario del mondo (la realtà, prima dell'attività con cui l'uomo la esperisce) in un equilibrio dinamico di forze. L'immagine entra in gioco a questo livello, come struttura attraverso la quale mettiamo in ordine – in forma, appunto – i fenomeni. In questa prospettiva, la questione della forma assume dunque un rilievo fondamentale per descrivere i modi in cui ci orientiamo nella realtà. La portata innovativa del modello morfologico proposto da Breidbach e Vercellone sta proprio qui, nella riscrittura del problema dell'esperienza: una riscrittura nella quale la centralità dei procedimenti concettuali lascia spazio a un lessico diverso, attento ai processi della "messa in immagine". Un'apologia del visuale, contro il primato del concetto, dunque? Sì, ma con un banco di prova fondamentale, che è anche la posta in gioco più importante del volume. L'intuizione goethiana sul ruolo dell'immagine nella nostra capacità di muoverci nel mondo trova infatti, secondo Breidbach e Vercellone, il proprio corrispettivo nel modo in cui si articola la logica della scoperta scientifica: da qui il sottotitolo del libro, che accosta scienza e arte. L'obiettivo è insomma quello di mostrare come la scienza oggi sia molto spesso scienza per immagini. Non però in un senso puramente "illustrativo", come se si ricorresse alle immagini per tradurre ipotesi teoriche altrimenti difficili da divulgare. Bensì nel senso fecondo per il quale nella scoperta scientifica è l'immagine a venire prima della sua concettualizzazione: potremmo dire, della sua traduzione in parole. E questo processo di traduzione rimane sempre in qualche modo accessorio. In tal senso, il modello morfologico si riconnette alla riflessione più generale sulla cosiddetta svolta iconica (Gottfried Boehm): ossia l'idea che i fenomeni culturali che nel corso del Novecento hanno accresciuto la potenza e l'ambiguità delle immagini possano essere spiegati soltanto a partire dal riconoscimento che l'ambito del visuale è dotato di una normatività intrinseca, una vera e propria grammatica autonoma, ben più complessa di quella della parola. Ma dal punto di vista di Breidbach e Vercellone si tratta di un passaggio che si comprende soltanto se si enfatizza la capacità, da parte del visuale, di fornire l'habitat naturale all'esistenza: è attraverso l'immagine che si costituiscono i presupposti condivisi in grado di orientare la "comunità dei co-vedenti".
Io abito a Tolfa, ho preso la macchina e sono andato subito ad ordinare il libro in una libreria di Civitavecchia.
Grazie ancora carissimo Maestro ed Amico!
adriana lissandrini 04/07/2014 15:44
Non so, forse non ne ho la conoscenza, se questa verità che sottoscrivo valga per tutti i generi di fotografia, ma di certo per la foto di strada sì, lo dico anche io per esperienza pur essendo da non molto dedita a questo tipo di ripresa. Ardita la tua interpretazione sul fatto che siano la forma e gli accadimenti che avvisano di un qualcosa che sta per avvenire e che ha da essere fermato assolutamente, ma che sia frutto dell'intuizione e della sveltezza dell'amatore fotografo questo sì, sicuramente. La grandezza di una foto di strada sta in tutte queste prerogative e chiaramente supportate da una tecnica più o meno perfetta, conseguenza è ciò che racconta, suggerisce e provoca nel fruitore.Sempre tanto interessante seguirti Renzo...
Pennyblu 04/07/2014 11:52
bellissima!!!!! sempre preziosi i tuoi suggerimenti Maestro Renzo!!!!Emilio Sirletti 04/07/2014 11:28
Valgono, caro Renzo, valgono eccome.Le scene di strada sono in movimento e quasi sempre soggette ad oscuramento da parte di altri passanti, che l'azione preceda il pensiero è quindi essenziale per ottenere buoni risultati.
L'attimo non ti aspetta, bisogna, con l'intuizione, precederlo.
A questo punto mi viene alla mente la foto con la quale ebbi il piacere di conoscerti e che mi è rimasta indelebile nella memoria "la modella rediviva del Bronzino".
Grande lezione di fotografia Renzo, grazie.
Un abbraccio, Emilio
Renzo Baggiani 04/07/2014 10:13
@ Ivan ...Molto interessante la tua domanda: In effetti nel mio portfolio ho molti scatti di questo tipo. Ogni volta mi sono meravigliato di averlo catturato quell'attimo. Mi dicevo che "una foto così non la farò più". Invece mi ricapitava e facevo lo stesso discorso. Certo, può capitare l'appostamento che funzioni (come per i pannelli degli uffizi) se hai fortuna e sei lesto. Ma per questo scatto, e quasi sempre, non c'è appostamento, capita e basta!. Stavo passando velocemente per andare ad un appuntamento con altri fotografi. Capita, ma arrivi dopo se aspetti che capiti!
Ed allora ti dico il mio segreto, che però non lo è visto che l'ho scritto nel mio profilo.
E' una frase del pittore Paul Klee, insegnante alla Bauhaus:
Bisogna crederci però, ed invece non ci crede nessuno! Io sì. E' la forma della cosa o accadimento nel suo divenire che ti avvisa, magari inavvertitamente, che sta per "combinarsi" qualcosa e quindi tu sei già pronto a scattare. Può sembrare una boutade lo so. Allora ascolta ...
Sto leggendo un libro che ti consiglio: "Pensare per immagini, Tra Scienza e Arte", di Olaf Breidbach e Federico Vercellone, (saggi) BRuno Mondadori.
A pag. 137 leggo: "Dobbiamo modificare gli automatismi. Dobbiamo intendere che l'azione precede il pensiero e non si realizza semplicemente dopo il pensiero. NON SI CONCEPISCE QUALCOSA PER POI REALIZZARLO, MA SI REALIZZA PER POI CONCEPIRLO".
Quindi il sottoscritto, senza sapere che fosse una cosa "scientifica," ho intuito questo da un paio di decenni e l'ha sempre predicato negli ambienti fotoamatoriali che ha frequentato. Attraverso corsi ed articoli pubblicati su un informatore di fotoclub, che per questo divenne noto e letto in diversi ambienti FIAF. Figurati se è un segreto! Diciamo che grazie a questi divulgatori di neuroscienze e neuroestetica ora ciò è diventato più spiegabile e credibile.
Dimmi tu se queste poche righe non valgano chissà quanti corsi e manuali di Street Photography?
Ciao Ivan e complimenti per i tuoi magnifici, fantastici lavori!
PS - Ovviamente l'intuizione non era tanto di dover' "anticipare" ma di come farlo: PENSARE SOLO ALLA FORMA!
Ivan Conforti 04/07/2014 9:28
Hai fermato l'attimo fuggente è incredibile, ma quello che mi piacerebbe sapere è come ti sei appostato per fare questo scatto, capisco che è il tuo segreto e probabilmente non lo rivelerai hahaha.SINA 26/06/2014 6:21
Great RenzoGrande
Fantastisch und anspruchsvoll gut
dieservMoment von Dir festgehalten
herzliche Grüße
von Sina
giovannimontesi53 24/06/2014 6:06
Grande scena, titolo appropriato! Un saluto Giovanni.Emilio Sirletti 23/06/2014 7:47
Una immagine corale di grande impatto.Una scena ripresa per strada, quindi improvvisata, ma che sembra essere stata scenograficamente preparata, con quella scalinata che sembra proiettare le ragazze sulla ribalta.
Mi ricorda alcune scene di West Side Story.
Una foto da apprezzare e invidiare.
Preferita.
Buona settimana, Emilio
ann mari cris aschieri 17/06/2014 18:35
Come lei faccia Prof a trovarsi sempre al posto giusto resterà per me un mistero...Gustosissima la scena, proprio come i panini che stanno masticando questi giovani...non si capisce se mangino di più con gli occhi o con ...le mandibole.
Generosi perché offrono di condividere il pranzo con le sconosciute di passaggio, che s'allontanano però intimidite, mentre invece i piccioni ne approfittano.
Nonostante io intimamente disapprovi l'atteggiamento tipicamente maschilista del Mediterraneo, riconosco in questo scatto una tale energia vitale che la inserisco di dovere tra le mie preferite.
Una Street formidabile Baggiani, dovrebbe precipitarsi qui Scattosingolo a congratularsi con lei per questo lavoro. Si ricorda? Ci aveva fatto litigare e adesso ... non si fa più vedere!
Un caro saluto, amc
Anna Boeri 17/06/2014 18:21
Una chicca Renzo! Bellissima!Ciao Anna
Tery22 17/06/2014 15:09
SEI GRANDE!!!!!....per le catture, per i titoli , per l elaborazione!!!!!!!complimenti,Tery
Luciano Demaio 17/06/2014 15:01
bellissima sei riuscito a fotografare la trasparenza dell'essere bravo -