bianchi bruciati .. neri bucati

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paolo pasquino paolo pasquino Messaggio 1 di 8
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molte foto li contengono, spesso anche le mie.
dire che esistono due diversi tipi di post, uno adatto per la stampa, ed un altro calibrato per il video.. ha senso oppure no?
Francesco Torrisi Francesco Torrisi Messaggio 2 di 8
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teoricamente quando hai monitor calibrato e profili della stampante calibrati per la carta...quello che vedi a monitor lo dovresti vedere in carta stampata...in teoria...sempre... ;o)

Non credo che si possa teorizzare su i 2 post differenti: il post è unico a mio avviso, cambiano sicuramente i profili colori incorporati che dovrebbero però garantire una visualizzazione unica...appunto... ;o)
paolo pasquino paolo pasquino Messaggio 3 di 8
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Francesco, mi riferivo al 'marcarli' in video, in coscienza d'errore..
Francesco Torrisi Francesco Torrisi Messaggio 4 di 8
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a voler fare si può fare di tutto...

occorre sapere e capire se la forzatura è finalizzata a qualcosa e se alla fine caratterizza positivamente lo scatto.

Ci sono passato anch'io diversi anni fa presentando tutta una serie (sull'Etna) con neri pienissimi, spesso saturi, e vignettature esagerate (per alcuni sicuramente)

A me piaceva ed è piaciuta anche ad altri...ma credo che sia stato un caso...fortuito?...che abbia funzionato ed abbia caratterizzato (spero piacevolmente) la serie.

Come tutti i tentativi sopra le righe ed ai limiti della razionalità, si rischia tanto e spesso di fare un bel buco nell'acqua.

Rimango molto più critico a riguardo dei "bianchi bruciati"...su questo sono molto più indisposto a farmelo calare...forse solo su qualche High Key...ma si rischia tanto di fare una cosa inguardabile anche se, di contro, ci sono le rare eccezioni (vedi lo stile e gli scatti elaborati di Gino Lom)



Messaggio Modificato (14:05)
Alessandro Rovelli Alessandro Rovelli Messaggio 5 di 8
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..La stampa ha un contrasto massimo di 200:1...i monitor migliori arrivano a più di 500:1 ...per avere un'idea abbastanza verosimile di quello che stampi devi usare con PS il cosiddatto softproofing che, impostando il profilo di carta/stampante, ti fa vedere abbastanza fedelmente quello che otterrai. Come giustamente scrivi i post devono essere differenti, maggiormente con il colore perchè alcune tinte dei migliori display non sono riproducibili in stampa...Nel BN le carte semimatt hanno un contrasto ancora inferiore che a fatica arriva a 150:1, per avere una stampa decente devi avere tutto l'istogramma della foto che resti tra 5 e 245... in più ci sono anche problemi con il cosiddetto rendering nella conversione dei profili e senza uno schermo perfettamente calibrato ed il soft proofing è veramente difficile stampare qualcosa di simile a quello che vedi a monitor...La stampa digitale può essere un incubo: io ci litigo costosamnete da un paio d'anni e forse solo ora ci ho capito qualcosa...Augh!



Messaggio Modificato (14:55)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 6 di 8
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"a voler fare si può fare di tutto...

occorre sapere e capire se la forzatura è finalizzata a qualcosa e se alla fine caratterizza positivamente lo scatto."

Approvo totalmente.

Se c'è una cosa che non ho mai sopportato è proprio quel modo di valutare un'immagine che prevede di posare il puntatore di PS sulle varie aree del file (scaricato appositamente) per andarne a leggere i valori dei canali RGB, prima di aver capito o tentato di capire cosa si sta guardando.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 7 di 8
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non ci dovrebbero essere .. se ci sono significa che c'è un errore o in sede di ripresa , esposizione sbagliata, o in sede di stampa tradizionale o digitale poco importa.
poi naturalmente se si vuole fare una stampa bitonale secca...allora non ci devono proprio essere ... vedere le serie di giacomelli.
Credo però che la loro presenza sia sintomatico di una ripresa sbagliata .. in alcuni casi inevitabile soprattutto se si ha a che fare con fortissimi contrasti tipo controluce localizzati in parti ristrette del fotogramma . certo è che se invece in fotografie in cui non si sono escursioni "secche" di illuminazione credo che con una corretta esposizione il problema si riduca di molto o meglio si elimina completamente . Ad esempio se il tono generale di una fotografia oscilla tra il 5 ed il 4 ossia i grigi medi della scala tonale pur in presenza di bianchi e neri potenti con una corretta esposizione che eventualmente consideri una leggera sottoesposizione, diciamo tra 1/2 ed 1 stop, risulta impossibile perdere la leggibilità delle parti in scala 1 o 9.
Il tutto poi è recuperabile in fase di stampa sia analogica con opportune mascherature o bruciature che digitale.
certo è che in digitale per la possibilità di visualizzare immediatamente il risultato , salvarlo e poterlo modificare le correzioni sono molto più "semplici" che in analogico ove ogni processo di prova è a sè stante e se ci si sbaglia bisogna ripartire sempre da zero. Nell'analogico vi è anche una componente legata allo sviluppo del negativo che può anche instaurare problemi non più modificabili.
.



Messaggio Modificato (17:12)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 8 di 8
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paolo pasquino scritto:

Citazione:molte foto li contengono, spesso anche le mie.
dire che esistono due diversi tipi di post, uno adatto per la
stampa, ed un altro calibrato per il video.. ha senso oppure
no?


La domanda è posta male, se mi permetti. La domanda mia è: i neri bucati sono voluti o no? Se sono voluti allora non ti devi curare di come vengano in stampa.
Se invece hai stampato e sei stato sorpreso da neri bucati che a monitor non avevi allora ti rimando alla risposta di Rovelli, che di tutte è quella più corretta. Tutti i processi di stampa passano innanzitutto per il CMYK. Anche quelli che hanno un output RGB, fanno comunque uso di un interprete interno CMYK. Questo è il primo problema. Soprattutto per chi fotografa a colori, andando a definire anche un problema di gamut (a qualcuno sarà capitato di stampare qualcosa che a schermo aveva colori brillanti e a stampa invece no, ecco, di quello sto parlando). Poi c'è lo spazio colore in cui lavori: Adobe RGB, sRGB, ProPhoto? Ognuno ha il suo valore di gamma. Che è una cosa diversa dal gamut: Per farla breve, a seconda dell'ambiente in cui apri lo stesso file potrà risultare più chiaro o più scuro. Per es. se converti un file Adobe RGB in sRGB, noterai come l'istogramma si estenderà a sinistra segnalando il fatto che i valori dei neri si abbassano. Se vai a prendere il valore 7 7 7, noterai come adesso misura 3 3 3 (scala RGB), non cambiando invece nulla a destra nell'istogramma. La maggior parte dei servizi di stampa adotta comunque sRGB, quindi il tuo file viene comunque convertito. E pertanto i neri tenderanno il più delle volte a clippare. Specie se hai scordato di salvare includendo il profilo ICC. Anche se comunque ciò non è garanzia per una conversione adeguata. Infine c'è il discorso della carta e della sua capacità di assorbimento (punto del nero). Anche la carta ha infatti la sua dinamica. Poi dipende se stampi o se fai ricorso ad uno sviluppatore digitale con carte fotografiche aventi una dinamica maggiore. Io faccio solitamente come suggerisce Alessandro, ossia cercando di tenere l'istogramma, delle aree che reputo importanti per le informazioni che contengono, nel range tra 7 7 7 e 245 245 245. E durante l'elaborazione butto sempre un occhio in soft proofing alle carte che penso potrei voler utilizzare. Bisogna tener poi conto delle condizioni di luce in cui verrà visionata una stampa. A meno di avere la foto direttamente illuminata da un faretto bianco, persino valori sotto il livello di 20 20 20 rischieranno di essere scambiati per nero assoluto. Se, poi, fotografo a colori voglio solitamente la dinamica maggiore, quindi mi scarico i profili ICC delle carte con dinamica più estesa e spingo la saturazione fino ai limiti di gamut che posso riscontrare in soft proofing. A tal fine è utile la combinazione di tasti Ctrl+Maiuscolo+Y (in PS)per controllare in ogni momento se la foto è fuori gamut rispetto al provilo ICC che si è caricato in soft proofing: se alcune aree diventano di colpo grige allora sono fuori gamut.
Allo stesso modo, anche lo sharpening dovrebbe essere sempre svolto in modo differenziato e a due livelli e sempre alla fine: uno, più blando, per caricare l'immagine a monitor, l'altro più incisivo che tenga conto del tipo di carta, di stampa o di sviluppo, di dimensione dell'immagine e anche della distanza alla quale tale immagine verrà osservata.



Messaggio Modificato (13:44)
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