E' LA FOTOGRAFIA ...?
23.08.11, 00:03
Messaggio 1 di 6
domandina di fine estate dopo che tutti, chi più chi meno, ha avuto il tempo delle vacanze per dedicarsi a fare fotografia e quindi, di conseguenza, per pensare a cosa sia la fotografia per se stesso
eccola:
è la fotografia farsi "specchio della realtà" o è essere "finestra aperta sul mondo"?... ed in entrambi i casi il limite della "soglia fotografica" ossia dell'inquadratura è "limite" fisico ed invalicabile della realtà o "contorno" della finestra oltre il quale la realtà esiste indipendentemente dalla fotografia stessa, ossia dalla soglia che chi fotografa sceglie di mettere??
è una domanda facile facile che però a mio avviso porta ad una risposta complessa
Messaggio Modificato (1:11)
eccola:
è la fotografia farsi "specchio della realtà" o è essere "finestra aperta sul mondo"?... ed in entrambi i casi il limite della "soglia fotografica" ossia dell'inquadratura è "limite" fisico ed invalicabile della realtà o "contorno" della finestra oltre il quale la realtà esiste indipendentemente dalla fotografia stessa, ossia dalla soglia che chi fotografa sceglie di mettere??
è una domanda facile facile che però a mio avviso porta ad una risposta complessa
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23.08.11, 07:22
Messaggio 2 di 6
non è che hai una domanda di riserva? :-)))
beh, personalmente ritengo che la fotografia sia un po' tutte e due le cose e vorrei risponderti citando un passo della lettera che George Rodger inviò a suo figlio (copio e incollo quanto hai scritto tu tempo fa):
“ … Poi, una volta stabilito questo automatismo ( parlava della tecnica..), potrai concentrarti su quello che vedi nel mirino perché è attraverso il mirino che tu stabilisci il legame tra la realtà e la tua interpretazione di esso. Ricordalo. Qualunque cosa tu vedi sul vetro smerigliato della tua Rolleiflex è realtà. La fotografia è ciò che tu fai di essa. Ciò che vedi nel mirino può essere brutto. Il tuo cuore può resistere appena all’orrore di ciò che vedi o i tuoi occhi annebbiarsi per la pietà e per la vergogna. Ma è tutta realtà e tu devi sapere cosa farne. Credo che nessuno saprebbe consigliarti come imparare ad usare la realtà, tranne dicendoti di essere sempre onesto verso te stesso, ma ciò è piuttosto vago. Certamente non puoi interpretare ciò che vedi nel tuo mirino e non puoi farne una buona fotografia, senza averlo prima compreso. Devi riuscire a provare una certa affinità con quello che stai fotografando; devi essere una parte di esso e nello stesso tempo restarne sufficientemente distaccato per poterlo vedere obiettivamente.”
credo che la fotografia sia quanto il nostro "sguardo incantato" vede ...
ciao
EraS
Messaggio Modificato (8:27)
beh, personalmente ritengo che la fotografia sia un po' tutte e due le cose e vorrei risponderti citando un passo della lettera che George Rodger inviò a suo figlio (copio e incollo quanto hai scritto tu tempo fa):
“ … Poi, una volta stabilito questo automatismo ( parlava della tecnica..), potrai concentrarti su quello che vedi nel mirino perché è attraverso il mirino che tu stabilisci il legame tra la realtà e la tua interpretazione di esso. Ricordalo. Qualunque cosa tu vedi sul vetro smerigliato della tua Rolleiflex è realtà. La fotografia è ciò che tu fai di essa. Ciò che vedi nel mirino può essere brutto. Il tuo cuore può resistere appena all’orrore di ciò che vedi o i tuoi occhi annebbiarsi per la pietà e per la vergogna. Ma è tutta realtà e tu devi sapere cosa farne. Credo che nessuno saprebbe consigliarti come imparare ad usare la realtà, tranne dicendoti di essere sempre onesto verso te stesso, ma ciò è piuttosto vago. Certamente non puoi interpretare ciò che vedi nel tuo mirino e non puoi farne una buona fotografia, senza averlo prima compreso. Devi riuscire a provare una certa affinità con quello che stai fotografando; devi essere una parte di esso e nello stesso tempo restarne sufficientemente distaccato per poterlo vedere obiettivamente.”
credo che la fotografia sia quanto il nostro "sguardo incantato" vede ...
ciao
EraS
Messaggio Modificato (8:27)
la fotografia, secondo me, è sempre specchio di chi fotografa...anche quando il fotografo fa documentazione...anche quando il suo intento consapevole...è mostrare la realtà esterna a se stesso...
anche in quel caso...la scelta di inquadrare...una parte...e non un'altra...dice...e molto...non tanto sulla realtà rappresentata, ma sulla percezione che di questa realtà l'autore ha oppure sulla percezione che l'autore vuole provocare in chi guarda...
...in ogni caso...si tratta di "una" realtà..."scelta" dall'autore...l'inquadratura...include ed esclude...per chi vede la foto...ciò che è incluso è l'essenziale...per chi fa la foto...anche ciò che non è visibile in essa è importante...proprio perché escluso volontariamente nel momento dello scatto...
...l'argomento è affascinante...anche perché spesso all'interno dell'immagine...ci sono segni...rimandi...a volte espliciti riferimenti o indicazioni sottili...che...portano...fuori de/dall'immagine...un po' come nel fuori campo cinematografico...
un discorso che abbiamo fatto più volte, ma sempre interessante...
laura
Messaggio Modificato (8:41)
anche in quel caso...la scelta di inquadrare...una parte...e non un'altra...dice...e molto...non tanto sulla realtà rappresentata, ma sulla percezione che di questa realtà l'autore ha oppure sulla percezione che l'autore vuole provocare in chi guarda...
...in ogni caso...si tratta di "una" realtà..."scelta" dall'autore...l'inquadratura...include ed esclude...per chi vede la foto...ciò che è incluso è l'essenziale...per chi fa la foto...anche ciò che non è visibile in essa è importante...proprio perché escluso volontariamente nel momento dello scatto...
...l'argomento è affascinante...anche perché spesso all'interno dell'immagine...ci sono segni...rimandi...a volte espliciti riferimenti o indicazioni sottili...che...portano...fuori de/dall'immagine...un po' come nel fuori campo cinematografico...
un discorso che abbiamo fatto più volte, ma sempre interessante...
laura
Messaggio Modificato (8:41)
« è la fotografia farsi "specchio della realtà" o è essere "finestra aperta sul mondo"?... ed in entrambi i casi il limite della "soglia fotografica" ossia dell'inquadratura è "limite" fisico ed invalicabile della realtà o "contorno" della finestra oltre il quale la realtà esiste indipendentemente dalla fotografia stessa, ossia dalla soglia che chi fotografa sceglie di mettere?? »
e questa sarebbe una domandina? Visto che già siamo a settembre, e per i prossimi esami di riparazione ci vorrebbe un altro anno, proverò a darmi e darti, caro Luca, una risposta (o almeno una parvenza di essa).
Inizi presupponendo che si siano fatte foto "vacanziere". Per fortuna (o purtroppo) nel mio caso non è stato così. Anzi, in genere, per me non è mai così (e, credimi, non è una fortuna) in quanto il "mestiere" di architetto mi "obbliga" (ma non è una costrizione: a me piace molto) a continue scelte (tecniche ma anche formali/estetiche) sempre scaturenti da problemi reali, da sminuzzare e analizzare, al fine di fornire, alfine, una "risposta" "concreta" (cioè non effimera, cioè tecnicamente non campata in aria).
Per questa mia personale impostazione, la fotografia, anche se personale o di "divertimento", in qualche modo finisce coll'essere funzionale ad un "progetto" (anche se di la da venire).
Questo è probabilmente il motivo per cui ho molta difficoltà a "selezionare" (se richiesto) una o qualche mia fotografia, tra le tante, in quanto io stesso non le "vedo" come immagini singole.
Mi scuso per essermi dilungato (ma questo scritto è principalmente indirizzato a un fotografo a cui non dispiacciono i testi argomentati) e arrivo rapidamente alla risposta:
- in agosto ho scattato molte foto di lavoro, e moltissima altre mi restano da fare (un intero centro storico, non dico casa per casa, ma quasi);
- delle foto sperimentali con tecnica tradizionale! Scusate il gioco di parole: ho fotografato a pellicola, con successivo sviluppo, ecc. per verificare le potenzialità dell'analogico per un progetto editoriale che necessariamente "poggerà" sul digitale.
Nell'ambito della tua domanda, le foto afferenti al primo gruppo dovrebbero/potrebbero essere "specchio della realtà" (sono state scattate a quello scopo!); tuttavia alcune immagini hanno una valenza propria ben diversa dalla semplice "documentazione" (p. es. la foto col bambino che corre su una strada in salita circondato da una cornice d'ombra), e che, proprio per questo mi aiutano a penetrare e comprendere meglio una realtà cui mi sono accostato senza precedenti immagini mentali.
Per le foto del secondo gruppo non so dare, al momento una risposta univoca; le ritengo, come ho detto, foto tradizionali/sperimentali, con una loro indubbia valenza estetica/tecnica, però ancora da indagare più approfonditamente. Posso però già affermare (in attesa di definire compiutamente il mio progetto), che l'analogico può rivelarsi una formidabile risorsa per il fotografo.
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e questa sarebbe una domandina? Visto che già siamo a settembre, e per i prossimi esami di riparazione ci vorrebbe un altro anno, proverò a darmi e darti, caro Luca, una risposta (o almeno una parvenza di essa).
Inizi presupponendo che si siano fatte foto "vacanziere". Per fortuna (o purtroppo) nel mio caso non è stato così. Anzi, in genere, per me non è mai così (e, credimi, non è una fortuna) in quanto il "mestiere" di architetto mi "obbliga" (ma non è una costrizione: a me piace molto) a continue scelte (tecniche ma anche formali/estetiche) sempre scaturenti da problemi reali, da sminuzzare e analizzare, al fine di fornire, alfine, una "risposta" "concreta" (cioè non effimera, cioè tecnicamente non campata in aria).
Per questa mia personale impostazione, la fotografia, anche se personale o di "divertimento", in qualche modo finisce coll'essere funzionale ad un "progetto" (anche se di la da venire).
Questo è probabilmente il motivo per cui ho molta difficoltà a "selezionare" (se richiesto) una o qualche mia fotografia, tra le tante, in quanto io stesso non le "vedo" come immagini singole.
Mi scuso per essermi dilungato (ma questo scritto è principalmente indirizzato a un fotografo a cui non dispiacciono i testi argomentati) e arrivo rapidamente alla risposta:
- in agosto ho scattato molte foto di lavoro, e moltissima altre mi restano da fare (un intero centro storico, non dico casa per casa, ma quasi);
- delle foto sperimentali con tecnica tradizionale! Scusate il gioco di parole: ho fotografato a pellicola, con successivo sviluppo, ecc. per verificare le potenzialità dell'analogico per un progetto editoriale che necessariamente "poggerà" sul digitale.
Nell'ambito della tua domanda, le foto afferenti al primo gruppo dovrebbero/potrebbero essere "specchio della realtà" (sono state scattate a quello scopo!); tuttavia alcune immagini hanno una valenza propria ben diversa dalla semplice "documentazione" (p. es. la foto col bambino che corre su una strada in salita circondato da una cornice d'ombra), e che, proprio per questo mi aiutano a penetrare e comprendere meglio una realtà cui mi sono accostato senza precedenti immagini mentali.
Per le foto del secondo gruppo non so dare, al momento una risposta univoca; le ritengo, come ho detto, foto tradizionali/sperimentali, con una loro indubbia valenza estetica/tecnica, però ancora da indagare più approfonditamente. Posso però già affermare (in attesa di definire compiutamente il mio progetto), che l'analogico può rivelarsi una formidabile risorsa per il fotografo.
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...sempre molto interessante ed utile...quello che scrive Carlo Pollaci...
05.09.11, 19:52
Messaggio 6 di 6
se si muove Carlo .....
grazie del tuo intervento sul quale concordo. la "documentazionwe" dovrebbe/ potrebbe ( mi piace il doppio verbo che usi) appartenere alla prima csategoria, la ricerca personale alla seconda ma credo che non ci possa essere uno stacco netto, una anteticità dell'una rispetto all'altra . probabilmente la fotografia è uno specchio appoggiato ad una finestra sulla quale noi disegniamo. il rifereimento è ad una famosa fotografia di martine franck che ritrae il marito , HCB, mentree si fa un autoritratto a matita di fronte ad una finestra dalla quale si vede Parigi. Lui riflesso, ripreso direttamente e disegnato sulla carta .. questi 3 " soggetti" non vedono oltre , sono loro l'oggetto del nostro vedere, ma lui, quello in carne ossa, si. e pur vedendo non ritrae nello schizzo quello che vede , mentre la macchina fotografica inevitabilmente registra il secondo piano grazie ad una inquadratura volutamente allargata. a mio avviso questa foto in un'unico scatto definisce perfettamente il significato di specchio, finestra e soglia della fotografia.
Messaggio Modificato (22:38)
grazie del tuo intervento sul quale concordo. la "documentazionwe" dovrebbe/ potrebbe ( mi piace il doppio verbo che usi) appartenere alla prima csategoria, la ricerca personale alla seconda ma credo che non ci possa essere uno stacco netto, una anteticità dell'una rispetto all'altra . probabilmente la fotografia è uno specchio appoggiato ad una finestra sulla quale noi disegniamo. il rifereimento è ad una famosa fotografia di martine franck che ritrae il marito , HCB, mentree si fa un autoritratto a matita di fronte ad una finestra dalla quale si vede Parigi. Lui riflesso, ripreso direttamente e disegnato sulla carta .. questi 3 " soggetti" non vedono oltre , sono loro l'oggetto del nostro vedere, ma lui, quello in carne ossa, si. e pur vedendo non ritrae nello schizzo quello che vede , mentre la macchina fotografica inevitabilmente registra il secondo piano grazie ad una inquadratura volutamente allargata. a mio avviso questa foto in un'unico scatto definisce perfettamente il significato di specchio, finestra e soglia della fotografia.
Messaggio Modificato (22:38)