1) quindi dobbiamo dire che la spinta sono i soldi, senza quella un fotografo professionale con esperienza non riesce più a scattare. non usa l'ingegno per sviluppare qualcosa che vada al di là della commissione del cliente.
2) se non è un buono scatto ogni scatto, allora anche il professionista vive la tensione del non risultato, quel momento che avviene allo sviluppo della stampa, alla visione insistente della stampa, dove si auto decreta un buono o cattivo?
2) se non è un buono scatto ogni scatto, allora anche il professionista vive la tensione del non risultato, quel momento che avviene allo sviluppo della stampa, alla visione insistente della stampa, dove si auto decreta un buono o cattivo?
Io non fotografo per vivere ma vivo per fotografare
ehm, io ho la mente confusa anche quando faccio del mio, figurarsi quando faccio foto..
Io penso che anche un professionista releghi per se stesso
un minimo di spazio dove dà sfogo alla sua creatività senza vincoli commerciali e poi logicamente ci vuole testa,cuore e passione.Se tutto fosse solo finalizzato al vil denaro sono certo che molti capolavori non esisterebbero.
un minimo di spazio dove dà sfogo alla sua creatività senza vincoli commerciali e poi logicamente ci vuole testa,cuore e passione.Se tutto fosse solo finalizzato al vil denaro sono certo che molti capolavori non esisterebbero.
21.07.11, 22:18
Messaggio 20 di 37
io non dico che è relegato tutto al vil denaro ma credo che come in tutte le professioni l'aspetto economico abbia la sua importanza spesso fondamentale. quindi uno che fa fotografie per professione le fa perchè è pagato poi io, parlo per me stesso, mi diverto a fare progetti personali senza fine di lucro ad esempio per mostre ( il ritorno è di immagine e non economico) , mi piace lavorare per le onlus ( perchè è l'unico modo in cui credo di poter sostenere certe cause) su iniziative di carattere sociale, ed altre cose del genere. io mi chiedo chi è mai quel notaio, commerciante, operaio o altro che lavora per non guadagnare . nessuno perchè lo ripeto essere un fotografo non è diverso da svolgere altre professioni . io uso la macchina fotografica, un geometra usa il misuratore laser, un medico lo stetoscopio, un avvocato la penna.
la testa cuore e passione la mette sempre indipendentemente da quello che fa chi lavora con coscienza.
una volta ad una conferenza di berengo gardin uno gli chiese se si ritenesse un artista e lui gli rispose che era un operaio.
molti capolavori sono stati ottenuti perchè un fotografo ha ricevuto un assignement ed è stato pagato. a capa per le fotografie sulla guerra spagnola mi pare Time diede 20.000 dollari del tempo era il 38 mi pare mentre a Steimbeck che scrisse le didascalie di quel reportage solo 3000. quasi tutte le immagini ad esempio di HCB, di Penn, di rodger, dei fotografi americani degli anni 40, sono fatte su assignement.. potrei citarne 1000 di esempio dove il capolavoro è uscito perchè chi lo ha scattata oltre ad essere bravo era lì perchè era pagato.
io non credo troppo a questa visione romantica del fotografo ... così come non credo che fare l'astronauta sia come la pensano i bambini.
la fotografia professionale soprattutto ai tempi delle grandi riviste ad esempio per l'italia epoca e l'europeo contava di grandi nomi perchè è sempre meglio utilizzare i bravi che non gli incapaci ed i bravi come in tutte le professioni si fanno pagare perchè sono in grado di assicurarti comunque un risultato. chi utilizza un fotografo professionalmente cerca il risultato perchè altrimenti il suo investimento non renderebbe . questo vale nel reportage, nella documentazione, nella pubblicità ... in ogni settore e spesso il risultato è frutto oltre che di capacità personale di mille altre componenti tra cui l'aspetto economico nonè il minore.
oggi purtroppo la fotografia non è più considerata in quel modo ... alcuni giornali arrivano perfino ad utilizzare le immagini che tutti possono mandare via internet in redazione gratuitamente , ma se poi si vanno a vedere le grandi fotografie, quelle che rimangono impresse, si vede soprattutto ora chesono fatte da professionisti conalle spalle delle strutture, elle agenzie e dei costi tra cui quello di chi scatta e forse il piu' importante.
circa su cosa significhi fare il fotografo consiglio a tutti il libro di john morris "get thepicture" edizioni Contrasto ... l'autobiografia del più famoso photoeditor mai esistito ( life, Time, NG, magnum, etc) attraverso le vicende che lo legano con i più grandi fotografi del xx secolo...è un libro molto bello da non perdere
Messaggio Modificato (1:08)
la testa cuore e passione la mette sempre indipendentemente da quello che fa chi lavora con coscienza.
una volta ad una conferenza di berengo gardin uno gli chiese se si ritenesse un artista e lui gli rispose che era un operaio.
molti capolavori sono stati ottenuti perchè un fotografo ha ricevuto un assignement ed è stato pagato. a capa per le fotografie sulla guerra spagnola mi pare Time diede 20.000 dollari del tempo era il 38 mi pare mentre a Steimbeck che scrisse le didascalie di quel reportage solo 3000. quasi tutte le immagini ad esempio di HCB, di Penn, di rodger, dei fotografi americani degli anni 40, sono fatte su assignement.. potrei citarne 1000 di esempio dove il capolavoro è uscito perchè chi lo ha scattata oltre ad essere bravo era lì perchè era pagato.
io non credo troppo a questa visione romantica del fotografo ... così come non credo che fare l'astronauta sia come la pensano i bambini.
la fotografia professionale soprattutto ai tempi delle grandi riviste ad esempio per l'italia epoca e l'europeo contava di grandi nomi perchè è sempre meglio utilizzare i bravi che non gli incapaci ed i bravi come in tutte le professioni si fanno pagare perchè sono in grado di assicurarti comunque un risultato. chi utilizza un fotografo professionalmente cerca il risultato perchè altrimenti il suo investimento non renderebbe . questo vale nel reportage, nella documentazione, nella pubblicità ... in ogni settore e spesso il risultato è frutto oltre che di capacità personale di mille altre componenti tra cui l'aspetto economico nonè il minore.
oggi purtroppo la fotografia non è più considerata in quel modo ... alcuni giornali arrivano perfino ad utilizzare le immagini che tutti possono mandare via internet in redazione gratuitamente , ma se poi si vanno a vedere le grandi fotografie, quelle che rimangono impresse, si vede soprattutto ora chesono fatte da professionisti conalle spalle delle strutture, elle agenzie e dei costi tra cui quello di chi scatta e forse il piu' importante.
circa su cosa significhi fare il fotografo consiglio a tutti il libro di john morris "get thepicture" edizioni Contrasto ... l'autobiografia del più famoso photoeditor mai esistito ( life, Time, NG, magnum, etc) attraverso le vicende che lo legano con i più grandi fotografi del xx secolo...è un libro molto bello da non perdere
Messaggio Modificato (1:08)
22.07.11, 08:33
Messaggio 21 di 37
Io credo che per rispondere alla tua domanda si debba scavare nelle radici della fotografia, alla ricerca della sua essenza.
Se la trovi capisci che non c'è fine all'atto fotografico, indipendentemente dalla riuscita tecnica dell'immagine.
Se la trovi capisci che non c'è fine all'atto fotografico, indipendentemente dalla riuscita tecnica dell'immagine.
...assolutamente d'accordo con Giancarlo Parisi nel suo primo e secondo intervento...
:)
:)
25.07.11, 20:58
Messaggio 23 di 37
secondo me le parole di Parisi sono tutte belle parole ... filosofia spicciola niente di più, frasi fatte niente di meno.. la realtà del lavoro è molto differente. ottenere incarichi ed assignement per fare reportage o incarichi da società di qualunque tipo esse siano da quelle editoriali a quelle culturali o industriali per lavori di un certo respiro e che abbiano riscontri in pubblicazioni, mostre ed eventi è molto più complesso di quello che appare. anche perchè queste entità non sono molte. lo stesso vale per essere rappresentato da agenzie o gallerie. chi investe su una cosa non per gioco ma per professione esige . in questo tommaso nel suo primo intervento ha centrato in pieno il concetto.
prova a far credere ad un potenziale cliente che le migliori fotografie saranno quelle che farai ... oppure a convincerlo che l'atto fotografico è indipendente dalla riuscita tecnica dell'immagine ... mi sa che non rinnovi il contratto se per caso lo avevi già
non a caso la frase citata da Parisi è di un umorista e non di un fotografo.
la discussione si intitola " fotografi professionisti..." fai parlare loro evitando di filosofeggiare e dire cose banali che vanno bene qui ma non di certo ad un direttore generale che deve investire su di te un bel po' di soldi.
Un consiglio. prova a ribaltare quello che hai scritto ad esempio ad un avvocato... credo, con assoluta certezza, che ti potrà dire la causa migliore non è quella che vincerà 8 forse) domani ma quella che ha vinto ieri
Messaggio Modificato (22:58)
prova a far credere ad un potenziale cliente che le migliori fotografie saranno quelle che farai ... oppure a convincerlo che l'atto fotografico è indipendente dalla riuscita tecnica dell'immagine ... mi sa che non rinnovi il contratto se per caso lo avevi già
non a caso la frase citata da Parisi è di un umorista e non di un fotografo.
la discussione si intitola " fotografi professionisti..." fai parlare loro evitando di filosofeggiare e dire cose banali che vanno bene qui ma non di certo ad un direttore generale che deve investire su di te un bel po' di soldi.
Un consiglio. prova a ribaltare quello che hai scritto ad esempio ad un avvocato... credo, con assoluta certezza, che ti potrà dire la causa migliore non è quella che vincerà 8 forse) domani ma quella che ha vinto ieri
Messaggio Modificato (22:58)
Quelli che fanno un affare dell'arte sono per lo più impostori.
Pablo Picasso
Quindi si puo' tranquillamente fare i fotografi professionisti: non si corre ne' il rischio di essere impostori, perche' parliamo di fotografie professionali e non di arte, ne' il rischio di perdere la spinta a continuare... magari per poter vivere.
Adesso che ci penso... non ho mai sentito parlare di un quadro professionale... mmm mmm - secondo me, c'e' una ragione...
:-)
Pablo Picasso
Quindi si puo' tranquillamente fare i fotografi professionisti: non si corre ne' il rischio di essere impostori, perche' parliamo di fotografie professionali e non di arte, ne' il rischio di perdere la spinta a continuare... magari per poter vivere.
Adesso che ci penso... non ho mai sentito parlare di un quadro professionale... mmm mmm - secondo me, c'e' una ragione...
:-)
in effetti il titolo è proprio quello...capire meglio il professionismo e cosa lo muove. il risvolto economico affianca quello qualitativo se il tuo cliente è in grado ci comprendere da te (o da solo?o da un team?) la qualità del tuo operato. solo che togliendo questo che può essere ovvio (il concetto economico)...cosa rimane? sembra che molte risposte siano una contrapposizione tra chi dice (soldi) e chi risponde con teoria...
ma la realtà? ovviamente dicendo così sottointendo che oltre ai soldi cosa ti lega ad un progetto?
siamo forse arrivati al calcio? dove si va al miglior compenso..si gioca da professionista ma non si piange quasi più quando si lascia la propria squadra? (cit. famoso personaggio del calcio).
forse vorrei sentirmi dire che la fotografia è cuore e soldi...ma il cuore....è sempre in primo piano. non sò sono confuso e lo ammetto. scusate se talvolta posso non spiegarmi bene..
ma la realtà? ovviamente dicendo così sottointendo che oltre ai soldi cosa ti lega ad un progetto?
siamo forse arrivati al calcio? dove si va al miglior compenso..si gioca da professionista ma non si piange quasi più quando si lascia la propria squadra? (cit. famoso personaggio del calcio).
forse vorrei sentirmi dire che la fotografia è cuore e soldi...ma il cuore....è sempre in primo piano. non sò sono confuso e lo ammetto. scusate se talvolta posso non spiegarmi bene..
Esiste una pur remota possibilità che anche un professionista abbia un cuore,un'anima,una passione che vada oltre alla mera mercificazione sia merceologica che culturale?Io credo e spero proprio di si.Non posso parlare della fotografia perchè per me è solo un piacevole hobby,ma avendo fatto un mestiere per più di 35 anni che mi metteva in contatto con le più svariate tipologie di persone sparse su quasi tutto il territorio e dovendo raggiungere degli obbiettivi senza pensare ai grandi sacrifici occorrenti a tal proposito,mi sono reso conto che,si è vero che i soldi contano,ma senza passione che rende piacevole il tuo lavoro non vai da nessuna parte.Ed è appunto quella parte non mercificabile e al di sopra del materialismo che ti permette di inseguire sempre nuovi traguardi con sempre nuove gratificazioni e questa non è filosofia spicciola,ma realtà.
26.07.11, 07:53
Messaggio 27 di 37
forse non mi sono spiegato bene.
un fotografo professionista è tale se con il lavoro da fotografo ci campa . credo che questa sia una condizione abbastanza chiara. poi possono esistere altre forme ma credo che sono abbastanza marginali . credo anche che bisogna distinguere il campo di applicazione del proprio lavoro . conosco fotografi professionisti che fanno i matrimoni , chi fa il fotografo per le università o il comune , chi lo fa a stipendio per i giornali, chi viene mandato dall'agenzia per 10 ore dentro Palazzo Madama a fotografare i lavori parlamentari ( sperando che scoppi la rissa), chi fa professionalmente le foto per le scuole, chi lavora all'interno di enti pubblici ( regione, università o altro). questi sono fotografi professionisti , chi più chi meno. non hanno grandi velleità " artistiche" , fanno il loro lavoro con coscienza rispondendo ai propri clienti che possono essere sposini in cerca del book del matrimonio, il Secolo XIX che ti manda a fare le foto alla Sagra della Focaccia di Recco, la Fiera di Genova che deve mettere sul sito le fotografie dell'ultima fiera della Nautica cercando di valorizzare esclusivamente il logo degli sponsor o altro. Poi ci sono altri tipi di fotografi , quelli che non hanno un rapporto di collaborazione continuata o di assunzione con nessuno, che lavorano cercando di fare cose differenti, forse di maggior respiro e importanza non solo mediatica , che si preoccupano prima di accettare un incarico degli aspetti non solo economici ma di immagine. quelli che possono anche scegliere di rifiutare se le condizioni non sono confacenti alle proprie richieste, non solo economiche, o esigenze- quelli che hanno rapporti con gallerie d'arte, con curatori, con agenzie. Quelli che sono in grado di partire per la Cina in 2 giorni arrivare alle 7,30 di mattina e tornatre all'1,30 della notte dello stesso giorno. Quelli che vengono riconosciuti per le loro capacità e che proprio per questo ricevono incarichi che potrebbero fare benissimo tutti, ma che loro hanno la possibilità non forse o solo di eseguire al meglio ma di aggiungere ad essi valori ulteriori.
io mi riferisco a quest'ultima categoria forse di privilegiati per la qualità e la tipologia del lavoro che ad essi è richiesto e per questi la professionalità anzi il professionismo contempla ineludibilmente la ricerca , lo stimolo culturale, l'ottenimento di obiettivi sempre maggiori, il contatto con diverse realtà, la capacità di generare aspettative e quella di confermare le attesa, la vivacità culturale, la conoscenza delle realtà economiche e tutti quegli aspetti che a chi appartiene alla prima categforia speso non sono richiesti. in ogni lavoro devi avere un cuore un'anima e passione ... solo che talvolta a molti non essendo richiesti non serve. per altri questi ultimi tre sostantivi sono scontati ogni volta che iniziano a fare qualcosa. lo sono talmente tanto che non vengono neppure considerati come espressione e della propria professione.
un fotografo professionista è tale se con il lavoro da fotografo ci campa . credo che questa sia una condizione abbastanza chiara. poi possono esistere altre forme ma credo che sono abbastanza marginali . credo anche che bisogna distinguere il campo di applicazione del proprio lavoro . conosco fotografi professionisti che fanno i matrimoni , chi fa il fotografo per le università o il comune , chi lo fa a stipendio per i giornali, chi viene mandato dall'agenzia per 10 ore dentro Palazzo Madama a fotografare i lavori parlamentari ( sperando che scoppi la rissa), chi fa professionalmente le foto per le scuole, chi lavora all'interno di enti pubblici ( regione, università o altro). questi sono fotografi professionisti , chi più chi meno. non hanno grandi velleità " artistiche" , fanno il loro lavoro con coscienza rispondendo ai propri clienti che possono essere sposini in cerca del book del matrimonio, il Secolo XIX che ti manda a fare le foto alla Sagra della Focaccia di Recco, la Fiera di Genova che deve mettere sul sito le fotografie dell'ultima fiera della Nautica cercando di valorizzare esclusivamente il logo degli sponsor o altro. Poi ci sono altri tipi di fotografi , quelli che non hanno un rapporto di collaborazione continuata o di assunzione con nessuno, che lavorano cercando di fare cose differenti, forse di maggior respiro e importanza non solo mediatica , che si preoccupano prima di accettare un incarico degli aspetti non solo economici ma di immagine. quelli che possono anche scegliere di rifiutare se le condizioni non sono confacenti alle proprie richieste, non solo economiche, o esigenze- quelli che hanno rapporti con gallerie d'arte, con curatori, con agenzie. Quelli che sono in grado di partire per la Cina in 2 giorni arrivare alle 7,30 di mattina e tornatre all'1,30 della notte dello stesso giorno. Quelli che vengono riconosciuti per le loro capacità e che proprio per questo ricevono incarichi che potrebbero fare benissimo tutti, ma che loro hanno la possibilità non forse o solo di eseguire al meglio ma di aggiungere ad essi valori ulteriori.
io mi riferisco a quest'ultima categoria forse di privilegiati per la qualità e la tipologia del lavoro che ad essi è richiesto e per questi la professionalità anzi il professionismo contempla ineludibilmente la ricerca , lo stimolo culturale, l'ottenimento di obiettivi sempre maggiori, il contatto con diverse realtà, la capacità di generare aspettative e quella di confermare le attesa, la vivacità culturale, la conoscenza delle realtà economiche e tutti quegli aspetti che a chi appartiene alla prima categforia speso non sono richiesti. in ogni lavoro devi avere un cuore un'anima e passione ... solo che talvolta a molti non essendo richiesti non serve. per altri questi ultimi tre sostantivi sono scontati ogni volta che iniziano a fare qualcosa. lo sono talmente tanto che non vengono neppure considerati come espressione e della propria professione.
...è vero...gli interventi di Giancarlo Parisi sono forse un po' OT in un 3D che si intitola "Fotografi professionisti"...ma, francamente, non riesco a capire il vero topic di questo 3d....
un professionista, qualunque sia il campo di azione in cui opera, dovrebbe considerarsi tale quando riesce a coniugare competenza, esperienza e creatività (...o efficacia se volete un termine meno..."artistico").
...spesso è considerato "professionista" chi possiede anche solo le prime due qualità sopra citate...
in effetti così come esistono persone che adempiono ai propri doveri lavorativi con attenzione, diligenza, competenza ecc....ma senza eccellere o senza dare un apporto utile all'evoluzione del loro campo lavorativo...allo stesso modo ci sono tantissimi fotografi professionisti ben consapevoli del loro "mestiere" e ben consapevoli delle più adatte strategie per fare di questo loro mestiere una onesta risorsa con cui..."campare"...
...che cosa spinge queste persone a fotografare?...bé...è la loro professione...si presuppone che l'abbiano scelta...si presuppone che la amino...ed in ogni caso...è il loro lavoro (nel bene e nel male).
...cosa spinge un "bravo professionista" o addirittura un fotografo che considera questo "mestiere" non solo un lavoro, ma anche una ricerca personale, un modo per esprimersi, un modo per confrontarsi con gli altri e con la realtà che vive (o che immagina) o che lo circonda,...bé...hanno risposto in molti in questo 3d...
...e credo che, a parte le capacità manageriali e di vendita e/o promozione di se stessi (cui ogni professionista o artista ha assoluto bisogno per emergere in questa giungla come in tante altre...)...in questo secondo caso il "bravo professionista"...dovrebbe avere quella "sete di spermentazione" che contradditingue chi impegna interamente se stesso in ciò che fa (o che ama)...
...in questo senso le lapidarie citazioni di Giancarlo Parisi...sono un'ottima sintesi...secondo me...così come del resto l'accenno all'umiltà fatto da Carlo Pollaci, che potremmo anche chiamare "la consapevolezza dei propri limiti" e il continuo desiderio, quindi, di crescita ed evoluzione che questa consapevolezza dovrebbe sempre portare con sé...
un professionista, qualunque sia il campo di azione in cui opera, dovrebbe considerarsi tale quando riesce a coniugare competenza, esperienza e creatività (...o efficacia se volete un termine meno..."artistico").
...spesso è considerato "professionista" chi possiede anche solo le prime due qualità sopra citate...
in effetti così come esistono persone che adempiono ai propri doveri lavorativi con attenzione, diligenza, competenza ecc....ma senza eccellere o senza dare un apporto utile all'evoluzione del loro campo lavorativo...allo stesso modo ci sono tantissimi fotografi professionisti ben consapevoli del loro "mestiere" e ben consapevoli delle più adatte strategie per fare di questo loro mestiere una onesta risorsa con cui..."campare"...
...che cosa spinge queste persone a fotografare?...bé...è la loro professione...si presuppone che l'abbiano scelta...si presuppone che la amino...ed in ogni caso...è il loro lavoro (nel bene e nel male).
...cosa spinge un "bravo professionista" o addirittura un fotografo che considera questo "mestiere" non solo un lavoro, ma anche una ricerca personale, un modo per esprimersi, un modo per confrontarsi con gli altri e con la realtà che vive (o che immagina) o che lo circonda,...bé...hanno risposto in molti in questo 3d...
...e credo che, a parte le capacità manageriali e di vendita e/o promozione di se stessi (cui ogni professionista o artista ha assoluto bisogno per emergere in questa giungla come in tante altre...)...in questo secondo caso il "bravo professionista"...dovrebbe avere quella "sete di spermentazione" che contradditingue chi impegna interamente se stesso in ciò che fa (o che ama)...
...in questo senso le lapidarie citazioni di Giancarlo Parisi...sono un'ottima sintesi...secondo me...così come del resto l'accenno all'umiltà fatto da Carlo Pollaci, che potremmo anche chiamare "la consapevolezza dei propri limiti" e il continuo desiderio, quindi, di crescita ed evoluzione che questa consapevolezza dovrebbe sempre portare con sé...
...vedo solo ora l'ultimo intervento di V.O.G. ....che in maniera molto più..."vissuta"...dice praticamente e molto più chiaramente quello che cercavo di esprimere nel mio precedente intervento...
...per cui...
...concordo assolutanente con V.O.G. ...
:))))
...per cui...
...concordo assolutanente con V.O.G. ...
:))))
@ Laura,toglimi una curiosità,per caso non è che abiti a Parigi in Place de la concorde?