Ne è passato di tempo da quando la rivista americana Harper's Bazaar ha pubblicato un servizio di moda destinato a cambiare il corso stesso della fotografia di moda, era il 1933: gli scatti sono di un fotografo ungherese, Martin Munkácsi sulle spiagge di Long Island.
Harper's Bazaar 1… lucy franco 21.11.12 0
Fino ad allora non si erano mai viste fotografie di moda così: in movimento! Munkácsi rappresenta la prima grande rottura con il passato.
Bisogna pensare che l'evoluzione della fotografia di moda è sempre stata legata a due fattori principali: l'evoluzione della moda stessa e quella della tecnologia.
Così le immagini di moda in un'epoca in cui esistevano solo macchine di grande formato, difficili da trasportare e con lunghi tempi di esposizione, erano prevalentemente scattate in studio, le modelle non potevano muoversi molto, producendo un'estetica che potremmo definire "manichino".
Nel 1933, le macchine fotografiche "veloci" venivano usate prevalentemente per documentare gli eventi sportivi ed è proprio questa l'intuizione geniale di Snow, direttrice di Harper's Bazaar: prendere un fotografo sportivo, Munkácsi, e fargli illustrare, con il suo stile di reporter sportivo, la moda.
Fu una rivoluzione, Munkácsi influenzò con il suo stile generazioni di fotografi, fra cui Richard Avedon
Irving Penn --… lucy franco 21.11.12 0
Celebre fotografo noto in tutto il mondo, Richard Avedon è nato il 15 maggio 1923 a New York. Scapestrato e sempre in cerca di forti emozioni, nel 1942 abbandona gli studi, per lui noiosi, per arruolarsi come fotografo nella Marina Militare dove ha modo di girare per il mondo e di fare varie esperienze nelle situazioni più difficili.
Harper's Bazaar 1… lucy franco 21.11.12 0
Fino ad allora non si erano mai viste fotografie di moda così: in movimento! Munkácsi rappresenta la prima grande rottura con il passato.
Bisogna pensare che l'evoluzione della fotografia di moda è sempre stata legata a due fattori principali: l'evoluzione della moda stessa e quella della tecnologia.
Così le immagini di moda in un'epoca in cui esistevano solo macchine di grande formato, difficili da trasportare e con lunghi tempi di esposizione, erano prevalentemente scattate in studio, le modelle non potevano muoversi molto, producendo un'estetica che potremmo definire "manichino".
Nel 1933, le macchine fotografiche "veloci" venivano usate prevalentemente per documentare gli eventi sportivi ed è proprio questa l'intuizione geniale di Snow, direttrice di Harper's Bazaar: prendere un fotografo sportivo, Munkácsi, e fargli illustrare, con il suo stile di reporter sportivo, la moda.
Fu una rivoluzione, Munkácsi influenzò con il suo stile generazioni di fotografi, fra cui Richard Avedon
Irving Penn --… lucy franco 21.11.12 0
Celebre fotografo noto in tutto il mondo, Richard Avedon è nato il 15 maggio 1923 a New York. Scapestrato e sempre in cerca di forti emozioni, nel 1942 abbandona gli studi, per lui noiosi, per arruolarsi come fotografo nella Marina Militare dove ha modo di girare per il mondo e di fare varie esperienze nelle situazioni più difficili.
Profondamente colpito dalle foto dell'allora celebre Mukancsi, al suo ritorno in America si dà da fare per affinare le sue competenze tecniche.
Negli anni '40 segue un corso alla New School for Social Research tenuto da Alexy Brodovitch, direttore di Harper's Bazaar.
Nel 1961 Richard Avedon diviene direttore artistico di Bazaar
Nel 1965 passa da Bazaar a Vogue.
Senza Avedon e il suo lavoro sarebbe impossibile scrivere la storia della fotografia. E’ stato il primo ad infrangere le barriere tra la cosiddetta fotografia impegnata e quella disimpegnata.
Per oltre 50 anni è stato uno dei nomi più importanti del mondo della moda in cui egli esprime vivaci e realistiche concezioni visuali: abbandona per sempre la fotografia ideata nello studio e porta le modelle sulle strade di Parigi, nei caffè, nei varietà.
“Dovima con elefanti” ( Parigi, agosto 1955) è la sua più celebre fotografia, sicuramente una delle più originali.
Avedon Dovima con… lucy franco 21.11.12 0
Essa vive del fascino del contrasto ed esprime ineffabile eleganza.
Segna l’inizio di una nuova era della fotografia messa in scena.
Ed è sulle sue fotografie di moda che nel 1962 viene organizzata la prima retrospettiva dedicata all’autore, allo Smithsonian Institution di Washington.
1957 Suzy Parker… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - homage t… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Renée,… lucy franco 21.11.12 0
Sin da questa prima importante esposizione risultò subito evidente, anche ai più prudenti critici, che si trattava di uomo con un’opera ed un progetto non scindibili dalla storia dell’arte.
Negli anni '40 segue un corso alla New School for Social Research tenuto da Alexy Brodovitch, direttore di Harper's Bazaar.
Nel 1961 Richard Avedon diviene direttore artistico di Bazaar
Nel 1965 passa da Bazaar a Vogue.
Senza Avedon e il suo lavoro sarebbe impossibile scrivere la storia della fotografia. E’ stato il primo ad infrangere le barriere tra la cosiddetta fotografia impegnata e quella disimpegnata.
Per oltre 50 anni è stato uno dei nomi più importanti del mondo della moda in cui egli esprime vivaci e realistiche concezioni visuali: abbandona per sempre la fotografia ideata nello studio e porta le modelle sulle strade di Parigi, nei caffè, nei varietà.
“Dovima con elefanti” ( Parigi, agosto 1955) è la sua più celebre fotografia, sicuramente una delle più originali.
Avedon Dovima con… lucy franco 21.11.12 0
Essa vive del fascino del contrasto ed esprime ineffabile eleganza.
Segna l’inizio di una nuova era della fotografia messa in scena.
Ed è sulle sue fotografie di moda che nel 1962 viene organizzata la prima retrospettiva dedicata all’autore, allo Smithsonian Institution di Washington.
1957 Suzy Parker… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - homage t… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Renée,… lucy franco 21.11.12 0
Sin da questa prima importante esposizione risultò subito evidente, anche ai più prudenti critici, che si trattava di uomo con un’opera ed un progetto non scindibili dalla storia dell’arte.
Gli anni 60 sono il decennio del consumo e dell’immaginario.
A livello artistico trionfa la Pop Art che assume le immagini del consumo e il consumo stesso e il processo di produzione, come proprio argomento.
La società dello spettacolo trionfa a tutti i livelli, mentre è criticata radicalmente dal Situazionismo (il Situazionismo indica una generalizzata impostazione programmatica a coloritura politica, nasce alla fine degli anni '50 e trova il suo guru in Guy Debord, autore di "La società dello spettacolo", testo-culto della corrente situazionista) e dai movimenti giovanili che sfoceranno nel Sessantotto.
I divi dello spettacolo sono i modelli e gli ideali: la loro immagine, i loro corpi sono l’oggetto del desiderio. Imitazione, possesso, emulazione, adorazione sono le forme di tale desiderio.
La seduzione è il mezzo, la vendita lo scopo, la merce la forma. Il corpo è al centro, ogni immagine sembra rimandarvi.
Le copertine delle riviste e la pubblicità diffondono l’immagine di una donna desiderabile, il corpo si offre frammentato nel gioco della seduzione, che mostra, scopre e nasconde con malizia.
Dopo Munkácsi , Richard Avedon coniuga il movimento e la vivacità, scoprendo un nuovo modo per dare espressività alle modelle che nelle sue fotografie non apparivano più come “appendiabiti” ma come persone reali, dei personaggi, la monotona foto di moda viene trasformata in qualcosa di vivo e reale.
Avedon- Veruschka… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - richard-… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Jean Shr… lucy franco 21.11.12 0
Avedon- Penelope… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Tilly Ti… lucy franco 21.11.12 0
A livello artistico trionfa la Pop Art che assume le immagini del consumo e il consumo stesso e il processo di produzione, come proprio argomento.
La società dello spettacolo trionfa a tutti i livelli, mentre è criticata radicalmente dal Situazionismo (il Situazionismo indica una generalizzata impostazione programmatica a coloritura politica, nasce alla fine degli anni '50 e trova il suo guru in Guy Debord, autore di "La società dello spettacolo", testo-culto della corrente situazionista) e dai movimenti giovanili che sfoceranno nel Sessantotto.
I divi dello spettacolo sono i modelli e gli ideali: la loro immagine, i loro corpi sono l’oggetto del desiderio. Imitazione, possesso, emulazione, adorazione sono le forme di tale desiderio.
La seduzione è il mezzo, la vendita lo scopo, la merce la forma. Il corpo è al centro, ogni immagine sembra rimandarvi.
Le copertine delle riviste e la pubblicità diffondono l’immagine di una donna desiderabile, il corpo si offre frammentato nel gioco della seduzione, che mostra, scopre e nasconde con malizia.
Dopo Munkácsi , Richard Avedon coniuga il movimento e la vivacità, scoprendo un nuovo modo per dare espressività alle modelle che nelle sue fotografie non apparivano più come “appendiabiti” ma come persone reali, dei personaggi, la monotona foto di moda viene trasformata in qualcosa di vivo e reale.
Avedon- Veruschka… lucy franco 21.11.12 0
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Avedon - Jean Shr… lucy franco 21.11.12 0
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Avedon - Tilly Ti… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -Veruschka…
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Avedon - Penelop… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -Veruschka… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Vogue ap… lucy franco 21.11.12 0
1968 Lauren Hutto… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Penelop… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -Veruschka… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Vogue ap… lucy franco 21.11.12 0
1968 Lauren Hutto… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Twiggy-…
lucy franco
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0
1972 Catherine De… lucy franco 21.11.12 0
1973 Catherine De… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Stepha… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - campagna… lucy franco 21.11.12 0
1972 Catherine De… lucy franco 21.11.12 0
1973 Catherine De… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Stepha… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - campagna… lucy franco 21.11.12 0
Dal 1979 al 1984 esegue numerosi ritratti di vagabondi e disadattati nel West americano
Avedon "InTheAmer… lucy franco 21.11.12 0
per il libro “The American West”. Avedon intende infrangere il mito del West americano, il sacro mondo dell’idillio dei cowboy, per mostrarne un’altra faccia: braccianti e minatori, disoccupati e piccoli impiegati, bianchi, neri, sudamericani. La triste immagine dell’Ovest americano che ne deriva scatena l’indignazione del pubblico e viene recepita come distruttiva.
Seguono una serie sul Louisiana State Hospital, un servizio di fotografie a grana grossa sui malati di mente, e come amara presa di posizione contro la guerra, una sequenza sulle vittime del napalm in Vietnam.
Sono le uniche sue opere in cui appaia chiaramente la violenza che Avedon ha sempre rifiutato di rappresentare, perché convinto che le immagini di violenza producano sempre nuova violenza.
Avedon "InTheAmer… lucy franco 21.11.12 0
per il libro “The American West”. Avedon intende infrangere il mito del West americano, il sacro mondo dell’idillio dei cowboy, per mostrarne un’altra faccia: braccianti e minatori, disoccupati e piccoli impiegati, bianchi, neri, sudamericani. La triste immagine dell’Ovest americano che ne deriva scatena l’indignazione del pubblico e viene recepita come distruttiva.
Seguono una serie sul Louisiana State Hospital, un servizio di fotografie a grana grossa sui malati di mente, e come amara presa di posizione contro la guerra, una sequenza sulle vittime del napalm in Vietnam.
Sono le uniche sue opere in cui appaia chiaramente la violenza che Avedon ha sempre rifiutato di rappresentare, perché convinto che le immagini di violenza producano sempre nuova violenza.
Anche nel ritratto, a cui l’autore si è dedicato contemporaneamente alle foto di moda, lo stile di Avedon si è imposto per la sua intensità, emotivamente permeato di atmosfere cupe.
E’ infatti la sua mancanza di riguardi nel portare alla luce gli aspetti più intimi dei soggetti a attirare su di lui l’attenzione di critica e pubblico.
Ritratti di uomini di stato, artisti, attori ed attrici laddove comunemente ci si aspetterebbe un’immagine fissa, rigida di una persona, la sua fotografia scardina l’icona della foto da cartolina. Che si tratti di star del cinema come Katherine Hepburn, Humphrey Bogart,
Avedon - Humphrey… lucy franco 21.11.12 0
Brigitte Bardot, Audrey Hepburn,
Avedon - Audrey H… lucy franco 21.11.12 0
o ancora Buster Keaton o personalità del calibro di Karen Blixen, Truman Capote, Henry Kissinger, Dwight D. Eisenhower, Edward Kennedy, The Beatles, Andy Warhol
Avedon - Andy War… lucy franco 21.11.12 0
Liz Taylor
Avedon - Liz Tayl… lucy franco 21.11.12 0
E’ infatti la sua mancanza di riguardi nel portare alla luce gli aspetti più intimi dei soggetti a attirare su di lui l’attenzione di critica e pubblico.
Ritratti di uomini di stato, artisti, attori ed attrici laddove comunemente ci si aspetterebbe un’immagine fissa, rigida di una persona, la sua fotografia scardina l’icona della foto da cartolina. Che si tratti di star del cinema come Katherine Hepburn, Humphrey Bogart,
Avedon - Humphrey… lucy franco 21.11.12 0
Brigitte Bardot, Audrey Hepburn,
Avedon - Audrey H… lucy franco 21.11.12 0
o ancora Buster Keaton o personalità del calibro di Karen Blixen, Truman Capote, Henry Kissinger, Dwight D. Eisenhower, Edward Kennedy, The Beatles, Andy Warhol
Avedon - Andy War… lucy franco 21.11.12 0
Liz Taylor
Avedon - Liz Tayl… lucy franco 21.11.12 0
E moltissimi altri…..
Avedon - USA - Ro… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Maria C… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Marlon B… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Vladimi… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Samuel… lucy franco 21.11.12 0
ogni ritratto si imprime nella memoria in modo indelebile e ci restituisce di ognuno, l’idea e l’immagine del personaggio pubblico e privato.
Un grande artista che ritraendoli avrebbe fermato per sempre nel tempo la loro fama troppo spesso transitoria, ma anche una personale, privata avventura: l´incontro, o lo scontro, con un obiettivo curioso, implacabile eppure generoso, che si sarebbe impossessato del loro buio mistero e gliel´avrebbe rivelato.
Avedon - USA - Ro… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Maria C… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Marlon B… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Vladimi… lucy franco 21.11.12 0
Avedon -- Samuel… lucy franco 21.11.12 0
ogni ritratto si imprime nella memoria in modo indelebile e ci restituisce di ognuno, l’idea e l’immagine del personaggio pubblico e privato.
Un grande artista che ritraendoli avrebbe fermato per sempre nel tempo la loro fama troppo spesso transitoria, ma anche una personale, privata avventura: l´incontro, o lo scontro, con un obiettivo curioso, implacabile eppure generoso, che si sarebbe impossessato del loro buio mistero e gliel´avrebbe rivelato.
Non il viso che lo specchio riflette e che la gente conosce, ma neppure i vuoti e le angosce personali dietro la maschera del successo; piuttosto un altro sé sconosciuto, temuto o desiderato, un doppio da tenere a bada o a cui affidarsi, che la paziente genialità di Richard Avedon sapeva cogliere nell´attimo folgorante della rivelazione.
Avedon - Alfred H… lucy franco 21.11.12 0
Richard Avedon, N… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Marella… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Anna Mag… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Alice Co… lucy franco 21.11.12 0
C´era chi si disorientava, chi si intimidiva, chi si innervosiva: per tutto quel bianco, nessuno sfondo, nessun oggetto, nessun contesto, nessun appiglio scenografico, di luogo e di tempo, solo la macchina fotografica, tre assistenti e lui, Avedon, sempre a fianco e mai dietro l´obbiettivo, impaziente di gettarsi nel lavoro, di iniziare un suo match personale con quella persona, con quella vita, con quella immagine che si aspettava di essere ritratta come avrebbe voluto apparire ed essere e si ritrovava poi segnata da un lampo di follia, o di paura, o di sperdimento, o di allegria, se non addirittura di vergogna.
Avedon - Alfred H… lucy franco 21.11.12 0
Richard Avedon, N… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Marella… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Anna Mag… lucy franco 21.11.12 0
Avedon - Alice Co… lucy franco 21.11.12 0
C´era chi si disorientava, chi si intimidiva, chi si innervosiva: per tutto quel bianco, nessuno sfondo, nessun oggetto, nessun contesto, nessun appiglio scenografico, di luogo e di tempo, solo la macchina fotografica, tre assistenti e lui, Avedon, sempre a fianco e mai dietro l´obbiettivo, impaziente di gettarsi nel lavoro, di iniziare un suo match personale con quella persona, con quella vita, con quella immagine che si aspettava di essere ritratta come avrebbe voluto apparire ed essere e si ritrovava poi segnata da un lampo di follia, o di paura, o di sperdimento, o di allegria, se non addirittura di vergogna.
Diceva: «Tutti recitiamo. È quello che facciamo tutto il tempo, deliberatamente o inconsciamente. È un modo di raccontare di noi nella speranza di essere riconosciuti per quello che vorremmo essere». Ballerini, attori, musicisti, divi, registi, cantanti, scrittori, coreografi, scenografi, compositori, clown, giornalisti, modelle, persone giovani, persone decrepite….
lei, Sophia
Avedon - Sophia L… lucy franco 21.11.12 0
e tutti gli altri, soggiogati da quelle sedute quasi psicanalitiche, rivelatrici, a volte drammatiche: iniziate come un percorso labirintico sconosciuto per arrivare alla magia che rende bella la bruttezza, e crudele il dolore dell´anima, e coglie la luce speciale che fa di una persona una celebrità, e nell´immobilità ne evoca l´artificio e ne smaschera il genio e la complessità, il guizzo del ballerino, lo slancio dell´attore, la superbia del divo, l´eccellenza dell´artista.
Lui stesso, il fotografo che sapeva celebrare negli altri la fortuna del talento, era stato a sua volta celebrato nel 1957 con un film, Funny Face (Cenerentola a Parigi) diretto da Stanley Donen, con Fred Astaire quasi sessantenne e ancora agile e una meravigliosa Audrey Hepburn vestita Givenchy, in cui si raccontava di un grande fotografo di moda che trasforma una sconosciuta bibliotecaria in una grande modella.
lei, Sophia
Avedon - Sophia L… lucy franco 21.11.12 0
e tutti gli altri, soggiogati da quelle sedute quasi psicanalitiche, rivelatrici, a volte drammatiche: iniziate come un percorso labirintico sconosciuto per arrivare alla magia che rende bella la bruttezza, e crudele il dolore dell´anima, e coglie la luce speciale che fa di una persona una celebrità, e nell´immobilità ne evoca l´artificio e ne smaschera il genio e la complessità, il guizzo del ballerino, lo slancio dell´attore, la superbia del divo, l´eccellenza dell´artista.
Lui stesso, il fotografo che sapeva celebrare negli altri la fortuna del talento, era stato a sua volta celebrato nel 1957 con un film, Funny Face (Cenerentola a Parigi) diretto da Stanley Donen, con Fred Astaire quasi sessantenne e ancora agile e una meravigliosa Audrey Hepburn vestita Givenchy, in cui si raccontava di un grande fotografo di moda che trasforma una sconosciuta bibliotecaria in una grande modella.
Nello studio di New York le persone entravano come in un tunnel misterioso dove dovevano abbandonare se stessi per ritrovarsi nello sguardo scuro di Avedon; che non riusciva a lavorare con chi non gli piaceva, che sapeva essere curioso, gentile, ossessivo, impaziente, incoraggiante, spietato. Diceva: «Mi fido delle mie intuizioni e faccio in modo che le cose accadano».
Le cose, cioè il momento in cui la persona da fotografare si spoglia delle sue difese e si lascia andare a sè stessa. Ezra Pound era uscito dal manicomio criminale nel ‘59, dopo dodici anni di detenzione per tradimento e antisemitismo, e Avedon lo accolse con queste parole: «Credo che lei debba sapere che io sono ebreo». Il suo indimenticabile ritratto
Avedon - Ezra Pou… lucy franco 21.11.12 0
lo mostra a torso nudo, visto dal basso, mentre grida tutto il suo tormento,
quasi dolorosamente concentrato, è il principale di una serie in cui di fronte alla macchina fotografica lo scrittore manifesta anche mimicamente tutta la gamma dei suoi sentimenti e delle sua sensazioni.
Le cose, cioè il momento in cui la persona da fotografare si spoglia delle sue difese e si lascia andare a sè stessa. Ezra Pound era uscito dal manicomio criminale nel ‘59, dopo dodici anni di detenzione per tradimento e antisemitismo, e Avedon lo accolse con queste parole: «Credo che lei debba sapere che io sono ebreo». Il suo indimenticabile ritratto
Avedon - Ezra Pou… lucy franco 21.11.12 0
lo mostra a torso nudo, visto dal basso, mentre grida tutto il suo tormento,
quasi dolorosamente concentrato, è il principale di una serie in cui di fronte alla macchina fotografica lo scrittore manifesta anche mimicamente tutta la gamma dei suoi sentimenti e delle sua sensazioni.
Rendere minimamente espressivi il duca e la duchessa di Windsor era impresa quasi impossibile: conoscendo la loro passione canina, Avedon li fece aspettare un quarto d´ora e arrivò ansante, dicendo: «Scusate il ritardo ma il mio taxi ha travolto un cane». Qualche muscolo nei volti ducali si mosse.
Avedon - The Duk… lucy franco 21.11.12 0
Tra le foto di una splendente Marilyn Monroe ci sono gli scatti alla stessa persona, con lo stesso abito, colta nel momento in cui si perde in se stessa, nel vuoto che la opprime.
Avedon -- Marilyn… lucy franco 21.11.12 0
Così la ricordava Avedon: «Per ore aveva ballato e cantato e flirtato, per ore aveva interpretato Marilyn Monroe. Poi ci fu l´inevitabile caduta. E quando la notte finì, lei si era rifugiata in un angolo come una bambina che aveva perduto tutto».
Ugualmente insolito il ritratto di Chaplin nel quale quest’ultimo si finge un diavolo,
Avedon - Charles… lucy franco 21.11.12 0
posa scelta proprio dall’attore per esprimere il suo atteggiamento battagliero nel momento in cui è costretto a lasciare gli Stati Uniti a causa delle sue convinzioni politiche.
Avedon - The Duk… lucy franco 21.11.12 0
Tra le foto di una splendente Marilyn Monroe ci sono gli scatti alla stessa persona, con lo stesso abito, colta nel momento in cui si perde in se stessa, nel vuoto che la opprime.
Avedon -- Marilyn… lucy franco 21.11.12 0
Così la ricordava Avedon: «Per ore aveva ballato e cantato e flirtato, per ore aveva interpretato Marilyn Monroe. Poi ci fu l´inevitabile caduta. E quando la notte finì, lei si era rifugiata in un angolo come una bambina che aveva perduto tutto».
Ugualmente insolito il ritratto di Chaplin nel quale quest’ultimo si finge un diavolo,
Avedon - Charles… lucy franco 21.11.12 0
posa scelta proprio dall’attore per esprimere il suo atteggiamento battagliero nel momento in cui è costretto a lasciare gli Stati Uniti a causa delle sue convinzioni politiche.
il 10 febbraio 1965, sul largo marciapiede che costeggia il Central Park, fotografa Bob Dylan
Avedon - Bob Dyla… lucy franco 21.11.12 0
Cinque giorni prima Dylan ha finito di registrare Bringing It All Back Home, porta grossi stivali, un cappotto corto di camoscio, e una camicia abbottonata di fattura inglese, stile Carnaby Street. È magro ha gli occhi cerchiati e la testa quasi piegata sotto una sorta di criniera scomposta, impossibile da pettinare. Non ostenta traccia di un sorriso, ma lo sguardo non è né amichevole né desideroso di piacere. Il ritratto di Avedon è uno studio sul prezzo di una fama e di una creatività sottoposti a un’incredibile pressione. Dylan si è già lasciato alle spalle più di quanto capiti a un altro artista nel corso di un’intera vita.
Poco più tardi sconvolge pubblico e critica con la serie sulla lenta morte del padre Jacob Israel Avedon,
Avedon - Jacob I… lucy franco 21.11.12 0
dove egli documenta anche il proprio rapporto con il genitore, rubandogli la mimica e le espressioni che ricorda tipiche della sua giovinezza e che caratterizzano la propria visione di lui.
Si tratta anche però di una commovente testimonianza della lenta decadenza di una forte personalità e del suo successivo ritrarsi in sé stessa.
Fino all’ultima immagine scattata alla cantante Björk,
Avedon - Björk, 2… lucy franco 21.11.12 0
appena 4 mesi prima che Avedon morisse improvvisamente, mentre stava lavorando su incarico del New Yorker.
Foto che hanno fatto la storia della fotografia e che continuano ancora, per la loro forza e per la loro intensità, ad essere vere icone, irresistibili e affascinanti, del nostro tempo.
Avedon - Bob Dyla… lucy franco 21.11.12 0
Cinque giorni prima Dylan ha finito di registrare Bringing It All Back Home, porta grossi stivali, un cappotto corto di camoscio, e una camicia abbottonata di fattura inglese, stile Carnaby Street. È magro ha gli occhi cerchiati e la testa quasi piegata sotto una sorta di criniera scomposta, impossibile da pettinare. Non ostenta traccia di un sorriso, ma lo sguardo non è né amichevole né desideroso di piacere. Il ritratto di Avedon è uno studio sul prezzo di una fama e di una creatività sottoposti a un’incredibile pressione. Dylan si è già lasciato alle spalle più di quanto capiti a un altro artista nel corso di un’intera vita.
Poco più tardi sconvolge pubblico e critica con la serie sulla lenta morte del padre Jacob Israel Avedon,
Avedon - Jacob I… lucy franco 21.11.12 0
dove egli documenta anche il proprio rapporto con il genitore, rubandogli la mimica e le espressioni che ricorda tipiche della sua giovinezza e che caratterizzano la propria visione di lui.
Si tratta anche però di una commovente testimonianza della lenta decadenza di una forte personalità e del suo successivo ritrarsi in sé stessa.
Fino all’ultima immagine scattata alla cantante Björk,
Avedon - Björk, 2… lucy franco 21.11.12 0
appena 4 mesi prima che Avedon morisse improvvisamente, mentre stava lavorando su incarico del New Yorker.
Foto che hanno fatto la storia della fotografia e che continuano ancora, per la loro forza e per la loro intensità, ad essere vere icone, irresistibili e affascinanti, del nostro tempo.
Bibliografia:
Elio Grazioli: Corpo e figura umana nella fotografia - Bruno Mondadori
Fotografia del XX secolo - Museum Ludwig Colonia - Taschen
Natalia Aspesi per La Repubblica
Per una visione esaustiva del percorso creativo di Avedon rimando al suo sito ufficiale:
http://www.richardavedon.com/
Elio Grazioli: Corpo e figura umana nella fotografia - Bruno Mondadori
Fotografia del XX secolo - Museum Ludwig Colonia - Taschen
Natalia Aspesi per La Repubblica
Per una visione esaustiva del percorso creativo di Avedon rimando al suo sito ufficiale:
http://www.richardavedon.com/
22.11.12, 16:39
Messaggio 15 di 21
G-R-A-Z-I-E- LUCY :) ... per questa lettura ...
... sono andata a rivedermi anche quei "controversi ritratti" di Richard Avedon’s ‘In The American West‘
sempre ottime porte da aprire :) questo spazio è prezioso :)
... sono andata a rivedermi anche quei "controversi ritratti" di Richard Avedon’s ‘In The American West‘
sempre ottime porte da aprire :) questo spazio è prezioso :)