Marco è una presenza discreta e riservata su fotocommunity, ma le sue fotografie non passano inosservate. E si assaporano nel tempo, tornandoci più volte o rivedendole a intervalli. Perché sono classiche, vere, sincere.
Marco ha il talento della semplicità apparente, dell'eleganza dissimulata sotto il velo di un sorriso, della leggerezza che ha peso.
E raccontano la realtà - quella piena, vera, semplice - ma anche la sua dimensione simbolica - astratta, lacerata.
Playing with the… Marco Polticchia 19.11.09 69
OGGI Marco Polticchia 13.02.12 12
[fc-foto:25010290]
[fc-foto:18863341]
Generations Marco Polticchia 10.12.09 48
[fc-foto:19339428]
Spring Day Marco Polticchia 19.01.10 135
Kelly.TRE Marco Polticchia 24.11.10 121
[fc-foto:23074036]
> LA MIA ANIMA !! Marco Polticchia 05.05.09 136
Marco ha il talento della semplicità apparente, dell'eleganza dissimulata sotto il velo di un sorriso, della leggerezza che ha peso.
E raccontano la realtà - quella piena, vera, semplice - ma anche la sua dimensione simbolica - astratta, lacerata.
Playing with the… Marco Polticchia 19.11.09 69
OGGI Marco Polticchia 13.02.12 12
[fc-foto:25010290]
[fc-foto:18863341]
Generations Marco Polticchia 10.12.09 48
[fc-foto:19339428]
Spring Day Marco Polticchia 19.01.10 135
Kelly.TRE Marco Polticchia 24.11.10 121
[fc-foto:23074036]
> LA MIA ANIMA !! Marco Polticchia 05.05.09 136
[fc-foto:26471177]
[fc-foto:25150558]
[fc-foto:18945603]
Day After Day Marco Polticchia 19.07.10 24
[fc-foto:27308659]
[fc-foto:23509126]
[fc-foto:25150558]
[fc-foto:18945603]
Day After Day Marco Polticchia 19.07.10 24
[fc-foto:27308659]
[fc-foto:23509126]
D. Hai iniziato a fotografare relativamente tardi, negli anni Novanta. Cos'era prima di allora la fotografia per te? E cosa è diventata dagli anni Novanta fino a oggi?
R. Non era nulla, se paragonata ad oggi. Ora, è quasi una malattia, anche se chiamarla così potrebbe essere riduttivo.
Il percorso nasce dalla curiosità verso il mezzo fotografico e le sue possibilità, il fascino di vedere il mondo attraverso una lente e modificarlo a tuo piacere. La mia prima macchina fotografica è stata una Zenit economica, durata pochissimo, che è stata da me vivisezionata per capirne il funzionamento. Poi se vuoi ti racconto la storia di ogni "fotoamatore" che inizia la sua carriera, ricercatore di nitidezza e contrasto attraverso i test di vari giornali fotografici, svenandosi con l'acquisto di macchine ed accessori completamente inutili.
Inutili perché senza uno scopo... e qui mi fermo.
Oggi dopo attente riflessioni e molte delusioni, la fotografia per me è vita, la vivo appieno e respiro il suo profumo di acidi di sviluppo, cerco di esprimere me stesso attraverso le sue infinite meraviglie espressive.
D. La tua prima fotocamera è stata una Zenit. A volte utilizzi la Holga 120, altre ancora (come in una serie veneziana) la Kodak Panoram n. 1, la prima macchina panoramica, di un secolo fa.
Venezia Scan Marco Polticchia 24.09.11 15
Spiegaci cosa chiedi a questi apparecchi, cosa loro ti restituiscono. E se ti hanno mai deluso.
R. Premesso che, sicuramente banale e scontata l'affermazione, non è la macchina che fa le fotografie ma chi la usa, il mio rapporto con il mezzo è pura sperimentazione, anche se il fascino di alcune macchine è notevole.
Il banco ottico che attualmente uso è divino nella sua filosofia di scatto, ti costringe a riflettere e meditare prima di ogni click e credo che molti qui condivideranno questo mio pensiero. Non ho mai dato la colpa al mezzo se qualcosa è andato storto, l'unico colpevole sono io...
D. Il tuo talento ti porta per strada. Ami le città nei momenti colti al volo, nella fotografia che vive dell'attimo. E ami le persone, sorprese dalla vita, o portatrici di un valore forte, quello dell'esserci, e di non voler essere diversamente. Il tuo è uno sguardo bonario, empatico, carezzevole, verso persone e ambienti. Hai mai fotografato qualcosa che ti procurasse disagio, voglia di essere altrove?
R. Ti ringrazio per tutti i "salamelecchi", come direbbe Alessandro Rovelli ...
Il disagio è una costante, soprattutto perché in qualche modo entri nella vita di altri e li costringi, a loro insaputa, ad essere attori della loro stessa quotidianità.
Difficilmente ritraggo momenti di tristezza, fotografo per passione e non per lavoro e questo mi permette di scegliere. Non sono contro coloro che per lavoro entrano nelle storie più tristi del mondo, anzi li rispetto e invidio i grandi fotografi come Majoli e Pellegrin che riescono a trattare certi temi con una eleganza magistrale.
D. In una tua finissima serie, "L'estate che verrà", non si può non percepire la levità di Luigi Ghirri, il suo "sguardo". Qual è il tuo legame con lui?
[fc-foto:26847185]
[fc-foto:26910129]
[fc-foto:26970130]
[fc-foto:27033542]
R. Ho conosciuto le opere di Ghirri non da molto, ho letto il libro "Lezioni di fotografia" e mi ha affascinato ancora di più. Le sue opere, semplici ma dense di significato, raccontano intelligentemente il suo mondo, e tutto ad opera di un "Ghirri fotoamatore". Mi ha in qualche modo riportato verso una fotografia paesaggistica meditativa e non solo.
D. I tuoi colori sanno essere tenui e naturali, quasi neutrali, come nella serie citata prima "L'estate che verrà", oppure, al contrario pieni e costruttori di senso.
[fc-foto:21251880]
[fc-foto:26254107]
[fc-foto:25378376]
Ma il tuo grande amore è il bianconero, che usi con indubbia maestria e flessibilità, spaziando fra gli estremi tonali e le sfumature infinite. Quando e perché hai bisogno del bianconero?
R. Il bianconero per me è la storia della fotografia e di conseguenza fonte di ispirazione. Trovo affascinante il gioco di contrasti che riesce a donarmi e la potenza espressiva con cui racconta. La scelta tra colore e bianconero dipende dal soggetto fotografato e da ciò che voglio raccontare. Al momento ho un progetto aperto che è a colori: la mia ultima visita a Venezia, oltre alla street in bn, ha riportato un bottino di foto a colori su ispirazione ghirriana.
D. Le aspettiamo anche su fotocommunity, ci conto, Marco :-)
Come dicevo prima, le tue fotografie sono per lo più scattate all'aria aperta. Eppure ce n'è una, che io amo molto, fatta in un ascensore: un uomo e un cane, alle estremità del fotogramma, l'uno immobile, l'altro in movimento scattante. Insomma, un lampo di genio, per me… Raccontaci come l'hai ideata.
L'ATTESA Marco Polticchia 19.05.09 112
R. L'ho ideata di pancia... è uno scatto rubato e come molti sanno io ho sempre con me una macchina fotografica Trovarmi di fronte ad una scena del genere era occasione ghiotta e non me la sono lasciata scappare, mi sembra di ricordare che ho fatto due scatti non mirati e per fortuna uno era buono. Sai, allora avere uno scatto buono mi rendeva felice, ora non più...
Ho imparato che la fotografia è racconto e difficilmente un solo fotogramma riesce ad esprimere un lavoro serio e documentato. Quando ti presenti ad una lettura portfolio non puoi andare con un insieme di buoni scatti, devi portare un progetto coerente che rispetti una determinata impostazione e se si vuole crescere, fotograficamente parlando, questo è un passo fondamentale. Tutto ciò non per diventare "chissà chi" ma solo per mettersi in gioco e vedere veramente quanto vali. Un giorno un fotografo ad una lettura portfolio mi ha chiesto perché fossi lì: la mia risposta è stata che la fotografia è la mia passione e che cercavo conferme o bocciature, se avevo la passione della pesca sarei più o meno soddisfatto in base al pesce che riesco a portare a casa, ma con la fotografia è un'altra cosa...
R. Non era nulla, se paragonata ad oggi. Ora, è quasi una malattia, anche se chiamarla così potrebbe essere riduttivo.
Il percorso nasce dalla curiosità verso il mezzo fotografico e le sue possibilità, il fascino di vedere il mondo attraverso una lente e modificarlo a tuo piacere. La mia prima macchina fotografica è stata una Zenit economica, durata pochissimo, che è stata da me vivisezionata per capirne il funzionamento. Poi se vuoi ti racconto la storia di ogni "fotoamatore" che inizia la sua carriera, ricercatore di nitidezza e contrasto attraverso i test di vari giornali fotografici, svenandosi con l'acquisto di macchine ed accessori completamente inutili.
Inutili perché senza uno scopo... e qui mi fermo.
Oggi dopo attente riflessioni e molte delusioni, la fotografia per me è vita, la vivo appieno e respiro il suo profumo di acidi di sviluppo, cerco di esprimere me stesso attraverso le sue infinite meraviglie espressive.
D. La tua prima fotocamera è stata una Zenit. A volte utilizzi la Holga 120, altre ancora (come in una serie veneziana) la Kodak Panoram n. 1, la prima macchina panoramica, di un secolo fa.
Venezia Scan Marco Polticchia 24.09.11 15
Spiegaci cosa chiedi a questi apparecchi, cosa loro ti restituiscono. E se ti hanno mai deluso.
R. Premesso che, sicuramente banale e scontata l'affermazione, non è la macchina che fa le fotografie ma chi la usa, il mio rapporto con il mezzo è pura sperimentazione, anche se il fascino di alcune macchine è notevole.
Il banco ottico che attualmente uso è divino nella sua filosofia di scatto, ti costringe a riflettere e meditare prima di ogni click e credo che molti qui condivideranno questo mio pensiero. Non ho mai dato la colpa al mezzo se qualcosa è andato storto, l'unico colpevole sono io...
D. Il tuo talento ti porta per strada. Ami le città nei momenti colti al volo, nella fotografia che vive dell'attimo. E ami le persone, sorprese dalla vita, o portatrici di un valore forte, quello dell'esserci, e di non voler essere diversamente. Il tuo è uno sguardo bonario, empatico, carezzevole, verso persone e ambienti. Hai mai fotografato qualcosa che ti procurasse disagio, voglia di essere altrove?
R. Ti ringrazio per tutti i "salamelecchi", come direbbe Alessandro Rovelli ...
Il disagio è una costante, soprattutto perché in qualche modo entri nella vita di altri e li costringi, a loro insaputa, ad essere attori della loro stessa quotidianità.
Difficilmente ritraggo momenti di tristezza, fotografo per passione e non per lavoro e questo mi permette di scegliere. Non sono contro coloro che per lavoro entrano nelle storie più tristi del mondo, anzi li rispetto e invidio i grandi fotografi come Majoli e Pellegrin che riescono a trattare certi temi con una eleganza magistrale.
D. In una tua finissima serie, "L'estate che verrà", non si può non percepire la levità di Luigi Ghirri, il suo "sguardo". Qual è il tuo legame con lui?
[fc-foto:26847185]
[fc-foto:26910129]
[fc-foto:26970130]
[fc-foto:27033542]
R. Ho conosciuto le opere di Ghirri non da molto, ho letto il libro "Lezioni di fotografia" e mi ha affascinato ancora di più. Le sue opere, semplici ma dense di significato, raccontano intelligentemente il suo mondo, e tutto ad opera di un "Ghirri fotoamatore". Mi ha in qualche modo riportato verso una fotografia paesaggistica meditativa e non solo.
D. I tuoi colori sanno essere tenui e naturali, quasi neutrali, come nella serie citata prima "L'estate che verrà", oppure, al contrario pieni e costruttori di senso.
[fc-foto:21251880]
[fc-foto:26254107]
[fc-foto:25378376]
Ma il tuo grande amore è il bianconero, che usi con indubbia maestria e flessibilità, spaziando fra gli estremi tonali e le sfumature infinite. Quando e perché hai bisogno del bianconero?
R. Il bianconero per me è la storia della fotografia e di conseguenza fonte di ispirazione. Trovo affascinante il gioco di contrasti che riesce a donarmi e la potenza espressiva con cui racconta. La scelta tra colore e bianconero dipende dal soggetto fotografato e da ciò che voglio raccontare. Al momento ho un progetto aperto che è a colori: la mia ultima visita a Venezia, oltre alla street in bn, ha riportato un bottino di foto a colori su ispirazione ghirriana.
D. Le aspettiamo anche su fotocommunity, ci conto, Marco :-)
Come dicevo prima, le tue fotografie sono per lo più scattate all'aria aperta. Eppure ce n'è una, che io amo molto, fatta in un ascensore: un uomo e un cane, alle estremità del fotogramma, l'uno immobile, l'altro in movimento scattante. Insomma, un lampo di genio, per me… Raccontaci come l'hai ideata.
L'ATTESA Marco Polticchia 19.05.09 112
R. L'ho ideata di pancia... è uno scatto rubato e come molti sanno io ho sempre con me una macchina fotografica Trovarmi di fronte ad una scena del genere era occasione ghiotta e non me la sono lasciata scappare, mi sembra di ricordare che ho fatto due scatti non mirati e per fortuna uno era buono. Sai, allora avere uno scatto buono mi rendeva felice, ora non più...
Ho imparato che la fotografia è racconto e difficilmente un solo fotogramma riesce ad esprimere un lavoro serio e documentato. Quando ti presenti ad una lettura portfolio non puoi andare con un insieme di buoni scatti, devi portare un progetto coerente che rispetti una determinata impostazione e se si vuole crescere, fotograficamente parlando, questo è un passo fondamentale. Tutto ciò non per diventare "chissà chi" ma solo per mettersi in gioco e vedere veramente quanto vali. Un giorno un fotografo ad una lettura portfolio mi ha chiesto perché fossi lì: la mia risposta è stata che la fotografia è la mia passione e che cercavo conferme o bocciature, se avevo la passione della pesca sarei più o meno soddisfatto in base al pesce che riesco a portare a casa, ma con la fotografia è un'altra cosa...
D. Sei con noi da tre anni: il tuo bilancio, tra stelline mancate e consensi sinceri e non cercati.
R. Devo ringraziare Fulvio Ferrua Lato Nord per avermi fatto conoscere questo sito, e ringrazio anche fotocommunity per aver risvegliato in me questa passione.
La famiglia che cresceva mi aveva portato a vendere tutta l'attrezzatura, non potevo più girare per le mie vacanze come un mulo da carico, passeggino compreso, e allora mi sono preso una Nikon FM2 con un 50mm e per molti anni è stata la mia coperta di Linus. Pochi scatti con pellicola dia fuji sempre montata e pronta per catturare le mie emozioni, tramonti compresi! Poi il web e fotocommunity mi hanno risvegliato e dato un'ulteriore carica.
Altro passo importante è stata la conoscenza casuale a Perugia in occasione di Umbria Jazz di un grande fotografo utente di fotocommunity, Vincenzo Caniparoli . Attraverso lui ho conosciuto i membri del circolo fotografico "Istanti", di cui ora faccio parte e con cui condivido momenti di crescita.
Sempre attraverso questo circolo abbiamo creato e partecipato diversi incontri e workshop: Graziano Panfili per il reportage, Ernesto Bazan per la presentazione del suo libro, Emanuela Costantini di "FotoCult "per l'editing fotografico, Andrea Botto per la fotografia del territorio, George Tatge per il banco ottico e per ultimo Augusto Pieroni, autore del libro "Leggere la fotografia" che consiglio vivamente a chi non lo conosce, per la creatività e lettura portfoli.
Sempre attraverso fotocommunity ho avuto il piacere di conoscere tanti altri fotografi che stimo e che ringrazio per le loro visite in Umbria, e , perugino ed amico... Mi sono dilungato e non avrei ancora finito...
Fotocommunity è un'ottima palestra per lanciarsi in questo magnifico mondo della fotografia... ma senza approfondimenti esterni non si va da nessuna parte.
Grazie ancora a fotocommunity e a Maricla per avermi dato voce, e ringrazio tutti per l'attenzione.
R. Devo ringraziare Fulvio Ferrua Lato Nord per avermi fatto conoscere questo sito, e ringrazio anche fotocommunity per aver risvegliato in me questa passione.
La famiglia che cresceva mi aveva portato a vendere tutta l'attrezzatura, non potevo più girare per le mie vacanze come un mulo da carico, passeggino compreso, e allora mi sono preso una Nikon FM2 con un 50mm e per molti anni è stata la mia coperta di Linus. Pochi scatti con pellicola dia fuji sempre montata e pronta per catturare le mie emozioni, tramonti compresi! Poi il web e fotocommunity mi hanno risvegliato e dato un'ulteriore carica.
Altro passo importante è stata la conoscenza casuale a Perugia in occasione di Umbria Jazz di un grande fotografo utente di fotocommunity, Vincenzo Caniparoli . Attraverso lui ho conosciuto i membri del circolo fotografico "Istanti", di cui ora faccio parte e con cui condivido momenti di crescita.
Sempre attraverso questo circolo abbiamo creato e partecipato diversi incontri e workshop: Graziano Panfili per il reportage, Ernesto Bazan per la presentazione del suo libro, Emanuela Costantini di "FotoCult "per l'editing fotografico, Andrea Botto per la fotografia del territorio, George Tatge per il banco ottico e per ultimo Augusto Pieroni, autore del libro "Leggere la fotografia" che consiglio vivamente a chi non lo conosce, per la creatività e lettura portfoli.
Sempre attraverso fotocommunity ho avuto il piacere di conoscere tanti altri fotografi che stimo e che ringrazio per le loro visite in Umbria, e , perugino ed amico... Mi sono dilungato e non avrei ancora finito...
Fotocommunity è un'ottima palestra per lanciarsi in questo magnifico mondo della fotografia... ma senza approfondimenti esterni non si va da nessuna parte.
Grazie ancora a fotocommunity e a Maricla per avermi dato voce, e ringrazio tutti per l'attenzione.
Affido Marco, che ringrazio, alle vostre domande.
Io ritorno sabato prossimo con Monique Leone
Io ritorno sabato prossimo con Monique Leone
...un'intervista davvero interessante...di un fotografo che mi ha colpito sin dall'inizio della mia frequentazione qui su fc.it
Molto interessante, per me, il tuo discorso, Marco, sul portfolio...ed anche...il tuo sottolineare l'attenzione ed importanza, per crescere fotograficamente, da dare allo studio ed al confronto...nel mondo reale...senza il quale ovviamente non si evolve...
...bello anche questo citare chi ti ha dato veramente qualcosa...arricchendo, così, la tua possibilità di fare esperienze utili ed importanti...
...mondo reale, amici veri...studio e tanta passione...
risultato: delle immagini molto belle ed una bella persona...
una ricetta da tenere a mente...:)))
ciao e complimenti!
laura
Molto interessante, per me, il tuo discorso, Marco, sul portfolio...ed anche...il tuo sottolineare l'attenzione ed importanza, per crescere fotograficamente, da dare allo studio ed al confronto...nel mondo reale...senza il quale ovviamente non si evolve...
...bello anche questo citare chi ti ha dato veramente qualcosa...arricchendo, così, la tua possibilità di fare esperienze utili ed importanti...
...mondo reale, amici veri...studio e tanta passione...
risultato: delle immagini molto belle ed una bella persona...
una ricetta da tenere a mente...:)))
ciao e complimenti!
laura
grazie Laura,
è confortante sapere che qualcuno mi segue...
Per quanto riguarda lo studio è importante e necessario, nessuno diventa medico o ingegnere senza studiare...
Per il resto... credo di avere più di un difetto, ma non mi sembrava il caso di dirlo :))))
è confortante sapere che qualcuno mi segue...
Per quanto riguarda lo studio è importante e necessario, nessuno diventa medico o ingegnere senza studiare...
Per il resto... credo di avere più di un difetto, ma non mi sembrava il caso di dirlo :))))
...bé oggigiorno...mi sembra ancora più importante sottolinearlo sempre...visto che moltissimi, solo per avere in mano una compattina o una reflex magari costosa, credono di essere..."maestri" :))))
una delle tue prime immagini che ho adorato è proprio "Plyng with de light"...perché sei riuscito ad esprimere tantissime sensazioni con pochi ed essenziali elementi...luce, inquadratura e composizione dell'immagine sono stupendi...tutto è concreto e metaforico allo stesso tempo...quasi surreale...
immagino sia una immagine di street...dimmi qualcosa di questa immagine...è nata così al momento dello scatto...oppure il lavoro sul bn...è stato maggiormente importante...?
ciao, laura :)
una delle tue prime immagini che ho adorato è proprio "Plyng with de light"...perché sei riuscito ad esprimere tantissime sensazioni con pochi ed essenziali elementi...luce, inquadratura e composizione dell'immagine sono stupendi...tutto è concreto e metaforico allo stesso tempo...quasi surreale...
immagino sia una immagine di street...dimmi qualcosa di questa immagine...è nata così al momento dello scatto...oppure il lavoro sul bn...è stato maggiormente importante...?
ciao, laura :)
@Laura
MAESTRI:
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP=X ... x%20Majoli
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP=X ... 0Pellegrin
http://www.nital.it/sguardi/59/frank.php
Messaggio Modificato (9:00)
MAESTRI:
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP=X ... x%20Majoli
http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP=X ... 0Pellegrin
http://www.nital.it/sguardi/59/frank.php
Messaggio Modificato (9:00)
:))))
ovviamente!
ovviamente!
18.03.12, 09:03
Messaggio 11 di 35
hai toccatoalcuni punti interessanti che mi stimolano domande:
parli di differente metodo e filosofia tra fotografia analogica e digitale soprattutto nel caso si usino grandi formati . Bene la prima domanda è questa: come si è modificato il tuo modo di "vedere" con l'uso di strumenti differenti da quelli ormai , ahimè, canonici? e nel caso ritieni che vi debba essere da parte del fotografo una sensibilità ed un approccio differenti nell'utilizzo di due tecnologie solo apparentemente differenti? ed ancora quale credi che sia il metodo per annullare le differenze tra questi due approcci ( più mentali che circostanziali a mio avviso) per cercare di costruire una espressività indipendente dallo strumento e dalla tecnologia che si utilizza?
la seconda domanda riguarda l'estetica ghirriana che tu hai trattato.
alcuni tuoi " omaggi" al Nostro restituiscono a mio avviso l'idea di un annullamento apparente della "presenza scenica", in senso teatrale, del fotografo ( tipica di L.G.) a favore del tentativo di restituire, attraverso la fotografia, l'idea di un tempo sospeso indefinito in cui non accade niente ma tutto può essere accaduto prima o potrebbe dopo lo scatto.
Ritieni dunque che alcune tue fotografie siano lo "specchio della realtà" ed altre una "finestra aperta sul mondo" , per citare sempre il buon L.G.? e quando cerchi l'una rispetto all'altra?
Il modello espressivo di L.G. si riflette anche e soprattutto nella struttura tecnico- compositiva della immagine e " conduce" ad un risultato formale " differente ma non diverso dalla realtà vista". Bene, credo che questo risultato da te ricercato sia in totale contrasto con alcune tecniche che tu utilizzi , ad esempio nella serie proposta da Maricla delle tre immagini Relax, Vita da Comics e l'Altopiano elle Fate .
Se questa mia riflessione è corretta non ritieni a questo proposito che la una certa elaborazione digitale e mi riferisco a quella definita HDR sia volgare, grossolana e poco aderente ad una ricerca estetica più raffinata?
andando a rebours nel tuo portfolio mi sembra di notare che lo strumento informatico " eclatante" con il tempo lasci il posto ad una ricerca più sottile e meditata . Ritieni che questo sia dovuto ad una maggiore " attenzione" verso la fotografia che a mio avviso si può costruire solo con lo studio, la ricerca e l'analisi?
e a questo proposito non credi che su questo tema la fotografia digitale abbia fatto più danni di Carlo in Francia lasciando a chi crede che la qualità di una immagine sia direttamente proporzionale alla "quantità" di postproduzione ?
Messaggio Modificato (9:20)
parli di differente metodo e filosofia tra fotografia analogica e digitale soprattutto nel caso si usino grandi formati . Bene la prima domanda è questa: come si è modificato il tuo modo di "vedere" con l'uso di strumenti differenti da quelli ormai , ahimè, canonici? e nel caso ritieni che vi debba essere da parte del fotografo una sensibilità ed un approccio differenti nell'utilizzo di due tecnologie solo apparentemente differenti? ed ancora quale credi che sia il metodo per annullare le differenze tra questi due approcci ( più mentali che circostanziali a mio avviso) per cercare di costruire una espressività indipendente dallo strumento e dalla tecnologia che si utilizza?
la seconda domanda riguarda l'estetica ghirriana che tu hai trattato.
alcuni tuoi " omaggi" al Nostro restituiscono a mio avviso l'idea di un annullamento apparente della "presenza scenica", in senso teatrale, del fotografo ( tipica di L.G.) a favore del tentativo di restituire, attraverso la fotografia, l'idea di un tempo sospeso indefinito in cui non accade niente ma tutto può essere accaduto prima o potrebbe dopo lo scatto.
Ritieni dunque che alcune tue fotografie siano lo "specchio della realtà" ed altre una "finestra aperta sul mondo" , per citare sempre il buon L.G.? e quando cerchi l'una rispetto all'altra?
Il modello espressivo di L.G. si riflette anche e soprattutto nella struttura tecnico- compositiva della immagine e " conduce" ad un risultato formale " differente ma non diverso dalla realtà vista". Bene, credo che questo risultato da te ricercato sia in totale contrasto con alcune tecniche che tu utilizzi , ad esempio nella serie proposta da Maricla delle tre immagini Relax, Vita da Comics e l'Altopiano elle Fate .
Se questa mia riflessione è corretta non ritieni a questo proposito che la una certa elaborazione digitale e mi riferisco a quella definita HDR sia volgare, grossolana e poco aderente ad una ricerca estetica più raffinata?
andando a rebours nel tuo portfolio mi sembra di notare che lo strumento informatico " eclatante" con il tempo lasci il posto ad una ricerca più sottile e meditata . Ritieni che questo sia dovuto ad una maggiore " attenzione" verso la fotografia che a mio avviso si può costruire solo con lo studio, la ricerca e l'analisi?
e a questo proposito non credi che su questo tema la fotografia digitale abbia fatto più danni di Carlo in Francia lasciando a chi crede che la qualità di una immagine sia direttamente proporzionale alla "quantità" di postproduzione ?
Messaggio Modificato (9:20)
@Laura
Playing with the light mi ricorda un bellissimo pomeriggio a passeggio con Sara, mia figlia... lei un gelato ed io una sigaretta!!
per il resto la scena era li pronta per essere vista e catturata... 4scatti e la fortuna ha voluto che uno di essi fosse perfetto, almeno per me. la conversione in bn la rende più accattivante, ma senza la foto non c'è post che tiene!!
Playing with the light mi ricorda un bellissimo pomeriggio a passeggio con Sara, mia figlia... lei un gelato ed io una sigaretta!!
per il resto la scena era li pronta per essere vista e catturata... 4scatti e la fortuna ha voluto che uno di essi fosse perfetto, almeno per me. la conversione in bn la rende più accattivante, ma senza la foto non c'è post che tiene!!
@Luca
urca e ora dove sbatto la testa...
comunque grazie, hai stimolato il mio cervello e allo stesso tempo, mi hai ricordato di averlo :(
nasco con l'analogico e anche se "cazzeggiavo" mi è servito a qualcosa. la mia seconda macchina una Yashica FX3 2000 era completamente manuale e se volevi scattare dovevi imparare le regole del caso, perciò ora mi ritrovo un bagaglio tecnico che mi permette di affrontare ogni macchina almeno nelle sue basi. L'approccio a diversi formati è per me gioia pura e sperimentazione. Non so come riesco a estrapolare il mondo attraverso esse, viene tutto naturale ed istintivo, forse 15 anni di visione di fotografie mi sono servite a qualcosa, è tutto dentro di me e pronto ad uscire al bisogno, ma ti giuro non saprei spiegare come...
L'approccio siucuramente è differente: con la reflex analogica hai 36 scatti e al costo di 5 euro a rullino + lo sviluppo e questo non ti permette di sparare a raffica come con la digitale che a costo zero (?????) ti permette 500 click (tanto tempo e tanta confusione nell'editing successivo), riflessioni e previsualizzazioni sono d'obbligo. Con la panoramica Kodak scendi a 4 fotogrammi per rullino 120, si puoi usarla a mano, ma sbagliare è davvero deprimente soprattutto se ne sbagli 4 insieme !!!!!
Il banco ottico è tutta un'altra storia, ti siedi prendi un caffè, ci ragioni su e credo che ti rimanga il tempo anche per una sigaretta; è tutto un altro mondo affascinante, il solo fatto di porsi sotto il telo per mettere a fuoco è poesia per il mio cuore... ma ripeto al momento è tutta sperimentazione di scatto abbinata alla sperimentazione di sviluppo. Per quanto riguarda la tua ultima domanda, non mi pongo il problema, sicuramente il digitale è il presente e futuro della fotografia, lo utilizzo con piacere ma difficilmente uso schede che superano i 4GB e con la D700 in RAW sono 160 scatti (già troppi). La realizzazione di un progetto fotografico richiede coerenza e studio, una volta individuato il tuo cammino e la tua storia puoi decidere in base alle difficoltà quale strumento usare, ma l'importante è avere ben preciso in mente cosa e dove scattare.
Mi fermo che il dovere mi chiama... a dopo per le altre risposte !!
urca e ora dove sbatto la testa...
comunque grazie, hai stimolato il mio cervello e allo stesso tempo, mi hai ricordato di averlo :(
nasco con l'analogico e anche se "cazzeggiavo" mi è servito a qualcosa. la mia seconda macchina una Yashica FX3 2000 era completamente manuale e se volevi scattare dovevi imparare le regole del caso, perciò ora mi ritrovo un bagaglio tecnico che mi permette di affrontare ogni macchina almeno nelle sue basi. L'approccio a diversi formati è per me gioia pura e sperimentazione. Non so come riesco a estrapolare il mondo attraverso esse, viene tutto naturale ed istintivo, forse 15 anni di visione di fotografie mi sono servite a qualcosa, è tutto dentro di me e pronto ad uscire al bisogno, ma ti giuro non saprei spiegare come...
L'approccio siucuramente è differente: con la reflex analogica hai 36 scatti e al costo di 5 euro a rullino + lo sviluppo e questo non ti permette di sparare a raffica come con la digitale che a costo zero (?????) ti permette 500 click (tanto tempo e tanta confusione nell'editing successivo), riflessioni e previsualizzazioni sono d'obbligo. Con la panoramica Kodak scendi a 4 fotogrammi per rullino 120, si puoi usarla a mano, ma sbagliare è davvero deprimente soprattutto se ne sbagli 4 insieme !!!!!
Il banco ottico è tutta un'altra storia, ti siedi prendi un caffè, ci ragioni su e credo che ti rimanga il tempo anche per una sigaretta; è tutto un altro mondo affascinante, il solo fatto di porsi sotto il telo per mettere a fuoco è poesia per il mio cuore... ma ripeto al momento è tutta sperimentazione di scatto abbinata alla sperimentazione di sviluppo. Per quanto riguarda la tua ultima domanda, non mi pongo il problema, sicuramente il digitale è il presente e futuro della fotografia, lo utilizzo con piacere ma difficilmente uso schede che superano i 4GB e con la D700 in RAW sono 160 scatti (già troppi). La realizzazione di un progetto fotografico richiede coerenza e studio, una volta individuato il tuo cammino e la tua storia puoi decidere in base alle difficoltà quale strumento usare, ma l'importante è avere ben preciso in mente cosa e dove scattare.
Mi fermo che il dovere mi chiama... a dopo per le altre risposte !!
...grazie per la risposta Marco...era quello che mi aspettavo di sentire da te...ovviamente :))
(...vedo che finalmente qualcuno ti pone delle domande...quindi ora posso leggere in tranquillità...invece di fare domande retoriche...per agitare queste acque piuttosto stagnanti...:)))))
buona domenica!
(...vedo che finalmente qualcuno ti pone delle domande...quindi ora posso leggere in tranquillità...invece di fare domande retoriche...per agitare queste acque piuttosto stagnanti...:)))))
buona domenica!
@ Laura: questi spazi, al momento, non sono affatto stagnanti, per fortuna. Vedo che c'è una risposta concreta e interessata. E personalmente ne sono davvero contenta e soddisfatta :-))
Sono esclusivi per una settimana, dopo di che rimangono sempre aperti. Diamo a tutti il tempo di leggere con serenità, metabolizzare, maturare una eventuale domanda. Con calma. Anche solo la lettura è cosa utile e costruttiva, a mio parere.
Questi nuovi spazi (mi riferisco anche al forum dedicato ai maestri della fotografia) puntano a creare effetti positivi nella community sulla lunga durata.
Oggi poi è una bellissima domenica di sole un po' dovunque in Italia, finalmente... Tanti di voi saranno usciti, spero.
Io stessa sono a casa solo perché obbligata a lavorare :-))
ciao e grazie :-)
Sono esclusivi per una settimana, dopo di che rimangono sempre aperti. Diamo a tutti il tempo di leggere con serenità, metabolizzare, maturare una eventuale domanda. Con calma. Anche solo la lettura è cosa utile e costruttiva, a mio parere.
Questi nuovi spazi (mi riferisco anche al forum dedicato ai maestri della fotografia) puntano a creare effetti positivi nella community sulla lunga durata.
Oggi poi è una bellissima domenica di sole un po' dovunque in Italia, finalmente... Tanti di voi saranno usciti, spero.
Io stessa sono a casa solo perché obbligata a lavorare :-))
ciao e grazie :-)