Analisi e Filosofia Fotografica:Capitolo 4
Salve a tutti
in questo capitolo vi parlero’ di idee e costruzione.
X molti la fotografia e’ solo cattura,
e’ come uscire in barca,
praticamente si va’ a pescare e tutto cio’ che cade nella rete
si mette nel secchio e si porta a casa,
basta avere l’attrezzatura giusta, il posto giusto, la pazienza
e ci si illude di avere sempre grossi risultati,
ma e’ sempre cosi’?
Onestamente anche io un tempo lo pensavo,
pero’ poi mi accorsi che non sempre tornavo a casa con dei bei pesci,
allora un giorno decisi che sperare solo nella fortuna non faceva al caso mio,
magari se si elabora un’idea e dopo la si costruisce sarebbe meglio,
poi e’ naturale che se durante la mia cattura mi capiti un qualcosa di interessante,
sono sicuro che non mi lascero’ sfuggire l’occasione.
Nella fotografia occorre talento,
il talento fotografico ha molte sfaccettature,
nei capitoli precedenti vi ho accennato come tirarlo fuori sul campo,
alcuni trucchetti x aiutarvi a capire cosa e’ interessante o meno,
pero’, se vi parlo di idee,
vi sto parlando anche di fantasia, estro e genialita’,
io oggi vi scrivero’ alcune mie idee che voi potrete tranquillamente mettere in atto,
pero’ purtroppo non potro’ mai spiegare come nasce e come sviluppare la fantasia,
questa e’ una dote che abbiamo un po’ tutti ma stara’ a voi tirarla fuori,
io mi limitero’ solo a stuzzicarla mostrandovi alcuni aspetti.
Dunque se pensiamo a Mozart,ci domandiamo perche’ era bravo?
potremmo affermare che ha avuto un bravo insegnante o magari un bel pianoforte?
Forse si.... forse no.......
il maestro e l’attrezzatura non fanno mai il talento,
io credo che anche con una pianola scassata e senza insegnante sarebbe riuscito a fare quello che ha fatto,
magari ci sarebbe voluto un po’ piu’ di tempo,
pero’ il suo genio alla fine avrebbe prevalso,
il talento c’e l’aveva dentro.....ma il trucco era tirarlo fuori.
Mozart non e’ nato col pianoforte,
pero’ quando comincio’ a suonare si scateno’ tutta la sua fantasia.
Scusate il paragone....
musica e fotografia,
voi e Mozart, amici quello che sto cercando di dire e’: lasciate che la vostra immaginazione si scateni.
e soprattutto divertendosi.......ok, fatta la premessa direi di cominciare.....
Allora si parte da un’idea.... cosa vogliamo fotografare?
Alcuni anni fa’ ci fu’ un lavoro di un mio carissimo amico che mi apri’ gli occhi
su un concetto che non avevo mai lontanamente pensato: Nascondere parte del soggetto,
fotografo’ solo una zampetta del suo gattino la quale era appoggiata ad un muro, risultato: chi guarda legge con la sua immaginazione eliminando la banalita’ fotografica.
Pensai molto a questa cosa e in un secondo momento cominciai a prospettare anche
un’altra soluzione che mi portasse sulla stessa lunghezza d’onda:
e se nascondessimo del tutto il soggetto?
usando i dettagli e la location l’immaginazione di chi osserva deve amplificarsi x forza di cose,
chi osserva un’immagine deve essere incuriosito,
gli occhi catturano e la mente deve elaborare un pensiero,
quindi non dobbiamo far altro che stuzzicare la mente...
Come????
Un tuffo?
Dovremmo metterci sotto una piattaforma ed aspettare che un temerario lo faccia?No.
Scegliamo un vecchio pontile di legno,in un’ora in cui la luce ci regali la magia (alba o tramonto), sistemiamo la macchina cavalletto e parte tecnica, alla fine del pontile poggiamo a terra degli indumenti e un’asciugamano sulla staccionata, se poi vogliamo dare un tocco in piu’ alla cosa(se c’e calma piatta sul mare) buttiamoci una pietra x immortalare anche il movimento dell’acqua
e clik..(tanti clik) il risultato? direi ottimo......
Se poi la vogliamo fare piu’ difficile ma Naturale:
Ci sono due fotografi in un pontile(devono fotografare un tuffo del loro amico)
il primo fa’ una ripresa spettacolare dal mare mentre il tuffatore e’ in aria,
l’altro fotografo scatta dal pontile una raffica di click in cui alla fine sceglie l’ultimo: un pontile con una paio di ciabatte e del tuffatore mentre che e’ in aria solo una parte, i Piedi...
Secondo voi quale dei due scatti avra’ avuto piu’ successo?
La miseria e la poverta’.... occorre andare in India, in Africa x farla??? NO.
Scegliamo il cortile di una vecchia casa abbandonata, stendiamo un filo, dei panni possibilmente dove ci sia molta sporcizia, appendiamo qualche abito semplice ma pulito,una gonna, qualche bavaglino e un paio di pantaloni x uomo, facciamo intendere che ci sia una famiglia disagiata che vive in quello squallore, povera ma pulita,
e se vogliamo mettere il fiore all’occhiello:Due pinze grosse(quelle dei cavi che fanno partire la macchina) appese nei pantaloni dell’uomo (erano finite e mollette)
una giornata di vento poi sarebbe ideale.
Come vedete anche da noi si puo’ costruire la poverta’,
questo e’ una scatto costruito, ma, nell’ipotesi che due fotografi vanno davanti ad una chiesa a fotografare dei mendicanti:
il primo fotografa scatta al mendicante mentre chiede l’elemosina,(x intero)
il secondo invece riprende due mani:
Nella prima si intravedono i polsini di una camicia pulita, orologio, fede al dito che porge dei soldi,l’altra ha il palmo della mano verso l’alto, e’ nuda ed e’ molto sporca........
Allora nel primo scatto abbiamo un uomo povero,
nel secondo abbiamo la poverta’,
capite la differenza?
Quello che noi dobbiamo fotografare e’ il concetto.
E’ indubbio che fotografando anche il suo viso potremmo cogliere anche qualche aspetto: sofferenza, vergogna, indifferenza, rabbia, abbandono.
Pero’ su questo si aprirebbe un dibattito sull’etica e sulla privacy...
e poi non sarei di parte (anche io ho qualche scheletro nell’armadio)
pero’ in tutta sincerita’(oggi) qualcosa in me’ e’ cambiato...........
Non sta a me’ dire cosa e’ giusto o sbagliato,
nel caso in questione posso solo dire che non occorre x forza di cose un primo piano,
basta anche un secondo e si possono ottenere grossi risultati.......
Stesso discorso cambiando tema: la Prostituzione......
Ci si mette davanti una porta d’albergo,un bel cartello con: NON DISTURBARE,
in basso sull’uscio due paia di scarpe:il primo da uomo, non molto eleganti, modello semplice, leggermente sporche e accanto un paio di scarpe a spillo mozzafiato.....
Ma torniamo ai due nostri amici fotografi x strada:
il primo scatta alla Lucciola(sperando che non gli tiri la borsetta sulla faccia)
si procura un 300 e lo scatto lo fa’ da lontano,
il seconda aspetta che arrivi un cliente,
lei si avvicina alla macchina e gli da’ le spalle (privacy)
il cliente e’ dentro l’auto e contattano il prezzo, allora lei si china entrando la testa nell’auto, click, un bel posteriore con minigonna e borsetta con relativa gamba alzata.......
(naturalmente anche questo si puo’ costruire)
l’importante sono i dettagli, sono loro che creano la realta’, ricordatelo sempre....
Vogliamo riprendere il sonno?
Tutti penseremo ad una persona che dorme.........
certo coglierne alcune espressioni, specie nei vecchi che fanno la pennichella sarebbe fantastico, ma se vogliamo costruirlo?
una libro aperto adagiato sul letto ed una mano che esce da delle lenzuola..........
La mafia? bastano due bossoli a terra in un vicolo..................
La vecchiaia? due vecchie mani all’uncinetto.................
Vogliamo una persona assorta?
Basterebbe che si collocasse di spalle alla finestra...... ma come?
Se si posiziona davanti e guarda fuori e’ troppo semplice.
deve abbassare lo sguardo verso il pavimento, cambia tutto,
una figura alla finestra di spalle non e’ detto che sia pensierosa,
puo’ anche guardare fuori, ma non abbiamo il suo viso preoccupato,
ma se, nonostante che sia alla finestra guarda il vuoto di un pavimento in cui non c’e nulla, ecco che il concetto decolla alla grande.
Sapete a volte anche un semplice gesto puo’ nascondere una grande storia,
tempo fa’ osservavo un lavoro di un amico,
una vecchia donna Sarda vestita di nero che camminava a sguardo chino,
c’era una vecchia strada di paese e lei era sulla destra del fotogramma,
(nel prossimo capitolo vi parlero’ di posizioni, un capitolo molto importante)
dunque x alcuni uno sguardo chino non puo’ valer nulla,
ma x me che sono del Sud, in quello scatto c’era una tradizione che x fortuna sta scomparendo, il problema e’ vederla, sentirla, e forse nemmeno il mio amico fotografo aveva notato.
Molte volte nemmeno noi fotografi riusciamo in quell’attimo a capire cosa abbiamo fatto, ma se dovessimo ricreare quello scatto con un nostro attore il discorso cambia,
il capo chino e’ d’obbligo... perche’? Perche’ sposa il lutto e vi dico il perche’........
Io sono Siciliano, un tempo in Sicilia le donne fin dall’adolescenza camminavano x strada a capo chino,lo facevano x dimidezza, incrociare lo sguardo di un ragazzo metteva imbarazzo, tuttavia quando lo si faceva c’era un motivo ben preciso: era il segnale che il ragazzo le piaceva, allora il picciotto si faceva avanti e la fermava x strada, lei alzava lo sguardo a cominciava il corteggiamento, ma non finiva li’, dopo sposati lei camminando non alzava mai lo sguardo, una donna a testa alta era in cerca di qualcosa,persino la camminata era sintomo di pettegolezzi:una donna a passo svelto e capo chino era una cosa, sguardo alto e camminata lenta era donnaccia......
Stavolta il capo chino non era piu’ x la timidezza ma x costume, tradizione, usanza.
Poi il marito moriva, il nero del lutto, anche nelle calde e torride giornate d’estate, x strada al lavoro, a casa e x sempre......
Risposarsi era molto difficile,il nero x le donne di adesso e’ eleganza, abito da sera,
x quelle di un tempo era una tortura infinita, ma i loro sguardi tristi continuavano ad essere abbassati...... perche’?
Perche’ x una vita intera non avevano fatto altro, adesso che sono a lutto,
percorrono quelle strade in cui il peso della loro vita ha chinato il loro capo.......
alzarlo adesso non avrebbe piu’ senso, e’ troppo tardi......
Naturalmente questa tradizione e’ quasi scomparsa....
ma se io o voi oggi dovessimo costruire una scena simile
o ci ritrovassimo a fotografare una vecchietta a lutto,
credo che la prima cosa che ci verra’ in mente sara’ questa:
A capo chino x favore............
in questo capitolo vi ho fatto alcuni esempi, poi vi ho raccontato una storia,
nel capitolo precedente un’altra storia: quella dei miei genitori e come adesso si amino perche’ hanno piu’ tempo.............perche’?
In queste pagine e in quelle che verranno io cerchero’ di inculcarvi a forza che la fotografia non e’ solo un’immagine, bella, la fotografia deve essere anche uno stile di vita, un modo di pensare che vada oltre alla semplice apparenza, se si riesce a scavare dentro di noi possiamo cogliere degli aspetti sopiti che mai avremmo pensato di avere, se vi parlo di costruzione fotografica non vuol dire che le foto debbano essere x forza di cose costruite, ma se lo facciamo facciamolo ad arte,
dobbiamo essere bravi registi da oscar sia nella costruzione che nella realta’,
costruendo calcoleremo tutti i dettagli e sfrutteremo la nostra fantasia,
invece,immortalando la realta’ sapremo quale momento cogliere affidandoci non solo alla fortuna, ma all’esperienza e all’intuito di capire cosa cogliere.........
ok, come accennato al prossimo capitolo parleremo di posizioni fotografiche,
a presto e grazie x le vostre visite......
in questo capitolo vi parlero’ di idee e costruzione.
X molti la fotografia e’ solo cattura,
e’ come uscire in barca,
praticamente si va’ a pescare e tutto cio’ che cade nella rete
si mette nel secchio e si porta a casa,
basta avere l’attrezzatura giusta, il posto giusto, la pazienza
e ci si illude di avere sempre grossi risultati,
ma e’ sempre cosi’?
Onestamente anche io un tempo lo pensavo,
pero’ poi mi accorsi che non sempre tornavo a casa con dei bei pesci,
allora un giorno decisi che sperare solo nella fortuna non faceva al caso mio,
magari se si elabora un’idea e dopo la si costruisce sarebbe meglio,
poi e’ naturale che se durante la mia cattura mi capiti un qualcosa di interessante,
sono sicuro che non mi lascero’ sfuggire l’occasione.
Nella fotografia occorre talento,
il talento fotografico ha molte sfaccettature,
nei capitoli precedenti vi ho accennato come tirarlo fuori sul campo,
alcuni trucchetti x aiutarvi a capire cosa e’ interessante o meno,
pero’, se vi parlo di idee,
vi sto parlando anche di fantasia, estro e genialita’,
io oggi vi scrivero’ alcune mie idee che voi potrete tranquillamente mettere in atto,
pero’ purtroppo non potro’ mai spiegare come nasce e come sviluppare la fantasia,
questa e’ una dote che abbiamo un po’ tutti ma stara’ a voi tirarla fuori,
io mi limitero’ solo a stuzzicarla mostrandovi alcuni aspetti.
Dunque se pensiamo a Mozart,ci domandiamo perche’ era bravo?
potremmo affermare che ha avuto un bravo insegnante o magari un bel pianoforte?
Forse si.... forse no.......
il maestro e l’attrezzatura non fanno mai il talento,
io credo che anche con una pianola scassata e senza insegnante sarebbe riuscito a fare quello che ha fatto,
magari ci sarebbe voluto un po’ piu’ di tempo,
pero’ il suo genio alla fine avrebbe prevalso,
il talento c’e l’aveva dentro.....ma il trucco era tirarlo fuori.
Mozart non e’ nato col pianoforte,
pero’ quando comincio’ a suonare si scateno’ tutta la sua fantasia.
Scusate il paragone....
musica e fotografia,
voi e Mozart, amici quello che sto cercando di dire e’: lasciate che la vostra immaginazione si scateni.
e soprattutto divertendosi.......ok, fatta la premessa direi di cominciare.....
Allora si parte da un’idea.... cosa vogliamo fotografare?
Alcuni anni fa’ ci fu’ un lavoro di un mio carissimo amico che mi apri’ gli occhi
su un concetto che non avevo mai lontanamente pensato: Nascondere parte del soggetto,
fotografo’ solo una zampetta del suo gattino la quale era appoggiata ad un muro, risultato: chi guarda legge con la sua immaginazione eliminando la banalita’ fotografica.
Pensai molto a questa cosa e in un secondo momento cominciai a prospettare anche
un’altra soluzione che mi portasse sulla stessa lunghezza d’onda:
e se nascondessimo del tutto il soggetto?
usando i dettagli e la location l’immaginazione di chi osserva deve amplificarsi x forza di cose,
chi osserva un’immagine deve essere incuriosito,
gli occhi catturano e la mente deve elaborare un pensiero,
quindi non dobbiamo far altro che stuzzicare la mente...
Come????
Un tuffo?
Dovremmo metterci sotto una piattaforma ed aspettare che un temerario lo faccia?No.
Scegliamo un vecchio pontile di legno,in un’ora in cui la luce ci regali la magia (alba o tramonto), sistemiamo la macchina cavalletto e parte tecnica, alla fine del pontile poggiamo a terra degli indumenti e un’asciugamano sulla staccionata, se poi vogliamo dare un tocco in piu’ alla cosa(se c’e calma piatta sul mare) buttiamoci una pietra x immortalare anche il movimento dell’acqua
e clik..(tanti clik) il risultato? direi ottimo......
Se poi la vogliamo fare piu’ difficile ma Naturale:
Ci sono due fotografi in un pontile(devono fotografare un tuffo del loro amico)
il primo fa’ una ripresa spettacolare dal mare mentre il tuffatore e’ in aria,
l’altro fotografo scatta dal pontile una raffica di click in cui alla fine sceglie l’ultimo: un pontile con una paio di ciabatte e del tuffatore mentre che e’ in aria solo una parte, i Piedi...
Secondo voi quale dei due scatti avra’ avuto piu’ successo?
La miseria e la poverta’.... occorre andare in India, in Africa x farla??? NO.
Scegliamo il cortile di una vecchia casa abbandonata, stendiamo un filo, dei panni possibilmente dove ci sia molta sporcizia, appendiamo qualche abito semplice ma pulito,una gonna, qualche bavaglino e un paio di pantaloni x uomo, facciamo intendere che ci sia una famiglia disagiata che vive in quello squallore, povera ma pulita,
e se vogliamo mettere il fiore all’occhiello:Due pinze grosse(quelle dei cavi che fanno partire la macchina) appese nei pantaloni dell’uomo (erano finite e mollette)
una giornata di vento poi sarebbe ideale.
Come vedete anche da noi si puo’ costruire la poverta’,
questo e’ una scatto costruito, ma, nell’ipotesi che due fotografi vanno davanti ad una chiesa a fotografare dei mendicanti:
il primo fotografa scatta al mendicante mentre chiede l’elemosina,(x intero)
il secondo invece riprende due mani:
Nella prima si intravedono i polsini di una camicia pulita, orologio, fede al dito che porge dei soldi,l’altra ha il palmo della mano verso l’alto, e’ nuda ed e’ molto sporca........
Allora nel primo scatto abbiamo un uomo povero,
nel secondo abbiamo la poverta’,
capite la differenza?
Quello che noi dobbiamo fotografare e’ il concetto.
E’ indubbio che fotografando anche il suo viso potremmo cogliere anche qualche aspetto: sofferenza, vergogna, indifferenza, rabbia, abbandono.
Pero’ su questo si aprirebbe un dibattito sull’etica e sulla privacy...
e poi non sarei di parte (anche io ho qualche scheletro nell’armadio)
pero’ in tutta sincerita’(oggi) qualcosa in me’ e’ cambiato...........
Non sta a me’ dire cosa e’ giusto o sbagliato,
nel caso in questione posso solo dire che non occorre x forza di cose un primo piano,
basta anche un secondo e si possono ottenere grossi risultati.......
Stesso discorso cambiando tema: la Prostituzione......
Ci si mette davanti una porta d’albergo,un bel cartello con: NON DISTURBARE,
in basso sull’uscio due paia di scarpe:il primo da uomo, non molto eleganti, modello semplice, leggermente sporche e accanto un paio di scarpe a spillo mozzafiato.....
Ma torniamo ai due nostri amici fotografi x strada:
il primo scatta alla Lucciola(sperando che non gli tiri la borsetta sulla faccia)
si procura un 300 e lo scatto lo fa’ da lontano,
il seconda aspetta che arrivi un cliente,
lei si avvicina alla macchina e gli da’ le spalle (privacy)
il cliente e’ dentro l’auto e contattano il prezzo, allora lei si china entrando la testa nell’auto, click, un bel posteriore con minigonna e borsetta con relativa gamba alzata.......
(naturalmente anche questo si puo’ costruire)
l’importante sono i dettagli, sono loro che creano la realta’, ricordatelo sempre....
Vogliamo riprendere il sonno?
Tutti penseremo ad una persona che dorme.........
certo coglierne alcune espressioni, specie nei vecchi che fanno la pennichella sarebbe fantastico, ma se vogliamo costruirlo?
una libro aperto adagiato sul letto ed una mano che esce da delle lenzuola..........
La mafia? bastano due bossoli a terra in un vicolo..................
La vecchiaia? due vecchie mani all’uncinetto.................
Vogliamo una persona assorta?
Basterebbe che si collocasse di spalle alla finestra...... ma come?
Se si posiziona davanti e guarda fuori e’ troppo semplice.
deve abbassare lo sguardo verso il pavimento, cambia tutto,
una figura alla finestra di spalle non e’ detto che sia pensierosa,
puo’ anche guardare fuori, ma non abbiamo il suo viso preoccupato,
ma se, nonostante che sia alla finestra guarda il vuoto di un pavimento in cui non c’e nulla, ecco che il concetto decolla alla grande.
Sapete a volte anche un semplice gesto puo’ nascondere una grande storia,
tempo fa’ osservavo un lavoro di un amico,
una vecchia donna Sarda vestita di nero che camminava a sguardo chino,
c’era una vecchia strada di paese e lei era sulla destra del fotogramma,
(nel prossimo capitolo vi parlero’ di posizioni, un capitolo molto importante)
dunque x alcuni uno sguardo chino non puo’ valer nulla,
ma x me che sono del Sud, in quello scatto c’era una tradizione che x fortuna sta scomparendo, il problema e’ vederla, sentirla, e forse nemmeno il mio amico fotografo aveva notato.
Molte volte nemmeno noi fotografi riusciamo in quell’attimo a capire cosa abbiamo fatto, ma se dovessimo ricreare quello scatto con un nostro attore il discorso cambia,
il capo chino e’ d’obbligo... perche’? Perche’ sposa il lutto e vi dico il perche’........
Io sono Siciliano, un tempo in Sicilia le donne fin dall’adolescenza camminavano x strada a capo chino,lo facevano x dimidezza, incrociare lo sguardo di un ragazzo metteva imbarazzo, tuttavia quando lo si faceva c’era un motivo ben preciso: era il segnale che il ragazzo le piaceva, allora il picciotto si faceva avanti e la fermava x strada, lei alzava lo sguardo a cominciava il corteggiamento, ma non finiva li’, dopo sposati lei camminando non alzava mai lo sguardo, una donna a testa alta era in cerca di qualcosa,persino la camminata era sintomo di pettegolezzi:una donna a passo svelto e capo chino era una cosa, sguardo alto e camminata lenta era donnaccia......
Stavolta il capo chino non era piu’ x la timidezza ma x costume, tradizione, usanza.
Poi il marito moriva, il nero del lutto, anche nelle calde e torride giornate d’estate, x strada al lavoro, a casa e x sempre......
Risposarsi era molto difficile,il nero x le donne di adesso e’ eleganza, abito da sera,
x quelle di un tempo era una tortura infinita, ma i loro sguardi tristi continuavano ad essere abbassati...... perche’?
Perche’ x una vita intera non avevano fatto altro, adesso che sono a lutto,
percorrono quelle strade in cui il peso della loro vita ha chinato il loro capo.......
alzarlo adesso non avrebbe piu’ senso, e’ troppo tardi......
Naturalmente questa tradizione e’ quasi scomparsa....
ma se io o voi oggi dovessimo costruire una scena simile
o ci ritrovassimo a fotografare una vecchietta a lutto,
credo che la prima cosa che ci verra’ in mente sara’ questa:
A capo chino x favore............
in questo capitolo vi ho fatto alcuni esempi, poi vi ho raccontato una storia,
nel capitolo precedente un’altra storia: quella dei miei genitori e come adesso si amino perche’ hanno piu’ tempo.............perche’?
In queste pagine e in quelle che verranno io cerchero’ di inculcarvi a forza che la fotografia non e’ solo un’immagine, bella, la fotografia deve essere anche uno stile di vita, un modo di pensare che vada oltre alla semplice apparenza, se si riesce a scavare dentro di noi possiamo cogliere degli aspetti sopiti che mai avremmo pensato di avere, se vi parlo di costruzione fotografica non vuol dire che le foto debbano essere x forza di cose costruite, ma se lo facciamo facciamolo ad arte,
dobbiamo essere bravi registi da oscar sia nella costruzione che nella realta’,
costruendo calcoleremo tutti i dettagli e sfrutteremo la nostra fantasia,
invece,immortalando la realta’ sapremo quale momento cogliere affidandoci non solo alla fortuna, ma all’esperienza e all’intuito di capire cosa cogliere.........
ok, come accennato al prossimo capitolo parleremo di posizioni fotografiche,
a presto e grazie x le vostre visite......
Beh ... da amante della ritrattistica e della figura umana in genere, aspetto con molta curiosità !
Tutto interessantissimo, ad ogni capitolo nuovo, imparo di più...grazie.
anche questo capitolo ... eccezionale!
Caro Seby,
sei bravissimo, ma anche la scrittura è significativa per chi vuole parlare di concettualità:
PER favore, scrivi PER e non digitare la ICS.
Con simpatia...
sei bravissimo, ma anche la scrittura è significativa per chi vuole parlare di concettualità:
PER favore, scrivi PER e non digitare la ICS.
Con simpatia...
Argomento determinante per la formazione e la crescita della cultura fotografica. Ottimo articolo grazie.
Grazie Seby per i tuoi validissimi consigli.
La mia curiosità per il prossimo capitolo sulle pose aumenta ...
Grandioso! Sono appena entrato in questa community e questo primo argomento mi ha praticamente incantato!
Sono stato folgorato dai tuoi argomenti,raramente ho letto di fotografia in maniera così interessante ed approfondita. Grazie Seby. un saluto.
24.12.13, 11:15
Messaggio 11 di 14
non aggiungo altri commenti a quelli già fatti... bravissimo Seby !
25.12.13, 23:31
Messaggio 12 di 14
caro Seby, mi piacerebbe sapere che ne pensi di queste poche parole che ho scritto sul mio profilo di Facebook:
" Poi ci sono gli scatti frutto del solo istinto che non calcoli affatto, che non mediti assolutamente ma che cerchi lungo il tuo cammino perchè sono solo quelli che più ti emozionano e che ti fanno sempre più innamorare di quello che stai facendo, anche se ti ritrovi a sudare come un mulo o ad intirizzirti da sentirti come un ghiacciolo !"
grazie, Aldo
" Poi ci sono gli scatti frutto del solo istinto che non calcoli affatto, che non mediti assolutamente ma che cerchi lungo il tuo cammino perchè sono solo quelli che più ti emozionano e che ti fanno sempre più innamorare di quello che stai facendo, anche se ti ritrovi a sudare come un mulo o ad intirizzirti da sentirti come un ghiacciolo !"
grazie, Aldo
Sono belle parole Aldo...
gli scatti ad ISTINTO non e' vero che contano poco,
pero' devi considerare il fatto che: DIPENDE QUALE ISTINTO NO?
Riguardo alle emozioni... ricordati sempre che non bastano solo le tue,
bisogna trasmetterle agli altri....
ti faccio un esempio; tu fotografi tuo figlio che spegne le candeline, un'emozione fortissima... ma x te.
chi ti dice che hai fatto un bel lavoro? cosa stai trasmettendo agli altri x essere apprezzata?
forse si e forse no......
nessuna certezza, anche se nell'album di famiglia e' un capolavoro.
Prova ad oscurare la stanza,accendi le candeline, primo piano quasi di spalle,
un profilo di ragazzino nella penombra, un viso oscurato, candeline a fuoco,
alcune figure sullo sfondo completamente sfocate......
Chi osserva gli regali un ricordo:
non ci sono visi nitidi su cui non e' difficile pensare....
E' IL MIO COMPLEANNO.... in compleanno a cui tutti,
quel dolce ricordo a cui noi grandi non e' piu' concesso.......
Siamo cresciuti amico mio, quel dolce ricordo svanito adesso e' reale.
Ti ho fatto solo un esempio, varianti infinite,
la fotografia e' vero che deve trasmettere emozioni....
ma non lasciare mai che siano solo TUE.... capisci?
Un abbraccio......
gli scatti ad ISTINTO non e' vero che contano poco,
pero' devi considerare il fatto che: DIPENDE QUALE ISTINTO NO?
Riguardo alle emozioni... ricordati sempre che non bastano solo le tue,
bisogna trasmetterle agli altri....
ti faccio un esempio; tu fotografi tuo figlio che spegne le candeline, un'emozione fortissima... ma x te.
chi ti dice che hai fatto un bel lavoro? cosa stai trasmettendo agli altri x essere apprezzata?
forse si e forse no......
nessuna certezza, anche se nell'album di famiglia e' un capolavoro.
Prova ad oscurare la stanza,accendi le candeline, primo piano quasi di spalle,
un profilo di ragazzino nella penombra, un viso oscurato, candeline a fuoco,
alcune figure sullo sfondo completamente sfocate......
Chi osserva gli regali un ricordo:
non ci sono visi nitidi su cui non e' difficile pensare....
E' IL MIO COMPLEANNO.... in compleanno a cui tutti,
quel dolce ricordo a cui noi grandi non e' piu' concesso.......
Siamo cresciuti amico mio, quel dolce ricordo svanito adesso e' reale.
Ti ho fatto solo un esempio, varianti infinite,
la fotografia e' vero che deve trasmettere emozioni....
ma non lasciare mai che siano solo TUE.... capisci?
Un abbraccio......
Un saluto Seby. Quando potrai, mi interesserebbe molto il capitolo sulle pose che dicesti che avresti pubblicato.
Spero di leggerlo presto e sono sicuro che sarà anche questo interessante e ricco di spunti e stimoli come il resto dei tuoi ottimi precedenti lavori.
Grazie. Stefano.
Spero di leggerlo presto e sono sicuro che sarà anche questo interessante e ricco di spunti e stimoli come il resto dei tuoi ottimi precedenti lavori.
Grazie. Stefano.