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Progetto "Foto&Racconti": Desideri (Crosilla Spifferi-Rigoglioso)

Progetto "Foto&Racconti": Desideri (Crosilla Spifferi-Rigoglioso)

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Progetto "Foto&Racconti": Desideri (Crosilla Spifferi-Rigoglioso)

Desideri

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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Crosilla_Rigoglioso_desideri.pdf

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Fotografia di
Racconto di Rosalba Crosilla
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“Accidenti a lei, che razza di gambe c'ha questa! Neppure un capillare, polpaccio disegnato ma morbido... Eh, faccio proprio schifo, io, al confronto!
Chissà quanti anni ha... e non dev'essere giovanissima, anche se le sue gambe possono far invidia ad una diciottenne!
Mi sa che abbia più o meno la mia età... eh... Con le debite differenze fisiche, però...
Probabilmente è anche il suo portamento a farla sembrare così… perfetta! Testa alta, spalle indietro, sicura di sé... tutto quello che a me è sempre mancato...!
Ma forse basta concentrarsi su se stesse ed autoconvincersi di esser belle, poi il camminare in modo così sicuro diventa automatico.
E sa pure vestirsi bene, questa! Qua c'è tutto da imparare...
Non deve spendere molto, per l'abbigliamento, però, non c'è che dire, ha gusto!
Tutto curato a puntino: accostamento di colori, accostamento di fogge... pure un po' particolare, ma sicuramente d'effetto, mani curate, capelli pure...
Ma dove lo troverà il tempo!
Forse si tratta solo di voglia… o forse non ha altri pensieri per la testa che vestirsi accuratamente e curare il proprio aspetto.
Certo che non so cosa pagherei per essere così, eh!
Chissà, probabilmente neppure lavora, questa...
Si sarà sposata con uno che la mantiene e lei fa la bella vita, tra parrucchiere, estetista, palestra, shopping...
Eh, a chi tutto e a chi niente! Questa è la vita!
Io non riesco a trovare uno straccio d'uomo decente manco a cercarlo col lanternino e per fortuna che col lavoro mi va più che bene e di problemi economici non se ne parla… certo che il suo tempo libero per far quel cavolo che mi pare, col piffero che ce l'ho!
NO! Non è possibile! E' Carla!
Ma dimmi tu… se il riflesso nella vetrina non m'ha tratto in inganno, è proprio lei!
Ora la fermo...”.
“Carla!”
“Anna! Che piacere incontrarti dopo tanto tempo. Come stai?”
“Bene, grazie… Sai, son 10 minuti che ti cammino dietro e per tutto il tempo non ho fatto altro che guardarti e desiderare d'esser come te! Stai benissimo! Elegantissima, anzi, proprio un tipino che non passa inosservato! Complimenti, pure un po' invidiosi”.
“Grazie, Anna... ma non devi invidiarmi né desiderare d'esser come me… sai, non tutto è sempre come sembra, anzi quasi mai. Massimo un anno... di vita, intendo. Già, terza recidiva… e stavolta proprio non ho chance...
Vista di spalle posso ancora sembrare quella d'un tempo, invecchiata, certo, ma il fisico sembra intatto, il portamento pure; vista davanti i segni della verità profonda, del dolore, della fine, credo siano incontrovertibili: è come quando, di sera, ci si toglie il trucco, la maschera, l'apparenza e ci ritroviamo irrimediabilmente davanti a noi stessi.
Ecco… mi stai guardando negli occhi e non puoi non notare che il mio sguardo è altrove. All'interno di me stessa, forse, quasi verso un'altra realtà, quella più profonda, o forse è completamente offuscato dal dolore...
“Sento” la risposta nello sguardo di coloro che mi vogliono bene, sento che pensano che sono già morta: il mio sguardo è solo umano, Anna, profondamente, fragilmente e fugacemente umano.
Proteggo come un figlio, per quanto posso, questo dolore e questa fragilità, dagli sguardi dei presunti sani, perché è mio, quasi sacro, rappresenta l'antitesi alla Carla d'un tempo, quella che conoscevi, vissuta nell'esasperazione dell'apparenza, del guscio esteriore, e ne sottolinea gli errori.
Quella Carla ha dovuto crescere in malo modo, amica mia, scoprendo all'improvviso che le sue cellule, tanto curate, mutavano e fagocitavano se stesse: una ribellione violenta, oserei definirla, di me stessa contro me stessa.
… Filosofia pura, senza senso, visto che si tratta solo di vita e morte, com'è per ogni essere vivente dall'inizio del tempo: l'una compensa e determina l'altra.
Oh, niente lacrime! Non parlo per rattristarti, piuttosto vorrei farti capire...
Hai sentito? Un alito di vento, tra i gas di scarico di questa stramba città. L'hai sentito? Era carico d'umidità e di sale, quello che ti pizzica le narici quando lo respiri… Dio, che buono!
Il mio sguardo è rivolto all'interno di me stessa, non vedo più le vetrine, mi curo per non incontrare la pietà sbagliata, quella rivolta al “diverso”, negli occhi degli altri, ma vivo profondamente quando una brezza come questa arriva fino a me, quando incrocio lo sguardo di un gatto o di un cane che mi “riconoscono” e mi accettano come simile, come semplice essere vivente. Vivo nel sorriso d'un bambino che non legge in me la diversità; vivo nel sentire ancora la pioggia o il sole, o il freddo pungente sulla mia pelle.
Vivo nel sentire dolore, nell'aggrapparmi al bordo del tavolo per impedire che mi trascini via.
Vivo al pensiero d'averti dato un'altra chance, un altro punto di vista, una possibilità di comprensione, senza doverne pagare il prezzo sulla tua pelle come ho dovuto far io.
Ora salutami! Dammi un bacio, regalami un sorriso che possa farmi vivere un istante. Addio, Anna”.
Se n'è andata sorridendo ed io, di sorridere, non ho alcuna voglia...
Resto qua, attonita, tra il traffico, la puzza di smog, la gente che si urta frettolosa, il marciapiede sporco e le vetrine luminose.
Cerco nell'aria quell'alito di vento dal sapore salmastro.
Chiedo al cielo, oltre i fili elettrici dei tram, un raggio di sole che mi scaldi o una grandinata violenta che mi scuota, ma tutto è come prima.
Solo io sono cambiata.

Commenti 2

  • RobyB. 20/07/2011 14:43

    complimenti...

  • Francesco Torrisi 20/07/2011 11:32

    La vacuità delle nostre attuali priorità.
    La vita raccontata in questa storia ti riporta giustamente al nucleo primario del nostro essere.
    Toglie i vestiti dei manichini che si vedono in questa foto ma anche nella realtá, ti lascia nudo e ti obbliga a riconsiderarti come essere umano.

    Complimenti ad entrambi !!!!