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"Ritratto di bimbo" di Paolo Pasquino

"Ritratto di bimbo" di Paolo Pasquino

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"Ritratto di bimbo" di Paolo Pasquino

Lensbaby.
paolo pasquino

Commenti 26

  • paolo pasquino 04/07/2011 11:15

    .. ringrazio tutti gli intervenuti.. (proprio tutti, neh.. :)
  • Neocle Giordani 04/07/2011 8:29

    Invece in questa foto, come in moltissime altre del genere, c'è molto del mondo odierno: c'è la capacità di gabbare gli osservatori, di ingannare il pubblico, per riuscire a "vendere il prodotto" (la pubblicità) a "farsi eleggere" (la politica) a "fare audience" (la TV).
    E il tutto funziona. Non c'è più il bambino che grida:
    "Il Re è nudo!"
    E la folla continua ad ammirare un vestito che non c'è.
  • Franco Farina 04/07/2011 8:08

    Prendi un bambino, mettilo dove si trova abitualmente, in casa (vedi il dettaglio "significativo" del tendaggio),"agitalo" attraverso l'utilizzo di un aggeggio ottico di modernissima fattura, vignetta per dare un'atmosfera dark, converti in bn, alla meno peggio, anzi meno che meglio, così fa più "analogico" e il gioco è fatto.
    Se questa sarebbe la formula per ottenere una foto con l'anima, beh, facciamo spazio, c'è posto per tutti...
    La verità è che non si ragiona con onestà, ci si schiera da una parte o dall'altra. E così si riesce a vedere cose che non ci sono. In questa foto non c'è niente, a parere mio.
  • gianni pane 03/07/2011 9:58

    Pienamente d'accordo con Carlo Pollaci,tutta questa poesia e questa bellezza non ce la trovo in una foto che personalmente ha solo del mosso senza nessun punto di riferimento e.....sopratutto senza un perchè.....
  • Maricla Martiradonna 02/07/2011 20:52

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Difficile non intervenire...
    all'ultimo Giordani/Pollaci:
    per me... è una proiezione interiore, e non si misura col bello (quello inteso a protezione/confronto/conforto di un modo di pensare, di produrre, di fare fotoriscontro)... perché non ne ha le caratteristiche... e non le vuole avere.
    A volte ci si misura con ricezioni singole, sfaccettature figurali che nulla hanno da spartire con i canoni della 'bella' foto... anzi, proprio per le stesse ragioni li negano.
    La sintonia richiesta per la lettura non è in minaccia di spocchiosità, o chissà che altro... è piuttosto in richiamo d'empatia su quello che chi scatta vorrebbe partecipare a chi vede... il soggetto ripreso è dettaglio all'uso, niente più.
    C'è chi in 'strettoia di via' vede cieli in liberazione, chi, allo stesso uscio, ne sintetizza (o prova a farlo) l'inquietudine. Chi in 'palazzi in rovina' ne figura suggestioni da 'intervallo anni 60', chi ne aumenta l'appannatura... chi cerca nella figura 'la' più pulita in nitidezza... chi la moltiplica negandone i naturali confini...
    Qui... per me, non c'entra il bello, non c'entra nulla.
    Si può non essere in accordo, non comprendere o chissà. Ma tant'è, e qui concordo con Giordani, ad ognuno il proprio gusto...".
  • Carlo Pollaci 02/07/2011 15:16

    All’inizio della discussione, prefigurando gli sviluppi che la stessa avrebbe avuto, ho “passato la mano”.
    Con il massimo rispetto per tutti gli interventi, non posso (“naturalmente”) che concordare con l’unica voce fuori dal coro (oltre la mia), cioè quella di Neocle Giordani. Faccio mie le sue considerazioni e, riprendendone l’ultima: >, ne rilancio l’implicita (provocatoria quanto si vuole ma, secondo me, assolutamente sensata) domanda :
    - perché è bella questa fotografia?

    Spero (ma ne dubito) giungano risposte che vadano al di la dello scontato stereotipo “è bello ciò che piace”.
  • Neocle Giordani 02/07/2011 15:01

    Beh, se devo scegliere tra le pitture rupestri e la merda in scatola...

    Continuo a non capire... ma non importa.
    Mi conforta il fatto di essere in buona compagnia di qualcuno che capisce di fotografia (Carlo Pollaci), anche se lui, più intelligentemente di me,ha deciso di non sprecare il suo tempo e si è chiamato fuori dalla discussione.
    Vedo con piacere che cominciano ad arrivare a cercare applausi altre foto del genere.
    Buon divertimento, d'altronde si sa:
    "De gustibus..."
  • Alessandro Russo 02/07/2011 14:52

    quando l' autore da' il meglio di se
  • Ambra Menichini 02/07/2011 14:41

    ............se è per questo neanche noi capiamo le foto cartolina.........perfettine..............pulitine.............fatte a modo............tutta tecnica.......limpidissime..........senza anima...........

    limite nostro

    ............se fosse come dici tu in pittura saremmo ancora alle pitture rupestri..........mica male ma il mondo avanza e per fortuna ognuno può ritagliarsi i suoi spazi..........


    questo tipo di spazio.............quello che occupa questa foto ..............a noi è molto gradito..........

    è un linguaggio, non provocazione .......distinguibile e quindi anche molto eloquente........

    grazie per l'attenzione

    A & G
  • Neocle Giordani 02/07/2011 12:44

    La soggettività del giudizio, il gusto personale, è proprio ciò che intendevo nel mio primo intervento. Mi chiedevo come è stato che queste odierne “mode” che producono foto “difettose”, mi si passi il temine, abbiano tanto successo di pubblico: forse proprio perché sono mode e come tali vanno seguite?
    Non riesco a capire come possano venire definite belle o addirittura meravigliose (ho allargato il discorso e non mi riferisco solo a questa foto in particolare) immagini deturpate, sporche, al limite della leggibilità (se non oltre).
    L’Arte?
    Sarà certamente un limite mio, ma non riesco a vedere il valore artistico dei tagli di Fontana, né tantomeno dei barattoli di merda di Piero Manzoni, né delle odierne provocazioni di Cattelan e tanti altri.
    Ecco, provocazioni. Se le consideriamo tali, mi sta bene, se le osanniamo come opere di genio, un po’ meno.
    Se mi si macchia il sensore è una disgrazia e farò foto criticabili, se invece la macchia ce la metto io appositamente sono un genio?
    Se spalmo l’obiettivo di Nutella (cambio materiale rispetto all’artista Manzoni per una questione puramente olfattiva) e scatto delle foto cosa faccio?
    Creatività? Ricerca stilisitica? Invento un nuovo linguaggio fotografico?
    Secondo me, intanto gli “artisti” se la ridono alle spalle di critici e fruitori.
  • Ambra Menichini 02/07/2011 9:21

    @Neocle..............scusaci abbiamo sbagliato nome...........
    il concetto comunque rimane lo stesso

    .............il bello, come l'arte, e le stesse emozioni (anche quelle negative) sono soggettive...........quindi anche la definizione di "bello" lo è...........


    grazie dell'attenzione

    A & G

  • Neocle Giordani 02/07/2011 2:17

    Non vedendo alcun commento firmato Ettore ed essendo stato l'unico a parlare di foto mai stampate, ho il sospetto che questo intervento sia rivolto a me e quindi rispondo.
    Personalmente ritengo che le emozioni (positive) nascano da cose (immagini) belle. Di quelle negative ne arrivano già abbastanza senza andarsele a cercare.
    Il genere di foto cui ho accennato non mi suscita alcuna emozione positiva, ma solo la domanda:
    "perchè?" a cui non trovo risposte.
    D'altronde nessuno di coloro che ha definito bella questa foto ha minimamente spiegato che cosa ci vede di bello...
  • Ambra Menichini 01/07/2011 22:07

    ritratto con firma

    @Ettore........chissà quante emozioni sono scomparse in quelle foto mai stampate.........

    A & G
  • Angelo Berlendis 01/07/2011 11:35

    A mio avviso quando un fotografo ha raggiunto un controllo totale della fotografia convenzionale, ossia quando egli dispone di un bagaglio tecnico che gli permette di esprimere con precisione la fotografia canonica (intesa la fotografia subordinata alle regole accademiche) può permettersi sperimentazioni "eretiche", la ricerca di un linguaggio spostato rispetto le correnti dominanti. Personalmente lo percepisco come un percorso di ricerca (e come tale si porta appresso i rischi di non essere digerito o compreso), mi pare comunque un moto virtuoso, positivo che potenzialmente può portare un valore aggiunto al linguaggio fotografico. Comunque ribadisco che quando un autore si distingue mediante il suo stile, nonostante l'anonimato, è sintomo di una tecnica fotografica peculiare, dunque tutt'altro che casuale.
  • Neocle Giordani 30/06/2011 20:38

    Quando (negli anni 70/80 dell’ultimo secolo dello scorso millennio) lavoravo in un laboratorio fotografico, c’era con i clienti che portavano i loro rullini, il tacito accordo (se non la specifica richiesta) di sviluppare la pellicola e poi stampare solo le foto “guardabili”, cercando di salvare il salvabile in termini di sotto/sovraesposizione ma eliminando quelle mosse o sfocate…
    Foto come questa non sarebbero arrivate alla stampa e, se fosse successo, il cliente si sarebbe rifiutato di pagarle.
    Ora qui, sento elevarsi canti di osanna ai “capolavori” usciti da lomo, holga, pinhole, lensbaby,
    sento gridolini entusiasti per immagini che sembrano derivare da negativi graffiati, sporchi, mal sviluppati…
    Deve essermi sfuggito qualcosa, in questi ultimi 35 anni!