13. Tradizioni senza tempo
Alessio Buzi, Ombretta Ercolani, Andrea Hallgass ed Enrico Maria Ranaldi ci consegnano un reportage realizzato durante la "Festa delle Passate" a Marta (Viterbo), il 14 maggio 2008.
Ombretta ci illustra il senso e l'atmosfera della giornata:
"La Festa delle Passate ha conservato la struttura arcaica dei riti di offerta delle primizie primaverili su uno sfondo di religiosità popolare. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma è possibile rintracciare una mescolanza di elementi sacri e profani che ci riportano ai riti etruschi della fecondità e del ciclo delle stagioni e alle celebrazioni in onore delle dee Maia e Cerere, divinità della primavere, delle primizie e dei raccolti.
Dal 1608 le categorie che sfilano sono: i Casenghi, i Bifolchi, i Villani e i
Pescatori. Ogni categoria ha un Signore che offre ai partecipanti, alla fine
della giornata, una ciambella lessata e infornata (bis-cotta) e un’offerta di
vino. Nel 1704 sono state introdotte le “passate”, cioè i tre giri che i partecipanti al Corteo compiono entrando dalla porta della chiesa Madonna del Monte e uscendo dalla porta del convento, attraverso l’area sacra del Presbiterio. Una volta si portavano gli animali, ora solo i prodotti della terra e del lago, oltre ad un’infinità di fiori; nell’ultima passata, i prodotti vengono depositati sull’altare come offerta.
Per tutto il percorso si odono e si vedono continui inni e innumerevoli alzate di cappelli, un gesto antico di secoli, che si usava per saluto e per rispetto, in un crescendo di gesti rituali, euforia, esplosione gioiosa, il tutto condito con il vino tipo del posto, la “cannaiola”.
In tutto questo vociare, la nostra attenzione si è fermata sui volti giovani
e vecchi, sui vecchi attrezzi e le vecchie tradizioni della terra, sull’emozione delle persone non più giovani" (Ombretta Ercolani).
Un lavoro bellissimo, concentrato sulla festa ma soprattutto sulle persone, con un'attenzione e una sensibilità che danno grande umanità e vitalità al racconto.
Tutte le didascalie alle foto sono a cura degli autori.
Ombretta ci illustra il senso e l'atmosfera della giornata:
"La Festa delle Passate ha conservato la struttura arcaica dei riti di offerta delle primizie primaverili su uno sfondo di religiosità popolare. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma è possibile rintracciare una mescolanza di elementi sacri e profani che ci riportano ai riti etruschi della fecondità e del ciclo delle stagioni e alle celebrazioni in onore delle dee Maia e Cerere, divinità della primavere, delle primizie e dei raccolti.
Dal 1608 le categorie che sfilano sono: i Casenghi, i Bifolchi, i Villani e i
Pescatori. Ogni categoria ha un Signore che offre ai partecipanti, alla fine
della giornata, una ciambella lessata e infornata (bis-cotta) e un’offerta di
vino. Nel 1704 sono state introdotte le “passate”, cioè i tre giri che i partecipanti al Corteo compiono entrando dalla porta della chiesa Madonna del Monte e uscendo dalla porta del convento, attraverso l’area sacra del Presbiterio. Una volta si portavano gli animali, ora solo i prodotti della terra e del lago, oltre ad un’infinità di fiori; nell’ultima passata, i prodotti vengono depositati sull’altare come offerta.
Per tutto il percorso si odono e si vedono continui inni e innumerevoli alzate di cappelli, un gesto antico di secoli, che si usava per saluto e per rispetto, in un crescendo di gesti rituali, euforia, esplosione gioiosa, il tutto condito con il vino tipo del posto, la “cannaiola”.
In tutto questo vociare, la nostra attenzione si è fermata sui volti giovani
e vecchi, sui vecchi attrezzi e le vecchie tradizioni della terra, sull’emozione delle persone non più giovani" (Ombretta Ercolani).
Un lavoro bellissimo, concentrato sulla festa ma soprattutto sulle persone, con un'attenzione e una sensibilità che danno grande umanità e vitalità al racconto.
Tutte le didascalie alle foto sono a cura degli autori.
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