139. Pollaci-Portaluppi
Mostra online di Carlo Pollaci e Geo Portaluppi: "Immagini e storie di Cefalà Diana, Villafrati e Mezzojuso, tre agguerriti paesi del Palermitano".
Questa settimana vi proponiamo un lavoro a quattro mani, con le fotografie di Carlo Pollaci, di Palermo, e i testi di Geo Portaluppi, di Vigevano: due persone geograficamente lontane, che grazie a fotocommunity si sono incontrate e hanno costruito una solida amicizia fondata su basi di affinità intellettuali ed etiche.
Geo Portaluppi spiega l'intento del lavoro qui presentato:
"Non è questo il mondo giusto, non è quello che sognavamo quando da ragazzini ancora ci frullava in testa il ghiribizzo di cambiarlo, come sognano tutte le nuove generazioni al loro esordio sul pianeta Terra. Poi si cresce, si diventa adulti, ci insegnano un sacco di cose che ci fanno perdere di vista i sogni, e tomboliamo nel grigiore di una fasulla realtà, di quella di chi si è arrogato il diritto di sapere quale sia la verità, ma che si è dimostrata una realtà conveniente a pochi, a pochissimi, e disastrosa per la maggioranza, una maggioranza prossima alla totalità.
Va ricordato che la nostra generazione, forse come altre che ci hanno preceduto, si è rimboccata le maniche ed è arrivata prossima a cambiare il mondo giacché quello che venne dato in dotazione era palesemente sbagliato.
Nacque in questo modo il Sessantotto.
Lottammo, patimmo, credemmo negli ideali e alla fine vincemmo. Ma non eravamo preparati a combattere anche le beffe del destino. Arrivarono degli avvoltoi che si appropriarono dei risultati da noi faticosamente conseguiti allo scopo di soddisfare i loro personali interessi. Il nostro errore fu quello di averli lasciati fare, di avere abbandonato il campo, disgustati dalla loro avidità.
L’avidità degli avvoltoi decretò la morte del Sessantotto, impedendo al movimento studentesco di svolgere la propria funzione originaria, ma oggi qualcosa di straordinario è accaduto su Fotocommunity, una sorta di crogiolo dove confluiscono fotografi da tutta Italia. Spesso, chi scatta una foto viene ispirato dall’inconscio e quindi avviene che le immagini rappresentino, anche in modo traslato, ideali radicati nel profondo dell’animo. Difficile è individuarli, interpretarli e tradurli in parole. Però può accadere che alcune foto sappiano farsi sentire, mostrando temi più stimolanti di altri.
La foto è una possibile via di accesso a quel mondo che ci aspettavamo di trovare quando eravamo piccini. Alcune foto, per esempio quelle di Carlo Pollaci, consentono la ripresa del sogno.
È quello che è avvenuto per tre “agguerriti” paesi del palermitano, Mezzojuso, Villafrati, Cefalà Diana, non conosciuti né mai visitati da Geo Portaluppi di Vigevano, mentre Carlo Pollaci che, pure vivendo a Palermo e quindi a pochi kilometri dai tre citati paesi grazie alla superstrada Palermo-Agrigento, aveva di essi una conoscenza limitata a poche informazioni geografiche e storiche.
E la prima scintilla scoccò grazie a FC.
Partendo da alcune foto di Carlo, immesse in fotocommunity, queste hanno suscitato l’interesse di Geo, che ha iniziato a scrivere le sue storie.
L’interesse mostrato da Geo ha a sua volta destato quello di Carlo, che ha continuato a pubblicare sul web altre fotografie.
E così la scintilla iniziale si è presto trasformata in una fiamma.
I pochi frammenti di realtà, selezionati dal fotografo, hanno costituito altrettanti indizi per lo scrittore, che autonomamente ha sviluppato la sua indagine e costruito le sue congetture, in alcuni casi fantastiche ma prevalentemente basate su comprovati documenti.
E la fiamma ha continuato a divampare, a diventare importante ampliandosi fino ad assurgere alla necessità di raccogliere il tutto in un libro, di natura sperimentale, in quanto i testi nascevano in diretta relazione delle fotografie, senza una preventivata costruzione letteraria, e pertanto saltando da un periodo storico all’altro, senza curarsi di mantenere una linea cronologica che però, forse, sarebbe alla lunga risultata penalizzante per l’opera vista nel suo complesso e togliendo freschezza alla stesura dei testi.
Ciò che maggiormente conta e va messo in risalto è la collaborazione tra un siciliano e un lombardo, distanti più di mille chilometri, che non si conoscono se non tramite una nutrita corrispondenza elettronica. L’intesa è stata perfetta e ciò dimostra che l’integrazione tra il nord e il sud è possibile anzi, auspicabile in quanto permette di conseguire risultati che non sarebbero stati possibili agendo ognuno in forma separata.
Questo libro rappresenta un primo mattone per la costruzione di un edificio dove tutti gli italiani potranno, è il nostro scopo e il nostro augurio, vivere in un mondo migliore" (Geo Portaluppi).
Questa settimana vi proponiamo un lavoro a quattro mani, con le fotografie di Carlo Pollaci, di Palermo, e i testi di Geo Portaluppi, di Vigevano: due persone geograficamente lontane, che grazie a fotocommunity si sono incontrate e hanno costruito una solida amicizia fondata su basi di affinità intellettuali ed etiche.
Geo Portaluppi spiega l'intento del lavoro qui presentato:
"Non è questo il mondo giusto, non è quello che sognavamo quando da ragazzini ancora ci frullava in testa il ghiribizzo di cambiarlo, come sognano tutte le nuove generazioni al loro esordio sul pianeta Terra. Poi si cresce, si diventa adulti, ci insegnano un sacco di cose che ci fanno perdere di vista i sogni, e tomboliamo nel grigiore di una fasulla realtà, di quella di chi si è arrogato il diritto di sapere quale sia la verità, ma che si è dimostrata una realtà conveniente a pochi, a pochissimi, e disastrosa per la maggioranza, una maggioranza prossima alla totalità.
Va ricordato che la nostra generazione, forse come altre che ci hanno preceduto, si è rimboccata le maniche ed è arrivata prossima a cambiare il mondo giacché quello che venne dato in dotazione era palesemente sbagliato.
Nacque in questo modo il Sessantotto.
Lottammo, patimmo, credemmo negli ideali e alla fine vincemmo. Ma non eravamo preparati a combattere anche le beffe del destino. Arrivarono degli avvoltoi che si appropriarono dei risultati da noi faticosamente conseguiti allo scopo di soddisfare i loro personali interessi. Il nostro errore fu quello di averli lasciati fare, di avere abbandonato il campo, disgustati dalla loro avidità.
L’avidità degli avvoltoi decretò la morte del Sessantotto, impedendo al movimento studentesco di svolgere la propria funzione originaria, ma oggi qualcosa di straordinario è accaduto su Fotocommunity, una sorta di crogiolo dove confluiscono fotografi da tutta Italia. Spesso, chi scatta una foto viene ispirato dall’inconscio e quindi avviene che le immagini rappresentino, anche in modo traslato, ideali radicati nel profondo dell’animo. Difficile è individuarli, interpretarli e tradurli in parole. Però può accadere che alcune foto sappiano farsi sentire, mostrando temi più stimolanti di altri.
La foto è una possibile via di accesso a quel mondo che ci aspettavamo di trovare quando eravamo piccini. Alcune foto, per esempio quelle di Carlo Pollaci, consentono la ripresa del sogno.
È quello che è avvenuto per tre “agguerriti” paesi del palermitano, Mezzojuso, Villafrati, Cefalà Diana, non conosciuti né mai visitati da Geo Portaluppi di Vigevano, mentre Carlo Pollaci che, pure vivendo a Palermo e quindi a pochi kilometri dai tre citati paesi grazie alla superstrada Palermo-Agrigento, aveva di essi una conoscenza limitata a poche informazioni geografiche e storiche.
E la prima scintilla scoccò grazie a FC.
Partendo da alcune foto di Carlo, immesse in fotocommunity, queste hanno suscitato l’interesse di Geo, che ha iniziato a scrivere le sue storie.
L’interesse mostrato da Geo ha a sua volta destato quello di Carlo, che ha continuato a pubblicare sul web altre fotografie.
E così la scintilla iniziale si è presto trasformata in una fiamma.
I pochi frammenti di realtà, selezionati dal fotografo, hanno costituito altrettanti indizi per lo scrittore, che autonomamente ha sviluppato la sua indagine e costruito le sue congetture, in alcuni casi fantastiche ma prevalentemente basate su comprovati documenti.
E la fiamma ha continuato a divampare, a diventare importante ampliandosi fino ad assurgere alla necessità di raccogliere il tutto in un libro, di natura sperimentale, in quanto i testi nascevano in diretta relazione delle fotografie, senza una preventivata costruzione letteraria, e pertanto saltando da un periodo storico all’altro, senza curarsi di mantenere una linea cronologica che però, forse, sarebbe alla lunga risultata penalizzante per l’opera vista nel suo complesso e togliendo freschezza alla stesura dei testi.
Ciò che maggiormente conta e va messo in risalto è la collaborazione tra un siciliano e un lombardo, distanti più di mille chilometri, che non si conoscono se non tramite una nutrita corrispondenza elettronica. L’intesa è stata perfetta e ciò dimostra che l’integrazione tra il nord e il sud è possibile anzi, auspicabile in quanto permette di conseguire risultati che non sarebbero stati possibili agendo ognuno in forma separata.
Questo libro rappresenta un primo mattone per la costruzione di un edificio dove tutti gli italiani potranno, è il nostro scopo e il nostro augurio, vivere in un mondo migliore" (Geo Portaluppi).
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