200. Antonio Lorenzini
Mostra online di Antonio Lorenzini: "La sindrome di Stendhal".
In una città come Firenze l'arte è strettamente intrecciata alla vita quotidiana dei cittadini e dei turisti: splendide opere, spesso a cielo aperto, costellano i ritmi della giornata di tutti.
E alla bellezza, fortunatamente, non è facile abituarsi: continuiamo a vederla, a percepirla, a sentirla intorno a noi.
A volte, nelle esperienze emotivamente più intense, "dentro" di noi.
Ed ecco che può arrivare un segno particolare a vestire la nostra emozione: la sindrome di Stendhal.
A questo tema è dedicata la mostra online di Antonio Lorenzini, che in un classico, elegante, a volte drammatico bianco e nero declinato in composizioni ardite, ferma la presenza dell'arte nella nostra vita. Forte, piena, irrinunciabile.
Questa la spiegazione dell'autore:
"La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza.
Tale disagio è spesso riscontrato nella città di Firenze. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore.
Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal (1783-1842), che, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio": «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere»" (Antonio Lorenzini).
In una città come Firenze l'arte è strettamente intrecciata alla vita quotidiana dei cittadini e dei turisti: splendide opere, spesso a cielo aperto, costellano i ritmi della giornata di tutti.
E alla bellezza, fortunatamente, non è facile abituarsi: continuiamo a vederla, a percepirla, a sentirla intorno a noi.
A volte, nelle esperienze emotivamente più intense, "dentro" di noi.
Ed ecco che può arrivare un segno particolare a vestire la nostra emozione: la sindrome di Stendhal.
A questo tema è dedicata la mostra online di Antonio Lorenzini, che in un classico, elegante, a volte drammatico bianco e nero declinato in composizioni ardite, ferma la presenza dell'arte nella nostra vita. Forte, piena, irrinunciabile.
Questa la spiegazione dell'autore:
"La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza.
Tale disagio è spesso riscontrato nella città di Firenze. La malattia, piuttosto rara, colpisce principalmente persone molto sensibili e fa parte dei cosiddetti malanni del viaggiatore.
Il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal (1783-1842), che, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio": «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere»" (Antonio Lorenzini).
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