201. Fulvia Menghi 2
Mostra online di Fulvia Menghi: "Paesaggio extraurbano".
Fulvia Menghi racconta le periferie desolate e ferite delle nostre città, nate da un falso progetto di riqualificazione urbanistica.
Fotografie che parlano di solitudine e abbandono con una potenza narrativa di grande sincerità e forza.
La stessa Fulvia racconta efficacemente il suo progetto:
"...eppure sembravano essere i quartieri del futuro delle città...
In questo percorso umano e fotografico incontro mostri di cemento, alveari umani, questi non luoghi sono spazi di solitudine: l'anomalia periferica si presenta in termini relativi come "altro della città", e in termini assoluti, come incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza, un nuovo "oggetto storico" senza limiti né soglie, un dappertutto che è nessun luogo dove tutto vale zero, le case, i negozi, le vite.
Incombono casermoni residenziali, vuoti contenitori per il terziario, luoghi abbandonati in un caos desolante, aree prese di mira da malfattori, gente senza futuro come i loro abitanti.
E' la periferia maledetta abitata dai più derelitti della società, i "lumproletariat", ovvero come diceva Marx la parte più debole e ricattabile del proletariato... i senza coscienza.
Uno stato di desolazione profonda, una sensazione tangibile che si respira in ogni angolo, luoghi che sanciscono il fallimento delle politiche sociali, culturali, economiche e di edilizia pubblica partorite dal dopoguerra ad oggi.
Questo PaesaggioExtraurbano è entrato prepotentemente nelle città, laddove al contrario si sarebbe dovuto portare il centro delle città verso le periferie.
Periferie del nord, del centro, del sud, tutte con una matrice comune, la profonda desolazione e l'isolamento socioculturale
E' stato detto con molta saggezza che “le periferie si trasformeranno”
soltanto quando sarà reso possibile rivalutare le potenzialità delle loro intelligenze, della loro creatività, dei loro saperi e utilizzare i loro contributi a beneficio della collettività.
Con questo lavoro ho voluto mostrare e condividere soffermandomi sugli aspetti più reali e crudi di questa triste realtà, volutamente ignorata e sottovalutata da molti.
Buona visione (Fulvia Menghi)".
Fulvia Menghi racconta le periferie desolate e ferite delle nostre città, nate da un falso progetto di riqualificazione urbanistica.
Fotografie che parlano di solitudine e abbandono con una potenza narrativa di grande sincerità e forza.
La stessa Fulvia racconta efficacemente il suo progetto:
"...eppure sembravano essere i quartieri del futuro delle città...
In questo percorso umano e fotografico incontro mostri di cemento, alveari umani, questi non luoghi sono spazi di solitudine: l'anomalia periferica si presenta in termini relativi come "altro della città", e in termini assoluti, come incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza, un nuovo "oggetto storico" senza limiti né soglie, un dappertutto che è nessun luogo dove tutto vale zero, le case, i negozi, le vite.
Incombono casermoni residenziali, vuoti contenitori per il terziario, luoghi abbandonati in un caos desolante, aree prese di mira da malfattori, gente senza futuro come i loro abitanti.
E' la periferia maledetta abitata dai più derelitti della società, i "lumproletariat", ovvero come diceva Marx la parte più debole e ricattabile del proletariato... i senza coscienza.
Uno stato di desolazione profonda, una sensazione tangibile che si respira in ogni angolo, luoghi che sanciscono il fallimento delle politiche sociali, culturali, economiche e di edilizia pubblica partorite dal dopoguerra ad oggi.
Questo PaesaggioExtraurbano è entrato prepotentemente nelle città, laddove al contrario si sarebbe dovuto portare il centro delle città verso le periferie.
Periferie del nord, del centro, del sud, tutte con una matrice comune, la profonda desolazione e l'isolamento socioculturale
E' stato detto con molta saggezza che “le periferie si trasformeranno”
soltanto quando sarà reso possibile rivalutare le potenzialità delle loro intelligenze, della loro creatività, dei loro saperi e utilizzare i loro contributi a beneficio della collettività.
Con questo lavoro ho voluto mostrare e condividere soffermandomi sugli aspetti più reali e crudi di questa triste realtà, volutamente ignorata e sottovalutata da molti.
Buona visione (Fulvia Menghi)".
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