22. Istan(t)bul
Mostra collettiva realizzata da Antonella Alessio, Cinzia Nevi, Franco Farina, Leonardo Farina (13 anni), Davide Procaccini, Alessandro Rovelli e Alberto Valente in vacanza ad Istanbul nel maggio 2009.
Quattro giorni per lasciarsi sorprendere da una città ricca di atmosfera, in cui le contraddizioni si fondono in una magica armonia. Fotografie serene e colorate per un racconto disteso e arioso.
Leggiamo le impressioni di viaggio e conoscenza scritte da Franco Farina:
"Sette persone di fc in fotovacanza nel cuore di una città ricca di attrattiva e fascino e, se vogliamo, di forte richiamo turistico.
Vacanza troppo breve per un obiettivo finalizzato, poco meno di 4 giorni, per cui abbiamo preferito lasciarci prendere dal ritmo della nuova Bisanzio senza preconcetti di alcun tipo.
Istanbul ci ha conquistato perché è un set naturale fantastico, i contrasti sono notevoli e nel suo interno convivono incredibili situazioni, architetture ed etnie completamente diverse in un'armonia che ci ha stupito e fatto innamorare.
La lettura è stata inevitabilmente superficiale ma abbiamo cercato di scansare i luoghi canonici, preferendo camminare più che servirci dei mezzi di trasporto, pur efficienti e funzionali.
Una delle tre giornate è quella che ha lasciato il segno e nello stesso tempo ci ha fatto entrare nel cuore di questa città, e forse ce ne ha fatto intuire l'essenza.
Siamo partiti la mattina verso una zona moderna che pochi conoscono,
il quartiere Levent, un fiorire di grattacieli con un grande centro commerciale nuovissimo e concepito secondo i più moderni criteri edilizi per raggiungere altezze che ricordano quelle delle più moderne capitali mondiali. Abbiamo visto architetture mozzafiato, non sembrava di essere in una capitale orientale, il senso dell’universale potere della globalizzazione era imperante.
Il pomeriggio invece ci siamo spostati, attraversando il Bosforo con il traghetto, verso la zona asiatica e ci siamo trovati in un mondo completamente diverso.
E' stato un viaggio nel tempo: provenienti da una realtà asettica, paurosamente funzionale, ci siamo per contro catapultati in un coacervo di vicoli animati da gente vera e splendida, capace di grande cortesia e dignità.
Fare amicizia è stato facilissimo, addirittura ci veniva chiesto di essere fotografati con loro: se si trattasse di musulmani o altro non era rilevabile, un non-problema solo nostro: loro erano di Istanbul… e basta.
Non ci siamo preimposti uno stile, eppure, spontaneamente, ci siamo ritrovati tutti a proporvi foto a colori, e non è un caso: i colori sono parte di questa città pulsante, e sarebbe stato uno scempio nasconderli.
Luci e ombre, silenzi e rumori, anziani e bambini, donne velate e ragazze in jeans, contrasti continui che alla fine hanno rivelato una armonia che non ci aspettavamo, e che forse è stata la scoperta più interessante di questo breve viaggio.
Non abbiamo visto povertà estrema, poche occasioni per i cultori della
foto ai mendicanti, abbiamo visto invece gente sorridente e allegra, disponibile ed educata, mai eccessiva nemmeno nelle pur continue richieste di acquisto di ogni genere di mercanzia.
Un viaggio da fare, naturalmente con la fotocamera ben corredata…".
(Franco Farina)
Quattro giorni per lasciarsi sorprendere da una città ricca di atmosfera, in cui le contraddizioni si fondono in una magica armonia. Fotografie serene e colorate per un racconto disteso e arioso.
Leggiamo le impressioni di viaggio e conoscenza scritte da Franco Farina:
"Sette persone di fc in fotovacanza nel cuore di una città ricca di attrattiva e fascino e, se vogliamo, di forte richiamo turistico.
Vacanza troppo breve per un obiettivo finalizzato, poco meno di 4 giorni, per cui abbiamo preferito lasciarci prendere dal ritmo della nuova Bisanzio senza preconcetti di alcun tipo.
Istanbul ci ha conquistato perché è un set naturale fantastico, i contrasti sono notevoli e nel suo interno convivono incredibili situazioni, architetture ed etnie completamente diverse in un'armonia che ci ha stupito e fatto innamorare.
La lettura è stata inevitabilmente superficiale ma abbiamo cercato di scansare i luoghi canonici, preferendo camminare più che servirci dei mezzi di trasporto, pur efficienti e funzionali.
Una delle tre giornate è quella che ha lasciato il segno e nello stesso tempo ci ha fatto entrare nel cuore di questa città, e forse ce ne ha fatto intuire l'essenza.
Siamo partiti la mattina verso una zona moderna che pochi conoscono,
il quartiere Levent, un fiorire di grattacieli con un grande centro commerciale nuovissimo e concepito secondo i più moderni criteri edilizi per raggiungere altezze che ricordano quelle delle più moderne capitali mondiali. Abbiamo visto architetture mozzafiato, non sembrava di essere in una capitale orientale, il senso dell’universale potere della globalizzazione era imperante.
Il pomeriggio invece ci siamo spostati, attraversando il Bosforo con il traghetto, verso la zona asiatica e ci siamo trovati in un mondo completamente diverso.
E' stato un viaggio nel tempo: provenienti da una realtà asettica, paurosamente funzionale, ci siamo per contro catapultati in un coacervo di vicoli animati da gente vera e splendida, capace di grande cortesia e dignità.
Fare amicizia è stato facilissimo, addirittura ci veniva chiesto di essere fotografati con loro: se si trattasse di musulmani o altro non era rilevabile, un non-problema solo nostro: loro erano di Istanbul… e basta.
Non ci siamo preimposti uno stile, eppure, spontaneamente, ci siamo ritrovati tutti a proporvi foto a colori, e non è un caso: i colori sono parte di questa città pulsante, e sarebbe stato uno scempio nasconderli.
Luci e ombre, silenzi e rumori, anziani e bambini, donne velate e ragazze in jeans, contrasti continui che alla fine hanno rivelato una armonia che non ci aspettavamo, e che forse è stata la scoperta più interessante di questo breve viaggio.
Non abbiamo visto povertà estrema, poche occasioni per i cultori della
foto ai mendicanti, abbiamo visto invece gente sorridente e allegra, disponibile ed educata, mai eccessiva nemmeno nelle pur continue richieste di acquisto di ogni genere di mercanzia.
Un viaggio da fare, naturalmente con la fotocamera ben corredata…".
(Franco Farina)
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