76a - Giovanni Cutrupi
Mostra online di Giovanni Cutrupi: "Puro sguardo".
"Il titolo - spiega Giovanni - è un omaggio alla fotografia tradizionale, al suo rapporto diretto con il mondo reale, fatto di tutto quello che si trova attorno a noi, ovunque, a quel modo di fotografare che cerca di oltrepassare
la barriera dell'apparenza, con lo scopo di vedere le cose, non solo di guardarle.
E' una fotografia che non mette in posa la realtà, ma che vuole coglierla di sorpresa, quasi nascondendosi da essa, rivelandola ai nostri occhi senza alcun trucco. Infatti, benché l'ambiguità della fotografia sia un dato ormai oggettivo, talvolta le sofisticazioni a cui è sottoposta risultano talmente sottili da passare facilmente inosservate.
Una fotografia che, quindi, anziché allontanarsene, corre incontro alla realtà, invece di simularne di nuove, tentando di estrapolare da ciò che ha intorno qualcosa che, altrimenti, sarebbe rimasto irrimediabilmente nascosto e sconosciuto per sempre.
La scelta della purezza integrale, intesa come utilizzo esclusivo di pellicola e fotocamera analogica a focus manuale, unito alla totale assenza di elaborazioni successive, rappresenta un'affermazione ben precisa, quasi testarda, che riporta la fotografia al suo ruolo di mezzo di 'rivelazione', capace di re-indirizzare le cose alla nostra attenzione, alla ricerca di quel "momento decisivo" che può essere colto solo una e una sola volta, in quell'istante irripetibile.
Gli attimi estrapolati dal fluire del tempo, decontestualizzati fino ad assurgere a realtà a se stante, imprigionati sulla pellicola, sono qui riproposti dunque senza nessuna intermediazione digitale, per avvicinare il più possibile chi guarda a quello che è il reale, come se fosse lui stesso di fronte alla scena rappresentata, mediata solo e unicamente dall'obiettivo del fotografo.
Infine il bianco e nero come cifra stilistica, unico modo per far risaltare l'infinita gamma di grigi presente nelle cose, che rischia di scomparire in un mondo che tende a vedere solo il bianco e/o il nero.
Due citazioni per comprendere meglio:
"La vera arte non ha un obiettivo, è priva di intenzione. Si liberi di se stessa, lasci da parte tutto ciò che è, tutto ciò che possiede, così che non le resti più niente, se non la tensione senza uno scopo" (E. Herrigel, "Lo Zen e il tiro con l'arco").
"La vita è a colori, ma il bianco e nero è più reale" (Wim Wenders, "Lo stato delle cose")" (Giovanni Cutrupi).
"Il titolo - spiega Giovanni - è un omaggio alla fotografia tradizionale, al suo rapporto diretto con il mondo reale, fatto di tutto quello che si trova attorno a noi, ovunque, a quel modo di fotografare che cerca di oltrepassare
la barriera dell'apparenza, con lo scopo di vedere le cose, non solo di guardarle.
E' una fotografia che non mette in posa la realtà, ma che vuole coglierla di sorpresa, quasi nascondendosi da essa, rivelandola ai nostri occhi senza alcun trucco. Infatti, benché l'ambiguità della fotografia sia un dato ormai oggettivo, talvolta le sofisticazioni a cui è sottoposta risultano talmente sottili da passare facilmente inosservate.
Una fotografia che, quindi, anziché allontanarsene, corre incontro alla realtà, invece di simularne di nuove, tentando di estrapolare da ciò che ha intorno qualcosa che, altrimenti, sarebbe rimasto irrimediabilmente nascosto e sconosciuto per sempre.
La scelta della purezza integrale, intesa come utilizzo esclusivo di pellicola e fotocamera analogica a focus manuale, unito alla totale assenza di elaborazioni successive, rappresenta un'affermazione ben precisa, quasi testarda, che riporta la fotografia al suo ruolo di mezzo di 'rivelazione', capace di re-indirizzare le cose alla nostra attenzione, alla ricerca di quel "momento decisivo" che può essere colto solo una e una sola volta, in quell'istante irripetibile.
Gli attimi estrapolati dal fluire del tempo, decontestualizzati fino ad assurgere a realtà a se stante, imprigionati sulla pellicola, sono qui riproposti dunque senza nessuna intermediazione digitale, per avvicinare il più possibile chi guarda a quello che è il reale, come se fosse lui stesso di fronte alla scena rappresentata, mediata solo e unicamente dall'obiettivo del fotografo.
Infine il bianco e nero come cifra stilistica, unico modo per far risaltare l'infinita gamma di grigi presente nelle cose, che rischia di scomparire in un mondo che tende a vedere solo il bianco e/o il nero.
Due citazioni per comprendere meglio:
"La vera arte non ha un obiettivo, è priva di intenzione. Si liberi di se stessa, lasci da parte tutto ciò che è, tutto ciò che possiede, così che non le resti più niente, se non la tensione senza uno scopo" (E. Herrigel, "Lo Zen e il tiro con l'arco").
"La vita è a colori, ma il bianco e nero è più reale" (Wim Wenders, "Lo stato delle cose")" (Giovanni Cutrupi).
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