Carlo Rigoglioso
La Settimana Santa ha da sempre un grande rilievo nella liturgia cristiana, semplicemente perché “la risurrezione dei morti è la fede dei cristiani: credendo in essa siamo tali” (Tertulliano, De resurrectione mortuorum, 1,1).
Celebrare bene il Triduo dell’Ultima Cena - Passione e Morte – Risurrezione, significa quindi professare nei riti il cuore della fede cristiana: la certezza luminosa che la morte è già vinta e che il destino dei credenti è l’immortalità.
Niente di più importante per noi, niente di più decisivo: da 2000 anni la Chiesa non si stanca di ripetere a tutti la definizione che Gesù dà di se stesso: ““Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?” (Gv. 11,25-26). E la liturgia vuole proprio motivare e sostenere l’assenso di fede di chi vi partecipa: dalla processione con gli ulivi alla lettura della Passione, dall’incensazione dell’altare alla lavanda dei piedi, dalla reposizione del SS. Sacramento all’adorazione della croce, dall’entrata al buio con la sola luce del cero pasquale alla benedizione dei fedeli, tutto parla dell’amore totale di Cristo crocifisso e della sua Presenza da Risorto nella comunità credente.
Gesti e colori, arredi, vasi sacri e paramenti, bambini e anziani, donne e uomini, giovani e adulti: una coreografia solenne e al tempo stesso popolare, che con la sua bellezza evidenzia la distanza fra il sacro e il profano e al tempo stesso la loro unione.
Davvero da queste istantanee di Carlo Rigoglioso, nella prima Pasqua post-terremoto celebrata nella nostra bella chiesa di san Giorgio, emerge la consolante verità che nella liturgia la terra tocca il Cielo e che Gesù ha mantenuto la sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt. 28,20).
Don Carlo Castellini
Nelle fotografie di Carlo Rigoglioso, si scorge la bellezza del Sacro….
..Colorato dal sentimento più alto, il desiderio di mettersi in contatto
Con il Trascendente.
Di quello che….Nell’Anima non muore!
Tamidi’s
Celebrare bene il Triduo dell’Ultima Cena - Passione e Morte – Risurrezione, significa quindi professare nei riti il cuore della fede cristiana: la certezza luminosa che la morte è già vinta e che il destino dei credenti è l’immortalità.
Niente di più importante per noi, niente di più decisivo: da 2000 anni la Chiesa non si stanca di ripetere a tutti la definizione che Gesù dà di se stesso: ““Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?” (Gv. 11,25-26). E la liturgia vuole proprio motivare e sostenere l’assenso di fede di chi vi partecipa: dalla processione con gli ulivi alla lettura della Passione, dall’incensazione dell’altare alla lavanda dei piedi, dalla reposizione del SS. Sacramento all’adorazione della croce, dall’entrata al buio con la sola luce del cero pasquale alla benedizione dei fedeli, tutto parla dell’amore totale di Cristo crocifisso e della sua Presenza da Risorto nella comunità credente.
Gesti e colori, arredi, vasi sacri e paramenti, bambini e anziani, donne e uomini, giovani e adulti: una coreografia solenne e al tempo stesso popolare, che con la sua bellezza evidenzia la distanza fra il sacro e il profano e al tempo stesso la loro unione.
Davvero da queste istantanee di Carlo Rigoglioso, nella prima Pasqua post-terremoto celebrata nella nostra bella chiesa di san Giorgio, emerge la consolante verità che nella liturgia la terra tocca il Cielo e che Gesù ha mantenuto la sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt. 28,20).
Don Carlo Castellini
Nelle fotografie di Carlo Rigoglioso, si scorge la bellezza del Sacro….
..Colorato dal sentimento più alto, il desiderio di mettersi in contatto
Con il Trascendente.
Di quello che….Nell’Anima non muore!
Tamidi’s
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