Fabiana Belmonte
Io sono terra (ANIMUS*ANIMA)
Questo progetto inizia dall’idea della donna nella società attuale, partendo da alcune religioni, passando per i media di massa ed approdando ai tristi fatti di cronaca. Subordinata, ieri ad un uomo, marito, padre, amante, oggi ad un pensiero, ad una morale che se da un lato la vorrebbe sempre ammiccante, dall’altro pretende che essa sia costantemente in ordine, impeccabile, oggetto e mai soggetto.
ANIMUS*ANIMA parte da queste considerazioni, per poi distaccarsene subito, ed offrire una visione della donna che, ispirandosi al concetto espresso nel “De Rerum Natura” di Lucrezio, vuole portare la donna da oggetto a soggetto, ricongiungendola alla natura, alla sua natura reale, amalgamandola alla terra, l’elemento che più l’identifica, come lei, creatrice di vita.
In queste immagini donna e terra si amalgamano, diventano un tutt’uno, si compensano, quasi spariscono l’una nell’altra per poi tornare a rinascere compiendo il loro ciclo. Il corpo della donna qui diventa natura, non merce, diventa qualcosa di sublime da mostrare e da comprendere, non sinonimo di vergogna, di peccato.
Il corpo indagato in queste immagini, diventa insieme alla terra, un armonioso aggregarsi e disgregarsi di atomi, che nascono e muoiono, si trasformano e si compenetrano ma mai si disperdono, torna ad essere quello che realmente è: vita, tanto semplice e tanto grandiosa nella sua semplicità. Da qui il binomio donna/terra, entrambe fautrici di vita, selvagge, mutevoli. E’ questa la mia donna: lungi da essere un oggetto stereotipato, utilizzato a seconda delle necessità, in quest’immagine appare ricongiungersi con il mondo che la circonda, nuda, ma di una nudità che le appartiene di diritto, diventa natura, corpo ed anima fusi con la terra bianca diventano un’entità unica che si completa.
Questo progetto inizia dall’idea della donna nella società attuale, partendo da alcune religioni, passando per i media di massa ed approdando ai tristi fatti di cronaca. Subordinata, ieri ad un uomo, marito, padre, amante, oggi ad un pensiero, ad una morale che se da un lato la vorrebbe sempre ammiccante, dall’altro pretende che essa sia costantemente in ordine, impeccabile, oggetto e mai soggetto.
ANIMUS*ANIMA parte da queste considerazioni, per poi distaccarsene subito, ed offrire una visione della donna che, ispirandosi al concetto espresso nel “De Rerum Natura” di Lucrezio, vuole portare la donna da oggetto a soggetto, ricongiungendola alla natura, alla sua natura reale, amalgamandola alla terra, l’elemento che più l’identifica, come lei, creatrice di vita.
In queste immagini donna e terra si amalgamano, diventano un tutt’uno, si compensano, quasi spariscono l’una nell’altra per poi tornare a rinascere compiendo il loro ciclo. Il corpo della donna qui diventa natura, non merce, diventa qualcosa di sublime da mostrare e da comprendere, non sinonimo di vergogna, di peccato.
Il corpo indagato in queste immagini, diventa insieme alla terra, un armonioso aggregarsi e disgregarsi di atomi, che nascono e muoiono, si trasformano e si compenetrano ma mai si disperdono, torna ad essere quello che realmente è: vita, tanto semplice e tanto grandiosa nella sua semplicità. Da qui il binomio donna/terra, entrambe fautrici di vita, selvagge, mutevoli. E’ questa la mia donna: lungi da essere un oggetto stereotipato, utilizzato a seconda delle necessità, in quest’immagine appare ricongiungersi con il mondo che la circonda, nuda, ma di una nudità che le appartiene di diritto, diventa natura, corpo ed anima fusi con la terra bianca diventano un’entità unica che si completa.
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