16. Aprile: Alessandro Rovelli
Una notte, in sogno, mi è apparso il Grande Imperatore Analogico: “D’ora in poi sarai un reporter della Suprema Scienza: la Patafisica!”... Dura la vita di noi surfisti del paradosso…
Scherzi a parte che dirvi… da piccolo ho fatto il pompiere, e adesso che sono arrivato per sbaglio alla pensione ho finalmente tutto il tempo che voglio per continuare a giocare con la fotografia… Le fotocamere mi seguono in ogni dove da più di trent’anni, taccuini per immagini di una vita abbastanza movimentata; da sempre ho usato materiale Pentax proprio per le dimensioni compatte: mi vedo malissimo in veste di sherpa con giganteschi zaini fotografici in spalla, preferisco roba leggera seppur di ottima qualità.
Arrivo da una vita di Analogico e relativa camera oscura, da tre anni litigo col Digitale e ci ho ancora capito poco; continuo a studiarci sopra con grande solerzia ma il Campari, mia fonte principale di ispirazione, spesso mi ottenebra la percezione numerica… e anche altro… Sono l’uomo del dubbio, spesso ritorno più volte a rilavorare uno stesso scatto; il Digitale con le sue infinite possibilità di elaborazione mi mette spesso in crisi, in compenso è più dinamico e veloce dell’Analogico: non rimpiango le interminabili nottate a sviluppare al buio la carta sensibile, con l’odore dell’acido acetico nel naso.
Il mio imprinting di vecchio pellicolaro mi pilota nel cercare di ottenere tutto il meglio in ripresa, non croppo praticamente mai, in post produzione non aggiungo mai niente (anche se qualcuno non ci crede) e di rado tolgo qualcosina. Quasi tutte le mie foto sono “rubate” al volo, niente cavalletto e quasi mai situazioni preparate: quindi spontaneità assoluta, spesso in situazioni particolari o, per contro, terribilmente banali… Delle volte mi sono trovato in momenti abbastanza imbarazzanti proprio in seguito a ciò: noi Blade Runners dello spontaneo non siamo per niente simpatici al variegato personale della sicurezza…
Quando fotografo mi illudo di fermare il tempo, il Solo Nemico… in qualche scatto credo di esserci andato vicino: non per niente ho inventato il temine “Cronostallo”… Nella rappresentazione fotografica preferisco il colore, più “popolare” e meno snob del BN che è, non dimentichiamolo, il primo effetto speciale della Fotografia.
Credo proprio che quest’ultima sia cambiata di più negli ultimi 15 anni che nei 100 anni precedenti, poi però vedo uno scatto di Man Ray di una vita fa e mi vengono parecchi dubbi su ciò…
Per un lungo periodo mi sono dato prevalentemente a paesaggi e concerti… ora, in sincerità, non so più che genere debba prediligere e forse è un gran bene. L’unica cosa che non ho mai fotografato sono le donne ignude: quello lo farò nella prossima vita insieme ad un altro mucchio di cose che ho lasciato per strada in questa.
Ultimamente mi sta tornando la voglia di maneggiare qualche stampa: a tale proposito da circa un anno ho comprato una stampante che assomiglia ad un sarcofago con cui ho intrapreso la madre di tutte le battaglie e che dopo una montagna di soldi evaporati in cartucce e carte, finalmente comincia a partorire qualche cosa di discreto… quando avrò materiale sufficiente penso che mi darò il pensiero di organizzare una mostra con le mie cosiddette opere.
In questa community ho imparato tantissimo sulla fotografia, sulla gente e su me stesso; scansionare i vecchi negativi, spesso mai nemmeno stampati, è stato come scansionare varie fasi della mia vita… ho anche conosciuto tante persone speciali, diverse mi hanno preso per mano ed accompagnato e sostenuto per un pezzo del tragitto, a loro ed a chi mi accompagna tuttora sono estremamente riconoscente… in questa occasione vorrei inviare il mio migliore saluto a due di loro: Luca Di Paola e Franco Farina.
Da vecchio indiano metropolitano lancio un mega AUGH!!! a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questo pistolotto… Grazie infinite per il vostro tempo!
Scherzi a parte che dirvi… da piccolo ho fatto il pompiere, e adesso che sono arrivato per sbaglio alla pensione ho finalmente tutto il tempo che voglio per continuare a giocare con la fotografia… Le fotocamere mi seguono in ogni dove da più di trent’anni, taccuini per immagini di una vita abbastanza movimentata; da sempre ho usato materiale Pentax proprio per le dimensioni compatte: mi vedo malissimo in veste di sherpa con giganteschi zaini fotografici in spalla, preferisco roba leggera seppur di ottima qualità.
Arrivo da una vita di Analogico e relativa camera oscura, da tre anni litigo col Digitale e ci ho ancora capito poco; continuo a studiarci sopra con grande solerzia ma il Campari, mia fonte principale di ispirazione, spesso mi ottenebra la percezione numerica… e anche altro… Sono l’uomo del dubbio, spesso ritorno più volte a rilavorare uno stesso scatto; il Digitale con le sue infinite possibilità di elaborazione mi mette spesso in crisi, in compenso è più dinamico e veloce dell’Analogico: non rimpiango le interminabili nottate a sviluppare al buio la carta sensibile, con l’odore dell’acido acetico nel naso.
Il mio imprinting di vecchio pellicolaro mi pilota nel cercare di ottenere tutto il meglio in ripresa, non croppo praticamente mai, in post produzione non aggiungo mai niente (anche se qualcuno non ci crede) e di rado tolgo qualcosina. Quasi tutte le mie foto sono “rubate” al volo, niente cavalletto e quasi mai situazioni preparate: quindi spontaneità assoluta, spesso in situazioni particolari o, per contro, terribilmente banali… Delle volte mi sono trovato in momenti abbastanza imbarazzanti proprio in seguito a ciò: noi Blade Runners dello spontaneo non siamo per niente simpatici al variegato personale della sicurezza…
Quando fotografo mi illudo di fermare il tempo, il Solo Nemico… in qualche scatto credo di esserci andato vicino: non per niente ho inventato il temine “Cronostallo”… Nella rappresentazione fotografica preferisco il colore, più “popolare” e meno snob del BN che è, non dimentichiamolo, il primo effetto speciale della Fotografia.
Credo proprio che quest’ultima sia cambiata di più negli ultimi 15 anni che nei 100 anni precedenti, poi però vedo uno scatto di Man Ray di una vita fa e mi vengono parecchi dubbi su ciò…
Per un lungo periodo mi sono dato prevalentemente a paesaggi e concerti… ora, in sincerità, non so più che genere debba prediligere e forse è un gran bene. L’unica cosa che non ho mai fotografato sono le donne ignude: quello lo farò nella prossima vita insieme ad un altro mucchio di cose che ho lasciato per strada in questa.
Ultimamente mi sta tornando la voglia di maneggiare qualche stampa: a tale proposito da circa un anno ho comprato una stampante che assomiglia ad un sarcofago con cui ho intrapreso la madre di tutte le battaglie e che dopo una montagna di soldi evaporati in cartucce e carte, finalmente comincia a partorire qualche cosa di discreto… quando avrò materiale sufficiente penso che mi darò il pensiero di organizzare una mostra con le mie cosiddette opere.
In questa community ho imparato tantissimo sulla fotografia, sulla gente e su me stesso; scansionare i vecchi negativi, spesso mai nemmeno stampati, è stato come scansionare varie fasi della mia vita… ho anche conosciuto tante persone speciali, diverse mi hanno preso per mano ed accompagnato e sostenuto per un pezzo del tragitto, a loro ed a chi mi accompagna tuttora sono estremamente riconoscente… in questa occasione vorrei inviare il mio migliore saluto a due di loro: Luca Di Paola e Franco Farina.
Da vecchio indiano metropolitano lancio un mega AUGH!!! a tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questo pistolotto… Grazie infinite per il vostro tempo!
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