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Didi nun ce lassà, Didi nun ce lassà

Didi nun ce lassà, Didi nun ce lassà

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

Didi nun ce lassà, Didi nun ce lassà

È un omaggio alla scena finale di “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, film campione di incassi della stagione 1968-69.
LA TRAMA:
Alberto Sordi va in Africa per rintracciare il cognato DIDI (Nino Manfredi) e, dopo mille peripezie, lo trova trasformato in stregone di una tribù. I due scappano inseguiti da inferociti negri i quali, quando vedono che il loro stregone è a bordo di una nave, si schierano lungo la spiaggia e intonano un lamentoso canto d’addio. Per alcuni minuti la nenia è incomprensibile, poi, a poco a poco, si incomincia a captare qualche parola, e dopo, sempre più intellegibilmente, il canto diventa romanesco e dice: Didi nun ce lassa, didi, nun ce lassa….
LA FOTO:
I teneri e gialli fiorellini di campo sembrano protendere le braccine per invocare il sole a non tramontare giacché, con il sopraggiungere della notte, loro cadranno in una morte apparente, così come i negri del film cadranno nella disperazione se privati della loro guida, lo stregone/sole Nino Manfredi, al quale chiedono di non venire lasciati, Didi nun ce lassa.
Il film non mi piacque molto né riuscii a capire l’entusiasmo delle sale.
Mosso da rimorso manzoniano, quarant’anni dopo riparo con questa mia foto, classificata al 164° posto su 236. Ai posteri l’ardua sentenza. Ci risentiamo tra 40 anni.

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