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La Natura con le sue sembianze umane Foto & Immagine di Gaetano Monea ᐅ Vedi e commenta gratuitamente la foto su fotocommunity. Scopri gratuitamente altre immagini.
La Natura con le sue sembianze umane
Gaetano Monea
Gaetano Monea
Commenti
3
Informazioni
Sezione | Temi: Fronte/Retro |
Visto da | 12.260 |
Pubblicato | |
Lingua | |
Licenza |
Exif
Fotocamera | Canon EOS 90D |
Obiettivo | EF50mm f/1.8 STM |
Diaframma | 2.8 |
Tempo di esposizione | 1/200 |
Distanza focale | 50.0 mm |
ISO | 200 |
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lucy franco 19/02/2022 14:03
ti ho mandato una chatmailMario Aliberti 19/02/2022 13:24
SELEZIONATA PER "FRONTE/RETRO"https://www.fotocommunity.it/temi/fronteretro/21246
Esteticamente strutturata, questa immagine ripesca, nel sua esternazione delimitata, i concetti sulla oggettività del senso di bellezza, nella sua disambiguazione rispetto ai riferimenti classici assoluti dell’estetica e degli elementi “geometrici” collocati nel tempo e nello spazio. Uno spartiacque, una sperimentazione che si insinua nella infinita diatriba, mai sopita, tra figurativismo e astrattismo che tuttavia, a mio parere, è ormai superata dalla supersonica evoluzione delle tipologie di esternazioni ideali, condite peraltro dall’elemento assordante della “contemporaneità permanente”.
E in questo, sia Adorno (Theodor) che Benjamin, ma soprattutto Adorno, nelle loro percezioni avanguardiste e futuristiche, rilevano, diversamente, con analisi lucide e pregnanti sul concetto della bellezza, in funzione dello scopo e della sua funzione storico-sociale, fino al punto di sostenere che, rispetto ai canoni classici sopra descritti, la Fotografia, come ogni altra forma di espressione artistica, debba privilegiare e servirsi comunicativamente della oggettività riferita allo scopo.
Infatti, secondo Adorno, la rappresentazione di angosce, dolori, discriminazioni violente, non deve avere nulla della perfezione e del bello classici, ma deve essere capace di urtare le sensibilità, deve sconvolgere nella sua forma, in cui è sedimentata la sostanza, al costo di contravvenire a tutte le regole tecniche e di forma, assumendo invece per fattuale e necessario il concetto di “formazione” di Paul Klee, nel senso del continuo divenire della rappresentazione, senza la “gabbia” della forma definita e immutabile.
Deve essere una lama che penetra nelle coscienze, tale che anche “il brutto”, il non appetibile rappresentato, abbia una funzione vera e dirompente, incida profondamente nella società del momento, non assumendo il mero carattere di esternazione di un proprio stato d’animo privato o una semplice performance estetico-linguistica statica, conformata e rispettosa. Complimenti.