29.12.11, 23:05
Messaggio 16 di 21
io concordo con te su tutto o quasi ( al limite esagerando... non proprio)
ma il mio discorso è un po' differente : credo che spesso si adoperi il mezzo digitale in qualunque modo lo si applichi non tenendo in considerazione il tipo di fotografia, il contesto, il suo significato e soprattutto il suo rapporto con l'osservatore intendendo con essa il modo con cui un autore si esprime. faccio un semplice esempio : forzare i tratti somatici di un ritratto usando maschere di contrasto mltro forti e farlo SEMPRE sia che il soggetto sia un bambinetto che un vecchio coperto da rughe profonde come canyon credo che non sia corretto o quantomeno sia limitativo e semplicistico, così come trattare allo stesso modo un panorama naturale o uno caratterizzato da architetture post- industriale.
la mia non è una critica al mezzo, non l'ho mai fatta, che si utilizza ma a chi lo utilizza che ritiene che la determinata opzione una volta "provata con successo" sia da lui considerata come la panacea divina che di colpo rende la sua fotografia se non migliore almeno più corrispondente alle esigenze dei suoi osservatori r quindi trovando il riscontro viene sempre usata. la mia critica oltre che al fotografo è rivolta anche a chi commenta che spesso trova solo nell'esagerazione quel quid che lo fa sobbalzare sulla sedia gridando al miracolo.
mi sembra che prescindendo da molte soluzioni più creative ad esempio quelle offerte dalla lomografia tanto per citare la più eclatante la fotografia stia assumendo una omogenizzazione che va a discapito di quelle soluzioni creative a cui tu fai riferimento, della forza espressiva dell'autore capace mantenendo un proprio linguaggio di seguire la storia che tracconta.
tu citavi adams , ma lo stesso e forse con maggiore forza si riscontra in Giacomelli in cui una certa produzione, quella più intimista ( la fotografia della madre con la vanga o della moglie come certe nature morte)sono di un tipo completamente opposto alle sue fotografie più note. nelle prime le tonalità seguono un continuum nelle secondo no. ma lo stesso si può fare con molti altri autori .. citavo prima Penn. e si badi in Giacomelli non è solo una questione di crescita e di ricerca perchè in molte dei due tipi di immagini vi è la contemporaneità cronologica degli scatti.
io voglio dire solo questo senza fare alcuna critica ai mezzi che in quanto tali sono solo strumenti in mano a chi li usa .
Messaggio Modificato (23:16)
ma il mio discorso è un po' differente : credo che spesso si adoperi il mezzo digitale in qualunque modo lo si applichi non tenendo in considerazione il tipo di fotografia, il contesto, il suo significato e soprattutto il suo rapporto con l'osservatore intendendo con essa il modo con cui un autore si esprime. faccio un semplice esempio : forzare i tratti somatici di un ritratto usando maschere di contrasto mltro forti e farlo SEMPRE sia che il soggetto sia un bambinetto che un vecchio coperto da rughe profonde come canyon credo che non sia corretto o quantomeno sia limitativo e semplicistico, così come trattare allo stesso modo un panorama naturale o uno caratterizzato da architetture post- industriale.
la mia non è una critica al mezzo, non l'ho mai fatta, che si utilizza ma a chi lo utilizza che ritiene che la determinata opzione una volta "provata con successo" sia da lui considerata come la panacea divina che di colpo rende la sua fotografia se non migliore almeno più corrispondente alle esigenze dei suoi osservatori r quindi trovando il riscontro viene sempre usata. la mia critica oltre che al fotografo è rivolta anche a chi commenta che spesso trova solo nell'esagerazione quel quid che lo fa sobbalzare sulla sedia gridando al miracolo.
mi sembra che prescindendo da molte soluzioni più creative ad esempio quelle offerte dalla lomografia tanto per citare la più eclatante la fotografia stia assumendo una omogenizzazione che va a discapito di quelle soluzioni creative a cui tu fai riferimento, della forza espressiva dell'autore capace mantenendo un proprio linguaggio di seguire la storia che tracconta.
tu citavi adams , ma lo stesso e forse con maggiore forza si riscontra in Giacomelli in cui una certa produzione, quella più intimista ( la fotografia della madre con la vanga o della moglie come certe nature morte)sono di un tipo completamente opposto alle sue fotografie più note. nelle prime le tonalità seguono un continuum nelle secondo no. ma lo stesso si può fare con molti altri autori .. citavo prima Penn. e si badi in Giacomelli non è solo una questione di crescita e di ricerca perchè in molte dei due tipi di immagini vi è la contemporaneità cronologica degli scatti.
io voglio dire solo questo senza fare alcuna critica ai mezzi che in quanto tali sono solo strumenti in mano a chi li usa .
Messaggio Modificato (23:16)
Grazie Luca per l'ulteriore contributo, che oltre a chiarire meglio il tuo pensiero, nonché gli ambiti della discussione, in un certo senso completa il mio intervento.
Messaggio Modificato (23:16)
Messaggio Modificato (23:16)
...a dire il vero...questa propensione per l'eccessiva saturazione o il bn esasperato o visibilissimamente e fortemente artefatto...realizzato sempre e comunque...indipendentemente dal soggetto o da ciò che si vuole esprimere...ma al più per farsi dire "bello bravo 10 e lode!"...tutto ciò...io lo vedo solo qui...e in pochi altri siti di "apassionati di fotografia"...
di certo non l'ho visto ad Arles...nelle innumerevoli mostre dei diversi autori proposti...o in occasione di mostre...o pubblicazioni...di "veri" autori fotografici...
...certo l'uso del colore e l'accuratissima preparazione in studio e rifinitura in post di alcuni tipi di fotografia sono evidenti e palesi...in molti bravissimi autori...ma il punto è proprio quello espresso da Luca...il tutto è ovviamente...un mezzo voluto per esprimere "un" qualcosa in particolare...non certamente...come molti pecoroni dicono qui..."perché è il tuo stile!" (che francamente in un sito, perlopiù, di...fotoamatori più o meno avanzati...fa anche un po' ridere...)
scusate l'intromissione...ma i discorsi di Luca e Carlo...come sempre sono interessanti e godibilissimi...
buona continuazione...
di certo non l'ho visto ad Arles...nelle innumerevoli mostre dei diversi autori proposti...o in occasione di mostre...o pubblicazioni...di "veri" autori fotografici...
...certo l'uso del colore e l'accuratissima preparazione in studio e rifinitura in post di alcuni tipi di fotografia sono evidenti e palesi...in molti bravissimi autori...ma il punto è proprio quello espresso da Luca...il tutto è ovviamente...un mezzo voluto per esprimere "un" qualcosa in particolare...non certamente...come molti pecoroni dicono qui..."perché è il tuo stile!" (che francamente in un sito, perlopiù, di...fotoamatori più o meno avanzati...fa anche un po' ridere...)
scusate l'intromissione...ma i discorsi di Luca e Carlo...come sempre sono interessanti e godibilissimi...
buona continuazione...
Bella discussione Luca, ottimo argomento. Credo che tu non sia il solo qui che si sia posto queste domande. Difficile però in questo ambiente trovare delle risposte.
Ciò che dice Paolo credo sia verissimo ":) per me, è che a frequentarsi uno, negli eccessi, s'assomiglia .." e qui in maniera particolare.
Per fortuna la "Fotografia" sta andando anche e sopratutto in altre direzioni. Nei grandi eventi fotografici come Les Rencontrès d'Arles da Laura citato, al Visa Pour L'image di Perpignan come negli altri grandi festival di fotografia in genere la tendenza è altra per fortuna. In alcune community gli utenti si ritrovano in spazi a loro congeniali e costruiscono il loro gusto fotografico uniformandosi alle mode creando un personale gusto del bello. Si scelgono gli esempi da seguire, si creano i propri idoli.La tendenza è quella di non guardare più altrove, dove forse si dovrebbe. Si costruiscono convinzioni "settarie", ci si sente protetti, condivisi, gratificati. Qui ho sentito amatori direi quantomeno presuntuosi, arrivare a mettere in discussione grandi autori ancora portati ad esempio nelle scuole, il che è tutto dire.
Più di una volta, in questi anni, ho visto utenti intervenire in altri lidi con convinzioni qui maturate ed essere giustamente contestati.
Anche io in questo periodo mi sono regalato nuovi libri, la biblioteca cresce e ne sono fiero. Consiglio vivamente uno degli acquisti di Natale ... Zingari di Koudelka. Gli ultimi due libri comprati sono "Get the picture" di John G. Morris e "La fotografia in italia. A che punto siamo?" entrambe editi da Contrasto. Nell' ultimo che ho appena cominciato sembra ci siano molte risposte che mi confortano. E' il resoconto di un convegno tenutosi alla Fondazione Forma di Milano in cui per tre giorni 500 illustri addetti ai lavori si sono confrontati su tematiche inerenti la fotografia. Tra gli ospiti Scianna, Basilico, direttori di testate, professori universitari, foto editor come Renata Ferri e tant' altro. Tra questi cito Andrea Micheli "La fotografia è come una bicicletta con la quale si può andare in periferia, nei quartieri alti, in montagna oppure pedalare per il solo piacere di farlo".
Ritengo si possa scegliere dove andare con questa bicicletta, ho solo paura che qualcuno abbia scambiato la periferia per i quartieri alti.
Ciò che dice Paolo credo sia verissimo ":) per me, è che a frequentarsi uno, negli eccessi, s'assomiglia .." e qui in maniera particolare.
Per fortuna la "Fotografia" sta andando anche e sopratutto in altre direzioni. Nei grandi eventi fotografici come Les Rencontrès d'Arles da Laura citato, al Visa Pour L'image di Perpignan come negli altri grandi festival di fotografia in genere la tendenza è altra per fortuna. In alcune community gli utenti si ritrovano in spazi a loro congeniali e costruiscono il loro gusto fotografico uniformandosi alle mode creando un personale gusto del bello. Si scelgono gli esempi da seguire, si creano i propri idoli.La tendenza è quella di non guardare più altrove, dove forse si dovrebbe. Si costruiscono convinzioni "settarie", ci si sente protetti, condivisi, gratificati. Qui ho sentito amatori direi quantomeno presuntuosi, arrivare a mettere in discussione grandi autori ancora portati ad esempio nelle scuole, il che è tutto dire.
Più di una volta, in questi anni, ho visto utenti intervenire in altri lidi con convinzioni qui maturate ed essere giustamente contestati.
Anche io in questo periodo mi sono regalato nuovi libri, la biblioteca cresce e ne sono fiero. Consiglio vivamente uno degli acquisti di Natale ... Zingari di Koudelka. Gli ultimi due libri comprati sono "Get the picture" di John G. Morris e "La fotografia in italia. A che punto siamo?" entrambe editi da Contrasto. Nell' ultimo che ho appena cominciato sembra ci siano molte risposte che mi confortano. E' il resoconto di un convegno tenutosi alla Fondazione Forma di Milano in cui per tre giorni 500 illustri addetti ai lavori si sono confrontati su tematiche inerenti la fotografia. Tra gli ospiti Scianna, Basilico, direttori di testate, professori universitari, foto editor come Renata Ferri e tant' altro. Tra questi cito Andrea Micheli "La fotografia è come una bicicletta con la quale si può andare in periferia, nei quartieri alti, in montagna oppure pedalare per il solo piacere di farlo".
Ritengo si possa scegliere dove andare con questa bicicletta, ho solo paura che qualcuno abbia scambiato la periferia per i quartieri alti.
...Davide...bellissimo il tuo intervento...ed anche confortante direi...e...utile anche dal punto di vista...bibliografico! :))))