Rosalba Crosilla
non si nasconde, non bara, non dissimula il suo sincero interesse per la fotografia, che a volte veste i panni dell’entusiasmo, a volte sfiora lo stupore della scoperta, del traguardo raggiunto, della consapevolezza di una passione mai soddisfatta dei propri risultati pur di grande qualità.
Il suo linguaggio fotografico è assolutamente speculare al suo linguaggio personale: schietto, versatile, volitivo, consapevole e sempre improntato al rispetto e alla civiltà del confronto .
[fc-foto:29919362]
.. Rosalba Crosilla 14.10.12 38
[fc-foto:29212011]
[fc-foto:28706978]
Il suo linguaggio fotografico è assolutamente speculare al suo linguaggio personale: schietto, versatile, volitivo, consapevole e sempre improntato al rispetto e alla civiltà del confronto .
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.. Rosalba Crosilla 14.10.12 38
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In the cage
Rosalba Crosilla
24.07.12
90
lucem Rosalba Crosilla 01.04.12 13
laggiù Rosalba Crosilla 17.03.12 20
[fc-foto:26567715]
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 82
lucem Rosalba Crosilla 01.04.12 13
laggiù Rosalba Crosilla 17.03.12 20
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Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 82
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eterna fatica Rosalba Crosilla 04.05.11 13
ControLuce Rosalba Crosilla 13.12.10 30
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eterna fatica Rosalba Crosilla 04.05.11 13
ControLuce Rosalba Crosilla 13.12.10 30
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-
Rosalba Crosilla
13.01.13
13
[fc-foto:29312995]
Il cielo sotto Rosalba Crosilla 29.09.12 15
oltre Rosalba Crosilla 26.08.12 16
[fc-foto:28655783]
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Il cielo sotto Rosalba Crosilla 29.09.12 15
oltre Rosalba Crosilla 26.08.12 16
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D -- "La fotografia mantiene aperti gli istanti che la spinta del tempo richiude subito". Maurice Merlau-Ponty
Il valore testimoniale della fotografia, scelta da te come medium , appassionata della Storia e in particolare della storia della seconda guerra mondiale
[fc-foto:30107012]
La Risiera di San… Rosalba Crosilla 24.10.10 61
[fc-foto:23354394]
[fc-foto:30194825]
R -- Accidenti che esordio! Da dove comincio? E' stuzzicante il fatto che tu ti sia agganciata a questo filosofo “esistenzialista”, amico/nemico di Sartre, visto che Sartre ha avuto un ruolo pesante nella mia personalissima formazione (personalissima posto che non è derivata da studi scolastici, ma da scelte autonome).
Gran bel pensiero, quello di Merlau-Ponty sulla fotografia.
Fotografia è fermare, testimoniare il nostro tempo cristallizzato in un istante che non è mai esistito prima e che non esisterà mai più. Il “divenire”, però, non sempre è assente: molti (o alcuni) spesso (o sempre) decidono al momento dello scatto quale dovrà (o sarà) il suo aspetto ed il suo senso .. A me questo non succede mai.
Scatto e sviluppo sono due fasi, anzi due istanti, diversi, a volte contrastanti: due diversi “qui ed ora” a sostegno dell'assoluta irripetibilità dell'istante.
Nel caso di quelle che tu hai chiamato le mie serie storiche, si tratta di ri-aprire un varco tra passato e presente a sottolineare, quasi, che se è ben vero che gli istanti non si ripetono, è altrettanto vero che sono parte di noi, impressi nel nostro dna, che noi “siamo” anche ciò che quegli istanti e momenti storici hanno significato. Alla fine siamo un crogiolo di storia e, per estendere ancora di più il concetto, ognuno di noi è crogiolo dell'intera storia dell'umanità: una responsabilità, a ben pensarci, spaventosa che ci impone di tramandare ai posteri e diffondere verso i contemporanei questo enorme bagaglio, facendolo passare, però, attraverso la nostra soggettiva sensibilità ed etica.
Come ognuno di noi, io sono in parte la mia Terra, me ne porto addosso e dentro le contraddizioni, i dolori, le mille anime. Terra di “bastardi” la mia , posto che il nostro sangue porta i geni di molte razze e culture.
Se ognuno di noi è un crogiolo, io sono la Trieste austro-ungarica che vedeva molto presto l'emancipazione femminile, sono la Trieste irredentista che regalava il proprio sangue per un ritorno in seno all'Italia, sono la Trieste dalle molte chiese e dai molti culti, la Trieste dei commercianti ebrei e dei contadini sloveni e croati.
Come ogni guerra, in questi luoghi, anche la II Guerra Mondiale è stata combattuta letteralmente amico contro amico e fratello contro fratello .. dipendeva da dove ti eri trovato .. nel momento sbagliato.
L'unico campo di sterminio italiano è stato a Trieste: furono uccise 4 o 5 mila persone e deportate chissà quante altre.. Ed era lì, quasi ad un tiro di schioppo dalle case nelle quali la gente pregava di non vedere e non sentire per poter continuare a vivere... ed io ho il sangue di tutti loro, vittime comunque, gli uni e gli altri.
Non posso esimermi dal testimoniare tutto questo, dal ri-aprire quell'istante, forse anche per urlare chi sono … e nel farlo cerco di essere dura ed asettica, se possibile, come uno “strumento di trasmissione”.
Il valore testimoniale della fotografia, scelta da te come medium , appassionata della Storia e in particolare della storia della seconda guerra mondiale
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La Risiera di San… Rosalba Crosilla 24.10.10 61
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R -- Accidenti che esordio! Da dove comincio? E' stuzzicante il fatto che tu ti sia agganciata a questo filosofo “esistenzialista”, amico/nemico di Sartre, visto che Sartre ha avuto un ruolo pesante nella mia personalissima formazione (personalissima posto che non è derivata da studi scolastici, ma da scelte autonome).
Gran bel pensiero, quello di Merlau-Ponty sulla fotografia.
Fotografia è fermare, testimoniare il nostro tempo cristallizzato in un istante che non è mai esistito prima e che non esisterà mai più. Il “divenire”, però, non sempre è assente: molti (o alcuni) spesso (o sempre) decidono al momento dello scatto quale dovrà (o sarà) il suo aspetto ed il suo senso .. A me questo non succede mai.
Scatto e sviluppo sono due fasi, anzi due istanti, diversi, a volte contrastanti: due diversi “qui ed ora” a sostegno dell'assoluta irripetibilità dell'istante.
Nel caso di quelle che tu hai chiamato le mie serie storiche, si tratta di ri-aprire un varco tra passato e presente a sottolineare, quasi, che se è ben vero che gli istanti non si ripetono, è altrettanto vero che sono parte di noi, impressi nel nostro dna, che noi “siamo” anche ciò che quegli istanti e momenti storici hanno significato. Alla fine siamo un crogiolo di storia e, per estendere ancora di più il concetto, ognuno di noi è crogiolo dell'intera storia dell'umanità: una responsabilità, a ben pensarci, spaventosa che ci impone di tramandare ai posteri e diffondere verso i contemporanei questo enorme bagaglio, facendolo passare, però, attraverso la nostra soggettiva sensibilità ed etica.
Come ognuno di noi, io sono in parte la mia Terra, me ne porto addosso e dentro le contraddizioni, i dolori, le mille anime. Terra di “bastardi” la mia , posto che il nostro sangue porta i geni di molte razze e culture.
Se ognuno di noi è un crogiolo, io sono la Trieste austro-ungarica che vedeva molto presto l'emancipazione femminile, sono la Trieste irredentista che regalava il proprio sangue per un ritorno in seno all'Italia, sono la Trieste dalle molte chiese e dai molti culti, la Trieste dei commercianti ebrei e dei contadini sloveni e croati.
Come ogni guerra, in questi luoghi, anche la II Guerra Mondiale è stata combattuta letteralmente amico contro amico e fratello contro fratello .. dipendeva da dove ti eri trovato .. nel momento sbagliato.
L'unico campo di sterminio italiano è stato a Trieste: furono uccise 4 o 5 mila persone e deportate chissà quante altre.. Ed era lì, quasi ad un tiro di schioppo dalle case nelle quali la gente pregava di non vedere e non sentire per poter continuare a vivere... ed io ho il sangue di tutti loro, vittime comunque, gli uni e gli altri.
Non posso esimermi dal testimoniare tutto questo, dal ri-aprire quell'istante, forse anche per urlare chi sono … e nel farlo cerco di essere dura ed asettica, se possibile, come uno “strumento di trasmissione”.
D -- - La fotografia è un esercizio d’osservazione : la macchina fotografica è uno strumento semplice, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza . Quanto questo è già dentro , nel dna di ognuno, e quanto invece ricerca e studio?
R -- Sicuramente fotografia è linguaggio, come la scrittura, la musica, la pittura o la scultura. Sicuramente bisogna aver “dentro” il dono di saperlo usare, quel linguaggio, ma, lasciato senza studio e ricerca, rimane solo un embrione di potenzialità. Come ogni linguaggio la fotografia ha bisogno della sua “sintassi” e “grammatica”, altrimenti rimane comprensibile solo all'autore … e quando si è imparato qualcosina allora ci si rende conto che le regole possono anche essere, a volte, buttate all'aria.
Sono arrivata su FC assolutamente ignorante in tutto e quel poco che so lo devo a questo sito che mi ha dato la possibilità di conoscere Fotografi davvero in gamba. Il mio primo “insegnante” è stato Primo D'Apote e ricordo perfettamente lo sgomento che mi colse quando disse che per prima cosa avrei dovuto studiarmi la sezione aurea fino ad averla “nell'occhio” e quindi fino a trovare inquadratura e linee sulla sua guida.
Pensai d'essermi cacciata in un ginepraio, ma, testona come sono, mi misi d'impegno almeno a “cercar di capire” e non sono certo riuscita ad imprimermi nella retina la seziona aurea, ma .. almeno so che esiste, che il segreto è armonia, linee, minimalismo, equilibrio … E che quasi tutto questo può venir disfatto; che, per catturare l'anima di un'inquadratura, dovrò saper piegare regole e canoni. L'unica regola che non può venir piegata è l'armonia finale.
Ricerca e studio credo davvero non siano mai finiti: si può proseguire fino a “sfinimento”o fintanto che la fotografia continua a darci qualcosa. Il mio percorso sarà alla fine parzialissimo, ma mi diverte e mi arricchisce. Mi appaga anche solo riuscir a “leggere” gli scatti degli altri o parlare con quelli tra di noi che sono indiscutibilmente Fotografi .. e che solitamente non sono mai soddisfatti del proprio lavoro e continuano ad aver voglia di mettersi in discussione sperimentando e ricercando .. beh .. se lo fanno loro, tanto più posso farlo io ;-)
R -- Sicuramente fotografia è linguaggio, come la scrittura, la musica, la pittura o la scultura. Sicuramente bisogna aver “dentro” il dono di saperlo usare, quel linguaggio, ma, lasciato senza studio e ricerca, rimane solo un embrione di potenzialità. Come ogni linguaggio la fotografia ha bisogno della sua “sintassi” e “grammatica”, altrimenti rimane comprensibile solo all'autore … e quando si è imparato qualcosina allora ci si rende conto che le regole possono anche essere, a volte, buttate all'aria.
Sono arrivata su FC assolutamente ignorante in tutto e quel poco che so lo devo a questo sito che mi ha dato la possibilità di conoscere Fotografi davvero in gamba. Il mio primo “insegnante” è stato Primo D'Apote e ricordo perfettamente lo sgomento che mi colse quando disse che per prima cosa avrei dovuto studiarmi la sezione aurea fino ad averla “nell'occhio” e quindi fino a trovare inquadratura e linee sulla sua guida.
Pensai d'essermi cacciata in un ginepraio, ma, testona come sono, mi misi d'impegno almeno a “cercar di capire” e non sono certo riuscita ad imprimermi nella retina la seziona aurea, ma .. almeno so che esiste, che il segreto è armonia, linee, minimalismo, equilibrio … E che quasi tutto questo può venir disfatto; che, per catturare l'anima di un'inquadratura, dovrò saper piegare regole e canoni. L'unica regola che non può venir piegata è l'armonia finale.
Ricerca e studio credo davvero non siano mai finiti: si può proseguire fino a “sfinimento”o fintanto che la fotografia continua a darci qualcosa. Il mio percorso sarà alla fine parzialissimo, ma mi diverte e mi arricchisce. Mi appaga anche solo riuscir a “leggere” gli scatti degli altri o parlare con quelli tra di noi che sono indiscutibilmente Fotografi .. e che solitamente non sono mai soddisfatti del proprio lavoro e continuano ad aver voglia di mettersi in discussione sperimentando e ricercando .. beh .. se lo fanno loro, tanto più posso farlo io ;-)
D -- Il paesaggio sia urbano che extraurbano monopolizza quasi le tue immagini.
Cosa può raccontare, o rappresentare per te, come scelta di soggetto da fotografare, che la figura umana non ha? Si può interpretare questa scelta come una identificazione ?
[fc-foto:22974376]
[fc-foto:23068841]
[fc-foto:23278665]
[fc-foto:23482964]
[fc-foto:23770177]
R -- Beccata!
Sicuramente questa sono io, nel senso che fa parte della mia sfera più intima preferire i paesaggi, soprattutto gli urbani, nei quali la figura umana al massimo è un “sostegno” oppure ne è parte integrante, ma mai o quasi mai il soggetto.
Se è ben vero che ognuno di noi è un crogiolo di storia, è altrettanto vero (per me) che la vita di ognuno rimane impressa nel paesaggio urbano. Le mura, il selciato, i palazzi, ogni angolo ed ogni manufatto porta in sé la vita di tutti coloro che lì hanno vissuto anche solo per un attimo. Ed è proprio per questo che i luoghi abbandonati mi affascinano: molte persone, interpretano quegli scatti come fotografia di denuncia … e va bene così, nel senso che ognuno deve poter leggere ciò che gli è più affine, in un'immagine. In realtà, per me, quei luoghi non sono per nulla abbandonati, da un certo punto di vista non potrebbero essere più belli e vivi di così in quanto perpetuano la vita di coloro che lì hanno vissuto, lavorato, gioito o pianto; continuano ad essere testimonianze di umanità e l'umanità non è patinata né pulita, ma anzi è graffiata e polverosa anche di ricordi.
E poi c'è l'acqua sia come specchio che come mare: due visioni completamente diverse. L'acqua come specchio mi affascina perchè mette in discussione la “realtà”. Cos'è la realtà? Siamo sicuri che davvero esista? E se la realtà fosse quella riflessa nell'acqua? O se in quella nell'acqua ci fosse l'essenza per comprendere la nostra realtà? Ed ogni volta che guardo “Behind the Gare Saint-Lazare “ di Cartier-Bresson resto lì, trattenendo il fiato, ad attendere il “dopo”...
L'acqua-mare ha invece tutt'altro significato, soprattutto per chi è nato avendo negli occhi il mare .. anzi, ha tutti i significati: è via e confine, libertà e incognito, sfida e paura. Il mare ha mischiato da sempre uomini, esperienze, culture, corrode le montagne, è sempre nuovo eppure antico, placa l'animo se è calmo, diventa la tua voce e ti sfoga se è impetuoso. Fotografare il mare è fotografare il futuro, sondare l'incognito oltre la nona onda, aldilà dell'orizzonte, ma è anche guardare il “perenne”.
Cosa può raccontare, o rappresentare per te, come scelta di soggetto da fotografare, che la figura umana non ha? Si può interpretare questa scelta come una identificazione ?
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R -- Beccata!
Sicuramente questa sono io, nel senso che fa parte della mia sfera più intima preferire i paesaggi, soprattutto gli urbani, nei quali la figura umana al massimo è un “sostegno” oppure ne è parte integrante, ma mai o quasi mai il soggetto.
Se è ben vero che ognuno di noi è un crogiolo di storia, è altrettanto vero (per me) che la vita di ognuno rimane impressa nel paesaggio urbano. Le mura, il selciato, i palazzi, ogni angolo ed ogni manufatto porta in sé la vita di tutti coloro che lì hanno vissuto anche solo per un attimo. Ed è proprio per questo che i luoghi abbandonati mi affascinano: molte persone, interpretano quegli scatti come fotografia di denuncia … e va bene così, nel senso che ognuno deve poter leggere ciò che gli è più affine, in un'immagine. In realtà, per me, quei luoghi non sono per nulla abbandonati, da un certo punto di vista non potrebbero essere più belli e vivi di così in quanto perpetuano la vita di coloro che lì hanno vissuto, lavorato, gioito o pianto; continuano ad essere testimonianze di umanità e l'umanità non è patinata né pulita, ma anzi è graffiata e polverosa anche di ricordi.
E poi c'è l'acqua sia come specchio che come mare: due visioni completamente diverse. L'acqua come specchio mi affascina perchè mette in discussione la “realtà”. Cos'è la realtà? Siamo sicuri che davvero esista? E se la realtà fosse quella riflessa nell'acqua? O se in quella nell'acqua ci fosse l'essenza per comprendere la nostra realtà? Ed ogni volta che guardo “Behind the Gare Saint-Lazare “ di Cartier-Bresson resto lì, trattenendo il fiato, ad attendere il “dopo”...
L'acqua-mare ha invece tutt'altro significato, soprattutto per chi è nato avendo negli occhi il mare .. anzi, ha tutti i significati: è via e confine, libertà e incognito, sfida e paura. Il mare ha mischiato da sempre uomini, esperienze, culture, corrode le montagne, è sempre nuovo eppure antico, placa l'animo se è calmo, diventa la tua voce e ti sfoga se è impetuoso. Fotografare il mare è fotografare il futuro, sondare l'incognito oltre la nona onda, aldilà dell'orizzonte, ma è anche guardare il “perenne”.
Mantua
Rosalba Crosilla
19.04.11
25
... laguna ... Rosalba Crosilla 15.09.12 10
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... laguna ... Rosalba Crosilla 15.09.12 10
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D – In ogni percorso fotografico credo ci sia una fotografia che abbia segnato una svolta di qualsiasi tipo, si o tecnica o emozionale, o semplicemente rappresentativa di un momento importante .
Qual è la tua?
R -- Difficilissimo rispondere a questa domanda.
In realtà ogni mio scatto segna una svolta o un cambiamento … è il “divenire” del quale parlavo prima. In fotografia, come nella vita, si impara dai propri errori (e guardando quelli degli altri) : ricordo una barca che si stava staccando dal molo alla quale avevo tagliato un pezzettino di poppa (peccato che negli anni l'ho tolta da fc): proposta in galleria mi ha “insegnato” che non possono venir tagliati particolari di un soggetto e non solo, ma anche che il soggetto ha bisogno di “respirare”.
Lezione, ti assicuro, che non ho mai dimenticato..... anche se non è detto che riesca a metterla sempre in pratica ;-)
Questa credo sia abbastanza rappresentativa, però, di una fase del mio percorso:
gondole Rosalba Crosilla 05.12.10 23
E' la prima che ho fatto stampare e che ho ancora appesa in casa.
Penso possa rappresentare un passo avanti nell'armonia della composizione, nello sviluppo del bianco e nero e nel “togliere tutto ciò che non serve”.
Qual è la tua?
R -- Difficilissimo rispondere a questa domanda.
In realtà ogni mio scatto segna una svolta o un cambiamento … è il “divenire” del quale parlavo prima. In fotografia, come nella vita, si impara dai propri errori (e guardando quelli degli altri) : ricordo una barca che si stava staccando dal molo alla quale avevo tagliato un pezzettino di poppa (peccato che negli anni l'ho tolta da fc): proposta in galleria mi ha “insegnato” che non possono venir tagliati particolari di un soggetto e non solo, ma anche che il soggetto ha bisogno di “respirare”.
Lezione, ti assicuro, che non ho mai dimenticato..... anche se non è detto che riesca a metterla sempre in pratica ;-)
Questa credo sia abbastanza rappresentativa, però, di una fase del mio percorso:
gondole Rosalba Crosilla 05.12.10 23
E' la prima che ho fatto stampare e che ho ancora appesa in casa.
Penso possa rappresentare un passo avanti nell'armonia della composizione, nello sviluppo del bianco e nero e nel “togliere tutto ciò che non serve”.
Altra svolta importante, poi, è avvenuta con la serie di scatti del “tutoraggio” di Renato Orsini
.. ricordi?
Gran bella, interessante iniziativa!
Renato era già tra i miei “miti” nel bianco e nero e per quanto riguarda gli streets, ma non c'era stato nessuno scambio tra noi a parte qualche commento sotto alle foto, quindi colsi al balzo l'occasione.
Beh .. ho conosciuto così una persona … sai di quelle persone che ti fanno dire “ma che bello che è il mondo, a volte”.
Renato Orsini, lungi dal sentirsi in qualche modo “arrivato” da qualche parte, è stato assolutamente disponibile sia ad elargire “segreti” fotografici che consigli, con una pazienza anglo-partenopea che non gli faceva, però, mai mollare la presa, nel senso che spiegare e rispiegare si, ma non mi ha mai “regalato” qualcosa che non mi fossi meritata, il tutto condito da una sottile ironia ed autoironia e di un quasi tangibile profondo rispetto verso il prossimo.
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 6
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 4
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 13
Ne sono uscita sicuramente arricchita dal punto di vista fotografico ed il salto che ho fatto è palese, ma anche sotto il punto di vista umano.
Gran bella, interessante iniziativa!
Renato era già tra i miei “miti” nel bianco e nero e per quanto riguarda gli streets, ma non c'era stato nessuno scambio tra noi a parte qualche commento sotto alle foto, quindi colsi al balzo l'occasione.
Beh .. ho conosciuto così una persona … sai di quelle persone che ti fanno dire “ma che bello che è il mondo, a volte”.
Renato Orsini, lungi dal sentirsi in qualche modo “arrivato” da qualche parte, è stato assolutamente disponibile sia ad elargire “segreti” fotografici che consigli, con una pazienza anglo-partenopea che non gli faceva, però, mai mollare la presa, nel senso che spiegare e rispiegare si, ma non mi ha mai “regalato” qualcosa che non mi fossi meritata, il tutto condito da una sottile ironia ed autoironia e di un quasi tangibile profondo rispetto verso il prossimo.
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 6
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 4
Progetto Tutor Or… Rosalba Crosilla 03.12.11 13
Ne sono uscita sicuramente arricchita dal punto di vista fotografico ed il salto che ho fatto è palese, ma anche sotto il punto di vista umano.
D -- Uno degli aspetti meno indagati della fotografia è il suo insegnamento, sia nelle istituzioni pubbliche che nelle scuole private.
L’impatto con la fotografia provoca al contempo entusiasmo e disorientamento, proprio per la disarticolazione storica e complessità artistica della sua funzione.
Quanto è importante lo studio, non solo della tecnica ma anche della storia stessa della fotografia e dei suoi Autori più rappresentativi?
R -- Che strano, vero? Trovare una disarticolazione storica in una disciplina-arte che di per sé dovrebbe articolare la storia, visto che ne è testimone visivo. Eppure è vero e probabilmente l'introduzione del suo insegnamento nelle scuole potrebbe ovviare a questo controsenso: è la scuola che ha il compito di articolare la memoria.
La tecnica … va di pari passo con la storia, come in tutte le altre discipline che la richiedono. Come disgiungerle senza far diventare incomprensibile il tutto?
Ma questo è un concetto oserei dire assoluto. C'è una interdisciplinarietà fortissima nelle “materie scolastiche”: tutte parlano dell'evoluzione umana (e anche delle sue contraddizioni) e nessuna scoperta nè idea è nata per caso, ma è frutto di un lungo percorso globale. Son convinta che sfruttando al massimo l'interdisciplinarietà, l'apprendimento in generale sarebbe facilitato.
Fotografia: quale ausilio migliore per comprendere l'evoluzione della nostra società negli ultimi 160 anni? Dai ritratti di Francois Antoine Claudet degi inizi, alle denunce di Walker Evans o di Dorothea Lange, al fotogiornalismo di Henri Cartier-Bresson o ai reportage di guerra di Robert Capa, tutte le immagini ri-aprono il tempo e la storia. Non solo, ma attraverso la costruzione stessa di quelle immagini possiamo comprendere il “punto di vista”, il linguaggio di quei tempi, le stesse priorità.
Parere del tutto personale (beh.. come tutto ciò che ho detto sinora, in realtà), non suffragato certo da esperienze dirette (tranne quella di madre che vede la scuola attraverso il viverla della figlia): se mi passi il termine, sono del tutto a-scolarizzata ed i miei “semini” (quelli che ognuno di noi si ritrova in dote alle nascita) li ho sviluppati e curati da sola, probabilmente grazie ad una curiosità innata che forse è inferiore solo a quella proverbiale delle scimmie ;-).
Ma è vero: i semi ci sono già dentro di noi; possono venir curati e stimolati, ma svilupparli sta comunque al loro detentore.
L’impatto con la fotografia provoca al contempo entusiasmo e disorientamento, proprio per la disarticolazione storica e complessità artistica della sua funzione.
Quanto è importante lo studio, non solo della tecnica ma anche della storia stessa della fotografia e dei suoi Autori più rappresentativi?
R -- Che strano, vero? Trovare una disarticolazione storica in una disciplina-arte che di per sé dovrebbe articolare la storia, visto che ne è testimone visivo. Eppure è vero e probabilmente l'introduzione del suo insegnamento nelle scuole potrebbe ovviare a questo controsenso: è la scuola che ha il compito di articolare la memoria.
La tecnica … va di pari passo con la storia, come in tutte le altre discipline che la richiedono. Come disgiungerle senza far diventare incomprensibile il tutto?
Ma questo è un concetto oserei dire assoluto. C'è una interdisciplinarietà fortissima nelle “materie scolastiche”: tutte parlano dell'evoluzione umana (e anche delle sue contraddizioni) e nessuna scoperta nè idea è nata per caso, ma è frutto di un lungo percorso globale. Son convinta che sfruttando al massimo l'interdisciplinarietà, l'apprendimento in generale sarebbe facilitato.
Fotografia: quale ausilio migliore per comprendere l'evoluzione della nostra società negli ultimi 160 anni? Dai ritratti di Francois Antoine Claudet degi inizi, alle denunce di Walker Evans o di Dorothea Lange, al fotogiornalismo di Henri Cartier-Bresson o ai reportage di guerra di Robert Capa, tutte le immagini ri-aprono il tempo e la storia. Non solo, ma attraverso la costruzione stessa di quelle immagini possiamo comprendere il “punto di vista”, il linguaggio di quei tempi, le stesse priorità.
Parere del tutto personale (beh.. come tutto ciò che ho detto sinora, in realtà), non suffragato certo da esperienze dirette (tranne quella di madre che vede la scuola attraverso il viverla della figlia): se mi passi il termine, sono del tutto a-scolarizzata ed i miei “semini” (quelli che ognuno di noi si ritrova in dote alle nascita) li ho sviluppati e curati da sola, probabilmente grazie ad una curiosità innata che forse è inferiore solo a quella proverbiale delle scimmie ;-).
Ma è vero: i semi ci sono già dentro di noi; possono venir curati e stimolati, ma svilupparli sta comunque al loro detentore.
D -- Nel tuo profilo leggo “ del bel tacer non fu mai scritto” ovvero il valore del silenzio e il peso delle parole, nel nostro caso amplificato da un luogo virtuale.
R -- Eh … è un monito verso me stessa ... Oddio .. son 56 anni che cerco di imprimermelo in testa, eh! Sono impulsiva, istintiva... da un certo punto di vista è pure una qualità .. va a finire che si dice sempre quello che si pensa davvero, ma certo è molto scomodo e sicuramente auto-danneggiante.
Certo che in qualsiasi convivio bisognerebbe anche saper tacere: le parole possono venir fraintese o distorte non per malafede da parte dell'ascoltatore, ma perchè ognuno di noi le “passa”, per comprenderle, attraverso filtri personali.
Il web, si, può amplificare i fraintendimenti: non ci si vede in faccia, non si sente il tono di voce, spesso le parole sono estrapolate da un discorso articolato e quindi il loro senso viene distorto o non compreso in pieno, altre volte una nostra frase si riallaccia ad altri argomenti che non tutti hanno letto e ancora i discorsi lunghi sono noiosi da leggere quindi la loro comprensione è approssimativa.
Sarebbe necessario tener conto di tutto questo, prima di “aprir bocca” nel web … ma … figurati.. per un'impulsiva rappresenterebbe un'impresa epica! Ma il monito me lo tengo, eh … che la buona volontà comunque è un passettino in avanti ;-)
R -- Eh … è un monito verso me stessa ... Oddio .. son 56 anni che cerco di imprimermelo in testa, eh! Sono impulsiva, istintiva... da un certo punto di vista è pure una qualità .. va a finire che si dice sempre quello che si pensa davvero, ma certo è molto scomodo e sicuramente auto-danneggiante.
Certo che in qualsiasi convivio bisognerebbe anche saper tacere: le parole possono venir fraintese o distorte non per malafede da parte dell'ascoltatore, ma perchè ognuno di noi le “passa”, per comprenderle, attraverso filtri personali.
Il web, si, può amplificare i fraintendimenti: non ci si vede in faccia, non si sente il tono di voce, spesso le parole sono estrapolate da un discorso articolato e quindi il loro senso viene distorto o non compreso in pieno, altre volte una nostra frase si riallaccia ad altri argomenti che non tutti hanno letto e ancora i discorsi lunghi sono noiosi da leggere quindi la loro comprensione è approssimativa.
Sarebbe necessario tener conto di tutto questo, prima di “aprir bocca” nel web … ma … figurati.. per un'impulsiva rappresenterebbe un'impresa epica! Ma il monito me lo tengo, eh … che la buona volontà comunque è un passettino in avanti ;-)
D – il tuo prossimo progetto in agenda
R -- Togliermi il gesso dal piedone .. il 5 marzo.
Vedi? Esempio tangibile dell'essere impulsiva, quindi disattenta!
Scherzi a parte, nessun progetto in cantiere. E' anche difficile caratterialmente per me averne: somigliano un po' a delle catene, per me, “impegni” quindi non-libertà.
Nella mia cartella “Andare” sul pc ho qualche ex-luogo da visitare (archeologia industriale che sempre mi stuzzica), magari, se la luminosità dei luoghi (di solito scarsa) lo consentirà utilizzando la Holga lens e mi piacerebbe aggiungere al mio scarsissimo corredo fotografico un obiettivo Lensbaby .. sperimentare, insomma .. annusare quello che mi dice il vento e seguirlo ;-)
R -- Togliermi il gesso dal piedone .. il 5 marzo.
Vedi? Esempio tangibile dell'essere impulsiva, quindi disattenta!
Scherzi a parte, nessun progetto in cantiere. E' anche difficile caratterialmente per me averne: somigliano un po' a delle catene, per me, “impegni” quindi non-libertà.
Nella mia cartella “Andare” sul pc ho qualche ex-luogo da visitare (archeologia industriale che sempre mi stuzzica), magari, se la luminosità dei luoghi (di solito scarsa) lo consentirà utilizzando la Holga lens e mi piacerebbe aggiungere al mio scarsissimo corredo fotografico un obiettivo Lensbaby .. sperimentare, insomma .. annusare quello che mi dice il vento e seguirlo ;-)
Il mio grazie va in totale sincerità ad una Donna che consideriamo un'ospite di privilegio qui su Fotocommunity.it.
Il prossimo appuntamento avrà i profumi della natura, i colori splendidi dei suoi abitanti e sarà come ascoltare il frullo improvviso di ali ...
Vi aspettiamo.
Il prossimo appuntamento avrà i profumi della natura, i colori splendidi dei suoi abitanti e sarà come ascoltare il frullo improvviso di ali ...
Vi aspettiamo.
25.02.13, 01:07
Messaggio 15 di 48
sono contento di essere il primo ...
recentemente alla TV ( da leggere tivi non tivu) ho visto una bellissimo servizio su Letizia Battaglia ... a parte le differenze che sono certamente molte e sarebbe innegabile disconoscerle trovo però dalle tue iniziali parole alcune analogie tra la sua palermo e la tua trieste ... carnale e malandrina la prima, austera ed elegante la seconda: la città vista come essere e non solo come luogo. nelle tue parole ho letto la stessa sensibilità che con molta leggerezza sottolineava la Battaglia verso il carattere "l'umano" della città e non solo come contenitore per chi in essa abita . forse la differenza/somiglianza che ho riscontrato sta proprio nell'incontro tra 2 modi uguali di rapportarsi con spazi opposti che si cerca di misurare con la fotografia ... credo infatti che la fotografia sia un ottimo " metro".
la domanda è secca : tu con la fotografia cerchi di "misurare" il tuo rapporto con l'altro , cosa o persona è lo stesso, per avere delle conferme a certe tue istanze oppure parti dalle tue certezze e alla fotografia ne chiedi conferma?
recentemente alla TV ( da leggere tivi non tivu) ho visto una bellissimo servizio su Letizia Battaglia ... a parte le differenze che sono certamente molte e sarebbe innegabile disconoscerle trovo però dalle tue iniziali parole alcune analogie tra la sua palermo e la tua trieste ... carnale e malandrina la prima, austera ed elegante la seconda: la città vista come essere e non solo come luogo. nelle tue parole ho letto la stessa sensibilità che con molta leggerezza sottolineava la Battaglia verso il carattere "l'umano" della città e non solo come contenitore per chi in essa abita . forse la differenza/somiglianza che ho riscontrato sta proprio nell'incontro tra 2 modi uguali di rapportarsi con spazi opposti che si cerca di misurare con la fotografia ... credo infatti che la fotografia sia un ottimo " metro".
la domanda è secca : tu con la fotografia cerchi di "misurare" il tuo rapporto con l'altro , cosa o persona è lo stesso, per avere delle conferme a certe tue istanze oppure parti dalle tue certezze e alla fotografia ne chiedi conferma?