Massimiliano Serci

I primi ricordi legati alla fotografia mi riportano ai miei 12 anni quando scattavo, da autodidatta e un po' a casaccio, con una Voigtlander Vito C dei miei genitori. Dopo un lungo apprendistato con una Canon AF35 arrivo alla mia prima reflex comprata nel 2000, una Nikon F70. L'ingresso nel digitale è stato altalenante, un saliscendi di grandi entusiasmi alternati a grandi disimpegni, fino a quando ho acquistato la mia prima reflex digitale una Pentax K5II; da allora la fotografia è tornata ad essere una passione totalizzante. Penso che le fotografie vadano stampate per salvare i nostri ricordi dal buco nero digitale che ci siamo costruiti intorno; penso che l'attimo in cui scatto la foto sia il momento più divertente di tutto il processo fotografico; non credo nel cogliere l'attimo, credo che l'attimo vada costruito; credo che la fotografia vada studiata con dedizione ma non credo nei corsi di fotografia; so per certo che di ogni foto che decido di stampare per la mia collezione "fine art" mi ricordo tutto senza però fare alcun riferimento ai dati exif; mi ricordo il vento, le nuvole, la pioggia, il freddo, il caldo, la levataccia, i km in macchina, i km a piedi, il mal di schiena, mi ricordo la sensazione dei miei piedi sul terreno, del mio occhio destro nell'oculare, della pressione del mio dito sul pulsante di scatto; me lo ricordo perché ero consapevole di essere in quel luogo, di esserci in quel preciso momento e di fare ciò che mi rende vivo.