"Amicizia" di Guglielmo Rispoli
I ragazzi forse hanno bisogno di stare insieme oltre le cose apparentemente impostanti.
Forse stanno meglio e starebbero meglio nella normalità.
Dati di scatto: direttamente in BN - ISO 250 - T 1/60 con flash ottica 55 § 16
di Guglielmo Rispoli
Vincenzo Galluccio 25/07/2009 2:18
Io credo che la tecnica fotografica sia come la grammatica, ovvero serva ad esprimere chiaramente, senza contraddizioni e/o confusione, idee, intenzioni, ragionamenti, punti di vista. Ogni cosa e' sostenuta da un come e da un perchè, da una forma e da un contenuto, per cui a volte il come prende il sopravvento sul perchè e nasce la disperata intenzione di Van Gogh di cercare il giallo, altre volte il perchè prende il sopravvento sul come e nasce il capolavoro della Gioconda, e ciò accade anche quando guardiamo una foto che non ci piace: a volte diciamo che e' poco nitida ed altre volte sosteniamo invece che non ci emoziona. Io credo che il si o il no davanti ad una foto passino obbligatoriamente attraverso la storia personale di ognuno di noi, storia fatta di tanti come mischiati ad infiniti perchè.Carlo Atzori 22/07/2009 21:21
Mi mancava Agorà, queste disquisizioni infinite, ognuno nella propria barricata...bellissimo....veniamo al dunque, questa è la classica foto che chiamerei "istantanea", nel senso che non c'è nessun messaggio oltre l'immagine stessa, andrebbe benissimo come ricordo, ma la fotografia necessita di un messaggio più profondo, più sottile, più immediato di un semplice ritratto fatto per fermare un istante...concordo pienamente con Franco Farina, nel senso che Agorà dovrebbe essere il posto dove si postano fotografie che raccontino qualcosa, che diano segnali visivi e lascino sensazioni.....Vincenzo esagera sempre, ma è schietto, genuino e dice (anzi scrive) sempre quello che pensa, a volte in modo un pò pesante, ma nessuno su agorà vuole offendere nessuno, almeno questo è quello che penso, anche per questo l'anonimato escude pregiudizi e commentini facili.....un saluto a tutti voi.Aldo Feroce 20/07/2009 20:51
Credo che su questa foto si sia parlato anche abbastanza,sicuramente non per la foto ma per la visioni distanti che abbiamo l'un con l'altro della fotografia.trovo che ci siano in questa comunity diversi eccessi ; o si va ad una che bella foto ....per passaggio oppure nel momento in cui si articola qualcosa ,oltre a rischiare di diventare antipatici ,si rischia di andare fuori "bersaglio"
naturalmente l'autore non me ne voglia,non mi riferisco a nessuna cosa in particolare ,c'è chi se la prende come una cosa troppo personale ,mi sembra a volte legata ad antipatie regresse.
io considererei un paio di cose:
che la fotografia è una passione,una professione ,una malattia...ognuno decida quale strada intraprendere.
consiglio vivamente di fare un reset,di contare fino a 10 e se serve anche fino a 100.
spegnete il web e iniziate a stampare un po di carta.
il web è bello ma se fa male allora è meglio spegnere.
ripeto il mio punto di vista legato all'autore della fotografia:
Non ho usato il termine banale da me una volta usato e per l'amor di Dio me lo sono portato appresso per non so quanto....ma alla foto credo,sia stata data un importanza di interventi che ronzano sempre intorno alle stesse cose di sempre:
cosa è il banale?
perche' ritieni che lo sia?
quello che a te un immagine comunica a me non dice niente e giu' di li!!!
fare un analisi tecnica , dire che l'immagine è stata scattata "dopo" una posa non serve,l'immagine deve colpire chi la guarda senza l'about....se qualcuno ha bisogno dell'about sotto una foto per capirla la foto poco trasmette
almeno per me è così
ciao a tutti
Aldo
Carlo Pollaci 19/07/2009 20:58
Dopo l'intervento di Franco Farina, che non mi è piaciuto, vorrei chiarire alcune cose.Ho usato il termine banale, tra virgolette, solo perché lo stesso autore lo aveva adoperato. Considero questa foto affatto banale. La fotografia è tante cose. Ricerca, sperimentazione, documentazione ma anche sano divertimento.
Quest'ultima accezione è quella prescelta dall'autore. La foto rivela infatti il suo coinvolgimento in una situazione con una sua specificità scenica, il cui interesse è probabilmente limitato alla ristretta cerchia dei protagonisti (e in effetti il commento proposto dall'autore non aiuta a capirla). Ma anche se è così, io vedo comunque una fotografia vera. Il sintetizza perfettamente la sintonia venutasi a creare tra il fotografo e i soggetti.
Per inciso vorrei capire il perché dell'ostracismo dichiarato da qualcuno nei confronti di alcune tecniche e accessori fotografici piuttosto che altri. Ci si tiene spesso a sottolineare di non fare uso del flash. E va bene. Io però non conosco un solo professionista che non ne faccia uso, anche di giorno. Personalmente non possiedo neppure un flash. Ma che male c'è ad usare quello della macchina, magari con potenza ridotta, come si faceva una volta con i vacublitz schermati col fazzoletto (W. Eugene Smith docet): un colpo di flash, anche solo di schiarita, può risolvere al meglio tante situazioni. Comunque dopo che la Nikon ha dotato le sue nuove full-frame del flash incorporato la situazione è cambiata nella stampa specializzata al punto che ho letto da qualche parte, nella colonna difetti, a proposito della Canon 5D Mark II, proprio l'assenza del flash.
Maricla Martiradonna 19/07/2009 9:38
RISPOSTA DELL'AUTORE A FRANCO FARINA:"La fotografia può valorizzare (come per altri temi) questa tematica e non sempre è facile.
Qui la foto, lo ripeto, è semplice e anche un po’ banale, fatta poco prima di una colazione di 98 ragazzi e ragazze tra i 10-11 anni, un reportage tutto in BN che per privacy non sarà presentato in FC; i vestiti ridicolizzano alcuni aspetti dei grandi, il buio è dello spettacolo.
Il BN non è contrastato ma è una mia scelta, ringrazio Carlo Pollaci che lo giudica forte al punto giusto, dico a Franco Farina che nel mio monitor il bianco c’è in più punti e in altre foto in BN su FC ho esaltato i contrasti, qui non mi sembrava giusto, avrei deviato e modificato il contenuto a favore della foto e della tecnica in sé.
Il commento di presentazione è richiesto dalla sezione (si legge nelle note tecniche di FC) ma non c’era bisogno e quindi mi convince molto quello che dice Franco Farina.
Con Franco sono d’accordo che “nell’immagine visiva è indispensabile che la comunicazione avvenga attraverso la visione della foto, non può essere il contrario. Non è logico che debba prima andarmi a leggere la didascalia o sentirmi il pezzetto musicale per entrare nelle intenzioni dell'autore”.
Sottoscrivo. Ma sono più tollerante di Farina perché tante foto mosse o sfocate o mosse e sfocate insieme non aiutano tanto a capire la comunicazione visiva e a volte la spiegazione scritta complica ancora di più…
Quando si aggiunge il riferimento musicale per far uscire la sensibilità che un fotografo potrebbe non avere, allora Farina ha ragione davvero.
Farina ha anche ragione sul fatto che questa non è una «foto d’autore». Ha ragione, io non faccio il fotografo né ho mai pubblicato libri di fotografia, né ho una teoria fotografica, però, vi giuro, l’autore della foto sono io.
Rispetto il parere che la foto è poco più che niente ma mi auguro che fuori dalla foto i ragazzi, il loro sorriso spontaneo e il diritto all’amicizia valgano più di un mosso non esistente di una sedia che sta ferma.
Ultimo passaggio per Farina e per altri che avessero voglia di leggermi: la distinzione nella banalità rispetto alla foto di famiglia è che i ragazzi mi hanno chiesto la foto e si sono messi in posa… io non ho scattato, ho scattato dopo quando hanno terminato, erano soddisfatti, si erano abbracciati ed erano contenti INSIEME, insieme… I n s i e m e…
Tutto qui, io non conosco un condominio in cui un terzo degli abitanti dello stesso stabile si parlino con civilità e tantomeno amicizia…
Se non è chiaro allora sono stato troppo banale anche io, con le mie parole oltre che con la foto proposta.
Grazzzzzisssime per l’attenzione".
Carlo Pollaci 17/07/2009 15:10
A me pare un "esercizio a tema", l'amicizia appunto, che l'autore stesso si è dato e che ha svolto con dignità fotografica. Ne ha tirato fuori una foto simpatica e che, nel complesso, può efficacemente risultare emblematica (non riesco a cogliere appieno il senso del commento, che tuttavia a mio parere è superfluo in quanto la foto "comunica" da sola.Che altro? La composizione non è male e il bn è forte al punto giusto.
Forse è una foto "banale", come l'autore stesso sembra convenire, ma vivaddio c'è pure bisogno di foto "banali".
paolo pasquino 16/07/2009 14:55
sono sincero: devo capire.se il messaggio è riferito all'erosione subita dai ragazzi citati, e visti in foto... o agli educatori degli stessi.. quindi a me che di ragazzi ne ho appunto due..
non so..
vedo due gemelli (forse..) ...che sorridono nel buio intorno....
ma poi, qui, non dovrebbero parlare le foto?
Maricla Martiradonna 14/07/2009 19:59
INTERVENTO DELL'AUTORE:"I giudizi e le critiche sono il sale della crescita, concordo... è una foto talmente banale che sta diventando rara perciò siamo quello che siamo e stiamo diventando quello che stiamo diventando.
La didascalia è semplicemente una verità e una realtà
per chi sta con i ragazzi e li segue nella crescita,
ma questo non appartiene alla fotografia (che è tecnicamente banale) ma ad altro (valori, socializzazione, relazionalità, attenzione ai minori ed al loro futuro)".
Aldo Feroce 13/07/2009 23:09
spero che l'autore non si senta smarrito dalle parole ma + dal timbro spiccatamente personale e crudo di Vincenzoun modo che potrebbe irritare ma che apprexzzo per la schiettezza
tanti giri di parola per niente
vero debole la foto
Vincenzo Galluccio 13/07/2009 22:56
Una di quelle fotografie nei confronti delle quali dici : e allora?PS: "comprensibili" i dati di scatto, incomprensibile la didascalia.