"Confessioni - Luca Forno incontra Sant' Agostino" # 7
mostra personale al Museo di Sant'Agostino di Genova
dal 21.03 al 18.04
info mostra alla fotografia # 1
prefazione del catalogo di Marco Riolfo alla fotografia # 3
"bellezza vs. splendore" alla fotografia # 2
ttesto critico " le sculture del Museo di Ssant'Agostino alla luce delle fotografie di Luca Forno" di Leo Lecci alla fotografia # 6
testo critico " le confessioni della variabile umana "di Glauco Tiengo alla fotografia # 10
Alberto Angelici 22/02/2015 22:18
ciao luca, ho letto i dettagli di questo tuo progetto e li ho trovati molto interessanti, specie l'uso di ottiche nikkor particolari per mettere a fuoco ristrette aree specifiche e l'organizzazione delle luci. Notevole il risultato e il marmo che sotto le tue luci pare vivere. Alb.cristian volpara 20/02/2015 13:10
Grazie Luca. Sempre molto interessante sapere lo sviluppo di un progetto fotografico.Trovo indovinato l'utilizzo di tale obiettivo....perchè a me piacciono parecchio le riprese alle statue mettendo a fuoco un particolare sfocando il resto.Certo che il progetto iniziale con Hasselblad,120 makro planar e fuji mi ha fatto venire un brivido di piacere.....:)
vog2 19/02/2015 23:22
dato che cristian ha riversato il suo interesse su l'unica questione rilevante, la luce, mi piace dare alcune indicazioni su come ho sviluppato il progetto. mi allargo un po' e racconto....inizialmente mi ero prefigurato di realizzare le immagini con pellicola 10 x 12 a sviluppo immediato , ossia con la fuji fb 3000... utilizzando la hasselblad e cercando di rifare una serie di immagini come quelle del link indicato più sotto. ha fatto circa 7 o 8 pacchi forse anche di più ma non ero soddisfatto per una serie di motivi 1) la fuji italia sebbene contattata non mi sponsorizzava 2) non era possibile esporre gli originali perchè troppo piccoli 3) avevo pensato di utilizzare il negativo della fuji come negativo analogico e quindi poterlo lecitamente ingrandire a mezzo ingranditore ma il problema è che le fujui in bn non hanno il supporto trasparente a differenza di quelle a colori e quindi non è possibile e non volevo utilizzare il sistema già da me fatto ed indicato al link 5) ed è questo il motivo princpale la qualità della pellicola non è sopraffina e con il 120 makro planar montato su hasselblad con dorso polaroid avevo a disposizione un'area fotografica di 6 x 6 cm sulla pellicola da 10 x 12 .( avevo già usato questa tecnica in un' altro caso per una mostra a FinalBorgo qui : http://www.lucaforno.net/almost%20green%205.html ) ma in questo caso però le incontrollabili macchie dell'emulsioni erano troppo invasive sulle statue ... avere una Madonna con sul naso un bubbone nero non mi pareva corretto
non come alternativa caduta la prima ho utilizzato il digitale perchè mi consentiva di meglio ottenere quello che volevo. usando obiettivi particolari: il 135 mm f/2 DC ossia defocus ( la nital lei si che mi sponsorizza ... dandomi ciò che mi serve anche se poi poco gentilmente me lo fanno restituire ... ihihih) ed in taluni casi il 60 o il 105 micro. il 135 consente una volta impostato il diaframma attraverso un'altra ghiera di far variare la profondità di campo che così non è più dipendente dall' apertura del diaframma ... in linea teorica puoi avere apertura f72 e una profondita da f/16 o viceversa ... è straordinario anche se non facile da usare ma utilizzato molto aperto con questa caratteristica puoi avere una zona di messa a fuoco di pochissimi millimetri . questo era quello che volevo perchè intendevo che queste immagini si differenziassero dalle immagini canoniche di tipo museale - archivistico - divulgativo.
passiamio alla luce ... ottenere tutte le fotografie con fondo nero non è stato semplice ... premetto che questo è stato ottenuto in sede di ripresa senza alcun artificio digitale . fotografavo di inverno soprattutto n giornate buie e dato che il museo non era molto visitato ( chi va un mercoledì alle 16 che piove di novembre al museo ???) con l'aiuto o meglio la complicità invertita dei custodi ( che mi dicevano se volevo più luce) facevo spegnere l'illuminazione del piano che era già tenuta al minimo ( siamo genovesi o no???) ed usavo solo una piccola lampada a led della manfrotto montata su uno stativo con testa a sfera che così potevo orientare come volevo senza altra interferenza luminosa .. poi sceglievo inquadrature che non avessero in secondo piano finestre od altri sfondi chiari ed il gioco , anche senza l'utilizzo di fondali neri a cui però avevo pensato , era fatto ... praticamente visto il colore del soggetto in marmo ed il fondo naturalmente nero non c'è differenza fra la foto a colori con quella convertita..
una cosa che è emersa dopo è questa : dato che le statue sono molto consumate ( molte di esse erano originariamente e per secoli , esposte all'aperto) il marmo è consumato così la restituzione fotografica di alcuni soggetti sembrerebbe a prima vista essere poco corretta perchè sfuocata ... in realtà è la statua che è levigata troppo ed in taluni casi anche troppo omogeneamente .. il tempo ha tolto il " segno" ed ha appiatito il tutto.
al pc non ho fatto nulla o quasi ... solo il crob in formato quadrato ma devo dire che le inquadrature erano già state scelte dalle foto che avevo scattato prima con la hasselblad e che in molti casi ho usato come provini quasi nessun altra modifica .. le esposizioni erano corrette e quando usi i micro nikkor o il DC hai già fotografie molto " taglienti" ( vedi la fotografia # 10 scattata a f/16)
questo è tutto
uh dimenticavo .. la luce in questa è naturale arriva da destra da un parete completamente vetrata ,,,, l'eccezione che conferma la regola .. molto più facile ...
cristian volpara 17/02/2015 13:11
Aggiungo alle parole di Alberto che non deve essere stato semplice...penso alla gestione della luce, che non deve essere stata molta.Complimenti.
Alberto Orlandi 16/02/2015 22:07
Complimenti. E' una bella idea che mette in luce un patrimonio eccellente che pochi conoscono (anche a Genova) realizzata con maestria. Secondo me sei riuscito a far rivivere questi personaggi, quei volti hanno un'anima. E non hai dovuto nemmeno metterli in posa. Questa mi piace per la singolarità accattivante dell'inquadratura.