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.............mi colpisce in modo particolare la cura nell'inquadratura ..........esce fuori il rispetto per la persona nn ritratta in volto............e anche senza quel viso la fotografia è impattante e arriva fortissima al cuore
A me personalmente non dispiace la de saturazione parziale, se ha un senso, se serve come linguaggio.
Il lato estetico è soggettivo, relativo al gusto dell’autore e del commentatore, parafrasando: “brandelli di gusto sul selciato della relatività”.
Qua mi pare che la ricerca sia sul confronto tra due esistenze parallele; quella del barbone, un brandello di carne umana che occupa un solo metro quadro sull’immenso selciato dell’umanità e l’uomo della folla che lo schiva, che passa a largo…
Trovo sensato che il barbone appaia grigio, come il colore del selciato che lo ospita, su cui mangia e dorme, e nonostante ciò dalla sua pelle traspari il colore della sua carne – umana - e che il passante incurante si veda in tutto il suo rossore, intensità cromatica molto significativa nel caso,,,
L’argomento dei cosiddetti barboni è complesso. Io li chiamo “ i filosofi della libertà”! è facile dire che non stiano meglio degli altri, ma certamente si può invidiare loro l’essersi liberati dalle cose da preservare, da cui dipendere e da avere il timore di perderle. Di aver preferito il male fisico alle paranoie morali.
È pur sempre una forma di libertà, al limite del plausibile, per quanto estrema e paradossale sembri. Merita diverse riflessioni, credetemi, ma prima bisognerebbe sfatare la paura di avvicinarsi a loro, di non girarsi a largo e sentire quanto di istruttivo ci sia nelle loro storie. Vicende umane che ci toccano da vicino molto più di quanto possa sembrare.
Sono tanti, ma solo la punta di un iceberg, dato che sono gli unici visibili nel confronto di un quarto della popolazione italiana nelle condizioni di povertà relativa. Si stima che i senza dimora in Italia siano 50-60 mila, ma l’ impressione è che siano molto di più. Si tratta di una stima effettuata in base alle statistiche raggiunte in 12 capoluoghi italiani a cura del Caritas, Istat e Fiopsd (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora).
Sì ma è orribile parlare di persone come dei numeri,,, perché di persone si tratta, e non avete idea di quanto si tratti di noi!
Ultima nota, per meglio concepire il cagnolino che la “contessa” ha - per caso - colto nell’immagine, la affido a Mazzantini, meglio non ci riuscirei:
“I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell'andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure cosi naturale, cosi necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell'orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come una marionetta, gambe larghe sull'asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell'umanità” (da Zorro Un eremita sul marciapiede di Margaret Mazzantini)
Credo che la tristezza trasmessa sia "bilaterale",sia cioé per la condizione dell'uomo che per quella del cane suo amico,eccellente ed eloquente la sua espressione.
Distrae forse un pò la gamba rossa dietro al cane.
Non so se sarebbe stato meglio convertirla in b/n come le gambe a destra in alto,o se pure clonarla.
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Andy Kaja 27/01/2017 16:06
Veramente bella, come tutte le tue foto.Complimenti, Andy
Ambra Menichini 10/03/2012 9:10
.............mi colpisce in modo particolare la cura nell'inquadratura ..........esce fuori il rispetto per la persona nn ritratta in volto............e anche senza quel viso la fotografia è impattante e arriva fortissima al cuorebrava
A & G
alberto16-menuder 03/03/2012 10:44
meravigliosa come la tua galleria complimenti-ciao albertoAlberto Valente 01/03/2012 22:55
un bel lavoro Vanessa!Mehran Falsafi 01/03/2012 4:21
A me personalmente non dispiace la de saturazione parziale, se ha un senso, se serve come linguaggio.Il lato estetico è soggettivo, relativo al gusto dell’autore e del commentatore, parafrasando: “brandelli di gusto sul selciato della relatività”.
Qua mi pare che la ricerca sia sul confronto tra due esistenze parallele; quella del barbone, un brandello di carne umana che occupa un solo metro quadro sull’immenso selciato dell’umanità e l’uomo della folla che lo schiva, che passa a largo…
Trovo sensato che il barbone appaia grigio, come il colore del selciato che lo ospita, su cui mangia e dorme, e nonostante ciò dalla sua pelle traspari il colore della sua carne – umana - e che il passante incurante si veda in tutto il suo rossore, intensità cromatica molto significativa nel caso,,,
L’argomento dei cosiddetti barboni è complesso. Io li chiamo “ i filosofi della libertà”! è facile dire che non stiano meglio degli altri, ma certamente si può invidiare loro l’essersi liberati dalle cose da preservare, da cui dipendere e da avere il timore di perderle. Di aver preferito il male fisico alle paranoie morali.
È pur sempre una forma di libertà, al limite del plausibile, per quanto estrema e paradossale sembri. Merita diverse riflessioni, credetemi, ma prima bisognerebbe sfatare la paura di avvicinarsi a loro, di non girarsi a largo e sentire quanto di istruttivo ci sia nelle loro storie. Vicende umane che ci toccano da vicino molto più di quanto possa sembrare.
Sono tanti, ma solo la punta di un iceberg, dato che sono gli unici visibili nel confronto di un quarto della popolazione italiana nelle condizioni di povertà relativa. Si stima che i senza dimora in Italia siano 50-60 mila, ma l’ impressione è che siano molto di più. Si tratta di una stima effettuata in base alle statistiche raggiunte in 12 capoluoghi italiani a cura del Caritas, Istat e Fiopsd (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora).
Sì ma è orribile parlare di persone come dei numeri,,, perché di persone si tratta, e non avete idea di quanto si tratti di noi!
Ultima nota, per meglio concepire il cagnolino che la “contessa” ha - per caso - colto nell’immagine, la affido a Mazzantini, meglio non ci riuscirei:
“I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell'andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure cosi naturale, cosi necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell'orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come una marionetta, gambe larghe sull'asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace. Tacito brandello di carne umana sul selciato dell'umanità” (da Zorro Un eremita sul marciapiede di Margaret Mazzantini)
maurizio bartolozzi 01/03/2012 0:31
Credo che la tristezza trasmessa sia "bilaterale",sia cioé per la condizione dell'uomo che per quella del cane suo amico,eccellente ed eloquente la sua espressione.Distrae forse un pò la gamba rossa dietro al cane.
Non so se sarebbe stato meglio convertirla in b/n come le gambe a destra in alto,o se pure clonarla.
andrea suzzani 29/02/2012 18:52
bellissimo scatto,momento colto, trasmette tristezza,non so se per l'amico peloso ho per il suo amico umano,ciaoTullio Corradini 29/02/2012 18:52
Bellissima espressione catturata!!!!Stupenda composizione!!Complimenti Vanessa!!