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Fabio Sguazzin


Free Account, Mestre

Fusina

Fusina durante l'epoca della Repubblica di Venezia si chiamava Lixa Fusina perché c'era una macchina che serviva a far superare alla barche il dislivello delle acque della laguna e quelle dell'antico fiume Brenta che era stato sbarrato da un argine artificiale di "intestatura" (la famosa "Tajada" , completata nel 1339) per evitare gli interramenti della Laguna di Venezia. La "Lixa" o "Lizza" (ovvero : liscia , scivola) consisteva in un macchinario che utilizzava due piani inclinati fatti su pietre e traverse di legno. Questo macchinario fu costruito nel 1438 e fu demolito dopo la costruzione delle chiuse a Mira (ora località Mira Porte) e il cosiddetto "ponte del vaso" di Dolo avvenuta tra il 1604 e il 1612 prima della conclusione dell'esecuzione del Taglio Nuovissimo del Brenta
Dagli anni sessanta del Novecento, Fusina è la località di delimitazione sud della seconda zona industriale di Porto Marghera, con la presenza di una grande Centrale termoelettrica dell' Enel (Centrale Termoelettrica Andrea Palladio) di 1036 MW e di altre grandi industrie.

Nel 2007 è stato inaugurato un nuovo termovalorizzatore in grado di gestire il flusso di rifiuti per l'intera area di Venezia città, Mestre ed hinterland. Tale termovalorizzatore, progettato e costruito in poco più di due anni, è dotato di moderne tecnologie che gli permettono di ridurre le emissioni di polveri sottili nell'atmosfera.

Una innovazione assoluta appare invece la centrale a ciclo combinato alimentata a idrogeno, che sorgerà nel 2009 nei pressi del petrolchimico di Porto Margera. Sorgerà per una iniziativa mista che vede ENEL e unione degli industriali di Venezia tra i promotori, sostenuti dalla Regione e dal Ministero dell'Ambiente. Tra le sue caratteristiche peculiari è la prima alimentata totalmente con l'idrogeno; il consumo previsto è di 59 milioni di metri cubi all'anno, prodotto dalla raffineria, e sufficiente per generare 60 GWh di elettricità, quantificabile al consumo di 20000 famiglie. Come se non bastasse, questa scelta consentirebbe, secondo le stime più accreditate, un risparmio notevole di CO2, pari a 170000 tonnellate all'anno.[1]

La centrale di Fusina non risolverà da sola tutti i problemi energetici che martoriano il territorio, comunque rappresenta un'indispensabile passo in avanti verso la economia a idrogeno e le futuribili fonti rinnovabili, comprendenti il nucleare, della cosidetta quarta generazione.

In qualunque caso la tecnologia applicata, la cattura e la conservazione della CO2, appare uno dei modi più efficaci per continuare a sfruttare i combustibili fossili

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