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IL SOGNO DI SALIRE SCALE

IL SOGNO DI SALIRE SCALE

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IL SOGNO DI SALIRE SCALE

salivo scale amare sopra il mare

scale
che non portano da nessuna parte
scale
che salgono soltanto per scendere

difficile orientarsi
nei dintorni del nulla

il dottor K. (psicanalista)
seduto come Napoleone decide:
salire scale è (dice Adler) uguale ad amare.

Luciano Erba
riv. amc

(Location: Faro voltiano di San Maurizio)

Commenti 22

  • StefaniaPagano 09/03/2013 9:57

    Scatto da capogiro e di grande impatto! Complimenti
  • Antonella Delpero 19/09/2012 18:47

    Immagini e parole si fondono...dando vita ad un lavoro davvero interessante, sia sotto l'aspetto visivo che quello emozionale. Un abbraccio e a presto Antonella
  • lophoto 17/09/2012 17:09

    top lavoro
    mi piace molto
  • roby burchi 12/09/2012 20:04

    Ottimo il pdr che apre una bella e profonda prospettiva. Buona anche la luce!
    roby
  • H. Helmut Möller 07/09/2012 20:13

    Das sieht ja wunderbar aus ! Toller Bildschnitt !

    lg

    helmut
  • Luca Di Muzio 06/09/2012 8:43

    Io penso che Agostino, sia da peccatore che da santo amasse soprattutto sé stesso. L'immagine è magnifica + + + + +
  • Paola Ortolani 02/09/2012 20:06

    Molto bella, così come le parole che hai riportato..complimenti
  • Conti Andrea 31/08/2012 0:28

    un bel colpo d'occhio complimenti!
    Andrea
  • Christian Bertero 28/08/2012 19:16

    I like very much !!! : - ))
    Ottima composizione e bel documento. +++++

    Cordiale saluto dalla Sicilia
    Christian
  • Alessandro Maimone 25/08/2012 12:57

    Solitudine
    Solitudine
    Alessandro Maimone

    Bellissima prospettiva...complimenti a te. Ciaoo
  • ann mari cris aschieri 23/08/2012 21:21

    @ CF
    Buonasera mio erudito amico, non sono uomo e non porto il cappello se no adesso me lo toglierei…
    dai sempre un'ottima dimostrazione del tuo sapere!
    Ma non sono però d'accordo sulla definizione di bruttissima e brutale che hai attribuito alla mia decifrazione del termine amare: una definizione nè esclusiva nè conclusiva, come le 100 altre che mi sarebbero potute venire in mente nell'attimo in cui scrivevo...ma lasciamo perdere: vedi, noi Laici o peggio Atei abbiamo una cosa che a voi Cristiani è sempre mancata: la tolleranza.
    Che tu veda qualcosa di sconveniente nel termine "piacere" e lo associ al fulmineo epilogo di una prestazione da materasso, mi dispiace assai perchè io andavo molto oltre, ma non hai saputo leggere. Pazienza magari ci sarà modo di chiarirci in seguito.
    Per quanto concerne Agostino volevo solo dire che prima di arrivare ad essere teologo, vescovo e luminare del Cristianesimo è stato uno come noi, povero, umile, senza verità né un Dio preciso per oltre trent’anni.
    Ciò non ha impedito in seguito che diventasse colui che conosciamo.
    Sia chiaro, io non nego la sua grandezza di pensiero anzi, ma volevo mettere in luce la sua qualità terrena prima che teologica, come egli stesso esplicita nella sua dottrina.
    Come dire, cosa può impedire a chiunque di noi, peccatore o ateo di diventare domani un teorico religioso se non addirittura santo? :-))
    Ti rimprovero solo di non essere possibilista come me...
    Quanto a Kierkegaard la sua angoscia è simbolo dei tempi moderni, in cui la coscienza dell'uomo medio è molto più evoluta che nel MedioEvo.
    La libertà sconfinata di scelte che l'uomo oggi può operare, lo getta in preda all'angoscia esistenziale, perché è consapevole delle conseguenze derivanti dalla certezza che per ogni scelta positiva ce ne sono potenzialmente milioni di altre negative.
    Il nostro passato, gli errori in cui siamo incorsi ci possono angosciare in quanto esiste il timore di una possibilità di ripetizione.
    “L’angoscia è legata a ciò che è ma potrebbe anche non essere, al nulla connesso a ogni possibilità. Siccome l'esistenza è possibilità, l'angoscia è il tarlo del nulla nel cuore dell'esistenza.” (almeno questo è quello che dicono i libri…ahahaha)

    Ma perché ti arrabbi, CF, è così bello dialogare…anche se non sempre condivido, sei stimolante (e non dire che è una parola brutta!)
    CIAo, cris
  • Carlo Fontana 23/08/2012 19:07

    no, Cris, "amare" non è quella cosa che scrivi tu, e nemmeno il tuo sunto del pensiero di Agostino accetto.
    Come tutte/i sanno, i greci (nostri illuminati predecessori...) avevano 2 vocaboli x dire quello che noi chiamiamo "amore": "eros" e "agapè", il primo traducibile "egoismo", quello di chi prende tanto di moda nel nostro mondo, il 2° come "amore che dona", quello ideale ...
    Amare, inteso come "voler bene" ad una xsona significa "volere il bene di quella xsona".
    Ma come t'è venuta in mente quella brutale e bruttissima definizione?!?
    Agostino? tutto il suo pensiero (e la sua storia) possono dirsi una lotta fatta di cadute e rialzarsi x staccarsi dal male ed elevarsi verso il bene, dalla città del diavolo alla città di Dio ...: forse il mio indicare quel nome è stato una forzatura... che dici va meglio un certo S. Kierkegaard...?
    Ciao Cris ... :((( CF
  • ann mari cris aschieri 23/08/2012 11:30

    @CF/ alias Carlo Fontana
    Amare? E' la somma dei piaceri, caro CF, peccato abbia un prezzo non sempre accessibile a tutti!
    PS:
    Bè se hai letto il Doctor Gratiae come presumo, allora saprai che è stato laico liberale manicheista e anche eretico prima di darsi alle Confessioni, e convinto che la lotta fra bene e male si dovesse svolgere principalmente nella Storia.
    Ha combattuto lui stesso nell' insanabile dissidio tra ragione e sentimento, spirito e carne, pensiero pagano e fede , e la sua filosofia consistette proprio nel tentativo grandioso di riconciliare e tenere tutto collegato.
    Riabilitò anche la dimensione terrena della natura umana, e la summa delle sue dottrine fu che alla Verità l'uomo aderisce innanzitutto con il proprio modo di vivere.
    Grazie del bello spunto che ci hai fornito.
    CIAo! cris
  • Massimo Ferrero 22/08/2012 3:46

    Bella questa immagine: una spirale che sale senza intravedere chiaramente un pianerottolo.
    La vita è come una salita. non si sa quando e dove si arriverà, ogni scalino è più o meno faticoso, la salita può essere a volte lieta, a volte triste, altre volte gioiosa o altre tremendamente difficile.
    Anche se non appare ogni scalino è diverso dall'altro e sempre oltre, sempre più in alto.
    Fermarsi non ha senso, salire d'obbligo.
  • chantal Montmasson in Ghiroldi 21/08/2012 23:10

    Bellissima foto e scala !

Informazioni

Sezione
Cartelle LUOGHI DI PASSAGGIO
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Exif

Fotocamera Canon PowerShot G12
Obiettivo Unknown 6-30mm
Diaframma 3.5
Tempo di esposizione 1/30
Distanza focale 6.1 mm
ISO 80

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