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La figlia del ferrotranviere

La figlia del ferrotranviere

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La figlia del ferrotranviere

Dalla Raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo: La figlia del ferrotranviere

mi chiede seduta su un gradino, con una sigaretta spenta e due occhi accesi su di me.


Penso che ora tocca a me dire cosa adoro fare nel tempo libero e di che mi occupo nella vita e la cosa non mi piace affatto, l'ansia da prestazione mi divora mentre il tempo disegna aloni di sudore sulla camicia azzurro-indaco da ferrotranviere.
Le rispondo che parte delle mie giornate le vivo seduto davanti alle macchine che corrono su due rotaie. Lei mi guarda con quei suoi occhi verdi screziati di marrone e sembra non capire. Poi, senza enfasi, con un rantolo liberatorio, il suo sguardo si illumina, un misto di ammirazione e di curiosità vale il prezzo del biglietto che le faranno pagare al botteghino per la corsa fino a Milano. A volte faccio dei ragionamenti davvero scorretti. Il rumore della stazione allontana la musica proveniente dal bar poco distante da noi, sono in servizio e non posso assolutamente rischiare il posto di lavoro, tuttavia, ho un irrefrenabile desiderio di morderle l'orecchio e di urlare alla meravigliosa donna in piedi davanti a me di cui non conosco il nome, “mi piaci da impazzire!”.
Mando al diavolo le regole, la retorica, il mio capo e la bacio sul collo.
Lei non si sottrae e sembra gradire, mi sussurra un…

Il suo sembra un dolce avvertimento, mi fermo un istante giusto in tempo per sentire la voce di Michele il mio capo.…

Michele, mentre si avvicina, ha sempre più l’aria minacciosa, ma, fortunatamente, non ha visto la scena e non ce l’ha con me.
Li guardo andare via mentre discutono animatamente.
La sconfitta è pesante come il mio alito, come un film in bianco e nero, come un cocktail sciolto nel ghiaccio, come un corpo che si gira solo, in un letto troppo grande non posso farci nulla e mi rendo conto che è solo l’inizio di una storia importante.