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La sveglia

Maestoso si erge con il collo davanti a me uno scatto romantico che dedico a tutte le persone che amano la poesia e il sogno

Tratto dalla raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo: La sveglia

La sveglia l’ho programmata alle sette. Suona puntuale all’ora prestabilita. Mai che il meccanismo sbagliasse di un secondo. Tutte le mattine il rumore che produce assomiglia alla frenata di un treno in stazione… fa più o meno così… “Dleen Dleen Dleeeeeen!!!!!”… il suono, credo, dipenda dal fatto che l’ho acquistata in un negozio di ferramenta che vende anche articoli cinesi.
Accendo la radio, rimango dieci minuti a poltrire nel letto mentre ascolto con attenzione il notiziario. Appena finisce, entro come un razzo nella doccia. Perdo qualche secondo per recuperare lo shampoo che ieri distrattamente ho lasciato sopra al lavabo. Dopo averlo preso, nel tornare indietro scivolo sulla mattonella umida del pavimento, impreco ad alta voce. Mentre mi insapono squilla il cellulare che fortunatamente ho portato in bagno. Velocemente mi asciugo la mano destra e l’orecchio sinistro… … click!
Oggi è il nostro terzo anniversario da fidanzati. Non l’ho dimenticato per via della sveglia che, oltre a fare il verso al treno, parla e mi ricorda le feste importanti. Le donne dovrebbero smetterla con questa storia che, per la maggioranza, gli uomini sono distratti e disorganizzati!
Esco di casa. Sono sbarbato, profumato, sorridente, pronto per una proficua, almeno lo spero, giornata di lavoro. Quasi quasi, per essere un uomo, faccio schifo tanto sono perfetto. Vado in garage, salgo in macchina e… accidenti! Ho dimenticato il portatile sul mobile del bagno. Al suo posto ho preso il regalo per lei che invece sarebbe dovuto rimanere sul comodino al posto del cellulare che sto andando a recuperare.
Percorro la strada al contrario, riapro casa. Mentre tolgo l’antifurto penso che questo contrattempo mi ha rubato almeno cinque minuti di vita. Mi fermo al bar di zona per il primo caffè della giornata. Sono in fila per lo scontrino e leggo distrattamente il quotidiano che ho acquistato all’edicola. Uno dietro di me lo sbircia pensando di non essere notato. Peccato che ha il respiro pesante, praticamente mi alita sul collo. Gli abiti sono impregnati di odori… uno sgradevole olazzo di aglio mi sale su per le narici. Deglutisco per trattenere un improvviso starnuto e mi sposto sulla destra. Con la coda dell’occhio, nel frattempo, seguo una signora rubiconda con un litro di latte in mano che, senza indugio e senza chiedere permesso, si mette davanti a me. L’impulso è quello di strangolarla e invece le dico… . La osservo per un istante mentre annusa l’aria. Anche lei, evidentemente, non gradisce il soffritto di prima mattina. Il semaforo è rosso. Con una manovra da ritiro di patente sorpasso la smart gialla ferma davanti a me. Il vigile fischia… . Scendo dall’auto, respiro forte per non esplodere dalla rabbia. ... Concilio. Rimonto in macchina. Dal tabaccaio entro mentre una tipa stramba esce. Ci scontriamo sulla porta. Per fortuna lei sorride, è talmente buffa che a guardarla mi torna il buon umore. Contraccambio il saluto gentile e proseguo la mia corsa contro il tempo.All’aperitivo arrivo in ritardo, la mia splendida fidanzata mi attende. Sudato, stanco, arrabbiato le chiedo scusa. Lei pare uscita da una rivista di moda tanto è perfetta. Un fugace sorriso le appare sul volto, mi da un rapido bacio sulla guancia prima di esclamare con tono annoiato… Guardandola negli occhi mentre le chiedo se vuole sposarmi, apro la scatoletta. Lei non proferisce parola. Il suo cellulare squilla. Risponde e, incollando l’orecchio al cellulare, passa quello che doveva essere il “nostro tempo” al telefono con la sua amica Samantha. Pago il conto mentre lei fugge in bagno. Faccio una considerazione banale… “ho fatto un’ottima scelta”… il solitario, devo dire che le sta proprio bene. Scrivo un biglietto, lo lascio sul tavolo. Lo troverà al mio posto. C’è scritto… “Tesoro credimi mi dispiace tanto, ma preferisco rimanere un uomo stropicciato, a volte smemorato e inesorabilmente in ritardo sul tempo piuttosto che cambiare per assecondare i tuoi capricci, quindi ti lascio”.
Torno in ufficio. Mi sento particolarmente bene. Sono libero. Al cellulare ho messo la vibrazione… sul display leggo Samantha… lo lascio squillare e non rispondo. Tra noi il tempo presente si è fermato nel momento in cui ha risposto alla sua amica. Ora sono le quindici e cinquattotto e come al solito, sono in ritardo sul tempo… .

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