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corallo giorgio


Free Account, Genova

L'anima.......

.......prigionera che ancora non riesce a toccare la luce del "Tutto" schiava delle convenzioni
In questa foto, ovviamente simbolica, ci troviamo in parecchi.
Me compreso. Grazie

Commenti 7

  • Geo Portaluppi 27/11/2010 0:07

    Hai colto nel segno, sia con l’ideazione e la realizzazione di questa foto, e sia con l'avere individuato la mia caratteristica del trovare associazioni tra cose e fatti, anche se a volte sono tra loro concettualmente distanti, così come è avvenuto per la calcanite e l’iguana, poi ingigantitasi, credo con omogeneizzati, in uno stegosauro, animalone annoverato tra i tuoi favoriti.
    I miei voli pindarici li hai definiti parallelismi quasi filosofici e, se con il termine “filosofia” intendi un’indagine di tipo speculativo, condotta laddove non esista una strumentazione, ebbene sì, in tale senso mi si può spennellare la punta del naso di filosofia. D’altro canto io sono un economista “di campagna” e gli economisti di campagna (quelli “di città” hanno tutt’altra fisionomia) non hanno strumenti come, per esempio, gli astronomi (vedi il tuo amico Walter Riva), i quali hanno a loro disposizione tutta una serie di mezzi, primi fra tutti i telescopi, e possono ricercare nel cosmo le prove dell’umano divenire studiando l’annoso passato ormai trascorso. Nelle nuvole invece, da te coerentemente ricordate, io non ravvedo forme di grifoni, o volti di gnomi, o cavalli al galoppo, o figure più o meno note. L’esperto “nubiforme”, per restare in tema d’amici, è l’amicone Paolo Zappa di Milano di cui ti segnalo le sue foto su FC. E neppure trovo associazioni in qualsiasi altra cosa, in forme stilizzate o in catene di punti, per esempio le stelle che sono servite ai nostri antenati per disegnare le costellazioni, bizzarrie architettate dai nostri progenitori per imparare, con evidente tornaconto per la nascita ed evoluzione della nostra civiltà, dalla consultazione del grande libro del cielo.
    Le connessioni le trovo più agevolmente nelle foto degli amici di FC, e questo perché parto dal presupposto che, quando il fotografo ha fatto “clic”, qualcosa l’aveva in precedenza ispirato, forse un ricordo atavico, seppellito nel profondo della psiche e magari senza apparente importanza agli occhi dello stesso fotografo. La connessione suggeritami da questa tua foto è di pronto rinvenimento, non s’ha da scavare nel profondo e non necessita di alcuna elaborazione dell’immagine e neppure di alcun ricorso alla fantasia, in quanto la tua inferriata mi ha ricordato un’altra grata, quella fotografata da Enrico Manna (titolo: “Ciao Guido… del 30/04/2010).
    L’angolo di visuale di Manna è dall’interno, ovvero il soggetto si trova dentro un posto da me immaginato essere l’Averno (in realtà un ristorante) mentre la tua prospettiva è dall’esterno. E così guidati dalla tua mano insieme e in punta di piedi scrutiamo dentro un locale non bene identificato e di cui non si scorge alcunché, tranne una diafana voluta di fumo, forse qualcosa che va ineluttabilmente perso. Al centro dell’immagine appare la fiammella di una rossa candela, di cui non si vede il naturale prolungamento nel sottostante riquadro della grata, quasi il cero galleggiasse nel vuoto, in modo impertinente. Il titolo è “L’anima…” e infatti la fiamma rappresenta, in molte raffigurazioni, lo spirito (lo Spirito Santo è una fiammella) . La simbologia fa quindi ricorso alla luce di una fiamma per raffigurare un’anima e immediata sorge l’associazione con i fuochi fatui, esili luci guizzanti sulle lapidi dei cimiteri. Credo siano stati i fuochi fatui a suggerire ai nostri antenati l’idea che l’anima sia una fiammella, e così quei lumini diventano con il passare dei secoli la prova della sua spirituale esistenza, ovviamente nella fantasia popolare, non certo nella realtà. Il ricorso alla simbologia per esprimere un concetto, ovvero l’utilizzo della fotografia nel suo etimologico significato, che è scrivere con la luce, è un mezzo che approvo in pieno e sottoscrivo. Ecco che la tua grata, simbolo di prigione, associata a una fiamma, simbolo dell’anima, ci porta a ragionare, a fare considerazioni che ridanno nobiltà alla testa che, come giustamente osserva Italo Turci, non serve solo a tenere separate le orecchie. La prigione dell’anima, potremmo arrivare a concludere, una cella con sbarre possenti, come quelle volute dai potenti che incatenano lo spirito libero dell’uomo per il loro mero e gretto tornaconto. Chiudo questa carrellata sugli amici rispondendo al tuo precedente commento confermando che conosco bene Fazzari e Ramella, approdati diverse volte a Vigevano per fare ottimi servizi fotografici, e quando li vedi salutali da parte mia.
    La tua proposta di amicizia mi onora e in ogni caso non vorrei mai rinunciare al costruttivo rapporto che abbiamo instaurato. Se ogni tanto non mi senti è perché sono gravato da poco edificanti incombenze di lavoro, e non perché mi sia dimenticato delle nostre piacevoli dissertazioni.
  • Anna Boeri 22/11/2010 10:22

    Una bellissima foto d'anima! Complimenti Giorgio!
    Ciao Anna
  • Lorena Torregiani 21/11/2010 1:19

    composizione molto bella e suggestiva, complimenti!
  • dietmarpi 19/11/2010 8:59

    molto bella ...............
    complimenti............
    ciao
    Dietmar
  • Mulazzani Anna Maria 18/11/2010 19:18

    Molto suggestiva. la scelgo tra le preferite.
  • andrea suzzani 18/11/2010 18:21

    molto bella, sia nella composizione che nell'evocare le prigioni ,libera nell'immagini le convenzioni,almeno quelle fotografiche,bravo,ciao
  • Vitória Castelo Santos 18/11/2010 17:59

    Idea molto originale. Molto bella la luce ed anche la tonalità.
    Mi piace!
    Ciao
    Vitoria