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Mostra online Pollaci-Portaluppi "Immagini e storie" - 3. Cefalà Diana III

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Quanta fretta, ma dove corri,
dove vai?
Se ci ascolti per un momento,
capirai…
Lui è il gatto e io la volpe
Stiamo in società,
di noi ti puoi fidar…

Un viandante dal passo veloce a Cefalà Diana, procede camminando come fanno i pedoni a Milano, perché le persone sono uguali in qualsiasi parte del mondo, in quanto le pompose asserzioni di tutti i Preti Gianni di questa Terra sono solo mere invenzioni.
E c’è sempre un treno pronto per partire che ci aspetta. Forse il gatto e la volpe non si sono accorti che siamo tutti a bordo di quel treno: non abbiamo ancora imparato a diventare italiani che ci tocca partire per diventare europei. Per qualcuno sarà un bel trauma, chissà quanti piagnistei, chissà quante rivendicazioni di cose mai avute, eppur perdute.
Ma il treno fischia, si è messo in moto. Tutti noi siamo compartecipi di un perenne colossale trasloco. E nei traslochi, si sa, qualcosa va ineluttabilmente perduto, non ti puoi portare dietro tutto, tutti i ricordi, per quanto cari essi siano, e tutte le tradizioni del tuo paese. È brutto, ma è la realtà. Una lacrima? Ok, d’accordo. Non ho certo detto di fare festa ma nemmeno di cospargerci di cenere il capo con aria mesta.
Il treno sbuffando esce dalla stazione. Se non vuoi salire, resta pure, ti daranno una bella pensione, prima o poi la danno a tutti, magari anche a quelli che se la meritano… ehm, non esageriamo!
Il treno va. Ha raggiunto l’orizzonte, ora si vede solo un pennacchio. Dopo l’Europa Unita la prossima meta sarà l’unità planetaria. Oh, che disdetta! Non potremo più fare guerre contro l’odiato straniero. Non ci saranno più i mostri del Prete Gianni in regni lontani, e mangeremo tutti lo stesso cibo, spaghetti con contorno di polenta, sia a Pasqua e sia a Natale.
Suona augurale.
Mi sorge il desiderio di chiedere a quel passeggere che va di fretta nella piazza di Cefalà Diana se ha comprato l’ultimo, recentissimo, inedito almanacco da quel venditore di leopardiana memoria che promette l’anno nuovo migliore di quello passato.

© foto Carlo Pollaci - © testo Geo Portaluppi

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