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Una foto-documento, Angela, che dimostra una grande sensibilità nei confronti di un problema sociale scottante e più che mai attuale - sensibilità confermata dalle altre due foto sullo stesso tema, "Eppure devo mangiare" e "La forza di vivere" con la relativa commovente didascalia.
Tu dici (in "La forza di vivere") di averle scattate "con il cellulare" e senza "nessuna pretesa fotografica"... ma l'occhio (l'istinto) del fotografo, cara Angela, è sempre "acceso", anche nelle condizioni più disperate e proibitive (la Storia della Fotografia insegna...) E le tue foto, e soprattutto questa, lo dimostrano.
L'immagine mostra, in primo piano, una donna ferma di bicicletta davanti a due cassonetti; dietro si intravvedono cartelloni pubblicitari, autoveicoli parcheggiati, alberi spogli, una strada sopraelevata, un traliccio per antenne...
Quello che mi colpisce in questa composizione è "la compostezza": non sembra una foto "rubata in tutta fretta" (come le altre due) ma più meditata, più rassegnata, ma non per questo meno com-movente.
Qui la donna appare quasi protetta dai cassonetti che ha appena esplorato, tra lei e noi si forma quasi "una stanza" protetta dalla parete dei cassonetti - qui ci sentiamo molto vicini a questa sconosciuta, che forse si è resa conto della nostra presenza e che sta per ripartire con la sua povera spesa...
E a farcela sentire così vicina concorrono anche altri aspetti squisitamente "visuali", come il contrasto tra la composizione perfettamente equilibrata e lo squallore di quest'angolo di periferia, come la descrizione così puntuale della sporcizia accumulata sul cassonetto, o il degrado dell'asfalto; e come lo stridente contrasto tra la disperata indigenza mostrata in primo piano e i simboli della "felicità" e del benessere mostrati, o evocati, sullo sfondo: il camper, le automobili, i telefonini, i cartelloni pubblicitari, "Aria di Natale!"; e - non ultimo - riveste un certo peso anche il trattamento ruvido e incisivo del bianco e nero.
Un'immagine molto interessante, intensa e com-movente, brava Angela!
E.Dalbosco
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roland gruss 23/11/2014 17:01
interessante serie und aufnahmenwünsche dir einen ruhigen restsonntag
lg roland
Enrico Dalbosco 23/11/2014 10:05
Una foto-documento, Angela, che dimostra una grande sensibilità nei confronti di un problema sociale scottante e più che mai attuale - sensibilità confermata dalle altre due foto sullo stesso tema, "Eppure devo mangiare" e "La forza di vivere" con la relativa commovente didascalia.Tu dici (in "La forza di vivere") di averle scattate "con il cellulare" e senza "nessuna pretesa fotografica"... ma l'occhio (l'istinto) del fotografo, cara Angela, è sempre "acceso", anche nelle condizioni più disperate e proibitive (la Storia della Fotografia insegna...) E le tue foto, e soprattutto questa, lo dimostrano.
L'immagine mostra, in primo piano, una donna ferma di bicicletta davanti a due cassonetti; dietro si intravvedono cartelloni pubblicitari, autoveicoli parcheggiati, alberi spogli, una strada sopraelevata, un traliccio per antenne...
Quello che mi colpisce in questa composizione è "la compostezza": non sembra una foto "rubata in tutta fretta" (come le altre due) ma più meditata, più rassegnata, ma non per questo meno com-movente.
Qui la donna appare quasi protetta dai cassonetti che ha appena esplorato, tra lei e noi si forma quasi "una stanza" protetta dalla parete dei cassonetti - qui ci sentiamo molto vicini a questa sconosciuta, che forse si è resa conto della nostra presenza e che sta per ripartire con la sua povera spesa...
E a farcela sentire così vicina concorrono anche altri aspetti squisitamente "visuali", come il contrasto tra la composizione perfettamente equilibrata e lo squallore di quest'angolo di periferia, come la descrizione così puntuale della sporcizia accumulata sul cassonetto, o il degrado dell'asfalto; e come lo stridente contrasto tra la disperata indigenza mostrata in primo piano e i simboli della "felicità" e del benessere mostrati, o evocati, sullo sfondo: il camper, le automobili, i telefonini, i cartelloni pubblicitari, "Aria di Natale!"; e - non ultimo - riveste un certo peso anche il trattamento ruvido e incisivo del bianco e nero.
Un'immagine molto interessante, intensa e com-movente, brava Angela!
E.Dalbosco