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Daniele Sala


Free Account, Vigevano

Prima pioggia

Scatto inviato ad un concorso fotografico on-line dal titolo: Autunno, stagione ... ecc...
Giudicata dalla giuria di fotografi al 7° posto su 1263 foto inviate.

Commenti 3

  • Gianni Calgaro 30/01/2010 17:03

    Molto suggestiva e ben realizzata. Anche un po' inquietante a dire il vero. Bravo
  • Geo Portaluppi 26/01/2010 14:21

    “Piove su le tamerici salmastre ed arse, …” così scrisse D’Annunzio nella poesia “La pioggia nel pineto”, ma vi siete mai chiesti cosa diavolo sono le tamerici?
    È un genere di piante delle zone sabbiose e salmastre. Danno lo sboccio a vezzosi fiori appuntiti in foggia di spiga bianco rosa e possono inerpicarsi, nella forma arborea, fino all’altezza di 15 metri.
    Bene, ciò è di dominio pubblico, però non tutti sanno che una curiosa caratteristica delle Tamerici, specialmente per quegli esemplari che crescono in riva al mare della Grecia o a quello della Corsica, è il fenomeno della "sudorazione" sotto forma di gocce di liquido chiaro e fortemente salato che nelle ore diurne, ma non nei giorni ventosi (il vento favorisce l'evaporazione) genera una copiosa pioggia che irrora chi si trova sotto la verde chioma delle tamerici.
    Detto solo tra noi amici, le cose andarono così.
    Gabriele ed Ermione, la bella del vate, avevano progettato una gita fuori porta, nella pineta (lui la chiama pineto, essendo maschio) toscana, credo vicino a Cecina, che è una bella cittadina. Gabriele era ignaro della “sudorazione” delle tamerici e confuse le gocce che copiosamente stavano cadendo in stille di pioggia, ovvero acqua distillata che, come è noto, non impiastra la donna amata. Ermione, sicuramente più scaltra e scafata, al diluvio che si stava riversando su di lei, tenta di sottrarsi, allontanandosi da quel posto, ma lui la ferma, lei vuole replicare, e lui: “Taci!” le intima, l’azzittisce. Lei non sa più che pesci pigliare, vorrebbe scappare. Ahimè, è per un braccio trattenuta. La sudorazione arborea continua impietosa e “…piove su i nostri volti silvani,” - dice il poeta – “piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggeri, …” un diluvio che non vi dico, da fare rizzare i capelli in testa ai pompieri. In breve. L’acquazzone continua e loro presto sono tutti appiccicosi, impregnati di sostanze vegetali e pure loro finiscono per trasformarsi in fogliame. Una gita amorosa conclusasi in un fallimento clamoroso. Morale della favola, se vuoi scopare non andare in riva al mare con un poeta che, se da un lato con i suoi versi il cor t’allieta, d’effusioni amorose ti mette ahimè a dieta.
    Un tal siffatto pericolo non si corre con la tua modella, molto bella, plasmabile sotto la tua regia come creta discreta, la chioma fluente imperlata d’acqua vera, credo oligominerale, non sudorazione di dannunziana memoria. Una sapiente foto che racconta con garbo una bella storia che vorremmo più spesso udire. Il settimo posto invita tutti a te plaudire. Geo
  • Massimo Camocardi 15/01/2010 10:18

    Eccellente!!
    max