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Scoglio della Galera - Sant'Irene - Briatico (Vibo V)

Scoglio della Galera - Sant'Irene - Briatico (Vibo V)

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Scoglio della Galera - Sant'Irene - Briatico (Vibo V)

Sant’Irene è una delle più belle località costiere nei pressi di Briatico, in provincia di Vibo Valentia.
Una leggenda fa risalire il nome alla deformazione di “Sirene” o meglio “Isola delle Sirene”. S. Irene viene chiamato, ancora oggi, “scoglio di Ulisse”, Itacense o "Scoglio della galera".
Il Barrio, nel suo volume “Antichità e luoghi della Calabria”, nel 1737 scriveva: “Dopo Hipponium sorge la cittadella di Briatico, in un luogo alto, lontano dal mare un miglio; dista da Monteleone quattromila passi. Sul mare c’è l’ancoraggio detto di Nicola, e nei pressi ci sono le piccole isole di Praco, Braci, Torricella chiamate Ithacensae da Plinio, ma le altre isole dove sono? Nella cartografia della Calabria queste isole davanti a Briatico compaiono molte volte.
Sant’Irene, è un luogo antico, nei pressi sono presenti insediamenti millenari. Sono presenti depositi d’ossidiana liparica e schegge di selce del neolitico, alle vasche per la lavorazione del pesce del periodo romano al vivarium della stessa epoca, alla torre d’avvistamento costiero del ‘500.
Infatti è verosimile che, per le sue grotte e pareti lavorate, essa sia stata usata per vasche di raccolta pesce già in epoca romana.

Altra leggenda vuole l'isola scoglio “prigione delle sirene" con i cunicoli forniti di sbarre di ferro per non lasciare fuggire questi meravigliosi esseri marini”. Probabilmente lo scoglio è comunque anche denominato “della galera” perchè nel 1571, un’imbarcazione della flotta cristiana, si apprestava ad affrontare i Turchi in quella che fu poi chiamata la Battaglia di Lepanto, spinta da un fortunale, s’incagliò tra la costa di S. Irene e l’isolotto prospiciente. L’imbarcazione naufragata era una galera o galea.

Realisticamente lo scoglio di S. Irene era un vivarium romano.
I pescatori della zona, catturati dei tonni li facevano passare attraverso cunicoli che conducevano a grandi vasche dove venivano ammucchiati vivi, in attesa di essere via via macellati. I cunicoli e le vasche scavati direttamente nel tufo dell’isolotto servivano allo scopo. .

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