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"Senza titolo" di Arnaldo Pettazzoni

"Senza titolo" di Arnaldo Pettazzoni

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"Senza titolo" di Arnaldo Pettazzoni

Arnaldo Pettazzoni

Commenti 15

  • Maricla Martiradonna 13/12/2010 11:01

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "@ Carlo Atzori: Ti chiedo scusa per il ritardo ma ci tengo a risponderti.
    A dire il vero la scelta del contrasto non fu semplice, ne provai uno forse più saturo del tuo, ma la decisione cadde sul tono tenue, morbido, e meno da impatto. La prima senzazione che ebbi da quella saturazione fu l'indirizzo ad una prostituta in attesa del cliente. Mia personale sensazione.
    Ho raccontato il perché di quella foto e anche qui devo dire che ho avuto la presunzione di scegliere, secondo me, bene anche il contrasto... a questo punto però mi sorge un dubbio, che la prostituta sia un mio delirio e alla fine non c'entri proprio nulla con il contrasto???
    Comunque ti ringrazio, Carlo".
  • Maricla Martiradonna 11/12/2010 16:06

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "@ Dimitrj... il poi?... direi... come di solito succede... spiegazioni tra i due soggetti e una carezza riappacificatrice come anteprima alla scena finale sul letto di casa".
  • dm.fe 11/12/2010 10:17

    urca, che racconto. e poi?
  • Maricla Martiradonna 10/12/2010 21:20

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Chiedo scusa, ragazzi, sia a Francesco che a Laura, ma mi era rimasta una fissa sull'ambiguità di quella foto e ho risposto a metà.
    Certo che qualcosa mi colpì di quella scena... anzi, diverse cose mi colpirono.
    Ebbi tutto il tempo per pensare ed inquadrare, tanto tempo da scartare mentalmente le ipotesi di diversi scatti.
    La prima cosa che fissai furono le sinuose gambe... poi i piedi calzati da scarpe con tacchi del 12, terminologia usata dalle mie parti per misurare i tacchi a spillo.
    Camminava nervosamente avanti e indietro in un metro quadro, sembrava che la terra sotto di lei scottasse, non so il motivo, lo capii in seguito, eravamo a un ricevimento e non eravamo soli. Il resto di lei c'era tutto come bellezza, e immaginai come sarebbe stata la sorpresa se fosse stata particolarmente brutta dalle ginocchia in su, un bell'inganno visto l'eccellente biglietto da visita osservando solo i piedi.
    Immaginai di stringere il campo eliminando particolari... in quel momento si avvicinò a lei un uomo e con discrezione e a bassa voce ebbero un alterco, io osservavo da distanza così mi nacque dentro curiosità forse indiscreta. Gli elementi rimasti poco identificativi, non vedendo il suo volto, immaginando il motivo di tale nervosismo, non visualizzando il luogo nel suo insieme, mi sottolinearono nella mente appunto l'ambiguità.
    La presunzione di raccontare in una foto quello che chi la osserva non ha visto realmente, lasciando spazio alla fantasia personale sia del luogo che la postura della signora un po' inviperita.
    Probabilmente qualcuno mi consiglierà di farmi vedere, semmai dal citato psichiatra di Laura".
  • laura fogazza 10/12/2010 14:12

    @Autore/Autrice

    quindi una foto/stimolo....come per le macchie di Rorschach??!!

    :0))))

    p.s.:....autore/autrice....non me la bevo...scattandola....avrai pure voluto lasciare quell'ambiguità e quegli indizi che tutti noi abbiamo interpretato come....un indagine in corso...ma per avere scelto questi elementi e non altri....una tua storia te la sarai fatta senza dubbio....
    ...e non l'hai condivisa....:0)))))
  • Francesco Torrisi 09/12/2010 23:48

    Grazie della condivisone!!! ;o)
  • Maricla Martiradonna 09/12/2010 18:56

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "@ Francesco Torrisi: Ho colto quel momento per raccontare l'ambiguità che può suscitare un'immagine... presuntuosamente da parte mia ho volutamente eliminato le evidenze esplicite di una comunicazione immediata, sperando di aprire una porta alla fantasia e ai diversi occhi che la osservano la possibilità personale di vederne una storia, un racconto, come evidentemente per altri anche il nulla".
  • Francesco Torrisi 08/12/2010 20:32

    Autore sarebbe bello sapere cosa hai visto tu al momento dello scatto e la tua lettura e se ce lo vorrai spiegare io te ne sarei grato per verificare anche la mia di lettura.
    Qui dopotutto impariamo anche noi che commentiamo... ;o)
  • Maricla Martiradonna 08/12/2010 19:06

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Dall'analisi di Torrisi... Sezionando da parte sua le possibilità di interpretazione o meglio comunicazione e da quelle trarre indirizzi sul senso dell'immagine stessa, deduco che nell'averla pubblicata ho raggiunto lo scopo.
    Le immagini a volte ( secondo la mia opinione) vanno oltre al fotografo esplicito, già dall'esplicito si creano disappunti di gusti e di incomprensioni, credo fermamente che una scuola di pensiero che insegni la lettura di una foto sia molto ambiziosa non essendo essa matematica... l'immagine può essere comunicativa o peggio assente... può emozionare uno e l'altro deprimere. Ripeto... molto ambizioso questo percorso.
    Accetto la negatività di Torrisi e di altri giudizi espressi, non sono risentito di ciò altrimenti non sarei qui, sono considerazioni e opinioni a cui do peso, anzi... in questa materia la scuola non termina mai".
  • Rosalba Crosilla 06/12/2010 20:33

    Sicuramente per mia carenza, ma proprio non vedo nulla e davvero me ne scuso, in questa particolare inquadratura e con questo particolare b/n.
  • Carlo Pollaci 06/12/2010 17:57

    Va bene il "Senza Titolo" in quanto la foto contiene, si, un messaggio, ma esso è, a mio parere, alquanto esile. Potrebbe trattarsi della fine di un pranzo, o più probabilmente (stante il tenue erotismo suggerito dalle calzature) l'inizio di una storia, la fine di una storia, il prima o il dopo di un fugace rapporto amoroso, di una sessione fotografica, ecc. ecc.
    Personalmente, non provo interesse per questo genere di foto.
  • Francesco Torrisi 06/12/2010 17:23

    E' un close up con una piccola ambientazione.

    Ricevo pochi stimoli a livello concettuale ed anche esteticamente non provo "piacere" nell'ammirarla.
    L'ambiente è anche troppo poco accennato...non capisco se si tratta di un letto o di una tavola bandita, posso ipotizzare che sia più giusta la prima ipotesi.
    Ho quindi difficoltà nell'iniziare un "mio" personale racconto appunto perché, in mancanza di indizi da parte dell'autore (titolo e/o contesto), mi sento bloccato dall'incertezza di ciò che vedo.

    Però questo scatto mi da la grande opportunità di aprire un discorso che non è mai stato approcciato "frontalmente" qui in FC: la "lettura" di una fotografia.
    E pensare che esistono addirittura corsi che hanno la presunzione(?) di insegnarti come fare e molti foto club ne fanno sistematicamente un motivo di esistere con riunioni sociali di "lettura fotografica".

    Posso immaginare che le intenzioni dell'autore potevano essere molteplici ed anche di valenza fotografica. Ma unica pecca dei questo scatto è che non si è riuscito a renderle appunto più esplicite le parti che avrebbero dovuto raccontare e contestualizzare la storia. A me non basta un bel paio di scarpe alte calzate da 2 polpacci su un pavimento rurale e un pizzico di tovaglia/coperta per sviluppare una idea di racconto.

    A conferma di quanto sostengo vorrei parafrasare due differenti racconti che vorrei condividere con l'autore e tutti gli altri per provare a fare un minimo di lettura dello scatto (che poi è la base per una valutazione di una fotografia):

    Se fosse "tovaglia":
    potrei "leggere" la preparazione di una festa in una zona rurale, dove le donne pur con le scarpe" buone" della festa mantengono le loro tradizioni di riunirsi intorno la tavola che rappresenta il fulcro della vita sociale e familiare della cultura contadina. In questo caso una visone leggermente più aperta che comprendesse anche un solo piatto con un pezzo di pane e un tagliere con formaggio o del salame bastava per darti lo spunto e un indirizzo preciso.

    Se fosse una coperta:
    una donna non benestante (visto il pavimento molto povero) si prepara per uscire a vivere qualche ora al di sopra della sua ordinaria routine. Come dire..un'ora di ordinaria "follia"..una fuga da una vita reale da "poche pretese"...in questo caso si doveva sentire di più che è un letto e perchè no, anche qualche accessorio "ricco" lasciato lì su di un angolo pronto per essere indossato.

    Sempre con la "coperta" diversi erano i racconti che si potevano sviluppare e con diversi temi.

    Secondo me è un classico scatto dove il titolo ci vuole e la vedrei come parte di un racconto, la ricerca di un dettaglio, piuttosto che un singolo scatto "secco".
  • Carlo Atzori 06/12/2010 14:11

    Bellissimo questo taglio....
    mi piace perchè è un racconto nel racconto.....
    qualche dubbio sulla conversione in BW, mi sembra sia in scala di grigi non in S-rgb come dobrebbe essere per il web...
    ho l'impressione sia un lavoro allo scanner da un cartaceo o comunque da un negativo...
    con il permesso dell'autore, mi permetto di inserire un mio modo diverso di intendere questa foto....

  • laura fogazza 06/12/2010 10:45

    a me piace il mosso della gamba....mi fa pensare ad uno scatto nervoso, ad un'insofferenza....con il fascino di quei tacchi acuminati....
    mi piace il senso dell'ambiguità generale dell'immagine e i diversi elementi simbolici sparsi qua e là...quasi a trattarsi della scena di un delitto....la femme...il lenzuolo/drappo/tovaglia...le macchie (sangue?vino?acqua?) per terra....
    una "mise en scène"....molto simpatica...
    laura
  • Gianni Boradori 06/12/2010 0:27

    Io no, non riesco ad apprezzarla,ne per i contenuti e altrettanto meno per la tecnica.E nemmeno riesco a comprendere, ma questo è un mio limite, cosa abbia colpito l'autore/ice nella scena rappresentata.Mi auguro che l'assenza del titolo sia una scelta di metodo e non l'incapacità di dare un nome ad una foto incapace di suggerire qualcosa di adeguato.