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"Senza titolo" di Ivano Cheli

"Senza titolo" di Ivano Cheli

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"Senza titolo" di Ivano Cheli

Ivano Cheli (1)

Commenti 66

  • laura fogazza 27/08/2011 14:51

    ...non avevo dubbi che era...l'Ivano...
    :))))
  • Ivano Cheli (1) 26/08/2011 10:56

    originale
    originale
    Ivano Cheli (1)

    grazie a tutti voi che siete intervenuti, sia per commentare la foto e anche per le interessanti discussioni.
    rispondo a pasquino:
    la foto è stata scattata con un lensbaby composer per nikon montato su canon con anello adattatore novoflex.
    come si può vedere da originale sopra non ho fatto nessun crop e nemmeno ho aggiunto o tolto niente, ho solo trasformato in bianconero anche se di colore ce n'era poco comunque.
    la foto è stata scattata davanti a eataly a torino, dove abbiamo bevuto quella birra fantastica ricordi? :-)

    concordo con chi ha detto che la foto non è un capolavoro, mai fatto uno.

    per quanto riguarda il titolo...io i titoli non li amo e comunque qui su agorà secondo me le foto non dovrebbero averlo.

    qualcuno aveva chiesto di dare una chiave di lettura...una spiegazione...chi mi conosce sa che preferisco sia la foto a farlo e se non lo fa...pazienza

    grazie ancora
    ivano
  • Andrea Minichini 23/08/2011 21:30

    è arrivato il momento di andare al mare...parlo di me.
    felice continuazione.-)
  • Neocle Giordani 23/08/2011 20:41

    Infatti, non dicevo che gli argomenti sono poco interessanti, mi sembrava solo che aggiunti qui diano troppa importanza alla foto in questione.
    Aspetto comunque il tuo intervento che sarà senza dubbio all'altezza della situazione.
  • Carlo Pollaci 23/08/2011 20:29

    Neocle, hai ragione ma... lascia che la discussione scivoli su questi versanti, senz'altro interessanti.
    (seguo, per ora, con una connessione lenta da chiavetta... spero di potere contribuire ancora).
  • Neocle Giordani 23/08/2011 20:05

    E tutto questo per commentare delle ombre sfocate su un selciato sovraesposto?...
    mah...
  • Andrea Minichini 23/08/2011 17:46

    dunque vorrei anch'io dire altro..questi ambienti elitari.tra qualche anno non vranno piu necesstà della chimica...anche se ho un tarlo che m fa pensare alla differenza tre un Seiko ed un Rolex...la meccanica del Seiko è migliore..ma la gente non lo sa..o fa finta..perche Seiko non è cool.....non è chic..non fa status..e spende 20 volte tanto per il Rolex...cosi credo certi ambienti chimici...ma posso sbagliarmi..
    la regola di cui si parla...l'idea...è..Anche fotografica...ma esssenzialmente è una regola.generale che abbraccia a 360 gradi...l'Opera Umana..ripensandoci forse non è nemmeno una regola...ma un risultato derivato da esperienze di millenni...chi ha idee va avanti...chi non le ha..è fermo al palo......in qualsiasi aspetto della ns vita.
    grazie.
  • Andrea Minichini 23/08/2011 9:57

    premesso che le mie sono solo pure osservazioni...senza intenzione alcuna di offendere nessuno .o criticare..in negativo...vedo che il discorso si sposta inevitabilmente sulla storia....preistoria..età del ferro..con bellisimi riferimenti ai padri ..che .al tempo..hanno contribuito alla fusione del rame.e stagno.x il bronzo..
    vedo che irreversibilmente si parla nostalgicamente di chimica...e di regole..concretezza correttezza...accademia...ed altro..
    fotografo da piu di 25 anni..ho conosciuto la camera oscura..la chimica..le regole..ecc.
    per tale motivo mi sono reso conto del"" miracolo dei pixel.""....la fotografia.. è..cambiata...da solo qualche anno..e le fondamenta....tremano...un terremoto silenzioso è in atto...qlnq cosa si è pensato..si pensi...dovra cambiare..tra 10 anni.cosa srà..la fotografia..?..io non sono uno di qelli che pensano.....si ma le regole saranno sempre quelle......
    non credo affatto....credo che oggi..già è in atto una mutazione genetica...che accade...fisiologicamente nell'Evoluzione..risultato della somma tra Ambiente.(fotografico in questo caso)..e Uomo.( che si svicola dalle regole..sperimentando)....un binomio che si avvale oggi di tecnologia..Nuova..già innovativa...
    .....ci sono già cose ..e azioni senza regole classiche..accademia...correttezza..concretezza...tra 10 anni??
    ps...seppi già di Doisneau...una cocente delusione...quelo che consideravo...il concentrato..dell 'Istinto ".fotografco..divenne di colpo una bellissima fotocopia di se stesso...un VeroFalsoOriginale...lo tolsi dal salotto...lo appesi in un angolo del corridoio...nel salotto ci metto questo..anche se non è un capolavoro...è Vero...e mi emoziona...fa schifo?..mi emoziona..cmq..sarò fatto male...anche perche le regole..mi sono sempre state strette...figuriamoci l'Accademia...e la Correttezza...
    mio esclsivo e non tendenzioso pensiero..grazie.
    buona giornata.
    A
  • Franco Del Conti 22/08/2011 19:58

    Concordo pienamente con tutto quello che ha scritto Carlo Pollaci, non cambierei una parola, neanche una virgola, anche perché non ne sono in grado.
    Mi è piaciuto molto anche il concetto che la pittura è addizione mentre la fotografia è sottrazione.
    Come per V.O.G. anche per me è stato un grande piacere leggerti.

    Ultima cosa, mi dispiace per l'autore ma la foto non l'appenderei nel mio salotto. Non c'è ne neanche una delle mie se per questo, ma qui di fianco a me, mentre scrivo alla tastiera, c'e ne una di Robert Doisneau; il famosissimo Bacio. Anche se l'anno scorso ho saputo che non è stata presa al volo ma la scena è stata ripetuta più volte in posti diversi. :(
    Non fa niente.



  • Carlo Pollaci 22/08/2011 7:48

    A me pare che il dibattito abbia preso direzioni che "pescano" disinvoltamente nel vissuto personale dei commentatori, trascurando praticamente del tutto la foto in questione.
    Di per se la circostanza non è negativa, in quanto quel che si poteva dire su di essa è stato detto, in breve e all'inizio, mentre successivamente nessuno dei "plaudenti" (passatemi questo termine che uso con simpatia e bonomia) ha argomentato una sia pur minima analisi critica di questa foto, né controbattuto alle (poche) note negative nei suoi confronti.
    Anche dei nomi tirati (secondo me a sproposito) in ballo non sono stati forniti elementi tali da supportarne le citazioni, che estrapolate dal proprio contesto, possono veicolare qualunque concetto/opinione.

    Non essendoci quindi nulla cui replicare, vorrei chiarire, su gentile richiesta di Vincenzo G., cosa intendo per "concretezza" (figurativa e materica) della fotografia.
    Per iniziare, il termine "concreto" è alternativo a "effimero”. Riferito a una professione/arte/mestiere, per “concreto” s’intende il risultato di un'operazione intellettiva e manuale che ha come fondamento l'insieme di conoscenze e tecniche consolidate, proprie della specifica attività, cui l'autore attinge - in forza della sua capacità di avvalersene, che dipende dai suoi studi e, necessariamente, dalla propria personale esperienza e abilità tecnica - per la produzione/realizzazione di un'opera che prima non esisteva.
    Il limite apparente di questo assunto (però falso) è che più l'opera è "accademica" più essa appare "concreta". Anche qui bisogna intendersi sui termini: l' “Accademia”, di per se, fornisce “solo” le "regole" basilari. Applicando le "regole", in ogni campo, si perviene a un risultato "corretto", ma non necessariamente artistico (chi di noi comprerebbe una cucina “artistica”, dove il fabbricante, per finalità estetiche, ha disposto gli elettrodomestici in posizioni non ortodosse? Oppure chi continuerebbe ad apprezzare un edificio artisticamente progettato da un architetto “di grido” dove ci piove dentro). Tuttavia l'opera accademica ha sempre e comunque una sua “dignità”, frutto dell'applicazione corretta delle "regole dell'arte": in mancanza del “valore artistico” (sempre opinabile e spesso riconosciuto solo a posteriori) c’è comunque un “valore materico” tangibile. Della pittura dell'800 amiamo soprattutto l'impressionismo, apparentemente il massimo della trasgressione delle regole accademiche... ma andate a guardare le opere di Degas: il suo disegno è la migliore espressione dell' "accademia di nudo" combinata con le pose e le inquadrature che la nuova tecnica della fotografia aveva apportato; Renoir esponeva con regolarità al Saloon (dove un’apposita giuria di “professori” selezionava le opere); le prospettive di Caillebotte sono rigorosissime (non per niente era ingegnere…).

    Come ho detto più volte, la fotografia è perdente quando si confronta con la pittura, perché la sua specificità è ben altra. Ci sono stati tuttavia nel passato esperimenti i cui risultati sono stati effettivamente paragonabili (se non superiori, in qualche caso) alla pittura, caratterizzati dal fatto che ogni fotografia produceva un unico esemplare: la dagherrotipia per esempio, per arrivare ai risultati altissimi del pittorialismo, che si esauriscono tuttavia all'inizio del XX sec.
    Inoltre, mentre la pittura consiste nel “mettere”, la fotografia procede nel senso opposto del “togliere” (mi scuso per le definizioni semplicistiche). Il pittore (per comodità “figurativo”) al cospetto della scena da rappresentare, ne selezionerà gli elementi uno ad uno (secondo il suo gusto) per disporli sulla tela, in partenza inesorabilmente vuota: potremmo parlare di “addizione pittorica”.
    Al contrario il fotografo, dato soggetto, obiettivo, distanza, si ritroverà nel fotogramma tutti gli elementi che la scena inquadrata contiene, senza che lui ci possa fare niente. Ne deriva che l’operazione del fotografo equivale a una “sottrazione fotografica”: della realtà si opera una selezione a priori, ricorrendo a tecnologie (uguali per tutti) e abilità personali (che fanno la differenza). Qui si aprirebbe un ampio fronte di discussione: per alcuni – p. es. Giacomelli - l’atto del fotografare è “solo” propedeutico alla nascita della fotografia, che si materializza effettivamente in camera oscura: solo li l’immagina finale potrà coincidere o meno con quella che il fotografo ha visto nell’istante dello scatto;
    all’opposto per altri – p. es. Henri Cartier-Bresson – la “sacralità” del fotogramma era intangibile, da non violare neppure con gli usuali tagli che i redattori apportavano in tipografia.

    In questa fotografia, l’operazione di “sottrazione fotografica” (alias inquadratura, sfocature, esclusioni, ecc.) è avvenuta in fase di scatto o introdotta a posteriori? (Sarebbe interessante vedere il fotogramma originale.)

  • Neocle Giordani 21/08/2011 21:42

    Aiuto!... mi hanno cancellato 2625 foto?

    eh sì, i titoli sono importanti (anche per distinguere un'autostrada da un provino di matrimonio)
  • Vincenzo Galluccio 21/08/2011 18:58

    Da un laico a Bruno Vallarin : sante parole...!.....un dialogo "chimicamente corretto"
  • Andrea Minichini 21/08/2011 18:53

    forse nonostante il linguaggio forzatamente volutamente elementare... ..qlcn non ha capito..in altro momento avrei detto..non mi sono ben spiegato..ma quel momento non è stato colto..quindi. ritengo piu giusto dire...non ha capito..e ripeto allora il mio esclusivo e non sentenzioso ne insidioso..pensiero..x l'altrui pensiero....dato che grazie a dio siamo in democrazia..
    ebbene lo confesso..non era il pappagallo...ma..e per la verita mi vergono..ma.dopo attenta introspezione.e.autoanalisi ho capito che nella mia storia personale cerebro-sentimentale ..con avuta .. esperienza diretta.... era zio paperone che violentava nonna papera...ah che dolore..!....ed il punto è proprio li....non si saprà mai perche si prova un sentimento positivo o negativo che sia............di fronte ad una fotografia..(.poiche non raggiunge la corteccia cerebrale..la coscienza...resta sotto a vagare tra strutture cerebrali..sedi del comportameto ...istintivo automatico....)..se non ci si siede e si esplora se stessi...ma questo non necessariamente deve essere fatto..ci si puo semplicemente accontentare di negare o fare propria un'immagine..senza andare giu in apnea a pescare la causa..restare lievi..senza chiedersi i perche.....
    e dunque..non si sbaglia in fondo...qualsiasi cosa sia accaduta nella propria esistenza che condizioni un sentimento..condizionera un giudizio....gli dara il colore..o sara un bn...hi o low..o altro...
    alla fine anche le valkirie vanno bene..le valkirie che vendicano nonna papera che confessa loro di essere gay..e che per tale motivo aveva subito un dolore esponenziale...e che le valkirie soddisfecero appendendo zio paperone x le pll....e finalmente nonna papera..fece torte x tutti....eccetto al papero appeso...
    e tutti giudicarono la foto...chi aveva avuto piu fragole nella crema disse che la foto era bella..chi poche fragole..disse che la foto faceva schifo...mmm perche??'..cristo!!..mo ho finito di dire....-)))..ok..ok
    spero d'essermi spiegato..cmq resta un mio personalissimo parere...senza aver voluto offendere nessuno...grazie.
    A
  • Vincenzo Galluccio 21/08/2011 18:52

    Pensavo a Giacomelli che scriveva:”….anche il vuoto può essere visto come pieno;potrebbe essere come una cosa nera attorno a cui io ho messo degli oggetti bianchi….” . E mi ricordavo di Mario che raccontava: “……. le foto le ho buttate via tutte perché quel rumore che mi entrava nelle orecchie dell’acqua che batteva contro gli scogli, il profumo di sale che ti entrava nel naso….i gabbiani che ti volavano sopra e gridavano…un grido penetrante: tutto questo non c’era quando poi ho stampato e guardato le fotografie. Il sapore del sale non c’era; il rumore del mare, che sentivo con le mie orecchie….quella situazione che vivevo in quel luogo ed in quel momento, che io conoscevo e sentivo, non c’era più…e le ho buttate via tutte….” Ma poi mi sono lasciato prendere dal sarcasmo gentile di Neocle e sono andato a curiosare nel suo immaginario fotografico…239 titoli per 239 immagini…comprendo ora il suo punto di vista …capisco il significato di “Piano man” per un uomo seduto al pianoforte, mi è chiaro il senso di “Window 2006” per una immagine attraverso una finestra…insomma per Neocle (correggimi se sbaglio) il “titolo” è la giusta sottolineatura ad una immagine che suggerisce…e comprendo anche le bellissime parole di Andrea, il senso libertario dei suoi contenuti, la distanza che c’è tra il noi ed l’io…ma mi fermo qui perché fa veramente caldo….!
  • Bruno Vallarin 21/08/2011 18:32

    Guardando questa immagine, non provo nessuna emozione, non la trovo ne bella ne brutta, ma non mi colpisce. Penso che non sia facile, trasmettre tramiite una immagine, un contenuto che possa coinvolgere piu' persone, come quasi una empatia fotografica. Faccio difficoltà ad esprimermi. Rimane sempre il fatto che la fotografia nella maggior parte delle volte, non fa altro che catturare in frazioni di millesimi, frammenti di una realta che si dipana costantemente è quasi come fermare un fotogramma di un film che dura ore, sperando che con questo fotogrammai si possa esprimere il senso del film stesso. E' vero il fatto che quando noi osserviamo una immagine, noi guardiamo non solo con il nervo ottico, ma con calcoloso processo culturale.
    Ad esempio, guadrando questa immagine, immediatamente, essa mi riporta ad un processo memonico, in cui nella memoria visiva vi sono immagini che si avvicinano a questa, nella nostra memoria visiva vi sono tante immagine chimicamente codificate, che si ripetono, in quanto la realtà che viviamo è quasi sempre ripetitiva percheè penso che la realtà sia un prodotto culturale e politico (questo accostamento, mi fa venire in mente il premio nobel Le Mond ( il caso è la necessita). Il discorso è lungo troppo forse. io sono una persona tendenzialmente anticonformista (quando sono solo) nel mio mondo, quando sto in mezzo agli altri, mi conformo, diciamo anche sono tendenzialmente disordinato, ma fotograficamente, cerco la perfezione. cerco con il mezzo fotografico, di tradurre in luce, concetti astratti. Tradurre un pensiero in una immagine visibile, penso che sia uno dei sogni dell'uomo, dopo quello di volare.

    PS. Come premesso, faccio difficoltà ad esprimermi.

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