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"Van Gogh" di Roberto Zurletti

"Van Gogh" di Roberto Zurletti

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"Van Gogh" di Roberto Zurletti

La foto è stata scattata con una Nikon P7100, preselezione dei tempi,
1/30, f 2.8. Ripresa dal vicolo, spazio angusto, focale corrispondente
a un 44 mm per il formato 35 mm. Il "barber shop" di epoca liberty si
trova a Genova ed è patrimonio del Fai. Non sono intervenuto
pesantemente in post: un po' di contrasto in più, un po' di luminosità
in meno. Volutamente l'inquadratura lascia intravedere parzialmente i
volti riflessi nello specchio.
Roberto Zurletti

Commenti 12

  • Maricla Martiradonna 09/12/2011 22:01

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Intanto ringrazio tutti: ho imparato cose, ho ascoltato, ho fatto prove, migliorato o peggiorato questa immagine. Non pubblico i risultati perchè per quanto sul piano tecnico siano più che accettabili, le lacune di cui parla Farina ci sono tutte. E restano: non so fare di meglio. Ma Farina è un perfezionista che non concede deroghe: le sue
    foto sono ineccepibili e anche sempre dense di significato. A me piace di più lasciarle scorrere le storie davanti al mio obiettivo, con tutte le imperfezioni e le sporcizie che "puzzano", scusate il termine, di vita, di pensiero disordinato e scostante. Mi piace raccontare la parte per il tutto. E anche il tutto per dire una parte, come in questo caso. Poi ovviamente può non piacere e non sempre riesco a far comprendere la mia lingua. Ma il limite, sia chiaro, è mio.

    Però parliamone ancora un po' di questo senso della storia che secondo la stimatissima (io la ammiro all'inverosimile) Fulvia Menghi non c'è o, peggio, ci sarebbe ma non è stata colta. C'è la storia, eccome, ed è ricchissima, ma io la vedo con il mio occhio che, in questo caso, vuole osservare il "tutto" di quella bottega. E poi dico, scrivo nel titolo: cominciate a leggere questa storia da Van Gogh, nitidissimo, colorato in primo piano, colorato come il
    resto della bottega, e cominciate a chiedervi perchè c'è un uomo allo specchio che porta una fede piuttosto vistosa e se ne sta a capo chino sotto lo sguardo un po' arcigno del barbiere. Il quale sa quello che sto facendo e mi guarda, e lascia intendere: "Rompiballe, un altro".

    E' quello stesso barbiere, sì, con quello sguardo, quello stesso, dicevo, che chissà da quanto tempo campa di forbici e pettine là dentro e accudisce quel gioiello per conto del Fai e poi ai suoi clienti propina il catalogo della (straordinaria) mostra dedicata a Van Gogh (e a Gauguin) allestita a Palazzo Ducale (duecento metri più su). E
    poi lasciatevi trasportare da tutti gli altri dettagli, nessuno dei quali attrae lo sguardo: guardate i rubinetti, le abat-jour, le piastrelle colorate, i quadretti, il telefono (anch'esso in stile) riflesso nella porta a vetri. Se avessi voluto raccontare la precisa, meravigliosa e
    singolare storia di una bella bottega di barbiere avrei intanto cominciato col dare un altro titolo a questa foto: Figaro qui, Figaro là, oppure Barber Shop. E sì certamente Carlo, avrei chiesto permesso e sarei entrato, come del resto faccio abitualmente quasi per deformazione
    professionale. Invece il titolo è Van Gogh, un artista amante del bello (non come me, umile scattino). Un Van Gogh della Lanterna che nella sua barberia ospita giovani di calvizie incipienti e, nello stesso ambiente, ritratti di pittori barbuti, pieni di capelli rossi e famosi.

    Di questo ambiente così caratteristico, genovese e vicolense, ho scattato numerose altre foto prima e dopo questa: un po' più a destra, un po' più a sinistra, un po' più di riflesso nello specchio, un po' più a fuoco e un po' meno. Mi piace questa, alla maggior parte di voi no. Ma io non riesco a farmene piacere una diversa. Magari sono
    davvero tutte brutte queste mie. Quindi, e soprattutto, grazie infinite a tutti per il tempo che mi avete dedicato.

    P.S.: Se per spiegare una foto mi sono servite tante righe, vuol dire che non funziona. Me ne dolgo e vi ringrazio ancora, e anche, per la pazienza".
  • Francesco Torrisi 07/12/2011 8:42

    Vorrei fare presente un fattore tecnico che definirei "critico" sulla messa a fuoco.

    La distanza delle persone riflesse nello specchio, in termini di messa a fuoco, imponeva una distanza di messa a fuoco pari a quella che c'era tra l'obiettivo e lo specchio + quella che c'era tra lo specchio e le persone. Questa distanza ad occhio e croce è presumibilmente DOPPIA tra quelle che c'era tra l'obiettivo e la parete con tutti gli oggetti (specchio compreso) che invece è stata messa a fuoco.

    Quindi c'è da definire la priorità del fuoco su COSA si dovesse concentrare: sull'ambiente?...o sulle persone?...perchè a mio parere era quasi impossibile se non creando una scena da "sala posa" ad hoc con tanto di cavalletto, tempi lunghissimi e diaframma chiusissimo con le persone immobili come manichini per provare ad avere un campo di fuoco il più ampio possibile. E di certo da effettuare NON con una compattina....

    Questo è una scelta di chi scatta e non nostra, in quanto l'Autore decide che cosa vuol mostrare...

    Poi ognuno può suggerire peculiarità che si potevano evidenziare dentro lo scatto.

    Da quanto leggo: alcuni avrebbero voluto nelle persone il punctum di questo scatto, l'Autore e forse me compreso, sull'ambiente (vissuto da esseri umani)

    E' immediato comprendere che trattasi di due scatti differenti con due finalizzazioni differenti e due racconti differenti.

    Di migliorie, si caro Autore, se ne sarebbero potute fare tantissime senza per questo precludere (sempre a mio giudizio) la valenza anche se modesta di questo scatto, che io apprezzo ma nel contempo senza per questo volere lo scatto per appenderlo nel salotto buono di casa mia...
  • Carlo Atzori 07/12/2011 0:25

    Autore/autrice: immagino tu viva a Genova come e saprai che il centro storico, sopratutto i vicoli di Genova sono stracolmi di locali simili, talmente belli e tenuti bene da essere considerati locali protetti dal FAI. Se chiedi all'ingresso al titolare o gestore se puoi fare una foto, loro si mettono a disposizione, è successo anche a me, non creano nessun problema, considerano questi locali beni comuni, da curare e consividere con la gente.......
    Parliamo di questa tua foto:
    non è ammissibile sbagliare la messa a fuoco dei soggetti principali e, sopratutto, la confusione compositiva che si evidenzia, constringe chi osserva la foto a girare continuamente cercando un punto esatto di interesse fotografico, va in "confusione"......
    rimangono i colori, belli, ma insufficenti a renderla una grande foto, l'ambientazione della barberia storica, che poteva e doveva essere resa nella sua meravigliosa conservazione ......
    esercizio fotografico riuscito in minima parte e che ti chiedo di ripetere, con i consigli che hai trovato in questi commenti.
    Alle prossime foto.
  • paolo pasquino 06/12/2011 22:25

    ..appoggio quanto scritto da Franco Farina
  • Seby Privitera 03/12/2011 23:26

    be', siamo su Agora'
    ognuno spara la sua
    e io voglio dire la mia......
    e' uno scatto con molti elementi....
    paradossalmente quando cio' avviene
    e' come se l'autore invece di assemblare
    dovesse togliere.....questo o quello
    o inquadrare in un modo diverso....
    e' cosi'......
    ognuno la vede in modo diverso....
    naturalmente quando lo scatto e' interessante...
    la sala di un barbiere e' sempre un giochino
    affascinante in cui tutti i fotografi vorrebbero cimentarsi,
    ma
    partiamo da un punto
    SALA BARBIERE= specchio

    Lo specchio e' la base
    senza di esso la foto non ha forza
    di conseguenza tutto cio' che lo circonda e' solo un contorno
    qua' i contorni sono quasi tutti tagliati....
    la parte destra e' x me molto irrelevante.....
    non so' se ci sono stati altri scatti....
    pero' non mi stanchero' mai di scrivere
    che quando si e' davanti ad una fotografia
    mai eseguirne solo uno scatto
    il confronto e' basilare x la scelta
    sul campo non ce ne rendiamo mai conto
    siamo troppo indaffarati nella tecnica.....
    in conclusione x come la vedo io
    come dice il Farina
    poteva essere gestito in maniera diversa
    attenzione, non meglio, ma diversa,
    ma questo non toglie che e' una bella fotografia,
    e quello che ho scritto
    e' solo una mia impressione.....
    tutto qui'..........
  • Carlo Pollaci 03/12/2011 12:25

    Guardo la foto senza tenere conto della cornice (fermo restando che un taglio asimmetrico può comunque, dal punto di vista grafico, avere una sua validità).
    A me la foto piace. Paradossalmente mi piace per motivi che per altri sono criticabili. Mi piace, prima di tutto, la pregnante resa ambientale, caratterizzata da molteplici elementi, di vare epoche, che non generano confusione ma ricchezza visiva.
    Inoltre apprezzo i colori: veramente belli e "naturali".
    Per il mio punto di vista, la foto avrebbe avuto maggiore impatto se, con una leggera diversa angolazione, lo specchio avesse riflesso una porzione maggiore delle figure presenti.
    Comunque, per me, un'ottima foto.
  • Maricla Martiradonna 03/12/2011 7:23

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Poiché per il taglio ho utilizzato un programma che tiene le foto su fondo nero non mi sono reso conto del formato reale dell'immagine. Pertanto va inteso che la cornice asimetrica nera che parzialmente abbraccia l'immagine non dovrebbe esistere. Mi rendo conto che non è semplicissimo immaginarlo come vorrei, chiedo scusa.
    A Carlo Atzori rispondo invece che l'inquadratura parziale dei volti riflessi è una scelta, perché quella barberia così agée evoca nel mio (ma forse soltanto nel mio) immaginario un'aura di mistero, di trame segrete, di lame affilate e sparatorie. Insomma, da Al Capone a "Un pomeriggio di un giorno da cani" ci sta tutto.
    Detto questo, intravedo i limiti che mi segnalate e non posso che farne tesoro.
    Grazie".
  • Carlo Atzori 02/12/2011 22:14

    Faccio una sola domanda all'autore/autrice: "Volutamente l'inquadratura lascia intravedere parzialmente i
    volti riflessi nello specchio???""""
    Che significa??? Che non volevi che di identificassero le persone? Non hai la liberatoria?? O cosa???
    Intanto le persone si riconoscono comunque, il locale, come hai scritto, è partimonio del FAI, quindi famoso e rintracciabile.....posso avere una risposta dall'autore/autrice? Poi farò il mio commento.......
  • Franco Farina 02/12/2011 18:12

    Bastava spostarsi di pochi cm sulla destra e la foto avrebbe avuto il senso cercato che non ha.
    Non serve rispondere, non ho potuto, non è stato possibile, ero ostacolato ecc. in questi casi queste foto vanno messe nel file "foto mancate" o occasioni mancate e ne abbiamo tutti.
    Con il post si poteva cercare in extremis di migliorare la fattura tecnica aumentandone la leggibilità, i metodi sono tanti, accentuare il contrasto e la definizione sui soggetti, diminuire di conseguenza il resto, vignettando e dunque attenuando la luminosità nel perimetro ecc.
    ma partiamo sempre da uno scatto lacunoso, la messa a fuoco doveva essere perfetta, centrata sui soggetti, cosa che non è stata fatta.
    Insomma, a mio parere bisognava intervenire "pesantemente nel post", per usare le parole dell'autore, unico modo per tentare un salvataggio parziale della foto.
  • fulvia menghi 02/12/2011 13:42

    trovo questa fotografia troppo piena di elementi, con un taglio approssimativo e maldestro, anche se voluto!
    concordo con Torrisi per quanto riguarda la didascalia,...non aggiunge nulla!
    i soggetti ritratti sono assenti distratti non danno forza al racconto, insomma, l'occhio cerca ma non sa dove fermarsi! per iniziare una storia, e qui una storia c'era tutta!
    una foto senza personalità
    parere personale autore! ci mancherebbe!
  • Santino Mineo 02/12/2011 13:15

    a me no!
  • Francesco Torrisi 02/12/2011 9:20

    Mi piace il luogo, i colori, il momento di questa cattura "rubata"...

    Senza che la didascalia dia un "illecito arricchimento" all'immagine, la scena è già di sé evidente e congrua per ricchezza di colori, dettagli e situazioni presenti.
    L'ambiente è immediatamente percepibile e quindi quanto scrive l'Autore ha la reale funzione di mera informazione collaterale e non di certo di "spiegazione" dello scatto.

    La chicca di questa cattura sono i due soggetti che vengono ritratti come "riflesso" senza essere una presenza dominante ma un contorno che rende la scena "viva" di ordinaria umanità.

    Per finire, il colore è un fattore essenziale in questo scatto. Bravo l'Autore a volerlo lasciare e non cadere nell'errore di proporlo in B&W (che spesso è utilizzato quale panacea per scatti a luce ambiente ed ad alti iso e non come una reale volontà espressiva).

    Ho qualche dubbio sulla cornice.

    La qualità complessiva dello scatto per dettaglio e definizione credo sia vincolata al limite dell'attrezzo utilizzato senza comunque scendere sotto la soglia del "guardabile" (poi lo si dovrebbe vedere nel grande formato e ingrandendo le varie aree per una giusta valutazione)

    In conclusione, è uno scatto che mi garba abbastanza.

Informazioni

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Exif

Fotocamera ---
Obiettivo ---
Diaframma 3.2
Tempo di esposizione 1/30
Distanza focale 9.7 mm
ISO 400