Carissimo Ermanno, un tuo commento credo valga più di una fotografia in galleria, uno...ma conta! Scritto con la passione di chi ci crede e per questo ti ringrazio infinitamente!
Alla prossima, buone cose.
Grazie
Marco
Mio caro Ermanno,
grazie per il gentilissimo e lusinghiero commento.
Onestà per onestà devo però ammettere che, malgrado la foto del profilo (gentilissimo e divertente omaggio della carissima Maryte), non sono un fotografo e men che mai professionista, ma solo un dilettante, come dire, appassionato.
Certo che mi fà piacere visitare il tuo sito e lo farò immediatamente, sicuro di trovarvi materiale di grande interesse.
Sono felice che a te e alla tua compagna sia piaciuta la cupola, foto nata un po' per caso.
L'accostamento alle atmosfere rarefatte ed elegantissime della musica di Kitaro, inoltre, mi inorgoglisce.
Auguro a entrambi uno splendido pomeriggio.
Grazie ancora.
Vito
Wow, il tuo sito è veramente splendido.
Una miniera preziosa.
Complimenti davvero (anche per le esibizioni liriche, roba che adoro).
Credo che ci andrò spesso.
Ciao
La poesia è molto bella. In realtà un quadro, un arazzo intessuto con tanti fili, quelli rossi, gialli e d'oro corrono a formare l'ordito, quelli verdi, blu e argento la trama. Ci sono le storie di chi giocava a scacchi e chi a dama, ci sono i giorni di pioggia passati sotto le grondaie attendendo che spiova, con l'odore del terriccio bagnato che si infilava sotto il colletto della maglietta, ci sono le corse in bicicletta, le avventure, le paure, le zattere costruite con tronchi di pioppo già bagnati prima di entrare nell'acqua del fosso, c'è il vorrei farlo ma non posso, ci vediamo domani... se non piove.
E certo al posto d'onore ci sono le figurine. Con tre biglie ti portavi a casa una figurina, intendo le biglie di vetro perchè se erano di terra cotta allora occorreva sborsarne una bella botta, almeno dieci, infarcite con salamelecchi e preci. Noi non avevamo il muretto. E poi le figurine non andavano gettate a terra, erano troppo preziose. Si giocavano a "steKum e spanna", un gioco con le biglie credo noto come cicca e spanna. Lo stecco (o stekum) era il colpire con propria biglia, tirata dalla mano, una biglia al suolo, ma per vincerla, oltre a centrarla, occorreva che le due biglie non si allontanassero tra loro più di una spanna (era avvantaggio chi aveva le dita lunghe).
Siamo esistiti in due mondi similari, paralleli e qualche volta convergenti. La tua poesia ha fatto affiorare il mio mondo. La tua poesia si conclude con la proliferazione insensata degli sportelli bancari. Quando Vigevano era la capitale mondiale della calzatura c'erano sette banche. C'era lavoro per tutti, lavoravano come matti e in molti si sono arricchiti (vedi il libro e film "Il maestro di Vigevano"). Poi è arrivata la crisi e Vigevano da città produttiva è diventata città dormitorio: pensai allora, io che avevo paragonato il sistema bancario a una idra dalle mitiche sette teste: la crisi mozzerà le sette teste, sì, e questo avvenne, ma ne spuntarono altre sette. Gli affari andarono sempre di male in peggio e ne spuntarono altre sette, e fanno ventuno. Di questo passo ognuno avrà la sua banca personale. La mia è quella con le mimose e il melograno. Ciao, Geo
Marco Bustreo 02/09/2009 22:24
Carissimo Ermanno, un tuo commento credo valga più di una fotografia in galleria, uno...ma conta! Scritto con la passione di chi ci crede e per questo ti ringrazio infinitamente!Alla prossima, buone cose.
Grazie
Marco
Vito Riggi 10/08/2009 14:51
Mio caro Ermanno,grazie per il gentilissimo e lusinghiero commento.
Onestà per onestà devo però ammettere che, malgrado la foto del profilo (gentilissimo e divertente omaggio della carissima Maryte), non sono un fotografo e men che mai professionista, ma solo un dilettante, come dire, appassionato.
Certo che mi fà piacere visitare il tuo sito e lo farò immediatamente, sicuro di trovarvi materiale di grande interesse.
Sono felice che a te e alla tua compagna sia piaciuta la cupola, foto nata un po' per caso.
L'accostamento alle atmosfere rarefatte ed elegantissime della musica di Kitaro, inoltre, mi inorgoglisce.
Auguro a entrambi uno splendido pomeriggio.
Grazie ancora.
Vito
Wow, il tuo sito è veramente splendido.
Una miniera preziosa.
Complimenti davvero (anche per le esibizioni liriche, roba che adoro).
Credo che ci andrò spesso.
Ciao
Andrei Graph 22/06/2009 22:00
grazie di cuore per l'apprezzamento !un saluto
Andrei
Raimondo Motti 12/06/2009 8:46
Caro Ermanno,ti porto in dono...la Libertà.
ray
Vinicio Sforzi 02/06/2009 13:06
Tantissime grazie dei commenti.Ciao Vinicio.
Raimondo Motti 27/05/2009 14:07
Carissimi,guardate questo video, questa è la danza...
ciao
ray
Meinolf Wewel 15/05/2009 18:05
nadia la malfa 06/05/2009 11:58
thankAlessandro Russo 29/04/2009 10:44
ti ringrazio della bella poesia che mi hai lasciatociao Alessandro
Vito Riggi 29/04/2009 8:34
Grazie infinite Ermanno per le tue belle parole.Buona giornata
Vito
Emilio Calcina 24/04/2009 15:47
Ermanno,scusa se rispondo adesso tenevo problemi con ADSL.Grazie del commento e della visita
roberto manicardi 12/04/2009 10:05
grazie Ermanno per la nota molto bellaauguri
roby
Troiso Massimiliano 12/04/2009 7:33
Grazie , ricambio gli auguri di buona Pasqua ciao maxAnna Lisa Imperiali 12/04/2009 6:56
Grazie Ermanno, ricambio di cuore gli auguri di una serena Pasqua, ciao Anna Lisa :-)Geo Portaluppi 10/04/2009 23:40
La poesia è molto bella. In realtà un quadro, un arazzo intessuto con tanti fili, quelli rossi, gialli e d'oro corrono a formare l'ordito, quelli verdi, blu e argento la trama. Ci sono le storie di chi giocava a scacchi e chi a dama, ci sono i giorni di pioggia passati sotto le grondaie attendendo che spiova, con l'odore del terriccio bagnato che si infilava sotto il colletto della maglietta, ci sono le corse in bicicletta, le avventure, le paure, le zattere costruite con tronchi di pioppo già bagnati prima di entrare nell'acqua del fosso, c'è il vorrei farlo ma non posso, ci vediamo domani... se non piove.E certo al posto d'onore ci sono le figurine. Con tre biglie ti portavi a casa una figurina, intendo le biglie di vetro perchè se erano di terra cotta allora occorreva sborsarne una bella botta, almeno dieci, infarcite con salamelecchi e preci. Noi non avevamo il muretto. E poi le figurine non andavano gettate a terra, erano troppo preziose. Si giocavano a "steKum e spanna", un gioco con le biglie credo noto come cicca e spanna. Lo stecco (o stekum) era il colpire con propria biglia, tirata dalla mano, una biglia al suolo, ma per vincerla, oltre a centrarla, occorreva che le due biglie non si allontanassero tra loro più di una spanna (era avvantaggio chi aveva le dita lunghe).
Siamo esistiti in due mondi similari, paralleli e qualche volta convergenti. La tua poesia ha fatto affiorare il mio mondo. La tua poesia si conclude con la proliferazione insensata degli sportelli bancari. Quando Vigevano era la capitale mondiale della calzatura c'erano sette banche. C'era lavoro per tutti, lavoravano come matti e in molti si sono arricchiti (vedi il libro e film "Il maestro di Vigevano"). Poi è arrivata la crisi e Vigevano da città produttiva è diventata città dormitorio: pensai allora, io che avevo paragonato il sistema bancario a una idra dalle mitiche sette teste: la crisi mozzerà le sette teste, sì, e questo avvenne, ma ne spuntarono altre sette. Gli affari andarono sempre di male in peggio e ne spuntarono altre sette, e fanno ventuno. Di questo passo ognuno avrà la sua banca personale. La mia è quella con le mimose e il melograno. Ciao, Geo