Per tutti auguri bancari: i soli che fruttan denari
Un vecchio detto recita: « Sopra la banca la capra campa, sotto la banca la capra crepa », mentre un altrettanto noto e vetusto adagio, ci ammonisce che la banca è quella istituzione che elargisce soldi a chi ne ha fin troppi e nega i contanti, con tanti sorrisi e amenità , a chi ne ha necessità.
Con un tal siffatto marchingegno, noi povere caprette con la testa di legno, che picchiamo cornate a destra e a manca per racimolare quel che ci manca per tirare la fine mese, vediamo la banca come una entità nebulosa e astratta, un poco matta, dalle finalità oscure, dai mille moduli scritti in piccolo e da firmare in buona fede senza debita lettura, tanto chi riuscirebbe a digerire quelle lunga pastura che al sol vederla ci incute paura. Il suo motto par che sia: “Tu fidati che io di te non mi fido” e, se ti concedo un fido bancario, bada ben che è soggetto a revoca incondizionata, te lo tolgo a mio insindacabile giudizio nell’arco d’una giornata. Questa è la scenografia bancaria conosciuta a chi non ha la testa in aria, tra i cirri a novemila metri di quota.
In questo antro l’altro dì vi entrai e accanto allo sportello della cassa, in genere austero e severo, scorsi una composizione floreale, un raggio di sole tinto in giallo e rosso, un buon auspicio come il canto d’uccelli intenti sulla via a far festa, un filo di luce appalesatosi in un mondo dalla notoria tonalità grigia e mesta. Sul rosso del melograno, simbolo di soldi (eh, eh, siamo in banca) e di fortuna, era spuntato un giallo ciuffo di mimosa, fiore che rappresenta la femminilità e la forza.
Il melograno, il tipico dono augurale delle feste natalizie, ha sempre esercitato un forte influsso nell’arte. I pittori del XV e XVI secolo ponevano questo frutto in mano a Gesù Bambino in segno di rinascita a nuova vita, e anche nell’arte copta è simbolo di resurrezione e inoltre ha originato molte leggende e tradizioni, a partire dall’antica Grecia, e fino a giungere in Vietnam e in Turchia, dove il numero dei semi indica il numero dei figli che verranno, ovvero la speranza che esista ancora un futuro per le caprette che campano se non le tieni troppo strette e costrette.
La mimosa debuttò ufficialmente in Inghilterra nell’Ottocento all’occhiello delle giacche delle ragazze meno carine, ma battagliere, che intendevano manifestare la loro ideologia. Il nome di questo fiore pare che derivi dalla parola mimo, perché quando si contraggono sembrano imitare le smorfie che i mimi fanno per comunicare senza l’uso di parole, con la loro tipica gestualità .
Rinascita, femminilità, comunicazione e istintiva comprensione naturale, senza il ricorso a tortuosi percorsi vergati su moduli dall’oscuro significato e, al fin della licenza, soldi a palate, che non guastano mai al pari della salute, mi sembra che di più una composizione floreale non possa auspicare, specie se proviene da una banca, e quindi ho reputato questo il migliore augurio da inviare a tutte le meravigliose persone che ho conosciuto su FC. Ve lo meritate.
Sacrosanta parola di lupetto, in fé mia lo penso e qui l’ho detto.
Marco Giustiniani 10/01/2011 9:26
Sei una miniera......di saggezza!Vitória Castelo Santos 22/04/2009 22:46
Bellissima GeoSÍ l ´uomo si è bagnato....aspettava solo una grande onda per surfare su , perchè li ci sono molto pietre.
ciao e grazie delle tue visite
Vitoria
Antonio Morri 17/04/2009 10:48
I tuoi scatti, le tue note ci regalano sempre minuti di riflessione e di simpatica ironia.Grazie Geo!
Moreno..Brandi 14/04/2009 23:15
Grazie degli Auguri, in quanto ai denari sì fruttano ma solo per le Banche.Giustamente tu metti in risalto il verde nella tua immagine, con un piccolo punto arancione che è il Melograno, immagine di estrema finezza.
Ciao e Auguri anche se in ritardo.
Moreno
Elvio Bartoli 14/04/2009 18:02
Grazie mille per gli auguri... ti confesso però che l'atmosfera bancaria mi mette sempre un pò di tristezza...Elvio :))
redfox-dream-art-photography 13/04/2009 20:40
Bella foto!Grazie per tutto!
ciao, redfox
Maria Luisa Runti 13/04/2009 13:44
Sei riuscito tramutare in poesia un realtà piuttosto complessa e problematica con acume ed ironia, con sarcasmo peverino...!!!Grazie di cuore per la tua descrizione della primavera: dei fiori... della vita:)))
Nazario Melchionda 11/04/2009 4:58
Buona PasquaIn questo tragico momento scelgo i fiorellini blu "Occhi della Madonna" che certamente sono una rappresentazione della benedizione divina.
Renato Orsini 10/04/2009 17:21
Grande Geo!e mi sembra che sei stato fin troppo buono con le banche e con il sistema finanziario in genere....
e grazie per l'augurio..
speriamo ne arrivivino a sufficienza per tutti per stare bene ,tranquilli e sereni!
Buona Pasqua Geo!
Un salutone
Renato
Ermanno Bartoli 10/04/2009 16:55
Carissimo Geo,mi hai commosso col tuo commento su "Il Villaggio dei Bambini"... e siccome hai tirato in ballo le banche, voglio farti i miei più cari auguri con una mia poesia di qualche tempo fa.
E' lunga e spero che ti piaccia.
Buona Pasqua carissimo.
A te e famiglia.
a presto
Ermanno Bartoli
SZYMANIAK E CEMENTO
Noialtri si giocava a muro
con le figurine;
nell'anno di calcio 1961-'62
furono la novità.
Erano Panini.
Non di quelli che si mangiano
col prosciutto -
per quelli che allora potevano permetterselo -
ma Panini era il nome dell'album:
"Grande Raccolta Figurine CALCIATORI
Edizioni Panini - Modena"...
era una libidine!
Si compravano in bustine
e ci trovavi le mancanti per completare l'album,
e anche le doppie:
che cavolo, mica potevi guardarci dentro!
E così
per disfarsi delle doppie,
e magari sgraffignare agli amici
qualche pezzo mancante,
si giocava a muro;
fare gli scambi non era così divertente
come mettersi su un muretto
e lasciar cadere dall'alto - a turno -
le figurine che col vento
volteggiavano qua e là come vele in tempesta...
chi riusciva a far cadere una sua figurina
su una qualsiasi delle altre sparse al suolo
vinceva il piatto.
E così si giocava e si stava insieme...
E c'erano tanti campioni:
Sarti, Da Costa, Fogli,
Buffon, Picchi, Cudicini,
Charles, Sivori, Sani... e Rivera!..
e, nel Torino, l'oggi mitico Bearzot.
Ricordo che nel Catania,
tra le figurine di Giavara e Giani,
c'era per tutti noi un rettangolo vuoto:
avevamo scoperto
(a sollazzo di uno spirito d'avventura e ricerca)
il concetto di "figurina rara"...
Ah, le rare!.. Altra libidine.
E allora ci si dava la caccia.
Da noi, non so se in tutta Italia,
la rara dell'anno - la prima della Storia -
era quella di un certo Horst Szymaniak,
mediano sinistro della squadra del Catania,
nato a Erheuschwiek (Germania) il 29-8-1934.
Che caccia fu quella!
Poi, finalmente, Alberto la trovò...
e fu il primo a trovare la prima rarità.
Noialtri si giocava su un muretto di periferia;
intorno campi,
e qualche albero da frutto.
Adesso,
dove prima c'era il muretto,
c'è lo sportello di una banca
e intorno solo palazzi.
Al giorno d'oggi - nonostante la crisi -
le banche sorgono come funghi.
Sono preoccupato.
Fuori sta piovendo...
(Gennaio – 1997)
Bodil Hegnby Larsen 10/04/2009 11:13
Troppo forte il ns. Geo!! Quante verità dette con ironia ed umorismo, - sulle banche ci sarebbe da fare molte inchieste credo. Bello il dettaglio che ha scaturito questa tua riflessione.Ciaooo
Giorgio Peracchio 09/04/2009 22:55
Da un'anno non ho più banche, mai stato meglio, senza di loro la vita scorre talmente bene che quando in Tv v'è la reclame di una di loro le budella s'attorcigliano e devo spegnere.Abbasso le Banche, Ti danno l'ombrello quando c'è il sole, pensa te !!!!!
Tanti auguri, buone feste Geo, a Te ed a Tutti quelli che Ti volgliono bene !!
Ciao !!
maria teresa mosna 09/04/2009 10:42
Mi infilo nel tuo già lungo elenco per complimentarmi per la didascalia!Interessante il punto di vista verso la banca!
Buona giornata che sia proficua come quei bei fiori di cui ci parli.
Maria Teresa
federico ravaldini 09/04/2009 2:13
Come vedo hai sollevato il solito vespaio con le tue "quatrro righe"!! Che se non vado errato questa volta sono spesso rimate, delle banche ricordo una cosa che mi raccontava sempre mio padre, ovvero: vedi noi ci fidiamo ciecamente delle banche, infatti gli portiamo tutti i nostri risparmi e glieli affidiamo senza chiedere cosa ne faranno nè dove li impiegheranno,e loro in cambio non hanno la minima fiducia in noi: E visto che io lo guardavo stranito, in effetti non avevo capito il perchè. Lui terminava dicendo: vedi non si fidano al punto che legano anche le penne, che dobbiamo usare con delle catenelle!!!!! Mi sembra di aver detto tutto!! Grazie del commento, a presto, il secondo episodio è già pronto (e questa non è una promessa, ma una minaccia) Ciao FEDEPaolo Zappa 09/04/2009 0:52
Bene, Geo, abbiamo già parlato in altra sede, per cui non mi resta che contraccambiare con affetto i tuoi auguri di buona pasqua!!!Ancora a presto, Paolo