Andrei è uno dei nostri autori più preziosi e schivi: riservato, lontano dalle effimere ribalte virtuali, Andrei ci colpisce nell'anima e nella mente con le sue visioni problematiche e atemporali.
Paradigmi perfetti del concetto di "opera aperta", le sue fotografie, tutte in bianco e nero (fortemente caratterizzato in senso comunicativo, vero attore sulla scena), quasi tutte realizzate con una Holga, realizzano una smaterializzazione della realtà che caparbiamente ci interroga, ci sfida quasi ad oltrepassare gli angusti confini del banale vedere.
Ed è affascinante, nel suo portfolio, il contrasto tra le visioni soggettive rarefatte e soffuse e la forza immediata, intensa, vivida dei suoi ritratti: bambini, giovani che, con gli occhi, con il sorriso, ci guardano dentro. Diretti. Veri.
Beleaf. Andrei Graph 13.03.12 89
Chanson. Andrei Graph 07.11.10 27
Dreams. Andrei Graph 13.12.11 16
Oliver. Andrei Graph 31.10.10 18
I'm a soldier. Andrei Graph 10.01.12 96
My friend. Andrei Graph 22.01.12 95
Unlocked. Andrei Graph 13.11.10 107
Sins. Andrei Graph 04.01.12 10
/\ .\ Andrei Graph 06.11.11 88
Secret. Andrei Graph 18.12.11 11
Paradigmi perfetti del concetto di "opera aperta", le sue fotografie, tutte in bianco e nero (fortemente caratterizzato in senso comunicativo, vero attore sulla scena), quasi tutte realizzate con una Holga, realizzano una smaterializzazione della realtà che caparbiamente ci interroga, ci sfida quasi ad oltrepassare gli angusti confini del banale vedere.
Ed è affascinante, nel suo portfolio, il contrasto tra le visioni soggettive rarefatte e soffuse e la forza immediata, intensa, vivida dei suoi ritratti: bambini, giovani che, con gli occhi, con il sorriso, ci guardano dentro. Diretti. Veri.
Beleaf. Andrei Graph 13.03.12 89
Chanson. Andrei Graph 07.11.10 27
Dreams. Andrei Graph 13.12.11 16
Oliver. Andrei Graph 31.10.10 18
I'm a soldier. Andrei Graph 10.01.12 96
My friend. Andrei Graph 22.01.12 95
Unlocked. Andrei Graph 13.11.10 107
Sins. Andrei Graph 04.01.12 10
/\ .\ Andrei Graph 06.11.11 88
Secret. Andrei Graph 18.12.11 11
D. Raccontaci il tuo primo incontro con la fotografia.
R. Il mio primo incontro con la fotografia è avvenuto in un momento indefinito. Non mi ricordo esattamente il dove e il quando si sia materializzata nella mia consapevolezza l’idea di fotografia. Ho l’impressione che sia sempre stata nascosta e si sia sviluppata per sbaglio, come frutto di una giovane curiosità.
D. Hai padronanza tecnica, hai solida cultura fotografica, ma non ti interessa la perfezione: le tue fotografie sono spesso sporche, sghembe, apparentemente sbagliate. Abbacinanti, direi. E' una forma di estrema libertà di pensiero e di volontà: la rinuncia alle sicurezze, ai sentieri già tracciati da altri, il coraggio - e il gusto - di esprimere, della vita, il movimento, la metamorfosi, il disordine,
l'errore. Cosa ti affascina dell'imperfezione?
R. Quando penso alla parola "perfezione" l’istinto mi porta quasi sempre ad un giudizio strettamente estetico. Per poter oltrepassare questo confine la fotografia mi viene incontro permettendomi di negarlo attraverso un’infinità di stupende imperfezioni.
Estremizzando il fattore “imperfezione” da un punto di vista grafico cerco soltanto una modalità efficace per evidenziare l’idea espressa nella fotografia.
Quindi ciò che mi affascina dell’imperfezione è la sua qualità di lasciarsi manipolare permettendomi di mettere in luce proprio gli aspetti che essa ingenuamente nasconde.
D. Le tue fotografie si esprimono nel buio, e nelle ombre e nei contrasti costruisci spazi dilatati, in cui l'osservatore si perde. Un poetico naufragio, che porta dentro e fuori di sé, a cercare sensi inediti con cui colmare l'infinito "indefinito" delle tue creazioni. Quanto è grande il mondo nella tua fotografia?
R. Un concetto molto importante che fa parte della mia visione della fotografia si rispecchia molto bene nella seguente frase di Goethe: “L'occhio vede ciò che la mente conosce".
La grandezza del mondo della mia fotografia è molto relativa. Il mio mondo fotografico non segue delle regole concrete. È grande quanto sono intense le emozioni che riesco a percepire ogni giorno. Mi piace pensare non alla sua grandezza ma alla sua concretezza e alla sua semplicità.
D. Hai trovato nella Holga lo strumento perfetto per esprimere la tua poetica. Come l'hai scoperta? E' stato subito amore o hai dovuto capirla pian piano?
R. Ho scoperto questo “giocattolo” apprezzando lavori di bravi fotografi. La curiosità mi ha spinto a provare questa bellissima esperienza e devo dire che per me non è scattato ancora l’amore. Non riesco a contollare il risultato finale, e anche se questo fa parte del suo fascino, per me rappresenta ancora un limite che con entusiasmo vorrei oltrepassare.
D. Le tue fotografie sono sempre in bianco e nero. Cosa significa questo per te?
R. Il bianco e nero mi offre l’opportunità di poter spogliare il soggetto da pregiudizi e superficialità arrivando in un modo molto più immediato a quello che esso rappresenta effettivamente nella mia mente. Considero il colore un elemento illusorio che indebolisce il contatto tra me e la scena che sta davanti alla macchina fotografica.
Il bianco della luce, il grigio delle ombre e il nero del buio creano armonia. Non potrei mai riprodurla a colori, ma nonostante ciò stimo (con innocente invidia) quelli che possono farlo.
D. Da quando hai iniziato a fotografare ad oggi come è cambiato il tuo vedere? Quali aspetti di te si sono spontaneamente potenziati?
R. Adesso riesco ad apprezzare molto di più il tempo, l’attimo. Circostanze che prima erano invisibili adesso prendono forma dal nulla diventando nucleo di stimoli. Qualsiasi scena può diventare una potenziale fotografia. Purtroppo o per fortuna sono sempre più esigente con me stesso e in alcuni momenti cerco di dimenticare tutto quello che ho imparato fino ad oggi. Certe volte mi sento troppo condizionato dall’esperienza che si accumula.
D. Mi affascina enormemente una tua fotografia, "Basic Emotions". Vorrei saperne tutto: ideazione, contesto, realizzazione.
Basic emotions. Andrei Graph 13.01.12 89
R. Questa fotografia nasce spontaneamente durante una visita alla Tomba Brion di Carlo Scarpa, a San Vito di Altivole, nel Trevigiano. Non c’è un’ideazione anticipata. Quello che si vede nella fotografia è una finestra di questa costruzione e le mani di Barbara Beggio . Mi trovavo fuori e ad un certo punto lei mi ha indicato la sua posizione da quella particolare finestra. In quel momento si è felicemente materializzato il “tutto”.
D. Chi è il tuo maestro?
R. Ammiro particolarmente Henri Cartier-Bresson, Diane Arbus e Michael Ackerman. In generale cerco di studiare tutti “rubando” quello che mi serve per perfezionare la mia visione fotografica.
D. Sei con noi dal dicembre 2008. Cosa ti lega a fotocommunity?
R. Mi legano tante belle persone che mi hanno aiutato e sostenuto nel poter sviluppare la passione che amo di più.
R. Il mio primo incontro con la fotografia è avvenuto in un momento indefinito. Non mi ricordo esattamente il dove e il quando si sia materializzata nella mia consapevolezza l’idea di fotografia. Ho l’impressione che sia sempre stata nascosta e si sia sviluppata per sbaglio, come frutto di una giovane curiosità.
D. Hai padronanza tecnica, hai solida cultura fotografica, ma non ti interessa la perfezione: le tue fotografie sono spesso sporche, sghembe, apparentemente sbagliate. Abbacinanti, direi. E' una forma di estrema libertà di pensiero e di volontà: la rinuncia alle sicurezze, ai sentieri già tracciati da altri, il coraggio - e il gusto - di esprimere, della vita, il movimento, la metamorfosi, il disordine,
l'errore. Cosa ti affascina dell'imperfezione?
R. Quando penso alla parola "perfezione" l’istinto mi porta quasi sempre ad un giudizio strettamente estetico. Per poter oltrepassare questo confine la fotografia mi viene incontro permettendomi di negarlo attraverso un’infinità di stupende imperfezioni.
Estremizzando il fattore “imperfezione” da un punto di vista grafico cerco soltanto una modalità efficace per evidenziare l’idea espressa nella fotografia.
Quindi ciò che mi affascina dell’imperfezione è la sua qualità di lasciarsi manipolare permettendomi di mettere in luce proprio gli aspetti che essa ingenuamente nasconde.
D. Le tue fotografie si esprimono nel buio, e nelle ombre e nei contrasti costruisci spazi dilatati, in cui l'osservatore si perde. Un poetico naufragio, che porta dentro e fuori di sé, a cercare sensi inediti con cui colmare l'infinito "indefinito" delle tue creazioni. Quanto è grande il mondo nella tua fotografia?
R. Un concetto molto importante che fa parte della mia visione della fotografia si rispecchia molto bene nella seguente frase di Goethe: “L'occhio vede ciò che la mente conosce".
La grandezza del mondo della mia fotografia è molto relativa. Il mio mondo fotografico non segue delle regole concrete. È grande quanto sono intense le emozioni che riesco a percepire ogni giorno. Mi piace pensare non alla sua grandezza ma alla sua concretezza e alla sua semplicità.
D. Hai trovato nella Holga lo strumento perfetto per esprimere la tua poetica. Come l'hai scoperta? E' stato subito amore o hai dovuto capirla pian piano?
R. Ho scoperto questo “giocattolo” apprezzando lavori di bravi fotografi. La curiosità mi ha spinto a provare questa bellissima esperienza e devo dire che per me non è scattato ancora l’amore. Non riesco a contollare il risultato finale, e anche se questo fa parte del suo fascino, per me rappresenta ancora un limite che con entusiasmo vorrei oltrepassare.
D. Le tue fotografie sono sempre in bianco e nero. Cosa significa questo per te?
R. Il bianco e nero mi offre l’opportunità di poter spogliare il soggetto da pregiudizi e superficialità arrivando in un modo molto più immediato a quello che esso rappresenta effettivamente nella mia mente. Considero il colore un elemento illusorio che indebolisce il contatto tra me e la scena che sta davanti alla macchina fotografica.
Il bianco della luce, il grigio delle ombre e il nero del buio creano armonia. Non potrei mai riprodurla a colori, ma nonostante ciò stimo (con innocente invidia) quelli che possono farlo.
D. Da quando hai iniziato a fotografare ad oggi come è cambiato il tuo vedere? Quali aspetti di te si sono spontaneamente potenziati?
R. Adesso riesco ad apprezzare molto di più il tempo, l’attimo. Circostanze che prima erano invisibili adesso prendono forma dal nulla diventando nucleo di stimoli. Qualsiasi scena può diventare una potenziale fotografia. Purtroppo o per fortuna sono sempre più esigente con me stesso e in alcuni momenti cerco di dimenticare tutto quello che ho imparato fino ad oggi. Certe volte mi sento troppo condizionato dall’esperienza che si accumula.
D. Mi affascina enormemente una tua fotografia, "Basic Emotions". Vorrei saperne tutto: ideazione, contesto, realizzazione.
Basic emotions. Andrei Graph 13.01.12 89
R. Questa fotografia nasce spontaneamente durante una visita alla Tomba Brion di Carlo Scarpa, a San Vito di Altivole, nel Trevigiano. Non c’è un’ideazione anticipata. Quello che si vede nella fotografia è una finestra di questa costruzione e le mani di Barbara Beggio . Mi trovavo fuori e ad un certo punto lei mi ha indicato la sua posizione da quella particolare finestra. In quel momento si è felicemente materializzato il “tutto”.
D. Chi è il tuo maestro?
R. Ammiro particolarmente Henri Cartier-Bresson, Diane Arbus e Michael Ackerman. In generale cerco di studiare tutti “rubando” quello che mi serve per perfezionare la mia visione fotografica.
D. Sei con noi dal dicembre 2008. Cosa ti lega a fotocommunity?
R. Mi legano tante belle persone che mi hanno aiutato e sostenuto nel poter sviluppare la passione che amo di più.
Vi affido Andrei, schivo ma disponibilissimo e sempre gentile :-)
Appuntamento a sabato 5 maggio per qualche domanda a Fabio Fazzari e Mara Ramella
Appuntamento a sabato 5 maggio per qualche domanda a Fabio Fazzari e Mara Ramella
29.04.12, 15:36
Messaggio 4 di 32
ciao Andrei, ho sempre apprezzato moltissimo il tuo modo di fare fotografia.
Trovo nelle tue immagini molta "angoscia", uno stato d'animo che tutti noi, inutile dirlo, conosciamo molto bene.
Volevo chiederti:
quanto dei tuoi stati d'animo porti nel tuo modo di fotografare?
e se mi consenti un'altra domanda:
cos'è che attira la tua attenzione nel vedere, in ciò che ti circonda, una fotografia?
Grazie
Er@S
Trovo nelle tue immagini molta "angoscia", uno stato d'animo che tutti noi, inutile dirlo, conosciamo molto bene.
Volevo chiederti:
quanto dei tuoi stati d'animo porti nel tuo modo di fotografare?
e se mi consenti un'altra domanda:
cos'è che attira la tua attenzione nel vedere, in ciò che ti circonda, una fotografia?
Grazie
Er@S
Belle queste "storie scure" che ci racconti con questi scatti, intense, forti, essenziali, prive di orpelli e colori distraenti. Bravissimo.
Manu
Manu
.........volevamo solo ribadire la grande ammirazione che abbiamo per il tuo modo di "vedere" ..........oltre alla grande eleganza ed educazione che hai nel comportarti........
Ambra e Glauco
Messaggio Modificato (19:13)
Ambra e Glauco
Messaggio Modificato (19:13)
29.04.12, 18:25
Messaggio 7 di 32
Talmente tanto... ma così tanto che... non sapevo neanche che esistesse... cospargendomi ecc... ecc... faccio pubblica ammenda!!!
29.04.12, 23:45
Messaggio 8 di 32
Ciao Andrei, mi è piaciuto leggere di te.
Ciao Eras,
grazie mille per l'apprezzamento, spero di essere stato all'altezza delle tue domande ;)
Porto tutti i miei stati d’animo nel modo di fotografare, ma questi incidono non in maniera categorica sulla fotografia. Le percezioni, che il risultato finale può (o non può) trasmettere, sono una miscela di tanti elementi: alcuni scelti in modo voluto, ricercato, con una solida idea di base, altri ereditati inconsciamente. Di solito per me è una sfida ricercare nella scena che ho davanti stimoli che possano attivare forti stati d’animo momentanei, che ulteriormente cerco di ritrasmettere a modo proprio. Questi stimoli sono di solito piccoli dettagli (non ho una misura per poter catalogarli) ai quali attribuisco un senso immediato in base a ricordi, gioie, sofferenze, contesto. Mi concentro di più sulla parte non evidente, per me infinitamente stimolante nelle opportunità di libera interpretazione che regala.
grazie mille per l'apprezzamento, spero di essere stato all'altezza delle tue domande ;)
Porto tutti i miei stati d’animo nel modo di fotografare, ma questi incidono non in maniera categorica sulla fotografia. Le percezioni, che il risultato finale può (o non può) trasmettere, sono una miscela di tanti elementi: alcuni scelti in modo voluto, ricercato, con una solida idea di base, altri ereditati inconsciamente. Di solito per me è una sfida ricercare nella scena che ho davanti stimoli che possano attivare forti stati d’animo momentanei, che ulteriormente cerco di ritrasmettere a modo proprio. Questi stimoli sono di solito piccoli dettagli (non ho una misura per poter catalogarli) ai quali attribuisco un senso immediato in base a ricordi, gioie, sofferenze, contesto. Mi concentro di più sulla parte non evidente, per me infinitamente stimolante nelle opportunità di libera interpretazione che regala.
@ Manuela Innocenti
..grazie, soprattutto per la parola "storie". ;)
Messaggio Modificato (15:45)
..grazie, soprattutto per la parola "storie". ;)
Messaggio Modificato (15:45)
@ Ambra Menichini
..troppo buoni con me.. ormai da un paio d'anni però.. eh... grazie.
..troppo buoni con me.. ormai da un paio d'anni però.. eh... grazie.
@
grazie !
grazie !
@
Ciao Carla.. grazie, la tua attenzione è molto gratificante!
Ciao Carla.. grazie, la tua attenzione è molto gratificante!
30.04.12, 17:49
Messaggio 14 di 32
..di te mi piace la tua riservatezza...
non regai caramelle a nessuno
entri.."deponi" la tua foto...silenziosamente e poi te ne vai
ma fai tanto rumore lo stesso...
come ci riesci?
cioè...
essendo tu di poche parole, eri alla ricerca del giusto mezzo per comunicare i tuoi stati d animo?..lo hai trovato nella la fotografia?...
confido in altro rumore...ciao
Paola
non regai caramelle a nessuno
entri.."deponi" la tua foto...silenziosamente e poi te ne vai
ma fai tanto rumore lo stesso...
come ci riesci?
cioè...
essendo tu di poche parole, eri alla ricerca del giusto mezzo per comunicare i tuoi stati d animo?..lo hai trovato nella la fotografia?...
confido in altro rumore...ciao
Paola
30.04.12, 18:53
Messaggio 15 di 32
Condivido il tuo pensiero sull'imperfezione. Io parlerei pure anche di estetica dell’imperfezione. Per me imperfezione è anche improvvisazione. Vorrei chiederti: quanto conta nel tuo modo di vivere la fotografia, l’improvvisazione di un’idea, l’assumersi il rischio dell’attimo, sorprendere e spingersi verso luoghi (soprattutto interiori) ignoti?
Ma leggo ora la risposta che hai dato a Eras, quando parli di "stati d'animo momentanei, (...) stimoli che sono di solito piccoli dettagli (...) ai quali attribuisco un senso immediato (...)" Sì,improvvisazione è anche immediatezza del senso.
Complimenti Andrei, con ammirazione … Marcella
Ma leggo ora la risposta che hai dato a Eras, quando parli di "stati d'animo momentanei, (...) stimoli che sono di solito piccoli dettagli (...) ai quali attribuisco un senso immediato (...)" Sì,improvvisazione è anche immediatezza del senso.
Complimenti Andrei, con ammirazione … Marcella