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Camosci nella neve.

Camosci nella neve.

3.012 22

Mauro Borbey


Premium (Pro), Charvensod ( Aosta )

Camosci nella neve.

Bionaz - mt. 2000 - Valle d’Aosta - gennaio 2008


Dedicata a “ Nanni “ il vecchio amico camosciaro di Andrea Hallgass.


I Camosci erano usciti dal bosco, disturbati dal passaggio di una comitiva di turisti che faceva un’escursione con le racchette da neve lungo un sentiero che porta ad un rifugio alpino.
Gli animali avanzavano piano piano nella neve, allo scoperto e non sembravano allarmati ma quello a destra guardava insistentemente dalla mia parte, probabilmente mi aveva già fiutato e sicuramente anche visto, malgrado fossi immobile a binocolare, appoggiato al tronco di un vecchio abete ai margini del bosco. Non tentai minimamente di avvicinarli, se lo avessi fatto, andando verso di loro avrei solo rischiato di metterli in fuga, così rimasi immobile contro l’abete e, avendo la macchina appesa al collo, riuscii a scattare qualche immagine praticamente senza muovermi, poi girandomi piano piano, ritornai molto lentamente sui miei passi rientrando velocemente nel fitto del bosco senza disturbarli ulteriormente.
In inverno i camosci sono in grado di spostarsi agevolmente anche in condizioni di innevamento importanti, grazie alla particolare conformazione dei loro zoccoli.
Una membrana che si distende a ponte tra i due unghioni divaricati garantisce loro una maggiore superficie portante che non li fa affondare nella neve alta.
Come si può notare nella foto i camosci non sprofondano troppo nella neve alta più di un metro, senza i loro particolari zoccoli, sprofonderebbero fin oltre la linea della schiena (i camosci sono alti al garrese circa 70/85 cm.) e avrebbero serie difficoltà a spostarsi soprattutto su terreni piani o con poca pendenza.
Gli stambecchi invece non hanno questa membrana tra gli unghioni, infatti si spostano poco quando la neve è alta e preferiscono rimanere sui pendii ripidi o sulle pareti di roccia.
Per capire quanto è dura d’inverno la montagna per gli animali, bisogna tenere presente che in queste condizioni di innevamento (foto) un capriolo (che non ha la membrana fra gli zoccoli e che ha zampe esili e unghioni molto piccoli) sarebbe impossibilitato a spostarsi, perché sprofonderebbe tutto nella neve e se non trovasse del cibo vicino a lui morirebbe di fame.
Quando la neve è alta non bisogna tentare di avvicinare troppo gli animali, la fuga comporterebbe per loro un dispendio di energie troppo elevato che poi non sarebbero in grado di reintegrare, data la scarsa disponibilità di cibo.
Infatti il dispendio energetico di un animale in fuga nella neve è elevatissimo e aumenta con l’aumentare dello spessore della coltre nevosa fino a quadruplicare con il raddoppiare della neve al suolo. Per fare un’esempio; un capriolo che si sposta in 50 cm. di neve avrà un dispendio energetico quattro volte superiore di quando si sposta in 25 cm.
Secondo me non è sempre necessario tentare di avvicinare ad ogni costo l’animale per riprenderlo a pieno fotogramma, anche le immagini con animali distanti ma ambientati nei loro habitat naturali possono risultare gradevoli e interessanti, soprattutto come documento naturalistico.

Sony Alpha 100 --- ob. Sony 75/300 a 210 mm --- 400 iso --- 1/800 sec. ---BW manuale su ombra

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