" Confessioni - Luca Forno incontra Sant'Agostino" # 3

" Confessioni - Luca Forno incontra Sant'Agostino" # 3

tmostra personale al Museo di Sant'Agostino di Genova
dal 21.03 al 18.04

info mostra alla fotografia # 1
prefazione del catalogo di Marco Riolfo alla fotografia # 3
"bellezza vs. splendore" alla fotografia # 2

testo critico " le sculture del Museo di Ssant'Agostino alla luce delle fotografie di Luca Forno" di Leo Lecci alla fotografia # 6


testo critico " confessioni sulla variabile umana "di Glauco Tiengo alla fotografia # 10

PREFAZIONE

... E comunque, verrebbe da dire, ancora una volta il BiancoeNero di Luca Forno ci sorprende per la sua sempre rinnovata capacità di 'mostrarsi', di 'dire' - attraverso la modalità fotografica che gli è propria - qualcosa a qualcuno e di 'dare' a qualcuno qualcosa... È la volta, oggi, del Museo di Sant’ .Agostino in Genova e delle sue raffinate sculture che una lungimirante consapevolezza istituzionale ha deciso di offrire 'in lettura' al Fotografo che forse oggi al meglio rappresenta lo stato dell'arte del consapevole e contrastante bicolore... E benché fotografo, il Nostro, non ci risparmia - al solito, con nonchalance e senza spocchia... - un gradevolissimo declinare in forma di fotogramma, of course, delle sue evidenti rimembranze letterarie: poiché di Sant’ Agostino e' il Museo, miglior concretezza non poteva palesare Forno nell'offrirci, quale rappresentazione della sua lettura, questi scatti come 'Confessioni'... Ecco allora che vetuste e venerabili opere, mirabili manufatti della più classica e solida manifestazione artistica italica, preziose ma immobili vestigia che tanto testimoniano del nostro passato, all'improvviso, quasi laica epifania di un ultramondo terreno, scendono dai loro piedistalli per ritornare - e noi con loro - in un presente emotivo fatto di luce e ombra, curvilinea traiettoria di certezze non più così granitiche, evanescente racconto di storie che, forse? ancora?, hanno un futuro... Hic et nunc il Fotografo si fa Lettore, appunto, esegeta delicato: l'emotiva sovrapposizione mimetica che lo strumento fotografico gli concede e poi utilizzato da par suo, porta Forno alla ricerca del dettaglio quale indizio rivelatore, dell'inusuale angolo di visione quale prospettiva più vera al senso della testimonianza artistica, all'intimità della 'confessione' che solo un dialogo muto, come quello fotografico, può esaltare con la sua forza evocativa... Allora il particolare di una mano o la men che dimidiata effigie piuttosto che lo spiazzante 'punto di vista' fotografico danno margine, e così contesto, ad un quadro simbolico che va componendosi un fotogramma via l'altro, come disegno di nuvole cangianti o volute di fumo in libertà... Che da tanta pietra si materializzi (si sviluppi, dimostra Forno...) così vasta luccicanza...

Marco Riolfo, 2015