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Progetto "Foto&Racconti": Ca-va (Larsen-Pettazzoni)

Progetto "Foto&Racconti": Ca-va (Larsen-Pettazzoni)

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Progetto "Foto&Racconti": Ca-va (Larsen-Pettazzoni)

Ca-va

Per una migliore visione cliccare sul link per la versione PDF:
http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Pettazzoni_Larsen_CA_VA.pdf

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Fotografia di Arnaldo Pettazzoni
Racconto di Bodil Hegnby Larsen
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Primi anni Sessanta, vivevo in un piccolissimo paesino di campagna in Danimarca dove c'erano un negozio di alimentari, una parrucchiera, un benzinaio ed una macelleria. Sul paese incombeva il grande carcere dove lavorava mio padre e dove noi abitavamo nell'ala sinistra del castello settecentesco, trasformato in un carcere sperimentale. Annesso al castello c'era un immenso parco dove ho passato buona parte della mia infanzia.
Avevo 8-9 anni quando conobbi Ca-va (alla francese), un cavallo tutto nero e molto docile. Sembrava più un somaro oppure un mulo, sia per la sua struttura fisica, sia per la sua intelligenza e vivacità.
Il macellaio del paese era una persona sempre allegra, molto gentile anche con noi bambini. Sapendo della mia passione per gli animali, un giorno mi invitò a vedere le sue stalle dietro il cortile del negozio. Perché all'epoca il macellaio teneva sempre 4-5 animali in attesa di essere da lui macellati, grandi bovini e maiali.
Tanta era la mia gioia di visitare le sue stalle, che non mi posi il problema della fine che gli animali avrebbero fatto a breve.
In una stalla separata c'era Ca-va, nero, lucido e con due occhi scuri e vispi, e fu amore a prima vista.
Il macellaio mi chiese se avessi voglia di fargli fare un giretto ogni tanto: il cavallo era di sua figlia, ma lei si era trasferita in città e nessuno si occupava più di lui.
Non mi pareva vero, e fu così che quasi tutti i giorni andai a prenderlo ed insieme andavamo in giro per la campagna o nel parco del carcere. Qualche volta lo cavalcavo - sempre a pelo - ma più frequentemente andavamo a spasso come due veri amici, fianco a fianco. Ero molto orgogliosa di lui ma anche della totale fiducia che mi dava il macellaio.

Consideravo Ca-va uno dei miei tanti amici animali che dentro e fuori casa vivevano con me.
Avevo un cane, alcuni gatti, una quantità non meglio definita di rane, girini, lombrichi, topini di campagna ed una biscia. Vivendo in campagna, ero abituata a frequentare le fattorie e le loro stalle e tante volte avevo vissuto l'emozione di vedere nascere un vitellino oppure una dozzina di piccoli maialini. Per me erano tutti amici, solo al toro sapevo di dover stare attenta!

Un giorno d'estate, durante le vacanze estive, andai una mattina per prendere Ca-va. Cosa che solitamente facevo al pomeriggio dopo la scuola.
Scostai la grande porta di legno dietro il negozio della macelleria e nel cortile vidi il macellaio mentre col coltello stava sgozzando un grosso maiale tra le urla terrificanti del povero animale e il sangue che invadeva tutto il locale e parte del cortile.
Fu uno shock terribile per me e scappai via in lacrime, urlando al macellaio tutto il mio disprezzo e odio per lui.
All'improvviso fui costretta a realizzare l'orrore di quel posto e la violenta fine che avrebbero fatto gli amici animali nelle stalle del mio amico macellaio, e pure per mano sua.

Non tornai mai più da Ca-va, nonostante tutti i tentativi fatti dal macellaio per farsi perdonare.

Oggi sono vegetariana :-)

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