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The colours of the rock

The colours of the rock

3.232 25

Mauro Borbey


Premium (Pro), Charvensod ( Aosta )

The colours of the rock

Valnontey mt. 2000 (Cogne) Valle d’Aosta.

Accolgo con piacere l’invito dell’amico Luca di Paola per la bella e interessante proposta rivolta ai fotografi di natura di commentare le situazioni che hanno portato a realizzare
l’immagine.

Sperando che il lungo racconto non sia troppo noioso…vi ringrazio per l’attenzione.


Novembre 2007, stavo ritornando a valle lungo un sentiero dell’alta Valnontey che costeggia delle pareti di roccia particolarmente ripide, erano le tre del pomeriggio e il sole si era già nascosto dietro le vette più alte.
Sottili nubi bianche velavano a ovest il cielo e diffondevano una luce che rischiarava in parte le ombre della parete, mettendo in evidenza degli insoliti colori delle rocce.
Mi chiesi come mai pur essendo passato molte volte su quel sentiero non avevo mai notato come fosse bella quella parete. Mah! Probabilmente avevo la testa davvero tra le nuvole.
Comunque decisi di fermarmi, perché la bellezza della zona meritava davvero qualche scatto.
Mi fermai, posai lo zaino e misi lo zoom 100/300 sulla macchina per avvicinare la parete e poter scegliere l’inquadratura migliore per fare risaltare al meglio quei colori e scattai alcune foto, poi presi dal taschino del gilet il piccolo binocolo Leica 8x20, che porto sempre con me e mi misi a binocolare le rocce, alla disperata ricerca di un camoscio, perché in quell’ambiente da favola un bel maschio, con il suo bel mantello nero come il carbone, ci sarebbe stato davvero bene.
Binocolai per una decina di minuti ma non vidi nessun movimento di animali, niente Camosci e niente Stambecchi, ma non me ne andai, rimasi lì ad guardare la parete per una buona mezz’ora.
Poi dato che erano quasi le quattro del pomeriggio, di malavoglia decisi di andarmene, anche perché a novembre il buio in montagna arriva presto, io ero ancora in alto e la strada del ritorno era ancora lunga, circa un’oretta per raggiungere il fondovalle.
Intanto la luce era calata di molto ora la parete era completamente in ombra, ma stranamente i suoi colori erano ancora più intensi e più belli. Presi lo zaino e me lo misi sulle spalle e mi incamminai. Ma, fatti pochi passi, percepii con la coda dell’occhio un movimento tra le rocce poco sotto il punto che avevo fotografato, mi fermai, posai lo zaino su un grosso sasso ai margini del sentiero e mi appoggiai sopra per dare più stabilità alla macchina fotografica, impostai una sensibilità maggiore, regolai il WB su ombra e attesi. Non mi sbagliavo, avevo visto giusto, un bel maschio di camoscio stava salendo piano piano una leggera spaccatura sulla parete quasi verticale, mi sistemai bene sullo zaino e lo inquadrai, aspettando che raggiungesse proprio il punto più colorato delle rocce per poi scattare alcuni fotogrammi con pose diverse dell’animale, che in questo raro caso (per me) premiarono la mia pazienza.
Quando si vanno a cercare gli animali selvatici nei loro ambienti naturali, occorre sempre muoversi con discrezione, perché anche se si è soli si è sempre di troppo, più ci si muove e più li si disturba, inoltre bisogna sempre avere a portata di taschino un binocolo per cercarli, perché gli animali durante il giorno si muovono poco, in genere sono nascosti a riposare, quindi per poterli avvicinare e fotografare bisogna vederli prima che loro vedano noi.

Sony Alpha 100 --- ob. 100/300 Minolta --- a 300 mm --- 400 iso --- f 5,6 --- 1/200 sec. ---
WB su ombra.

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