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La sognatrice e la casa dei suoi sogni

La sognatrice e la casa dei suoi sogni

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

La sognatrice e la casa dei suoi sogni

Questa foto l'ho inviata a un concorso di FC con esito disastroso.
È per questo motivo che non ha una didascalia, in quanto lo vieta il regolamento del concorso. Ma poiché il mio amico pubblico n° 1 Enrico Manna ha richiesto un commento, parecchi mesi dopo il concorso, in modo da non sovvertirne il risultato, ecco che da bravo commento la mia foto: chi fa da sè fa per tre. L'Autore.

Commenti 4

  • lucy franco 22/02/2009 22:05

    la casa dei suoi sogni è fatta di forme contorte e lisce di sedie astruse, di spazi inconsueti e di orizzonti da esplorare.
    La casa dei suoi sogni è in una immagine che ammicca e non spiega, complice della fantasia e della affabulazione.

  • Lunasole 05/02/2009 15:34

    Ho letto il tuo commento della tua foto... sorridevo da sola per la tua maestria, per la tua grandiosa fantasia, ti basta uno sguardo, la mente parte, le dita scrivono.
    Semplicemente fantastico, a volte ti vorrei vedere, cosa succede e come il volto si concentra su ogni tuo racconto.
    Ah ma prima o poi dovrà succedere.
    Un abbraccio al più fantasioso scrittore di FC.
  • Geo Portaluppi 05/02/2009 3:16

    A me è sempre piaciuta questa foto. Bravo merlo, direte voi, l’hai fatta tu, per questo ti piace.
    Non è solo per questo: contiene diversi elementi. C’è in primo piano un truce e scuro camino che di mestiere fa il portiere e tiene tutto sotto controllo, chi va e chi viene, compresi quei due camini in fondo al tetto, birichini e smorti, e c’è quel pino sullo sfondo, dalla cima spelacchiata che pare debba morire da un momento all’altro e invece è sempre lì e in alto veleggiano nuvolette bianche da poco prezzo, economiche, non i soliti nuvoloni d’alta montagna che sono una lagna in tutti i panorami alpini, nuvolette ecologiche che transitano leggiadre verso altre contrade a portare buon umore.
    Ed è buon umore quello che sprizza dai manufatti d’abili artigiani montani, che lucidare sanno il legno e con impegno muovono le loro callose mani avanti e indietro mentre i trucioli saltellano festosi attorno. È giorno, ma quei sedili sono così rilassanti che la nostra amica, una volta accomodatasi in uno scranno, con uno sbadiglio e dimentica d’ogni affanno casca nelle braccia di Morfeo.
    Ora è lì che dorme e poiché il suo sogno è sempre stato quello di abitare in una baita come quella, ecco che all’improvviso s’accende una finestrella che prima non c’era, vi giuro che quando ho scattato la foto, nella lunga e nera parete non c’era nessuna luce, e d’altra parte non ci potrebbe essere di giorno una luce artificiale, e quella non è luce di lampadina, è più un riflesso che ammicca alla dormiente, la quale attraverso a quel pertugio entra nella casa, ritrovandosi in un salone da ballo, lunghissimo e sfarzosamente addobbato. Sta per cominciare il Gran Ballo. La donna non ha né scarpe né abbigliamento adatto ma tutte le coppie che sono schierate lungo le pareti le sorridono invitandola ad avanzare. E la donna avanzò nel meraviglioso salone dove, in fondo, c’era il conte Orloski. Il duca Orloscki stava bevendo da una coppa del vino spumeggiante ma, appena s’avvide della presenza della donna, trasalì. Ora dovete sapere che i marchesi Orloski sono soliti trasalire quando una donna avanza verso di loro. Il barone Orloski le andò subito incontro esclamando: « Voi qui, mia cara, quale sorprendente sorpresa. Avevate detto che non sareste venuta… oh, ma questo più non importa, ora siete qui –e mentre così parlava fece un perfetto inchino e le baciò la mano. Poi alzò il capo lentamente ed esortò – Che si dia inizio alle danze. Maestro…. »
    Avanzò Riccardino che da poco prestava servizio alla scuola elementare Diaz, di via Diaz, ma venne subito bloccato da una occhiataccia del visconte Orloski:
    « Non lei, intendevo allertare il maestro di musica, e la sua orchestra, lei al massimo può dirigere un coro di bidelli…»
    Riccardino, con le gote avvampanti di rosso veneziano, camminando a ritroso tornò a confondersi tra la folla dei ballerini mentre sul soffitto vorticavano miriadi di luci simili a tante stelle. L’illuminazione del salone s’andava smorzando in contemporanea con il diffondersi delle prime note del Valzer delle candele. Il principe Orloski tenendo tra le sue mani quelle della donna avanzò maestosamente verso il centro del salone e qui giunto si arrestò sotto gli sguardi incantati di tutti. – continua -
    Dondolarsi insieme conviene
    Dondolarsi insieme conviene
    Geo Portaluppi
    Geo
  • redfox-dream-art-photography 31/10/2008 8:37

    BELLISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Mi piacé molto!!!

    +++++

    ciao, redfox