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The resurrection's day

The resurrection's day

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

The resurrection's day

Con il 25 febbraio 2009 piangiamo la morte di Philip José Farmer, uno scrittore statunitense ironico, eclettico, dissacrante, criticato e spesso censurato, essendo ritenuto eretico e anche peggio.
Non dotato di uno stile raffinato, a volte confuso, a volte affrettato, si dimentica dei personaggi secondari e come tutti gli scrittori è uso affermare “questo lo dirò più avanti”, cioè mai, però è un autore strabordante di idee: lui ha avuto la fantasia di raccontarci in cinque libri, noti come il Ciclo del Fiume, la resurrezione. Dimentichiamo l’approccio religioso, la rinascita è intesa come seconda possibilità per fare qualcosa di buono. Sulle rive di un fiume lungo milioni di chilometri risorge l’umanità di ogni epoca: personaggi celebri come Mark Twain, Hermann Goering, Cyrano di Bergerac, re Tullo Ostilio, Tom Mix, Jack London, Giovanni Senza terra coesistono con sconosciuti, combattono tra loro, si alleano, si uccidono, sottomettono i loro simili in schiavitù per la conquista del potere: i cattivi continuano a essere tali, anzi peggio, l’uomo non impara mai alcuna lezione, nemmeno dalla morte. L’eroe di questo mondo fluviale è sir Richard Francis Burton, l’avventuriero che cercò le sorgenti del Nilo, e anche qui ricerca le sorgenti del misterioso fiume per scoprire cosa si cela dietro al regalo della resurrezione, ben sapendo che dai tempi di Omero bisogna diffidare dei greci quando portano doni, specialmente se con la forma di giganteschi cavalli.
Questa foto floreale e la dedica sono per onorare la memoria di Philip José Farmer, di cui Sandrone Dazieri ha scritto l’altro ieri sul Sole 24 Ore del 27/02: “Ciao Phil. Grazie per avermi aperto la mente”, e a questo geniale inventore di un pianeta artificiale coperto da ripide pareti scoscese, inanellate una nell’altra come ghirigori tortuosi, nei cui profondi canaloni si snoda un fiume interminabile, ho da fargli una proposta .
« Caro Josè, e ti chiamo con il nome più caro, da te voluto essendo quello della nonna materna, qualora tu non abbia preso inderogabili impegni per la tua resurrezione, vorrei che avvenisse qui da noi, in un mondo analogo a quello del fiume, perché ha una infinità di corsie che si snodano una appiccicata all’altra, e nel cui interno scorre il fiume dell’umanità, convenuta dal monte e dalla valle, lasciandosi alle spalle, fuori dalla porta, le proprie tribolazioni. Si chiama “Il Mondo del Carrello”, e vedrai, non è troppo brutto, né troppo bello.
Su Riverworld, tranne acqua e roccia, tutto scarseggia, ma in questo mondo c’è una infinità di leccornie, di cose belle e buone, bene disposte negli scaffali di uno sterminato supermercato. Ogni giorno è festa, la gente è allegra e contenta, si inviperisce solo un poco se fa la coda, ma subito gli passa, giacché quando giunge alla cassa, sbuffando per le lungaggini di chi sta davanti, s’ingegna a fare perdere altrettanto tempo a chi viene dopo.
Qui si ritrova buona parte dell’umanità, giacché è il sito dove tutto dovrebbe filare a meraviglia, sia per l’orfanello e sia per chi ha famiglia. Qui c’è l’abbozzo della rinascita a vita nuova, l’attesa seconda possibilità, e quando verrà il temuto “Medioevo prossimo venturo” di Roberto Vacca, sarà lì che ci rifugeremo, in questi novelli monasteri, attendendo il rifiorire di novella civiltade.
Sono sicuro che qui sarai bene accolto perché mi è capitato, in concomitanza con la tua dipartita, di vedere con le orecchie questa scenetta. C’era una inusuale vendita di mazzetti di rose rosse, e gli acquirenti erano prevalentemente uomini, e di quattro, quelli ripresi nella foto, ho captato questi frasi.
Titius, il raffinato, rivolto alla commessa: « Gli regalo un fiore per il “senso del meraviglioso” che trasmette dalle sue pagine, per la capacità di gioire e meravigliarsi delle meraviglie del creato con lo stesso entusiasmo di un bimbo.
Gaius: « Un fiore anche a me, - si fece avanti il secondo uomo, un colosso ma bonaccione - per Farmer, per l’ironia con cui affronta i tabù, prendendoli a calci e consentendoci di vedere le cose con nuove prospettive, spiegandoci che non sempre le cose sono quello che sembrano a prima vista. »
Sempronius, quello scontroso con il sacchetto della spesa: « Un fiore per aver messo alla berlina il banale, i luoghi comuni nei quali le persone si crogiolano, ripetendo frasi fatte e rifritte per evitare di affaticare il loro riposato cervellino. »
Simplicius, l’unico vestito di scuro, con chierica in testa: « Non ho letto alcun racconto però, da quello che ho sentito sul suo conto, ho capito che, amato o odiato, ha agito in modo intelligente, anche se irriverente e di tipi come lui ne abbiamo bisogno, per combattere il maligno, dietro la cui maschera ghignate si cela la stupidità esasperante di molta gente, un numero maggiore di quello immaginabile, difficile da combattere perché lo stupido non mette paura e la dannosità delle sue azione è sottostimata, mentre è più pericoloso di un criminale. »
Queste ultime parole fecero suonare un campanello. Sebbene rallentato dal carrello, riuscii alla fine ad affiancarlo e di soppiatto lo interpellai: « Chi sei tu che in una sola frase hai riassunto le leggi sulla stupidità formulate dal mio professore d’università? Non ti ho mai visto! »
« È la prima volta che capito da queste parti. Non mi dire, sei stato allievo del professor Cipolla? »
« Sì, e ho avuto la fortuna di sentire, dalla voce dell'autore, la Teoria sulla stupidità nella versione originale, che è più completa rispetto a quella pubblicata. »
« Visto che sei un addetto ai lavori cosa ne pensi delle profezie di Roberto Vacca? »
« Perché salti di palo in frasca? E come hai fatto a sapere che stavo pensando al medioevo futuro? »
« I due concetti vanno a braccetto, non trovi? Se la percentuale della stupidità non è calcolabile perché in continuo aumento, e poiché è uniforme in ogni gruppo sociale, governo e premi Nobel compresi, quando supererà una certa soglia, quella che Vacca chiama il “gomito”, l’intero sistema crollerà e ci troveremo in pieno medioevo. » il volto di Simplicius era sorridente.
« Le previsioni di Vacca, dal punto di vista matematico sono ineccepibili. Non solo lui, ma tutti erano convinti che il medioevo sarebbe iniziato prima del fatidico anno duemila… »
« Allora, visto che non s’è verificato, in cosa ha sbagliato? » mi interruppe Simplicius.
« Il nostro futurologo ha considerato solo i macrosistemi. Ma ci sono anche i microsistemi e questi per fortuna reggono, e finché reggono loro, la baracca del mondo, zoppicando, tira a campare. »
« E qui entra in gioco la stupidità che, prima o poi, arriverà a mettere a K.O. anche i microsistemi. »
« Hai ragione. È solo una questione di tempo. Il crollo è inevitabile, a meno che…» mi fermai per vedere se era interessato a sentire il resto. Aspettavo un segno. Inarcò un sopraciglio. Era il segno.
« Beh, nessuno ha considerato il “fattore carrello”. Sto monitorando questo posto e ho scoperto che qui la stupidità non sta aumentando: è una sorta di oasi in controtendenza. All’inizio le persone si muovevano senza esperienza, naso al vento agivano con distrazione e gli urti erano all’ordine del giorno, solo che, il venire colpiti da un pesante carrello, fa male, e quando siamo stati centrati tutti più volte abbiamo incominciato a ragionare: è incredibile, lo so, ma sono sempre in meno a fermarsi con il carrello vicino alle bilance prezzi creando degli inestricabili ingorghi. Il dovere affrontare problemi spiccioli giova, parrà sciocco ma l’uso del carrello fa bene al cervello. Sono piccoli risultati, insufficienti a ostacolare il tasso di crescita della stupidità teorizzato dal professor Cipolla, ma il “Mondo del Carrello” è come “Babylon 5”, è la nostra ultima speranza. »
« Forse è per questo il motivo che sono stato evocato qui, dove un dì erigeranno provvida barricata i vivi accanto ai morti, bene inteso, una volta che saranno risorti, come i famosi martiri nostri. » e Simplicius s’involò in una altra corsia… stretta la foglia, larga la via.

Riferimenti letterari:
- Philip Josè Farmer (1918-2009): Il fiume della vita (1971); Alle sorgenti del fiume (1971); Il grande disegno (1977); Il labirinto magico (1980); Gli dei del fiume (1983);
- Roberto Vacca (1927- vivente): Il medioevo prossimo venturo (1971);
- Carlo Maria Cipolla (1922-2000): Allegro ma non troppo (1988).

Commenti 18

  • Maurizio Zoldan 20/03/2009 22:54

    Caro Geo,
    ormai nei mega centri commerciali vi è una varia umanità che ivi vive e cresce.. Triste sorte ci aspetta, aihmè, nel medioevo prossimo venturo....
    MauZ
  • carlo jacuzzi 20/03/2009 16:16

    Vado con Gaetano Ficara a cospargermi il capo di cenere etc etc. in quanto nemmeno io ho prestato attenzione allo scrittore in questione.
    Vado appena posso in libreria e compro i libri a mia moglie e poi mi faccio fare il "bignami".
    Scherzo, ovviamente, comunque ti faccio i miei complimenti per questa nuova "visione" della fotografia... non solo immagine.
    Bravissimo.
    Ciao Carlo Jac

  • Carlo Pollaci 20/03/2009 15:19

    Il punto di vista, insolito ed originale, concentra lo sguardo sui fiori. Indubbiamente il migliore omaggio al geniale talento di Philip José Farmer.
  • Gaetano Ficara 19/03/2009 8:12

    Magnifico elogio a Farmer come solo tu puoi fare......
    Devo cospargermi il capo di cenere fino ai sandali per non aver mai letto alcunchè di questo scrittore che conoscevo ma al quale non avevo mai dedicato la mia attenzione...
    Comprerò subito i cinque libri di Farmer da te citati...
    Un saluto,
    Gae
  • SempreGio 16/03/2009 21:34

    Sei unico Geo, ogni tua fotografia è accompagnata da racconti che passano dalla filosofia all'ironia con una leggerezza che solo le grandi menti posseggono...
    Ti abbraccio e ti auguro una buona serata, sempre incantata dal tuo stile
    un sorriso Gio
  • Roberto Tagliani 14/03/2009 12:37

    Ciao Geo !!! ....anch'io sono tra quelli che Philip José Farmer non sà chi sia.....Soprattutto, e molto candidamente, perchè leggo pochissimo....
    Però una cosa ho capito: quando prima delle vacanze, quando faccio il "solito" giro in libreria a comprarmi i "canonici" due tre libri da leggere tranquillo sotto l'ombrellone, non mancherò di comprarne uno....
    Non avevo capito bene il carrello della spesa.... !:-)))

  • Ermanno Bartoli 13/03/2009 22:18

    Grazie per aver ricordato così argutamente e appassionatamente Philip Josè Farmer che rammento molto volentieri nell'intelligentissimo e folle "Venere sulla conchiglia", romanzo scritto dietro lo pseudonimo di Kilgore Trout.
    Dissacrante all'eccesso, la qualità maggiore di Farmer è il saper incitare alla disobbedienza quando serve. Non sono certamente il primo ad indicarlo come uno sveglia-coscienze, insieme a uno Sturgeon o un Eric Russell.
    Farmer scrisse dietro pseudonimo "Venere sulla conchiglia" per evitare ritorsioni e, un po' furbescamente, per alimentare un mistero alla B. Traven.
    Grazie ancora per il ricordo; soprattutto in un'epoca in cui non muore più nessuno... e non si ricorda più nessuno. (se non i soliti tre o quattro plurinflazionati).

    Noi siamo un'epoca
    Noi siamo un'epoca
    Ermanno Bartoli
  • Vitória Castelo Santos 13/03/2009 10:10

    :-((((((((((((((((((((((((
    BRAVO!!!!
  • Antonio Morri 13/03/2009 9:21

    Ho letto tutto!
    Non posso far altro che confermare quanto hanno detto gli amici che mi hanno preceduto: sei incredibile carissimo Geo!
    Le persione come te sono rare ed è un onore annoverarti tra gli amici di fc!
    Grazie
    Antonio.
  • Elvio Bartoli 12/03/2009 22:18

    Caspita, io non ho mai letto nulla di Philip José Farmer!! Mi avete incuriosito e quindi provvederò appena possibile a riparare...
    ciao
    Elvio :)
  • Lunasole 12/03/2009 16:27

    Pazzesco Geo, da una immagine ripresa in un supermercato, passi attraverso Farmer e ti inoltri in un discorso talmente vasto e importante: la stupidità, da perdersi come in una metropoli.
    Dirti che sei un grande te l'avranno detto un sacco di volte, beh io te lo riconfermo!!!
    Un abbraccio.
  • agnese52 12/03/2009 13:50

    sempre molto interessanti i racconti con i quali accompagni le tue fotografie, non avevo mai sentito parlare di questo scrittore
    bravo
  • adriana lissandrini 12/03/2009 0:04

    Già non era la serata giusta...ora lo è ancora meno!
    Non ho voglia, perdonami, di fare dissertazioni su qualcosa che mi ferisce......
    ma dovrò trovare il tempo e la voglia per tornarci e ragionarci su..graffiante e saggio amico!
    ciao Adriana
  • giancarlo abbati 11/03/2009 21:24

    ciao geo ....aperta la foto e visto il carrello mi e' venuto da ridere poi leggo e un po mi passa poi rileggo e piango.io non sono acculturato come te e i personaggi qui sopra ma conosco la stupidita umana.tornando alla foto,bella e simpatica.e' meglio guardar la foto.a un altra cosa ,il tuo racconto 10 minuti...ma poi se pure i commentatori scrivono a lungo si passa tutta la sera con la tua foto davanti o con il tuo bel visino .d'ora in poi ti chiamero .....ego non geo .scherzo naturalmente.carlo
  • Anna Lisa Imperiali 11/03/2009 8:43

    Ho trovato il sistema per non perdere il segno su quello che scrivi sulle tue foto. Posso esprimere la mia personale opinione sulla stupidità? ...sì? ..grazie.
    Siamo stati evidentemente creati per essere stupidi altrimenti il mondo sarebbe perfetto ...non era nel disegno del Creatore! Guarda la varietà di quello che ci circonda nel mondo vegetale, animale, ecc.
    Bisogna toccare necessariamente il fondo per ricostruire ...io sono nata dopo l'ultima guerra (1945) e c'era aria di rinascita e di felice ottimismo ...poi la natura incorregibile degli uomini (l'egoismo) ossia gli speculatori hanno fatto quello che vediamo attualmente!! ...guerra, rinascita, declino ....guerra, rinascita, declino ...e così via ! !
    Questa tua foto tecnicamente e visivamente bellissima è un omaggio al carrello, da quello che ho capito, stupenda ! ! ...tutti viviamo di carrello ! !
    Ti sono immensamente grata per le tue bellissime parole alla mia ultima foto postata, Ciao, Anna Lisa :-)